17-06-2012, 06:56 PM
Salkhar
Vulcan/Romulan
{Plancia di Comando - SCI Console I} Era seduto alla sua postazione, il mezzosangue, le dita che, esperte, tamburellavano sul touchscreen della console, a predisporre le letture di rilevamento che di lì a poco avrebbe fornito al Capitano Harris, in vista del varo. Il lavoro di un Ufficiale Scientifico al momento della dipartita da una Stazione Stellare non era di particolare complessità, ma di certo rivestiva un’importanza fondamentale, assoluta: doveva essere tutto perfetto per il grande passo e le poche mansioni specifiche, principalmente legate alla questione ‘sicurezza’, avevano il delicato compito di assicurare al Comandante Supremo che l’astronave fosse in condizioni eccellenti perché la partenza avvenisse senza intoppi di alcun genere. Da quel che poteva constatare dai dati, in continuo aggiornamento, forniti da ogni singolo Ponte, che scorrevano sul suo personale schermo multimediale, tutto procedeva a gonfie vele e tra pochi minuti la U.S.S. Eternity avrebbe compiuto il suo primo viaggio, quello inaugurale. Non era certamente quella la prima esperienza del Comandante vulcaniano su un’astronave della Federazione – lavorando per Preble in assegnazione speciale, erano state molte le occasioni in cui aveva avuto modo di salpare alla volta dello spazio – ma questa era una circostanza diversa. Qualcosa di simile ad un secondo battesimo, l’avvento di una nuova vita, in veste d’indipendenza, stavolta, all’alba della prima crociera ufficiale, a cui lui stesso non avrebbe mancato di offrire il proprio contributo.
Assorbito completamente dallo scorrere degli elementi sul visore, si astenne dal prestare attenzione più del dovuto al consanguineo Timoniere sopraggiunto al suo fianco, a cui riserbò, comunque, una rapida occhiata. «Dovrebbe essere alla Sua postazione, T’Kaat.» Niente più che un’osservazione, o almeno il modo in cui si espresse non lasciava trasparire differenti intenti. Forse quella era solo la scusa che aveva trovato per farle sapere di aver mantenuto l’impegno e di non aver dimenticato di ricordarsi di lei. Solo quando il suono delle porte automatiche del turbolift lo indusse a voltarsi, il contatto visivo durò per più di qualche istante, prima che le orbite oltremare scivolassero sull’immagine del Capitano Harris, già al centro della Plancia. Un rapido scambio di sguardi, frattanto che si alzava dalla sua postazione e assumeva una postura formalmente ritta, con le mani allacciate dietro la schiena e il mento sollevato appena, appena. Restò immobile in quella posizione fino a che Harris non ebbe finito con quell’annuncio, che giungeva inaspettato, ma non del tutto imprevedibile. Non alla luce di quanto avevano avuto modo di discutere in privata sede, poco tempo addietro. Se di stupore ne aveva provato, la giovane vulcaniana non avrebbe avuto modo di saperlo, non se avesse cercato risposte nel suo volto impassibile. Ma, in fondo, in fondo, ne era rimasto turbato.
«La Stazione Midway.» Mormorò tra sé e sé, ripetendo le ultime parole del Capitano. Quella situata nell’orbita di Nuovo Vulcano, colonia degli eridiani superstiti, dove s’era rifiutato di sbarcare quando il suo mondo d’origine era stato distrutto. Aveva, per quel luogo, azzardato l’ipotesi di un idillio pacifico e ora questo Ammiraglio Ruthven pretendeva che il neonato equipaggio si dirigesse in cui pressi con un’urgenza tale da essere addirittura necessario annullare il volo inaugurale, la procedura standard. Non gli piaceva per niente. Non gli piaceva tutta quella fretta, non gli piaceva che fosse coinvolta proprio quella stazione e non gli piaceva neppure il fatto che Harris avesse eluso le motivazioni del cambio improvviso di programma, ma era ben lontano dal perdere la calma. Non era proprio quel suo sangue freddo che gli era valsa la completa fiducia dell’Ammiraglio Preble? Era solo questione di tempo prima che i nodi venissero al pettine, per esprimersi in termini umani, e che Harris li avrebbe informati di tutto. Ma ritenne, comunque, fosse il caso di farglielo presente.
«Confido che vorrà informare l’equipaggio sui dettagli forniti dall’ammiraglio Ruthven, una volta che avrà ultimato di predisporre la partenza, Signore.» Sollecitò il suo superiore con compostezza e rispetto, prima di riprendere la sua postazione, dare un ultimo sguardo ai sensori e ricapitolare la situazione della nave al Capitano. «Lettura dati di rilevamento riferisce i pronti, Capitano: Motori ad impulso e Propulsori di Manovra operativi; Deflettori ed Armamenti in stato di stand-by; Energia in sottrazione dai settori periferici dei Ponti 2, 3, 4 e 5; Sala macchine attende conferma di dipartita da Molo Spaziale.» Confermò la precedente analisi dell’Ingegnere Capo. Non restava, ora, che aspettare le nuove disposizioni.