01-07-2023, 02:01 PM
Thomas Eugene Paris
Umano
Tom impiegò qualche istante a riprendere fiato, poi rotolò su un fianco e si mise a sedere. Lo squalo borg ostruiva ormai completamente il condotto e, sebbene non desse segni di vita, il suo sguardo vitreo e le spettrali luci dei suoi impianti non rendevano certo la situazione più allegra. Oyuro si trovava poco più avanti nel tubo di Jefferies, miracolosamente non era ferito e sembrava semplicemente in attesa con lo sguardo diretto verso l'unica direzione nella quale avrebbero potuto procedere. Sarah, nel frattempo, sembrava essersi più o meno ripresa grazie all'intervento della dottoressa. Fisicamente, almeno, perché per il resto aveva un'aria piuttosto confusa dipinta in volto No! protestò Tom nella sua direzione l'idea sarebbe uscire di qui prima che muoia qualcuno le ricordò ma sì... se se la sente di muoversi potrebbe essere un buon momento per tornare al lavoro precisò, facendo segno al boliano di fare loro strada.
Non passò molto prima che le superfici levigate dei pannelli del condotto all'interno del quale si stavano muovendo cominciassero a lasciare il passo a qualcosa di freddo e tagliente: le superfici sulel quali si stavano muovendo erano, in quel tratto, state sostituite con blocchi di pietra irregolari e nel procedere era necessario prestare particolare attenzione per non rischiare di venir feriti dalle rocce sporgenti. Fu solo quando, finalmente, raggiunsero la sala macchine che apparve evidente da quale delle varie simulazioni fosse stato preso in prestito quello scenario: quello che aveva tutta l'aria di essere il drago di una qualche fiaba terrestre, se ne stava comodamente appallottolato attorno al nucleo di curvatura, apparentemente incurante degli allarmi che risuonavano ovunque. Mancavano solo dei borg intenti a ballare la hula per completare l'assurdità di quel quadro, ma arrivati a quel punto Tom non si sarebbe sorpreso se fossero effettivamente comparsi di lì a qualche istante.
Le aspettative del comandante furono quasi deluse quando a fare la sua comparsa fu solamente uno dei membri dell'equipaggio scomparsi. Tom esitò un istante, forse più sorpreso dalla mezza vulcaniana che da tutto il resto, mentre ascoltava attentamente il resoconto della giovane. Montagne di monete ed oggetti preziosi ricoprivano praticamente ogni cosa. Solo la luce prodotta dalle reazioni all'interno del nucleo di curvatura lasciava intuire in che direzione si trovasse, ma della gabbia di cui aveva parlato McKinnon non sembrava esserci alcuna traccia. Dove si trova il sottufficiale Klo'ph? si informò, sforzandosi di ignorare lo sguardo di lei che per un istante si era soffermato sul loro abbigliamento... o, più correttamente, sulla mancanza di esso. Per quanto almeno un paio di scarpe e un maglia non gli sarebbero dispiaciute, al momento sembrava più urgente assicurarsi che il nucleo di curvatura non trasformasse tutti i presenti in poltiglia.
Dietro il cumulo di monete che ricopre la consolle di controllo del ciclo di fase. Si intravedono le sbarre della gabbia fece notare la mezza vulcaniana, indicando un punto a breve distanza da una delle grosse zampe della creatura. Tom sbuffò... non che avesse osato sperare di poter avere un po' di fortuna quel giorno, ma con tutto lo spazio che c'era in sala macchine sembrava terribilmente ingiusto che la suddetta gabbia si trovasse proprio a portata di artiglio di quel colosso addormentato. Fu mentre fissava in quella direzione che la sua attenzione venne attirata dalla luce rossa di uno degli allarmi che lampeggiava in modo curioso in direzione di una delle pile di monete d'oro.
McKinnon, scorti il tenente Mendel fino al terminale e cercate di evitare l'esplosione. Dottoressa, lei rimanga al riparo per il momento... e non toccate i preziosi. Io e Oyuro ci occuperemo di quello... disse, indicando il drago con un cenno della testa. Attese un istante per assicurarsi che non ci fossero obiezioni di sorta prima di rivolgersi nuovamente a Oyuro mi segua... e mi avverta se quella bestia inizia a muoversi... decise, avvicinandosi prudentemente ad una delle pile di gioielli, avendo cura di muoversi con sufficiente circospezione da non rischiare di far tintinnare qualcuna delle monete. Scostò prudentemente una corona ricoperta di rubini, per pi arrampicarsi prima su un grosso forziere, poi su una delle consolle sottostanti per raggiungere la cima della pila di monete. Lì si trovava, in precario equilibrio, un oggetto dall'apparenza insignificante: si trattava di una vecchia lampada ad olio ormai ossidata dal tempo ed Oyuro non poté fare a meno di osservare il comandante con sguardo interrogativo mentre si chiedeva in che modo sarebbe potuto tornare loro utile.
