24-06-2012, 11:57 PM
Tan-Kantlya Heparel
Human/Betazoid
Ecco, era finalmente giunto il momento tanto atteso. La nave stava lasciando la Earth Spacedock e s’apprestava a compiere la sua prima missione. La preoccupazione per ciò che poteva attendere l’intera flotta oramai era quasi del tutto estinta, mentre ardeva la curiosità e l’impazienza di esplorare quell’immenso oceano stellato che si mostrava d’innanzi a lei. Il nero dello spazio si protendeva a perdita d’occhio fuori dall’enorme vetrata della plancia, e al contempo era tutto intorno alla flotta. In quel mare nero, stelle, meteoriti, pianeti fluttuavano, e con essi la U.S.S. Eternity . Questa era l’immagine che invadeva la mente di Tan-Kntlya mentre osservava i dati che il computer registrava, man mano che le manovre per la partenza venivano effettuate. << Nessuna anomalia. Tutto procede bene>> pensò. lo sguardo dunque si spostò in direzione del capitano che metteva al corrente l’equipaggio del piano per quando sarebbero giunti alla stazione Midway. Terminata la comunicazione, riprese la discussione con il tenente Sokolov che esponeva le manovre necessarie e possibili migliorie per poter ottimizzare il passaggio da warp 8 a warp 7 e viceversa. Era deciso nei movimenti e nel tono della voce, segno di sicurezza e di volontà nel portare a termine i propri compiti nel migliore dei modi. Non era l’unico: come in un branco ogni creatura drizza le orecchie e attende il segnale per attaccare, tutti erano concentrati sui monitor o attendevano a schiena ritta un ordine da parte del loro capo. L’euforia era nell’aria. Questo la tranquillizzava e al contempo la esortava a dare il meglio di se. Avrebbe dato anche lei, nel suo piccolo, il proprio contributo. Chiuse gli occhi per un istante e inspirò profondamente. Non era mai stata così propensa a “sentire” e se in passato lo aveva fatto, si era trovata costretta o era capitato contro la propria volontà perché incapace di controllarsi. Tuttavia, questa volta era diverso. Attivò i suoi poteri empatici per intervenire nel caso qualcuno avesse avuto bisogno di un appoggio psicologico. Per quante prove di simulazione si possa aver superato, il panico dell’ultimo secondo non manca mai ad arrivare e questo, in una vera missione, può risultare fatale per tutti. Gradualmente, avvertì un miscuglio di sensazioni non sue crescere in lei fino a trovarsene totalmente immensa. Il respiro si fece leggermente più pesante, come se d’improvviso, l’atmosfera circostante avesse raggiunto la densità dell’acqua, ma era solo un impressione. In realtà nulla intorno era cambiato, e nessuno sembrò essersi accorto di nulla. Riaprì gli occhi e cominciò a camminare vicino ad ogni singolo membro presente sulla plancia per esaminarne il livello di stress, ma tutti reagivano bene. Solo quando si avvicinò nei pressi del tenente, avvertì qualcosa di diverso. Perplessità, dovuta molto probabilmente alla natura della missione. << Come volevasi dimostrare. >> pensò. Tutta questa urgenza di raggiungere la stazione Midway e attivare l’allarme rosso …. Chiunque avrebbe potuto capire che non si trattava solo di recuperare la Constellation e di essere pronti a reagire all’imprevedibilità dell’ammiraglio. La conferma del dubbio che cresceva tra l’equipaggio giunse dalla mente del timoniere a cui Tan-Kantlya dava le spalle << Ci deve essere qualcosa di veramente serio. Ma quanto serio?>> Si girò in direzione della fonte da cui era giunta la voce mentale e restò per qualche istante ad osservare. La signorina T’Kaat aveva appena espresso la sua opinione riguardo l’attivazione dell’allarme rosso, in quanto poteva essere interpretato come un gesto provocatorio nei confronti del signor Sheppard. A quel punto Salkahr era subito intervenuto facendola “rientrare nei ranghi”. << Non si può fare nulla per evitarlo>> pensò << Quelli che attualmente sono semplici dubbi finiranno per diventare interrogativi sempre più insistenti. Mi domando se sia stata una buona idea non chiarire tutto fin dal principio>>. Si sentì in dovere di ribadire il concetto del suo collega. Si avvicinò alla ragazza e con tono comprensivo iniziò << Il signor Salkahr ha ragione timoniere. Il Capitano Harris è consapevole che per molti di voi è la prima missione, e sebbene, come lei dice, un simile stato d’allerta potrebbe allarmare l’ammiraglio, d’altra parte è una precauzione in più per esortare tutti voi a non abbassare la guardia. Inoltre, come ha appena detto poco fa, Sheppard è imprevedibile, quindi v’è la possibilità che anche con un allarme giallo potrebbe sentirsi autorizzato a reagire.>> poi sorridendole riprese << Ma noi non saremo impreparati, poiché abbiamo la fortuna di avere ottimi elementi su questa nave. Non è forse così, signorina T’Kaat?>>. Tuttavia, non poté che concordare con il suo collega riguardo al fatto che la federazione fosse stata poco prudente sulla scelta di assegnare una zona neutrale a quello che era stato definito dallo stesso capitano come “pazzo”. V’erano ancora troppi punti irrisolti e questa mancanza di chiarezza la infastidiva, ma decise di tenersi per se questa considerazione e preferì attendere che il capitano rispondesse al ragionamento del primo ufficiale.