31-05-2023, 03:39 PM
Challenge your preconceptions, or they will challenge you.
Syvar S'chn R'xun Vulcaniano
Rivelare il suo sangue misto era stato più semplice del previsto e non aveva portato alla reazione che aveva temuto. Era la prima volta da quando si era stabilito nella Federazione che si apriva in quel modo: i romulani gli avevano insegnato a mentire, ingannare e usare tutto quanto fosse possibile per raggiungere i propri scopi. In un certo senso si poteva dire che stesse portando avanti quell'insegnamento anche in quel preciso momento: si era limitato a dire mezze verità, celando quanto bastava per ottenere la reazione da lui desiderata. L'aveva fatto inconsciamente, in un tentativo di autodifesa, ma non poteva negare di aver piegato il discorso nella direzione adatta a passare per la vittima. Non che non lo fosse: l'Impero gli aveva dato molto, ma gli aveva tolto anche di più. Aveva perso il padre, in un certo senso anche la madre, ed era stato manovrato per scopi non ancora ben chiari. Eppure, come era stato una vittima, era stato anche un carnefice. Poteva immaginare che le informazioni da lui passate alla Tal'Shiar durante i suoi anni da spia avessero mietuto vittime.
Sono desolato per la tua perdita. Rispose, stranamente sincero. In passato non gli sarebbe importato granché dei federali morti per mano romulana ma ormai aveva cominciato lui stesso a considerarsi un federale (per quanto difficile fosse ammetterlo) e, considerando l'argomento del discorso, non poteva far a meno di fare dei parallelismi tra la situazione di T'Dal e la propria.
Nessun problema. Aggiunse, quando la donna si scusò per il suo discorso. In passato probabilmente si sarebbe arrabbiato a sentirsi dire quelle cose ma ora era solo confuso. Che fosse sbagliato lasciarsi definire dall'identità e dalle azioni dei suoi genitori lo poteva accettare, più difficile era comprendere come T'Dal avrebbe valutato le sue azioni passate. Syvar non sapeva come suo padre avesse vissuto prima di rifugiarsi nella federazione, ma conosceva bene le proprie azioni come agente della Tal'Shiar. Anzi, sono io a dovermi scusare per averti disturbato coi miei problemi. Non avrei dovuto ma... la situazione è complicata.
Probabilmente la cosa migliore era chiudere il discorso e far finta di non averlo nemmeno iniziato. T'Dal aveva perso parte della sua famiglia per mano romulana, e ben prima dell'attacco della Narada. Quei decessi non erano stati opera di minatori super tecnologici che si erano dati al genocidio a causa del dolore di aver perso famiglia e pianeta natio. L'astio che T'Dal provava per l'Impero era giustificabile e impossibile da reindirizzare su criminali provenienti dal futuro. Eppure, quella attuale era un'occasione unica che avrebbe potuto non ripetersi. Il suo ruolo di docente dell'Accademia gli offriva qualche contatto nella Flotta ma non si era mai osato approfondirli: nella sua situazione, farlo avrebbe potuto dare la sbagliata impressione. Non sapeva esattamente quanto l'Intelligence di Flotta sapesse di lui ma, se avesse cominciato a far l'amicone con capitani e ammiragli, non sarebbe stato poi così strano se fosse giunta alla conclusione che lui avesse ripreso il suo precedente lavoro. Essere condannato per spionaggio non era esattamente tra i suoi obiettivi per il futuro.
Mia madre si trova su Romulus, e non per sua volontà. Ammise quindi. Si trattava di un azzardo, ne era consapevole. Dette quelle parole difficilmente avrebbe potuto tornare indietro. Era contrario a tutto ciò che aveva imparato ma voleva saperlo. Voleva sapere cosa la flotta sarebbe stata disposta a fare per salvare un cittadino federale in mano nemica.
Sono desolato per la tua perdita. Rispose, stranamente sincero. In passato non gli sarebbe importato granché dei federali morti per mano romulana ma ormai aveva cominciato lui stesso a considerarsi un federale (per quanto difficile fosse ammetterlo) e, considerando l'argomento del discorso, non poteva far a meno di fare dei parallelismi tra la situazione di T'Dal e la propria.
Nessun problema. Aggiunse, quando la donna si scusò per il suo discorso. In passato probabilmente si sarebbe arrabbiato a sentirsi dire quelle cose ma ora era solo confuso. Che fosse sbagliato lasciarsi definire dall'identità e dalle azioni dei suoi genitori lo poteva accettare, più difficile era comprendere come T'Dal avrebbe valutato le sue azioni passate. Syvar non sapeva come suo padre avesse vissuto prima di rifugiarsi nella federazione, ma conosceva bene le proprie azioni come agente della Tal'Shiar. Anzi, sono io a dovermi scusare per averti disturbato coi miei problemi. Non avrei dovuto ma... la situazione è complicata.
Probabilmente la cosa migliore era chiudere il discorso e far finta di non averlo nemmeno iniziato. T'Dal aveva perso parte della sua famiglia per mano romulana, e ben prima dell'attacco della Narada. Quei decessi non erano stati opera di minatori super tecnologici che si erano dati al genocidio a causa del dolore di aver perso famiglia e pianeta natio. L'astio che T'Dal provava per l'Impero era giustificabile e impossibile da reindirizzare su criminali provenienti dal futuro. Eppure, quella attuale era un'occasione unica che avrebbe potuto non ripetersi. Il suo ruolo di docente dell'Accademia gli offriva qualche contatto nella Flotta ma non si era mai osato approfondirli: nella sua situazione, farlo avrebbe potuto dare la sbagliata impressione. Non sapeva esattamente quanto l'Intelligence di Flotta sapesse di lui ma, se avesse cominciato a far l'amicone con capitani e ammiragli, non sarebbe stato poi così strano se fosse giunta alla conclusione che lui avesse ripreso il suo precedente lavoro. Essere condannato per spionaggio non era esattamente tra i suoi obiettivi per il futuro.
Mia madre si trova su Romulus, e non per sua volontà. Ammise quindi. Si trattava di un azzardo, ne era consapevole. Dette quelle parole difficilmente avrebbe potuto tornare indietro. Era contrario a tutto ciò che aveva imparato ma voleva saperlo. Voleva sapere cosa la flotta sarebbe stata disposta a fare per salvare un cittadino federale in mano nemica.