25-08-2024, 03:05 PM
I'm a perfectionist, so my bossiness definitely comes out.
Saff Zaldan
L’incertezza si insinuava anche nei miei pensieri mentre Tom spiegava con la sua solita calma ciò che stava cercando di decifrare dal pannello della capsula. Guardai lo schermo, cercando di focalizzarmi sui simboli e sulle strutture che potevano indicare informazioni utili. Due teste sono meglio di una, aveva detto il comandante, e mi trovai a ripetere quella frase nella mia mente come un mantra. Dovevo mettere da parte ogni dubbio e utilizzare al meglio le mie capacità.
Mi chinai per studiare il pannello, mentre Tom scorreva le varie opzioni presenti sul display. La logica dietro quei simboli era stranamente coerente, quasi come se avessi visto una versione rudimentale di questa lingua in un testo di linguistica antica. «Questi simboli qui... sembrano rappresentare delle istruzioni o dei comandi ripetuti, qualcosa legato al monitoraggio. Potrebbero riguardare le condizioni ambientali o i parametri biologici» dissi, più a me stessa che a Tom, cercando di far emergere qualche intuizione dai miei ricordi accademici.
Quando Tom menzionò che quelle potevano essere coordinate di volo, una scintilla di comprensione attraversò la mia mente. «Se possiamo risalire al punto di partenza della capsula, potrebbe fornirci un indizio cruciale. Probabilmente il pianeta di origine è legato allo sviluppo del virus. È una possibilità troppo importante per ignorarla,» risposi, sentendo la tensione crescere mentre cercavo di dare un senso ai dati sullo schermo.
Ma prima che potessimo andare oltre nelle nostre deduzioni, l'allarme del bajoriano Jenar ruppe bruscamente la nostra concentrazione. Il mio cuore accelerò mentre cercavo di valutare la situazione intorno a noi. Le ombre si muovevano nell'acqua fangosa, e l'oscurità rendeva difficile capire di cosa si trattasse. Sentii la tensione salire, un misto di adrenalina e preoccupazione per ciò che poteva accadere.
Il primo ufficiale non perse tempo e tentò di contattare la Voyager, ma il silenzio in risposta fece scendere un’ombra pesante su di noi. Sapevo che il comandante stava facendo il possibile per mantenere la calma e la lucidità, ma anche lui sembrava comprendere quanto la situazione stesse rapidamente degenerando.
Poi tutto accadde in un attimo. Varik gridò un avvertimento, e prima che potessi reagire, sentii la presa forte di Tom sul mio braccio mentre mi trascinava via, evitando per un soffio il fuoco del phaser diretto verso la creatura che si avvicinava. Caddi pesantemente nel fango, ma riuscii a rialzarmi in fretta, il respiro corto e la mente in allerta. Il rumore nel fango non accennava a cessare; anzi, sembrava moltiplicarsi, come se ci fosse più di una creatura a circondarci.
«Dannazione. Se riusciamo a metterci al riparo, forse possiamo guadagnare tempo per analizzare meglio queste informazioni.» dissi, cercando di mantenere la calma nonostante il battito del cuore mi martellasse nelle orecchie, ma mentre parlavo, un pensiero angosciante attraversò la mia mente: e se le comunicazioni fossero saltate a causa di un problema a bordo? Sapevamo che la situazione con gli infetti era critica quando eravamo partiti, e più passavano i minuti, più la mia preoccupazione cresceva. E se la Voyager fosse in pericolo e noi fossimo bloccati qui senza alcun modo di saperlo? Se non fossimo stati più in grado di tornare sulla nave?
Stringendo i denti, tornai a concentrarmi su quello che potevo fare ora. Non c'era tempo per perdersi in supposizioni. Dovevamo mettere insieme i pezzi di questo mistero e trovare il modo di tornare alla nave sani e salvi; ma mentre ci spostavamo in cerca di un riparo, il pensiero del tempo che stavamo perdendo e di ciò che poteva star succedendo a bordo della Voyager non mi dava tregua.
Mi chinai per studiare il pannello, mentre Tom scorreva le varie opzioni presenti sul display. La logica dietro quei simboli era stranamente coerente, quasi come se avessi visto una versione rudimentale di questa lingua in un testo di linguistica antica. «Questi simboli qui... sembrano rappresentare delle istruzioni o dei comandi ripetuti, qualcosa legato al monitoraggio. Potrebbero riguardare le condizioni ambientali o i parametri biologici» dissi, più a me stessa che a Tom, cercando di far emergere qualche intuizione dai miei ricordi accademici.
Quando Tom menzionò che quelle potevano essere coordinate di volo, una scintilla di comprensione attraversò la mia mente. «Se possiamo risalire al punto di partenza della capsula, potrebbe fornirci un indizio cruciale. Probabilmente il pianeta di origine è legato allo sviluppo del virus. È una possibilità troppo importante per ignorarla,» risposi, sentendo la tensione crescere mentre cercavo di dare un senso ai dati sullo schermo.
Ma prima che potessimo andare oltre nelle nostre deduzioni, l'allarme del bajoriano Jenar ruppe bruscamente la nostra concentrazione. Il mio cuore accelerò mentre cercavo di valutare la situazione intorno a noi. Le ombre si muovevano nell'acqua fangosa, e l'oscurità rendeva difficile capire di cosa si trattasse. Sentii la tensione salire, un misto di adrenalina e preoccupazione per ciò che poteva accadere.
Il primo ufficiale non perse tempo e tentò di contattare la Voyager, ma il silenzio in risposta fece scendere un’ombra pesante su di noi. Sapevo che il comandante stava facendo il possibile per mantenere la calma e la lucidità, ma anche lui sembrava comprendere quanto la situazione stesse rapidamente degenerando.
Poi tutto accadde in un attimo. Varik gridò un avvertimento, e prima che potessi reagire, sentii la presa forte di Tom sul mio braccio mentre mi trascinava via, evitando per un soffio il fuoco del phaser diretto verso la creatura che si avvicinava. Caddi pesantemente nel fango, ma riuscii a rialzarmi in fretta, il respiro corto e la mente in allerta. Il rumore nel fango non accennava a cessare; anzi, sembrava moltiplicarsi, come se ci fosse più di una creatura a circondarci.
«Dannazione. Se riusciamo a metterci al riparo, forse possiamo guadagnare tempo per analizzare meglio queste informazioni.» dissi, cercando di mantenere la calma nonostante il battito del cuore mi martellasse nelle orecchie, ma mentre parlavo, un pensiero angosciante attraversò la mia mente: e se le comunicazioni fossero saltate a causa di un problema a bordo? Sapevamo che la situazione con gli infetti era critica quando eravamo partiti, e più passavano i minuti, più la mia preoccupazione cresceva. E se la Voyager fosse in pericolo e noi fossimo bloccati qui senza alcun modo di saperlo? Se non fossimo stati più in grado di tornare sulla nave?
Stringendo i denti, tornai a concentrarmi su quello che potevo fare ora. Non c'era tempo per perdersi in supposizioni. Dovevamo mettere insieme i pezzi di questo mistero e trovare il modo di tornare alla nave sani e salvi; ma mentre ci spostavamo in cerca di un riparo, il pensiero del tempo che stavamo perdendo e di ciò che poteva star succedendo a bordo della Voyager non mi dava tregua.