05-09-2013, 09:55 AM
John Ruthven
Human
Alle parole del capitano Harris, la bambina sbatté gli occhi con un'espressione confusa, subito sostituita da un grandissimo sorriso. Stava per rispondere che sì lei era la segretaria dello zio (non del nonno) e che lo zio era in casa, quando Ruthven era arrivato e l'aveva interrotta. Ma quello che le dispiacque più di tutto furono le parole che lo zio disse in risposta alla richiesta di Edward: "Certamente, parleremo nel mio studio." E poi, rivolta a lei: "Esta cara, potresti andare a giocare nella tua camera? Lo zio deve parlare con questi due signori."
"Ma zio! Io sono la tua segretaria!" Aveva provato a lamentarsi, ma l'ammiraglio Ruthven l'aveva fissata intensamente dicendo con un tono serio, quasi da sgridata. "Esta..." Così la bambina si era imbronciata ed era corsa via, in direzione della propria camera, borbottando qualcosa sul lavoro dello zio.
L'uomo aveva sorriso, poi aveva preso un contegno composto e si era rivolto agli ospiti, facendo loro un saluto militare, una risposta tardiva a quello che gli era stato rivolto poco prima. "Capitano, ambasciatore, scusate per l'accoglienza poco formale. Se mi seguite vi condurrò allo studio." Disse quindi, chiudendo la porta e cominciando a dirigersi verso di esso, attento che i due lo seguissero.
"Ma zio! Io sono la tua segretaria!" Aveva provato a lamentarsi, ma l'ammiraglio Ruthven l'aveva fissata intensamente dicendo con un tono serio, quasi da sgridata. "Esta..." Così la bambina si era imbronciata ed era corsa via, in direzione della propria camera, borbottando qualcosa sul lavoro dello zio.
L'uomo aveva sorriso, poi aveva preso un contegno composto e si era rivolto agli ospiti, facendo loro un saluto militare, una risposta tardiva a quello che gli era stato rivolto poco prima. "Capitano, ambasciatore, scusate per l'accoglienza poco formale. Se mi seguite vi condurrò allo studio." Disse quindi, chiudendo la porta e cominciando a dirigersi verso di esso, attento che i due lo seguissero.