25-09-2024, 02:13 PM
This can be painful or not. That's up to you. Either way, I will know what you know.
Rhhaein s'Lhoell Romulana
La luce fioca dell’ufficio illuminava debolmente il volto di Rae, i suoi occhi fissi sullo schermo di fronte a lei. Con l'arrivo della sera, l'attività nel laboratorio si era interrotta: i ricercatori avevano lasciato le loro postazioni e si stavano godendo il loro meritato riposo. Se non si contavano gli addetti alle pulizie e le guardie notturne, Rae era l'unica ancora al lavoro. Approfittando dell'assenza di Torak, la romulana si era messa ad analizzare da remoto il suo computer. La cartella contrassegnata col termine cardassiano per "gioco" la stava facendo tribolare non poco, e non per la criptografia con cui era stata protetta. Decifrare l'algoritmo era stata una bazzecola, comprendere il codice con cui i dati erano stati scritti si stava rivelando un'impresa.
Di cosa si trattava? All'apparenza sembravano algoritmi e comparazioni di modelli statistici ma, ad ogni secondo che passava ad analizzare quei dati, i suoi sospetti si intensificavano. C'era qualcosa che le sfuggiva. Rae si sentiva come se le mancasse un pezzo cruciale del puzzle, come se la risposta fosse appena al di fuori della sua portata. Al momento aveva due teorie: la prima era che i dati di fronte a lei fossero informazioni riservate criptate e pronte ad essere spedite a Cardassia; la seconda era che Torak si stesse prendendo gioco di lei. Se il cardassiano sapeva che lei avrebbe trovato quei file, era possibile che avesse messo assieme dei dati senza senso per distrarla. In tal caso, il vero crimine si stava svolgendo da un'altra parte.
Con un gesto veloce, Rae passò alla visualizzazione in tempo reale dell’alloggio di Sorren. Le tempistiche che i tecnici della Tal'Shiar le avevano dato per piazzare dei dispositivi di sorveglianza nell'alloggio di Sorren erano troppo lunghe per i suoi gusti, così qualche ora prima aveva piazzato lei stessa una microspia. L'immagine nello schermo era granulosa e l'audio non era dei migliori, ma finalmente aveva una visuale su quanto stava accadendo dietro quella dannatissima porta.
Torak si trovava nell'alloggio di Sorren. I due erano uno di fronte all'altro, intenti in una conversazione che pareva rilassata. Sul tavolo tra loro c'era una bottiglia di birra romulana e quello che sembrava essere un dolce. La stanza era pervasa da un'aria di complicità che Rae trovava insopportabile. Aumentò il volume, cercando di captare ogni parola. Le voci erano ovattate ma comprensibili e la conversazione all'apparenza sembrava riguardare il progetto in corso. Eppure, c'era qualcosa che non le quadrava. L'avanzamento del progetto era suddiviso in fasi da raggiungere e queste fasi, se proprio si avesse voluto, avrebbero potuto essere definite livelli. Evekh però cosa centrava?
Una rapida ricerca online del nome diede come risultato una serie di banalità. Un maestro di Kal-toh difficilmente aveva qualcosa a che fare con quanto stava avvenendo di fronte a lei. Una ricerca nel database della Tal'Shiar diede invece risultati più allarmanti. Lord Evekh della Casata di Yehenik era un antico vulcaniano che aveva vissuto prima dell'epoca di Surak. La sua casata si era estinta molti millenni or sono, ma la sua ricerca era ancor oggi interesse della Tal'Shiar. L'Ultimo Pensiero, anche chiamato Pensiero che Uccide, era una tecnica ormai perduta che permetteva di uccidere tramite la telepatia.
Se il laboratorio in cui si trovava fosse stato di ricerca telepatica e non di ingegneria, a quel punto il volto di Rae sarebbe stato pallido come uno spettro. Per fortuna, Sorren non sembrava aver alcun legame con l'Ultimo Pensiero o la Casata di Yehenik. "Evekh" doveva essere una parola in codice e, considerando che la Tal'Shiar era intenta in (infruttuosi) esperimenti per replicare la tecnica, a Rae veniva in mente solo una possibilità. Sorren sa della microspia. Lei non era un tecnico specializzato, era possibile che avesse lasciato tracce mentre la installava. Con quella parola in codice, Sorren aveva avvisato Torak che la Tal'Shiar era in ascolto. Il tutto prendendo in giro lei e la sua organizzazione per gli insuccessi in quell'esperimento, e dimostrando una conoscenza della Tal'Shiar decisamente allarmante. Il fatto che la conversazione si era chiusa subito dopo ne era la prova.
