13-02-2017, 06:26 PM
S'rrel Erovan
Caitian
Doveva ammettere che la notizia della festa di carnevale l'aveva decisamente presa alla sprovvista. Aveva avuto bisogno di qualche minuto di riflessione per ricollegare la parola carnevale alla festa in maschera che si svolgeva sulla Terra e che aveva studiato in accademia durante una o due lezioni di antropologia. Essendo i suoi ricordi in proposito decisamente vaghi, il nove febbraio S'rrel aveva deciso di rispolverare le sue conoscenze in proposito. Quindi aveva cercato nel database della Voyager qualche volume di antropologia terrestre, e ne aveva scaricati due - uno generale sul carnevale e uno più specifico su quello di Venezia - sul suo PADD. Erano state due letture decisamente interessanti, che l'avevano occupata così tanto durante le sue ore di pausa da farle dimenticare di replicare un costume per la festa. Arrivato l'unidici febbraio, quindi, S'rrel era stata costretta a mettersi in fila davanti ad uno dei replicatori della nave... assieme agli altri ritardatari. Ok, forse fare le cose all'ultimo non era l'ideale.
Dopo diversi minuti intervallati dal movimento nervoso della sua coda (con gran fastidio del collega appena dietro a lei), era riuscita finalmente ad accedere al replicatore. Aperto il database degli abiti di carnevale era rimasta estasiata dall'ampia scelta, tanto che avrebbe potuto rimanere una vita intera a scegliere il proprio abito... se solo non avesse rischiato di venir linciata da chi attendeva dietro di lei. Così aveva fatto la sua scelta, e abito in mano, era tornata al suo alloggio... dove, naturalmente, Rriarr era partito all'attacco. Dopo aver convinto il gatto persiano che le piume rosa del cappello e il pizzo bianco dell'abito non erano giochi, la caitiana aveva iniziato a vestirsi. La vestizione era stata quasi una tortura, tanto che S'rrel era arrivata a chiedersi perché mai avesse scelto un abito così complesso, ma in qualche modo alla fine era riuscita ad indossarlo. E, avendo impostato prima di replicarlo il buco per la coda oltre che la sua taglia, l'abito era decisamente perfetto.
Indossato l'ampio cappello bordeaux decorato da piume e perline, S'rrel prese in braccio il giovane gatto. Rriarr, esaltato dalla finta pelliccia che le scendeva dalla spalla sinistra, si strusciò un po' prima di posizionarsi comodamente sul suo grembo, tenuto dal suo braccio. Con la maschera bianca nell'altra mano, la caitiana uscì dall'alloggio diretta alla sala ologrammi due. Se doveva essere sincera non era sicura che gli animali domestici fossero ammessi alla festa, ma non le importava più di tanto: avrebbe portato Rriarr con sé a costo di nasconderlo sotto l'abito.
Solo arrivata davanti alla soglia della sala ologrammi S'rrel si rese conto che, col gatto in braccio, difficilmente sarebbe riuscita ad indossare la maschera. Così, con un sospiro, la ragazza entrò nella sala con il volto scoperto. Superata la soglia si ritrovò in una vasta piazza. D'un tratto dimentica della maschera ancora in mano, si guardò attorno, affascinata dall'architettura del luogo più che dalla moltitudine di persone mascherate. Ok, anche le maschere erano decisamente interessanti dal punto di vista antropologico, ma l'architettura aveva colpito in pieno il suo animo di archeologa. Fu un miagolio stizzito a riportarla alla realtà. Lasciato scendere a terra Rriarr - che subito partì all'esplorazione in solitario, probabilmente alla ricerca di un luogo meno affollato - la caitiana si coprì il volto con la maschera per poi cominciare a camminare per la piazza.
Dopo diversi minuti intervallati dal movimento nervoso della sua coda (con gran fastidio del collega appena dietro a lei), era riuscita finalmente ad accedere al replicatore. Aperto il database degli abiti di carnevale era rimasta estasiata dall'ampia scelta, tanto che avrebbe potuto rimanere una vita intera a scegliere il proprio abito... se solo non avesse rischiato di venir linciata da chi attendeva dietro di lei. Così aveva fatto la sua scelta, e abito in mano, era tornata al suo alloggio... dove, naturalmente, Rriarr era partito all'attacco. Dopo aver convinto il gatto persiano che le piume rosa del cappello e il pizzo bianco dell'abito non erano giochi, la caitiana aveva iniziato a vestirsi. La vestizione era stata quasi una tortura, tanto che S'rrel era arrivata a chiedersi perché mai avesse scelto un abito così complesso, ma in qualche modo alla fine era riuscita ad indossarlo. E, avendo impostato prima di replicarlo il buco per la coda oltre che la sua taglia, l'abito era decisamente perfetto.
Indossato l'ampio cappello bordeaux decorato da piume e perline, S'rrel prese in braccio il giovane gatto. Rriarr, esaltato dalla finta pelliccia che le scendeva dalla spalla sinistra, si strusciò un po' prima di posizionarsi comodamente sul suo grembo, tenuto dal suo braccio. Con la maschera bianca nell'altra mano, la caitiana uscì dall'alloggio diretta alla sala ologrammi due. Se doveva essere sincera non era sicura che gli animali domestici fossero ammessi alla festa, ma non le importava più di tanto: avrebbe portato Rriarr con sé a costo di nasconderlo sotto l'abito.
Solo arrivata davanti alla soglia della sala ologrammi S'rrel si rese conto che, col gatto in braccio, difficilmente sarebbe riuscita ad indossare la maschera. Così, con un sospiro, la ragazza entrò nella sala con il volto scoperto. Superata la soglia si ritrovò in una vasta piazza. D'un tratto dimentica della maschera ancora in mano, si guardò attorno, affascinata dall'architettura del luogo più che dalla moltitudine di persone mascherate. Ok, anche le maschere erano decisamente interessanti dal punto di vista antropologico, ma l'architettura aveva colpito in pieno il suo animo di archeologa. Fu un miagolio stizzito a riportarla alla realtà. Lasciato scendere a terra Rriarr - che subito partì all'esplorazione in solitario, probabilmente alla ricerca di un luogo meno affollato - la caitiana si coprì il volto con la maschera per poi cominciare a camminare per la piazza.