20-04-2025, 06:19 PM

Korinna Suder
Betazoid
No. Decisamente non era tutto a posto. Qualche contrattempo rispose diplomaticamente Korinna. Se da un lato la betazoide condivideva con i propri connazionali una discreta avversione per le menzogne, dall'altro non riteneva nemmeno necessario preoccupare la collega con i dettagli di una situazione per la quale non avrebbe comunque potuto fare nulla. So dove si trova il pezzo di ricambio, ma recuperarlo richiederà più tempo del previsto. La ricontatterò appena tornata alla navetta. precisò mentre si infilava nel condotto di manutenzione. Fortunatamente la corporatura di Korinna era più minuta di quella del klingon medio e, nonostante l'impaccio della tuta, non le fu troppo difficile sgusciare tra le paratie fino a raggiungere il portello esterno.
Issarra, sei ancora lì? chiamò chiudendo la comunicazione con G'Vera per tornare sul canale dell'altro klingon. L'uomo trattenne a fatica un sospiro dolorante sì, dove ti trovi? chiese in un grugnito. Sono alla camera di decompressione del portello esterno, immetto ora il codice di apertura… annunciò, attendendo che la pressione si stabilizzasse prima di uscire all'esterno. Lo spettacolo che si ritrovò davanti fu peggiore di quanto si fosse immaginata. Parte della nave era stata sventrata e la ragione per cui la paratia della sala macchine era stata chiusa dal computer di bordo era che… molto probabilmente non esisteva più una sala macchine. Solo una perizia accurata avrebbe consentito di stabilire che genere di incidente avesse potuto causare quella devastazione, ma la betazoide sapeva di non averne il tempo.
Sto uscendo... annunciò, incamminandosi lungo la paratia della nave, grazie al controllo magnetico degli stivali che le consentiva di rimanere ancorata alla paratia esterna della nave. Il display, sul quale era indicata la posizione che intendeva raggiungere, sfarfallò un paio di volte prima di spegnersi all'improvviso. Non le servivano realmente gli strumenti per rendersi conto di avere un ulteriore problema: quel malfunzionamento indicava che gli strumenti avevano raccolto una dose di radiazioni tale da pregiudicarne il funzionamento. Una camminata anche solo di pochi minuti lungo la superficie esterna della nave l'avrebbe esposta ad una dose di radiazioni molto superiore a quella da cui la tuta era in grado di proteggerla. Nonostante le medicine di G'Vera, il suo corpo non avrebbe resistito là fuori per il tempo necessario ad andare e tornare.
Korinna avrebbe voluto imprecare nuovamente, ma si trattenne: la sua destinazione sembrava così vicina! Eppure la minaccia invisibile delle radiazioni la rendeva praticamente irraggiungibile. La donna scosse la testa, cercando di allontanare un pensiero… ma subito si rese conto che quell'idea apparentemente malsana era anche l'unica applicabile. Oh, beh... sono arrivata fin qui... si disse, mandando all'aria la prudenza e spiccando un balzo verso la propria destinazione. Quattro... tre... contò mentalmente i secondi che la separavano dal momento in cui avrebbe saputo se era giunta a destinazione o si sarebbe persa per sempre nello spazio. … zero. pensò, aggrappandosi prima ad una paratia, poi cercando di afferrare una sporgenza… ma i guanti della tuta scivolarono prima su una, poi sull'altra. Fu solo all'ultimo istante che la betazoide riuscì ad attivare il controllo magnetico degli stivali, ancorandoli agli ultimi centimetri disponibili dello scafo della nave. Avrebbe voluto tirare un sospiro di sollievo, ma era ancora presto. Issarra? chiamò, ma la sua radio era ormai fuori uso. G'Vera? tentò poi, senza ricevere risposta.
Issarra, sei ancora lì? chiamò chiudendo la comunicazione con G'Vera per tornare sul canale dell'altro klingon. L'uomo trattenne a fatica un sospiro dolorante sì, dove ti trovi? chiese in un grugnito. Sono alla camera di decompressione del portello esterno, immetto ora il codice di apertura… annunciò, attendendo che la pressione si stabilizzasse prima di uscire all'esterno. Lo spettacolo che si ritrovò davanti fu peggiore di quanto si fosse immaginata. Parte della nave era stata sventrata e la ragione per cui la paratia della sala macchine era stata chiusa dal computer di bordo era che… molto probabilmente non esisteva più una sala macchine. Solo una perizia accurata avrebbe consentito di stabilire che genere di incidente avesse potuto causare quella devastazione, ma la betazoide sapeva di non averne il tempo.
Sto uscendo... annunciò, incamminandosi lungo la paratia della nave, grazie al controllo magnetico degli stivali che le consentiva di rimanere ancorata alla paratia esterna della nave. Il display, sul quale era indicata la posizione che intendeva raggiungere, sfarfallò un paio di volte prima di spegnersi all'improvviso. Non le servivano realmente gli strumenti per rendersi conto di avere un ulteriore problema: quel malfunzionamento indicava che gli strumenti avevano raccolto una dose di radiazioni tale da pregiudicarne il funzionamento. Una camminata anche solo di pochi minuti lungo la superficie esterna della nave l'avrebbe esposta ad una dose di radiazioni molto superiore a quella da cui la tuta era in grado di proteggerla. Nonostante le medicine di G'Vera, il suo corpo non avrebbe resistito là fuori per il tempo necessario ad andare e tornare.
Korinna avrebbe voluto imprecare nuovamente, ma si trattenne: la sua destinazione sembrava così vicina! Eppure la minaccia invisibile delle radiazioni la rendeva praticamente irraggiungibile. La donna scosse la testa, cercando di allontanare un pensiero… ma subito si rese conto che quell'idea apparentemente malsana era anche l'unica applicabile. Oh, beh... sono arrivata fin qui... si disse, mandando all'aria la prudenza e spiccando un balzo verso la propria destinazione. Quattro... tre... contò mentalmente i secondi che la separavano dal momento in cui avrebbe saputo se era giunta a destinazione o si sarebbe persa per sempre nello spazio. … zero. pensò, aggrappandosi prima ad una paratia, poi cercando di afferrare una sporgenza… ma i guanti della tuta scivolarono prima su una, poi sull'altra. Fu solo all'ultimo istante che la betazoide riuscì ad attivare il controllo magnetico degli stivali, ancorandoli agli ultimi centimetri disponibili dello scafo della nave. Avrebbe voluto tirare un sospiro di sollievo, ma era ancora presto. Issarra? chiamò, ma la sua radio era ormai fuori uso. G'Vera? tentò poi, senza ricevere risposta.