09-08-2010, 01:30 PM
Korinna Suder
Betazoid
Al mio suggerimento di visitare Betazed le emozioni dell'ammiraglio si fanno... non lo so nemmeno io. Complesse, di sicuro. Decido di non indagare oltre, certa che se avrà voglia di discuterne sarà il primo a tirare fuori l'argomento. Sorrido: inutile negarlo, mi piace la schiettezza dell'ammiraglio, quel suo modo di porsi diretto, i suoi pensieri chiari, e mirati al suo scopo.
"Immagino si possa vedere anche così" rispondo, notando che ha l'argomento particolarmente a cuore. E come potrebbe essere altrimenti, visto che si è fatto assegnare ad una stazione? "E avete anche altri vantaggi... per esempio... su una base spaziale si sta molto più larghi: il mio alloggio qui è grande più o meno come la nostra stiva di carico" esagero, tranquilla "e senza le stazioni spaziali a cui fare riferimento i nostri viaggi in giro per il quadrante sarebbero molto più rischiosi" aggiungo. Ne sono consapevole, senza le stazioni spaziali non potremmo fare molte cose: chi ci darebbe i rifornimenti? Dove troveremmo i ricambi per le riparazioni di emergenza? "Ma una nave se ne va in giro a scoprire, ad esplorare. Una stazione se ne sta tranquilla, ad aspettare che succeda qualcosa... non le è mai capitato di trovarsi in attesa, senza sapere cosa fare nel frattempo?" chiedo, un po' perplessa, un po' curiosa.
Parlo per esperienza, è successo a me, lavorando sui trasporti: viaggi interminabili, in cui la cosa più emozionante che poteva capitare per dare una scossa alla quotidianità era qualcuno con il mal di spazio. Con il tempo si imparano ad apprezzare le piccole cose, a conoscere la propria nave e ad apprezzarla così com'è... per lenta e rumorosa che sia. Ma non c'è niente di paragonabile a quella sensazione che si prova quando all'improvviso si arriva a destinazione, e finalmente la nave si risveglia per dare il meglio di sè, con tutti gli imprevisti e l'azione del caso. Dubito che lo stesso si possa dire di una stazione, immobile, circondata da una minuscola porzione di spazio.
"Immagino si possa vedere anche così" rispondo, notando che ha l'argomento particolarmente a cuore. E come potrebbe essere altrimenti, visto che si è fatto assegnare ad una stazione? "E avete anche altri vantaggi... per esempio... su una base spaziale si sta molto più larghi: il mio alloggio qui è grande più o meno come la nostra stiva di carico" esagero, tranquilla "e senza le stazioni spaziali a cui fare riferimento i nostri viaggi in giro per il quadrante sarebbero molto più rischiosi" aggiungo. Ne sono consapevole, senza le stazioni spaziali non potremmo fare molte cose: chi ci darebbe i rifornimenti? Dove troveremmo i ricambi per le riparazioni di emergenza? "Ma una nave se ne va in giro a scoprire, ad esplorare. Una stazione se ne sta tranquilla, ad aspettare che succeda qualcosa... non le è mai capitato di trovarsi in attesa, senza sapere cosa fare nel frattempo?" chiedo, un po' perplessa, un po' curiosa.
Parlo per esperienza, è successo a me, lavorando sui trasporti: viaggi interminabili, in cui la cosa più emozionante che poteva capitare per dare una scossa alla quotidianità era qualcuno con il mal di spazio. Con il tempo si imparano ad apprezzare le piccole cose, a conoscere la propria nave e ad apprezzarla così com'è... per lenta e rumorosa che sia. Ma non c'è niente di paragonabile a quella sensazione che si prova quando all'improvviso si arriva a destinazione, e finalmente la nave si risveglia per dare il meglio di sè, con tutti gli imprevisti e l'azione del caso. Dubito che lo stesso si possa dire di una stazione, immobile, circondata da una minuscola porzione di spazio.