29-03-2017, 07:43 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 29-03-2017, 07:45 PM da Neris.)
Silas Michelakos
Human
Mentre attendeva quella che era certo sarebbe stata di certo una ramanzina, Silas non poté fare a meno di ripassarsi mentalmente quanto era successo da quando la simulazione era stata attivata. Per quanto, probabilmente, fosse troppo presto perché potesse analizzare la simulazione e i propri comportamenti con lucidità, gli erano già evidenti diversi errori. Grossi dannati errori. Oh quanto avrebbe voluto potersi sotterrare pur di sfuggire alla propria stupidità e agli sguardi di Shesu e dei colleghi!
Mentre il caposquadra analizzava gli errori di Nagashima, Silas ascoltò attentamente, per quanto ogni parola aumentasse la sua disperazione e il suo desiderio di scomparire. Non desiderava nulla di drastico, naturalmente, soltanto di scivolare qualche ora nel futuro... o magari qualche giorno o mese, in modo che quell'incidente fosse ormai interiorizzato e superato.
Invece si trovava sul ponte ologrammi, impossibilitato a fuggire al suo turno che presto sarebbe arrivato. E infatti eccolo lì, Shesu si era avvicinato, posizionandosi proprio davanti a lui. Col cuore in gola, Silas ascoltò le sue parole, cercando di interiorizzarle e comprenderle. Ora che ci pensava, Shesu non era poi così male. Avrebbe potuto reagire in maniera molto diversa, al posto di spiegar loro dettagliatamente e professionalmente i loro errori. Eppure, nonostante quella consapevolezza, la percezione di - forse, forse - aver giudicato male il superiore, Silas riuscì a far uscire dalle sue labbra solo uno flebile Sissignore.
Mentre il caposquadra analizzava gli errori di Nagashima, Silas ascoltò attentamente, per quanto ogni parola aumentasse la sua disperazione e il suo desiderio di scomparire. Non desiderava nulla di drastico, naturalmente, soltanto di scivolare qualche ora nel futuro... o magari qualche giorno o mese, in modo che quell'incidente fosse ormai interiorizzato e superato.
Invece si trovava sul ponte ologrammi, impossibilitato a fuggire al suo turno che presto sarebbe arrivato. E infatti eccolo lì, Shesu si era avvicinato, posizionandosi proprio davanti a lui. Col cuore in gola, Silas ascoltò le sue parole, cercando di interiorizzarle e comprenderle. Ora che ci pensava, Shesu non era poi così male. Avrebbe potuto reagire in maniera molto diversa, al posto di spiegar loro dettagliatamente e professionalmente i loro errori. Eppure, nonostante quella consapevolezza, la percezione di - forse, forse - aver giudicato male il superiore, Silas riuscì a far uscire dalle sue labbra solo uno flebile Sissignore.