Di cosa si trattava? All'apparenza sembravano algoritmi e comparazioni di modelli statistici ma, ad ogni secondo che passava ad analizzare quei dati, i suoi sospetti si intensificavano. C'era qualcosa che le sfuggiva. Rae si sentiva come se le mancasse un pezzo cruciale del puzzle, come se la risposta fosse appena al di fuori della sua portata. Al momento aveva due teorie: la prima era che i dati di fronte a lei fossero informazioni riservate criptate e pronte ad essere spedite a Cardassia; la seconda era che Torak si stesse prendendo gioco di lei. Se il cardassiano sapeva che lei avrebbe trovato quei file, era possibile che avesse messo assieme dei dati senza senso per distrarla. In tal caso, il vero crimine si stava svolgendo da un'altra parte.
Con un gesto veloce, Rae passò alla visualizzazione in tempo reale dell’alloggio di Sorren. Le tempistiche che i tecnici della Tal'Shiar le avevano dato per piazzare dei dispositivi di sorveglianza nell'alloggio di Sorren erano troppo lunghe per i suoi gusti, così qualche ora prima aveva piazzato lei stessa una microspia. L'immagine nello schermo era granulosa e l'audio non era dei migliori, ma finalmente aveva una visuale su quanto stava accadendo dietro quella dannatissima porta.
Torak si trovava nell'alloggio di Sorren. I due erano uno di fronte all'altro, intenti in una conversazione che pareva rilassata. Sul tavolo tra loro c'era una bottiglia di birra romulana e quello che sembrava essere un dolce. La stanza era pervasa da un'aria di complicità che Rae trovava insopportabile. Aumentò il volume, cercando di captare ogni parola. Le voci erano ovattate ma comprensibili e la conversazione all'apparenza sembrava riguardare il progetto in corso. Eppure, c'era qualcosa che non le quadrava. L'avanzamento del progetto era suddiviso in fasi da raggiungere e queste fasi, se proprio si avesse voluto, avrebbero potuto essere definite livelli. Evekh però cosa centrava?
Una rapida ricerca online del nome diede come risultato una serie di banalità. Un maestro di Kal-toh difficilmente aveva qualcosa a che fare con quanto stava avvenendo di fronte a lei. Una ricerca nel database della Tal'Shiar diede invece risultati più allarmanti. Lord Evekh della Casata di Yehenik era un antico vulcaniano che aveva vissuto prima dell'epoca di Surak. La sua casata si era estinta molti millenni or sono, ma la sua ricerca era ancor oggi interesse della Tal'Shiar. L'Ultimo Pensiero, anche chiamato Pensiero che Uccide, era una tecnica ormai perduta che permetteva di uccidere tramite la telepatia.
Se il laboratorio in cui si trovava fosse stato di ricerca telepatica e non di ingegneria, a quel punto il volto di Rae sarebbe stato pallido come uno spettro. Per fortuna, Sorren non sembrava aver alcun legame con l'Ultimo Pensiero o la Casata di Yehenik. "Evekh" doveva essere una parola in codice e, considerando che la Tal'Shiar era intenta in (infruttuosi) esperimenti per replicare la tecnica, a Rae veniva in mente solo una possibilità. Sorren sa della microspia. Lei non era un tecnico specializzato, era possibile che avesse lasciato tracce mentre la installava. Con quella parola in codice, Sorren aveva avvisato Torak che la Tal'Shiar era in ascolto. Il tutto prendendo in giro lei e la sua organizzazione per gli insuccessi in quell'esperimento, e dimostrando una conoscenza della Tal'Shiar decisamente allarmante. Il fatto che la conversazione si era chiusa subito dopo ne era la prova.