25-06-2023, 05:37 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 25-06-2023, 05:38 PM da T'Dal.)
I'm a perfectionist, so my bossiness definitely comes out.
Saff | Zaldan
Mi trovai in una situazione critica, con Sarah svenuta e in pericolo di soffocamento. Mentre Oyuro e Paris cercavano di mettersi in salvo nel condotto di Jeffries, decisi di concentrarmi completamente sulla scienziata in difficoltà. Le sue bruciature sarebbero guarite da sole, ma il vero problema era la sua respirazione compromessa: con uno sguardo clinico, iniziai a valutare la situazione e a elaborare un piano, d'accordo che ero un medico di professione, abituata a situazioni di emergenza, ma non avevo a disposizione nulla che potesse servirmi sul momento.
«Sarah, svegliati!» dissi con voce ferma, cercando di farla riprendere. Ma la scienziata rimase immobile, priva di sensi. Il cuore batteva ancora, ma era necessario agire rapidamente per rimuovere l'acqua dai polmoni e liberare le vie aeree.
Mi chinai sul corpo inerte di Sarah, e con movimenti rapidi e precisi iniziò a eseguire la manovra di disostruzione delle vie aeree. Utilizzando la tecnica dell'inclinazione della testa e dell'apertura delle vie respiratorie, cercai di eliminare l'acqua che presumibilmente era entrata nei polmoni di Sarah.
«Avanti, devi respirare!» sussurrai, mentre le mie mani si muovevano con determinazione, sperando di riuscire a riportarla alla coscienza. Nel frattempo, tenevo sotto controllo il polso di Sarah, verificando il battito del cuore. Intanto, il computer a bordo risuonò con urgenza, ricordandomi la criticità della situazione nel nucleo di curvatura e sentii il peso della responsabilità che gravava su di me: dovevo fare tutto il possibile per salvare Sarah, mentre il tempo stringeva.
Dopo alcuni momenti di tensione, finalmente Sarah tossì, rigettando l'acqua dai suoi polmoni. Lasciai un sospiro di sollievo e presi una boccata d'aria, consapevole di aver compiuto un piccolo miracolo in quelle condizioni avverse.
«Direi che sta meglio, comandante, ma lo chiedo a lei che forse è meglio.» dissi guardando Tom.
«Come ti senti?» chiesi a Sarah.
«Sarah, svegliati!» dissi con voce ferma, cercando di farla riprendere. Ma la scienziata rimase immobile, priva di sensi. Il cuore batteva ancora, ma era necessario agire rapidamente per rimuovere l'acqua dai polmoni e liberare le vie aeree.
Mi chinai sul corpo inerte di Sarah, e con movimenti rapidi e precisi iniziò a eseguire la manovra di disostruzione delle vie aeree. Utilizzando la tecnica dell'inclinazione della testa e dell'apertura delle vie respiratorie, cercai di eliminare l'acqua che presumibilmente era entrata nei polmoni di Sarah.
«Avanti, devi respirare!» sussurrai, mentre le mie mani si muovevano con determinazione, sperando di riuscire a riportarla alla coscienza. Nel frattempo, tenevo sotto controllo il polso di Sarah, verificando il battito del cuore. Intanto, il computer a bordo risuonò con urgenza, ricordandomi la criticità della situazione nel nucleo di curvatura e sentii il peso della responsabilità che gravava su di me: dovevo fare tutto il possibile per salvare Sarah, mentre il tempo stringeva.
Dopo alcuni momenti di tensione, finalmente Sarah tossì, rigettando l'acqua dai suoi polmoni. Lasciai un sospiro di sollievo e presi una boccata d'aria, consapevole di aver compiuto un piccolo miracolo in quelle condizioni avverse.
«Direi che sta meglio, comandante, ma lo chiedo a lei che forse è meglio.» dissi guardando Tom.
«Come ti senti?» chiesi a Sarah.