28-06-2023, 05:49 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 28-06-2023, 05:52 PM da 1701E.)
Sarah Mendel
Augmented Human
La mente umana è certamente misteriosa ed affascinante e - stando alle dicerie - pare sia in grado di dare il suo meglio quando il corpo è vicino alla propria fine biologica.
Molte persone, dopo una esperienza di pre-morte, hanno riferito di essersi trovati all'imbocco di un lungo tunnel oscuro con una luce all'altra estremità, mentre altri hanno parlato di rivivere la propria intera esistenza come se la si guardasse dall'esterno.
Ci avevano fatto addirittura degli oloromanzi interi su questa cosa e Sarah ricordava anche un vecchissimo libro - addirittura pre Terza Guerra Mondiale - in cui il protagonista si trovava in una esperienza di morte apparente a camminare in una specie di stazione con il proprio mentore.
Sarah non ebbe nessuna di queste esperienze, ma in quei lunghi... secondi? Minuti? Anni? In quel lasso di tempo le sembrò di trovarsi in un luogo che conosceva...
Era l'aula dell'istituto dove era cresciuta dedicato alla didattica, un luogo che aveva amato profondamente e nel quale si era sempre sentita a proprio agio. Solo che, adesso, si sentiva troppo grande e goffa, mentre era costretta a sedere in una sediolina concepita per una bambina di tre anni, le gambe incastrate in una posizione piegata e scomoda sotto un grazioso banchetto pensato per una manetta da giardino alta significativamente meno di un metro.
Era seduta davanti ad un computer per bambini, tutto colorato con colori pastello ed avvolto in una morbida imbottitura anti urto, intenta a ragionare su di un tema che proprio non pareva avere voglia di vedere la luce.
Analizzare i motivi per i quali una colonia di Chironex Fleckeri dovrebbe trovarsi a nuotare nella Barriera Corallina caraibica rilesse per l'ennesima volta, confusa ed infastidita dall'impossibilità di trovare una risposta sensata alla domanda.
Perché, in tutta onestà, non aveva nessun senso trovare quel tipo di medusa nel Mar dei Caraibi...si trattava di una specie autoctona delle coste australiane e mai aveva viaggiato molto lontano da esse, complici le difficili correnti oceaniche che la separavano da qualsiasi altro ambiente idoneo alla sua proliferazione.
"Forse un piano di colonizzazione di specie non autoctone? Ma per quale motivo?" si domandò la rossa informatica, cominciando a mordersi le unghie nervosa. Anche quello non aveva senso se non vi fosse stato un pericolo di estinzione nel suo habitat naturale o un qualche vantaggio per quello di destinazione...
Eppure non ricordava di aver letto di particolari benefici che la flora locale potesse trarre dalla presenza di quelle meduse...
Sentiva su di sé lo sguardo severo della Maestra April, che la osservava come mai aveva fatto quando era piccola: con delusione!
In quel momento Saf, dopo averla posta di tre quarti, eseguì la manovra di disostruzione delle vie aeree superiori e - tramite una compressione dei polmoni - la indusse a rigurgitare tutta (o buona parte, comunque) l'acqua bevuta.
Sarah si mise istintivamente supina, mentre quel liquido salmastro le usciva con veemenza dalla bocca e cominciò a tremare, probabilmente per un principio di ipotermia o - forse più probabilmente - semplicemente per lo shock.
Non era ancora totalmente lucida e quando la dottoressa le si avvicinò per controllare come stesse, la sua figura si sovrappone per un momento a quella della bionda e tranquillizzante immagine che aveva in mente della Maestra April, per cui rispose sconsolata "Non lo so, non so perché qualcuno dovrebbe portare una colonia di Chironex Fleckeri nel Mar dei Caraibi! Mi scusi Maestra!"
Rimase un lungo momento così, a guardare confusa la dottoressa, fin quando la voce del computer non li riportò alla realtà e Cippy le si posò in grembo, pigolando preoccupato.
La ragazza guardò con sincero affetto la palletta di metallo e la accarezzò, rimuovendo una alga che era rimasta appiccicata ad uno dei sensori, quindi guardò i colleghi e - riprendendo il controllo - disse Io...credo di stare bene, grazie... cioè, pizzica da morire, ma adesso non abbiamo tempo, o moriremo davvero, giusto?"
E tentò di alzarsi in piedi, solo per rendersi conto che era in un tubo di Jeffries e che non poteva farlo. Si guardò intorno un momento come per orientarsi, vide i resti dello squalo Borg ma scelse di non fare domande e - dopo essersi data un paio di buffetti abbastanza forti da arrossarle le guance pallide - si avviò cocciutamente a gattoni nella sola direzione possibile.
Paris e Saff avrebbero potuto notare che sembrava sapere dove stesse andando come se avesse memorizzato gli schemi della nave di Classe California e, tutto sommato, era un bene dato che i condotti di manutenzione stavano pian piano mutando.
