28-03-2023, 01:07 PM
It is worthwhile studying other peoples, because every understanding of another culture is an experiment with our own.
Haruka Abe Umana
Era successo tutto all'improvviso. Prima che potesse rendersi conto di cosa stava succedendo, Kirk l'aveva afferrata per il braccio e l'aveva trascinata al sicuro dietro un albero. Il cuore che le batteva forte (in parte per lo spavento, in parte per la vicinanza dell'uomo), il suo primo e assurdo pensiero fu che ora cominciava a capire perché il capitano avesse così tanto successo con le donne. L'attimo passò e Haruka estrasse la sua arma dalla fondina.
I colpi di phaser - o di qualsiasi arma a raggi si trattasse - si stavano facendo sempre più vicini, segno che il nemico era intenzionato a raggiungerli. Gli alberi dietro cui si erano riparati non sembravano essere sufficientemente resistenti da poterli proteggere ancora a lungo. Diversi rami erano già caduti e i tronchi erano stati segnati in più punti da bruciature così spaventose da permettere anche ad una neofita come lei di teorizzare che il loro avversario non avesse intenzione di catturarli vivi. Se lei, Kirk e McCoy erano riusciti a mettersi in tempo al riparo, Tulving non era stato così fortunato. Il dottore aveva tentato di raggiungerlo ma il tentativo non era andato a buon fine. Un'imprecazione quasi le sfuggì dalle labbra, mentre considerava la situazione. Se il teletrasporto non era un'opzione, sarebbero stati costretti a farsi strada alla vecchia pericolosa maniera. L'idea non le piaceva per niente anzi, utilizzando una terminologia tipica di McCoy, Haruka avrebbe voluto urlare di essere un'antropologa, non una ranger. Era stata addestrata nell'uso delle armi da fuoco prima all'Accademia poi sull'Enterprise, ma non poteva dire che quello fosse il suo campo. Eppure, considerando le condizioni del loro unico addetto alla sicurezza, non aveva altra scelta che mettersi all'azione.
Provo col fuoco di copertura? Domandò quindi, ai suoi più esperti colleghi. Se fosse riuscita (possibilmente con un pizzico di aiuto) a tenere a bada, anche per pochi istanti, i loro assalitori, McCoy avrebbe potuto cogliere l'occasione di raggiungere il ferito. Sempre che lei fosse riuscita a far correttamente la sua parte. Mentre attendeva una risposta, Haruka ne approfittò per cercare di individuare i loro avversari, che si facevano sempre più vicini. I loro movimenti erano professionali: sfruttavano con sapienza il territorio e si muovevano solo dopo essersi assicurati che il suo gruppo non avesse modo di reagire. Non riuscì a riconoscere la loro divisa ma i loro lineamenti le parsero famigliari. Vulcanoidi? Disse, tra il perplesso e il pensieroso. È possibile che... VAUREK!? L'improvvisa comprensione di chi fossero esattamente gli assalitori e il riconoscere uno di loro la portò a sporgersi troppo. Attimo di distrazione che le sarebbe costato la vita se il romulano che lei aveva conosciuto come "Vaurek s'Jeiai" non avesse afferrato il braccio del compagno che stava per fare fuoco, facendogli sbagliare mira. C'era sorpresa sul volto di Vaurek, come se fosse stato preso alla sprovvista dalla sua presenza, ma anche rabbia: Haruka dubitava che l'uomo avesse preso bene il suo arruolarsi nella flotta. Il problema era: che ci faceva lì un civile romulano? Era in servizio militare obbligatorio? Uccidete gli uomini, voglio la donna viva. Le parole di Vaurek furono pronunciate con un tono sicuro, da persona abituata ad essere ubbidita: non di certo quello di un antropologo costretto alla vita militare. Un'imprecazione sfuggì dalle labbra di Haruka, mentre gli spari riprendevano.
I colpi di phaser - o di qualsiasi arma a raggi si trattasse - si stavano facendo sempre più vicini, segno che il nemico era intenzionato a raggiungerli. Gli alberi dietro cui si erano riparati non sembravano essere sufficientemente resistenti da poterli proteggere ancora a lungo. Diversi rami erano già caduti e i tronchi erano stati segnati in più punti da bruciature così spaventose da permettere anche ad una neofita come lei di teorizzare che il loro avversario non avesse intenzione di catturarli vivi. Se lei, Kirk e McCoy erano riusciti a mettersi in tempo al riparo, Tulving non era stato così fortunato. Il dottore aveva tentato di raggiungerlo ma il tentativo non era andato a buon fine. Un'imprecazione quasi le sfuggì dalle labbra, mentre considerava la situazione. Se il teletrasporto non era un'opzione, sarebbero stati costretti a farsi strada alla vecchia pericolosa maniera. L'idea non le piaceva per niente anzi, utilizzando una terminologia tipica di McCoy, Haruka avrebbe voluto urlare di essere un'antropologa, non una ranger. Era stata addestrata nell'uso delle armi da fuoco prima all'Accademia poi sull'Enterprise, ma non poteva dire che quello fosse il suo campo. Eppure, considerando le condizioni del loro unico addetto alla sicurezza, non aveva altra scelta che mettersi all'azione.
Provo col fuoco di copertura? Domandò quindi, ai suoi più esperti colleghi. Se fosse riuscita (possibilmente con un pizzico di aiuto) a tenere a bada, anche per pochi istanti, i loro assalitori, McCoy avrebbe potuto cogliere l'occasione di raggiungere il ferito. Sempre che lei fosse riuscita a far correttamente la sua parte. Mentre attendeva una risposta, Haruka ne approfittò per cercare di individuare i loro avversari, che si facevano sempre più vicini. I loro movimenti erano professionali: sfruttavano con sapienza il territorio e si muovevano solo dopo essersi assicurati che il suo gruppo non avesse modo di reagire. Non riuscì a riconoscere la loro divisa ma i loro lineamenti le parsero famigliari. Vulcanoidi? Disse, tra il perplesso e il pensieroso. È possibile che... VAUREK!? L'improvvisa comprensione di chi fossero esattamente gli assalitori e il riconoscere uno di loro la portò a sporgersi troppo. Attimo di distrazione che le sarebbe costato la vita se il romulano che lei aveva conosciuto come "Vaurek s'Jeiai" non avesse afferrato il braccio del compagno che stava per fare fuoco, facendogli sbagliare mira. C'era sorpresa sul volto di Vaurek, come se fosse stato preso alla sprovvista dalla sua presenza, ma anche rabbia: Haruka dubitava che l'uomo avesse preso bene il suo arruolarsi nella flotta. Il problema era: che ci faceva lì un civile romulano? Era in servizio militare obbligatorio? Uccidete gli uomini, voglio la donna viva. Le parole di Vaurek furono pronunciate con un tono sicuro, da persona abituata ad essere ubbidita: non di certo quello di un antropologo costretto alla vita militare. Un'imprecazione sfuggì dalle labbra di Haruka, mentre gli spari riprendevano.