15-05-2011, 05:15 PM
T'Dal Zayrus
Vulcan
L'interfono più vicino a noi aveva trillato, mentre Elina si era rivolta a me, chiendendomi poi se conoscevo il motivo dei guasti. Decisi che sarebbe stato illogico non rispondere alla domanda della mia compagna e in un secondo tempo, se nessuno avese risposto all'interfono ci avrei pensato io.
Riflettei ancora un attimo sulla domanda, mentre la guardavo con la mia solita aria impassibile. Se fossi stata un'umana probabilmente avrei mostrato tutta la mia stanchezza anche mentale, spossatezza e poca voglia di parlarne, oltre che ad una risposta negativa. Per fortuna però, ero cresciuta secondo gli insegnamenti dei vulcanici e il mio organismo poteva rimanere sveglio e attivo per due settimane di fila, nonchè imparando a confinare sempre meglio quei pochi sentimenti che sfuggivano talvolta al mio controllo. Oltre ad accettarli, ora, li avevo proprio confinati per bene cosicchè nessuno potesse darmi noia.
Avevo finalmente deciso di risponderle, non era passato molto in tempo, ma non credevo che la sua concezione temporale fosse uguale alla mia, anzi. Di sicuro non lo era. No, anche io stessa ho cercato il motivo dei guasti e non abbiamo trovato ancora nulla. Dopo da una mia prima valutazione con uno degli ingegneri, pare che i motori siano a posto, ma dovremmo fare un controllo mirato. Purtroppo ci vorrà ancora del tempo, inutile dire che il morale degli ufficiali della sala macchine è molto scarso. ammisi con tranquillità, in fondo io non sapevo che farci. Non provando sentimenti certe cose non erano, o non le sentivo, di mia competenza.
Avevo sentito l'interfono trillare una seconda volta. Riflettei un attimo sulla situazione che si era venuta a creare. Korinna non era ancora rientrata, la maggior parte degli ufficiali di plancia erano occupati, come per altro la sala macchine e a quanto pareva solo io ed Elina eravamo, seppur temporaneamente, in pausa. Seppur breve, potevamo rispondere. Feci una valutazione logica, tra io ed Elina ero io la più alta in grado, sebbene di poco e così decisi di rispondere. Chiedo scusa. dissi sorpassando Elina di qualche passo e risposi all'intefono. Tenente Comandante T'Dal. esordii e poco dopo l'ufficiale del teletrasporto mi disse che erano iniziati ad arrivare alcuni membri dell'Enterprise, a quanto avevano stabilito, alcuni membri dello staff medico. Vado subito. Qui T'dal chiudo. risposi con il mio solito tono tranquillo. Avrei voluto indossare l'alta uniforme, ma era illogico. L'avrei usata in occasioni formali, di cui di sicuro questa non era. Per dirla come un'ufficiale, troppo sensibile, della sala macchine era: un'occasione dal bisogno disperato di aiuto. Illogico forse definirlo così, ma condivisibile. Immersa in questi pensieri, feci un veloce cenno di saluto ad Elina, prima di scomparire lungo il lungo corridoio.
Camminavo a grandi falcate e con ritmo regolare e cadenzato, senza far molto rumore come il mio solito. Mi guardavo in giro, vedendo le faccie spossate degli ufficiali e li capivo. Fino a che, arrivai velocemente ai corridoi adiacenti alla sala teletrasporto. Cercai con lo sguardo i nuovi arrivati, ma con il caos del corridoio sembrava difficile, quando notai due figure che non riconoscevo, quindi logicamente parlando, dovevano essere gli ufficiali dell'Enterprise arrivati da poco. Signori, lunga vita e properità. mostrai il slauto vulcaniano con calma per poi aggiungere Siete voi gli ufficiali dell'Enteprise vero?, avevo fatto quella domanda con estremta tranquillità, tenendo poi lungo i fianchi le braccia, per mostrare i gradi per pochi istanti, che poi spostai dietro la schiena.