Come le altre volte in cui avevano notato quel fenomeno i condotti erano ancora gli stessi e, guardandoli con attenzione, si poteva notare la classica struttura modulare delle costruzioni della Flotta Stellare, ma visivamente stavano pian piano diventando delle pareti di roccia storte ed irregolari, che spesso li costringevano a fare attenzione a non ferirsi mani e ginocchia mentre gattonavano su punti particolarmente affilati.
Dopo alcune discese - era evidente stessero scendendo verso il basso - Sarah indicò una specie di portellone che ostruiva il passaggio. Sembrava più una sorta di curiosa porta blindata che un portello di uscita dei condotti di manutenzione, ma la scienziata spiegò "Da quella porta dovremmo accedere al ponte inferiore della Sala Macchine...questo è un modello piuttosto semplice, con il reattore M/ARA orizzontale... entriamo, isoliamo la reazione e..."
Ma si interruppe quando la porta si aprì, poiché la Sala Macchine era obiettivamente qualcosa di oltre la capacità di accettazione del cervello umano.
Tutta l'enorme sala costruita su due ponti era infatti ricoperta d'oro: monete, gioielli, coppe, tiare e qualsiasi oggetto potesse essere di quel materiale un tempo considerato tanto prezioso si trovava accatastato in mucchi alti quanto una persona, fino a ricoprire letteralmente le consolle ed ogni spazio.
La luce di numerose torce riverberava su quella infinita distesa di metallo prezioso e disegnava la sagoma di qualcosa di enorme, una creatura serpentiforme lunga oltre trenta metri che pareva intenta dormire acciambellata sul Nucleo di Curvatura, come se usasse tutto quell'oro come materasso: aveva ampie ali ripiegate su di un corpo ricoperto di squame grandi come scudi medioevali, una lunga coda irta di spuntoni ed una testa bicornuta, dalla cui bocca - grande quanto un furgoncino - spuntavano zanne grandi come spade.
Sarah rimase semplicemente bloccata a guardare quella...quella... Quella cosa, ostruendo il passaggio, ma una figura di mosse da un anfratto scuro e corse verso di loro, afferrandola e rifrascinandola nel tubo di Jeffries.
Si trattava dell'Allieva Guardiamarina T'Val McKinnon, un Cadetto dell'ultimo anno dell'Accademia della Flotta Stellare che era stata assegnata per una crociera di addestramento alla Voyager.
La mezza Vulcaniano dai lunghi capelli castani raccolti in una semplice coda sembrava piuttosto scarmagliata, come se avesse dovuto affrontare uno scontro per giungere lì, ma mantenne stoicamente il controllo mentre riconduceva Sarah nel condotto, quindi si voltava verso Paris e riferiva "Allieva McKinnon a rapporto, signore...lieta di vedere un volto amico..."
Su quelle ultime parole ebbe un leggerissimo tic della mano destra, in cui stringeva un disgregatore Cardassiano, ma subito si ricompose. Osservò per un momento la mise dei quattro ufficiali, poi spiegò "Io ed il Capo Master Klo'ph ci siamo separati dal resto della squadra mentre - nel tentativo di allontanarci dai Borg presenti sulla spiaggia - ci siamo imbattuti in un cimitero e siamo stati attaccati da un gruppo di cadaveri risvegliati. Abbiamo ripiegato in una sorta di castello per poi trovarci, inspiegabilmente, in una nave stellare Classe California sotto attacco da parte dei Cardassiani."
Quelle parole riscossero Sarah dallo stato di stupore dovuto alla inattesa visione della bestia. Dopo averle sentite guardò la Mezza Vulcaniana e, alzando debolmente la mano come fosse a scuola, disse con un filo di voce "Hem...quella potrebbe essere un po' colpa nostra. Ma è dipeso da un guasto del computer..." precisò, mentre Cippy le urtava una spalla, come ad invitarla a non approfondire ulteriormente.
La Allieva la osservò con una evidente perplessità nello sguardo, dopodiché decise evidentemente di non commentare e continuò "Abbiamo appurato che era in corso un sovraccarico del Nucleo di Curvatura,l e - essendo disattivi i protocolli di sicurezza - abbiamo ritenuto necessario recarci in Sala Macchine per tentare di arrestarlo. Una volta giunti qui abbiamo incontrato la creatura, ma non abbiamo immediatamente compreso fosse senziente: ci ha colti totalmente di sorpresa fingendosi addormentata ed è riuscita a catturare Klo'ph dopo averlo fatto cadere con un violento colpo di coda. Le sue scaglie si sono dimostrate invulnerabili al fuoco delle armi portatili ed ha rinchiuso il Capo Master innuna gabbia, prima di rimettersi a sonnecchiare. Ho tentato di accedere ad un computer secondario, per comprendere e tentare di risolvere il problema, ma la programmazione è corrotta e non ne sono stata in grado..."
"Io credo di poter fare qualcosa, se abbiamo accesso ad una postazione. Ma come facciamo con quella specie di... Drago?" affermò Sarah, guardando Paris quasi si aspettasse fosse per lui cosa normale sconfiggere bestie mitologiche.