15-04-2013, 05:12 PM
Claire Lan Mayfair
Augmented Human
Cammino per la sala, mentre la musica e il chiacchiericcio degli altri ospiti mi avvolge. Che ci faccio qui? Non posso fare a meno di domandarmi. Perché ho accettato l'invito? Ma la risposta è semplice: son rimasta così sconvolta dal fatto che quel topo di biblioteca del professore di Storia Interstellare avesse programmato una festa in maschera da non essere riuscita a dir di no. La curiosità era troppa. E ora che sono qui non posso negare che la cosa sembra essere interessante e che - forse, forse - George Byron è molto più di quello che sembra in apparenza, ossia un noioso e monotono storico. Ma non lo ammetterei mai a voce alta, ovviamente.
Per l'occasione ho recuperato quel poco animo cinese che è ancora vivo in me: indosso, infatti, un cheongsam, un abito tradizionale cinese, rosso con decorazioni floreali dorate, e una semplice maschera cinese bianca, rossa e nera. Il mio abito è composto da un unico pezzo, di seta, ed è piuttosto aderente. Le sue maniche sono corte e la sua 'gonna', dotata di uno spacco laterale, mi arriva fino alle caviglie. Il suo colletto è, come da tradizione, in stile coreano: alto e abbottonato con alamari che scendono in diagonale dalla base del collo fino all'ascella. Magari non è l'abito più comodo del mondo, ma è il primo che mi è venuto in mente quando - tra preoccupazioni ed esultanza per i recenti fatti (un colpo basso alla Sezione 31... o forse solo a Sheppard?) - mi son messa a ragionare su come vestirmi per andare alla festa. La mia acconciatura è abbastanza semplice, se si considera come avrei potuto sbizzarrirmi in un'occasione simile: è un semplice chignon intrecciato sulla nuca.
Mi sto avvicinando ai tavoli, cercando di trovare un angolino tranquillo dove riflettere e tormentarmi sulle attuali condizioni della Sezione 31, quando vengo intercettata da un cameriere. Un cameriere vestito con i tradizionali abiti eleganti neri e bianchi della sua professione sulla Terra, ma con in più una semplice maschera bianca che gli copre il volto. Con la mano tiene un vassoio con alcuni bicchieri pieni di un liquore dalla sospetta colorazione azzurrina. Che sia...? Mi domando, esterrefatta, mentre il cameriere mi chiede se desidero qualcosa. Ringraziandolo, prendo un bicchiere, iniziando a sorseggiarlo. Sì, è come pensavo... birra romulana. Oh, professore, da lei non me la sarei aspettata! Penso, mentre un lieve sorriso mi compare sulle labbra, non coperte dalla maschera. George Byron comincia a piacermi.
Per l'occasione ho recuperato quel poco animo cinese che è ancora vivo in me: indosso, infatti, un cheongsam, un abito tradizionale cinese, rosso con decorazioni floreali dorate, e una semplice maschera cinese bianca, rossa e nera. Il mio abito è composto da un unico pezzo, di seta, ed è piuttosto aderente. Le sue maniche sono corte e la sua 'gonna', dotata di uno spacco laterale, mi arriva fino alle caviglie. Il suo colletto è, come da tradizione, in stile coreano: alto e abbottonato con alamari che scendono in diagonale dalla base del collo fino all'ascella. Magari non è l'abito più comodo del mondo, ma è il primo che mi è venuto in mente quando - tra preoccupazioni ed esultanza per i recenti fatti (un colpo basso alla Sezione 31... o forse solo a Sheppard?) - mi son messa a ragionare su come vestirmi per andare alla festa. La mia acconciatura è abbastanza semplice, se si considera come avrei potuto sbizzarrirmi in un'occasione simile: è un semplice chignon intrecciato sulla nuca.
Mi sto avvicinando ai tavoli, cercando di trovare un angolino tranquillo dove riflettere e tormentarmi sulle attuali condizioni della Sezione 31, quando vengo intercettata da un cameriere. Un cameriere vestito con i tradizionali abiti eleganti neri e bianchi della sua professione sulla Terra, ma con in più una semplice maschera bianca che gli copre il volto. Con la mano tiene un vassoio con alcuni bicchieri pieni di un liquore dalla sospetta colorazione azzurrina. Che sia...? Mi domando, esterrefatta, mentre il cameriere mi chiede se desidero qualcosa. Ringraziandolo, prendo un bicchiere, iniziando a sorseggiarlo. Sì, è come pensavo... birra romulana. Oh, professore, da lei non me la sarei aspettata! Penso, mentre un lieve sorriso mi compare sulle labbra, non coperte dalla maschera. George Byron comincia a piacermi.