Sono il tenente comandante T'Dal, venuta a farvi, da referente e da guida fino per tutta la vostra permanenza qui. So bene che è una cosa che avrebbe fatto il capitano, ma in questo momento non è presente sull'astronave usavo lo stesso tono tranquillo.
Riflettei ancora un attimo sulla domanda, mentre la guardavo con la mia solita aria impassibile. Se fossi stata un'umana probabilmente avrei mostrato tutta la mia stanchezza anche mentale, spossatezza e poca voglia di parlarne, oltre che ad una risposta negativa. Per fortuna però, ero cresciuta secondo gli insegnamenti dei vulcanici e il mio organismo poteva rimanere sveglio e attivo per due settimane di fila, nonchè imparando a confinare sempre meglio quei pochi sentimenti che sfuggivano talvolta al mio controllo. Oltre ad accettarli, ora, li avevo proprio confinati per bene cosicchè nessuno potesse darmi noia.
Avevo finalmente deciso di risponderle, non era passato molto in tempo, ma non credevo che la sua concezione temporale fosse uguale alla mia, anzi. Di sicuro non lo era. No, anche io stessa ho cercato il motivo dei guasti e non abbiamo trovato ancora nulla. Dopo da una mia prima valutazione con uno degli ingegneri, pare che i motori siano a posto, ma dovremmo fare un controllo mirato. Purtroppo ci vorrà ancora del tempo, inutile dire che il morale degli ufficiali della sala macchine è molto scarso. ammisi con tranquillità, in fondo io non sapevo che farci. Non provando sentimenti certe cose non erano, o non le sentivo, di mia competenza.
Avevo sentito l'interfono trillare una seconda volta. Riflettei un attimo sulla situazione che si era venuta a creare. Korinna non era ancora rientrata, la maggior parte degli ufficiali di plancia erano occupati, come per altro la sala macchine e a quanto pareva solo io ed Elina eravamo, seppur temporaneamente, in pausa. Seppur breve, potevamo rispondere. Feci una valutazione logica, tra io ed Elina ero io la più alta in grado, sebbene di poco e così decisi di rispondere. Chiedo scusa. dissi sorpassando Elina di qualche passo e risposi all'intefono. Tenente Comandante T'Dal. esordii e poco dopo l'ufficiale del teletrasporto mi disse che erano iniziati ad arrivare alcuni membri dell'Enterprise, a quanto avevano stabilito, alcuni membri dello staff medico. Vado subito. Qui T'dal chiudo. risposi con il mio solito tono tranquillo. Avrei voluto indossare l'alta uniforme, ma era illogico. L'avrei usata in occasioni formali, di cui di sicuro questa non era. Per dirla come un'ufficiale, troppo sensibile, della sala macchine era: un'occasione dal bisogno disperato di aiuto. Illogico forse definirlo così, ma condivisibile. Immersa in questi pensieri, feci un veloce cenno di saluto ad Elina, prima di scomparire lungo il lungo corridoio.
Camminavo a grandi falcate e con ritmo regolare e cadenzato, senza far molto rumore come il mio solito. Mi guardavo in giro, vedendo le faccie spossate degli ufficiali e li capivo. Fino a che, arrivai velocemente ai corridoi adiacenti alla sala teletrasporto. Cercai con lo sguardo i nuovi arrivati, ma con il caos del corridoio sembrava difficile, quando notai due figure che non riconoscevo, quindi logicamente parlando, dovevano essere gli ufficiali dell'Enterprise arrivati da poco. Signori, lunga vita e properità. mostrai il slauto vulcaniano con calma per poi aggiungere Siete voi gli ufficiali dell'Enteprise vero?, avevo fatto quella domanda con estremta tranquillità, tenendo poi lungo i fianchi le braccia, per mostrare i gradi per pochi istanti, che poi spostai dietro la schiena.
Sono il tenente comandante T'Dal, venuta a farvi, da referente e da guida fino per tutta la vostra permanenza qui. So bene che è una cosa che avrebbe fatto il capitano, ma in questo momento non è presente sull'astronave usavo lo stesso tono tranquillo.