Tom era appena riuscito ad afferrare la lampada quando, all'improvviso, il drago dispiegò le enormi ali, facendo riversare cumuli di monete in ogni dove Comandante! cercò di avvertirlo Oyuro, ma Tom stava già scivolando lungo il cumulo di monete verso le enormi fauci dell'animale. Oyuro fu fortunatamente più svelto e, afferrato un pesante scettro d'oro ricoperto di preziosi, lo usò per tirare una decisa randellata contro il collo della bestia, mentre Tom riusciva a sfregare con decisione la vecchia lampada.
In quell'esatto istante il nucleo di curvatura cominciò ad emettere scintille e quando il comandante cominciava ormai a pensare che di lì a breve sarebbe giunta la fine per tutti quanti, la sala macchine fu inondata da un'esplosione di brillantini dai quali emerse, fluttuando, una Fata Turchina con impianti borg che la adornavano come gioielli. Tra le mani la creatura fatata stringeva un ukulele e probabilmente sarebbe apparsa quasi gradevole se non avesse avuto le fattezze del medico olografico di emergenza. Non è esattamente quello che pensavo sarebbe apparso... fu costretto ad ammettere Tom, lanciando un'occhiata interrogativa in direzione di del tecnico informatico, mentre si chiedeva se fose stata opera sua.
Il drago, dal canto suo, non sembrava intenzionato a dare tregua ai coloro che avevano osato turbare il suo riposo. Dopo aver scosso la testa con decisione si rimise sulle grosse zampe. Precisare la natura dell'emergenza medica si annunciò la Fata Turchina. C'è un drago che ci sta dando la caccia... fece notare Tom ... non è che per caso potrebbe farlo sparire? suggerì. Il medico rispose con un'occhiata torva sono un dottore, non un fattucchiere! protestò, agitandogli contro l'ukulele e, a quelle parole magiche, il drago improvvisamente sparì.
Non ci volle molto, tuttavia, prima che i presenti si rendessero conto che, in realtà, non si era affatto dileguato nell'aere: era semplicemente diventato invisibile... e più arrabbiato di prima. Al riparo! esclamò Tom, qualunque cosa potesse significare.
Non passò molto prima che le superfici levigate dei pannelli del condotto all'interno del quale si stavano muovendo cominciassero a lasciare il passo a qualcosa di freddo e tagliente: le superfici sulel quali si stavano muovendo erano, in quel tratto, state sostituite con blocchi di pietra irregolari e nel procedere era necessario prestare particolare attenzione per non rischiare di venir feriti dalle rocce sporgenti. Fu solo quando, finalmente, raggiunsero la sala macchine che apparve evidente da quale delle varie simulazioni fosse stato preso in prestito quello scenario: quello che aveva tutta l'aria di essere il drago di una qualche fiaba terrestre, se ne stava comodamente appallottolato attorno al nucleo di curvatura, apparentemente incurante degli allarmi che risuonavano ovunque. Mancavano solo dei borg intenti a ballare la hula per completare l'assurdità di quel quadro, ma arrivati a quel punto Tom non si sarebbe sorpreso se fossero effettivamente comparsi di lì a qualche istante.
Le aspettative del comandante furono quasi deluse quando a fare la sua comparsa fu solamente uno dei membri dell'equipaggio scomparsi. Tom esitò un istante, forse più sorpreso dalla mezza vulcaniana che da tutto il resto, mentre ascoltava attentamente il resoconto della giovane. Montagne di monete ed oggetti preziosi ricoprivano praticamente ogni cosa. Solo la luce prodotta dalle reazioni all'interno del nucleo di curvatura lasciava intuire in che direzione si trovasse, ma della gabbia di cui aveva parlato McKinnon non sembrava esserci alcuna traccia. Dove si trova il sottufficiale Klo'ph? si informò, sforzandosi di ignorare lo sguardo di lei che per un istante si era soffermato sul loro abbigliamento... o, più correttamente, sulla mancanza di esso. Per quanto almeno un paio di scarpe e un maglia non gli sarebbero dispiaciute, al momento sembrava più urgente assicurarsi che il nucleo di curvatura non trasformasse tutti i presenti in poltiglia.
Dietro il cumulo di monete che ricopre la consolle di controllo del ciclo di fase. Si intravedono le sbarre della gabbia fece notare la mezza vulcaniana, indicando un punto a breve distanza da una delle grosse zampe della creatura. Tom sbuffò... non che avesse osato sperare di poter avere un po' di fortuna quel giorno, ma con tutto lo spazio che c'era in sala macchine sembrava terribilmente ingiusto che la suddetta gabbia si trovasse proprio a portata di artiglio di quel colosso addormentato. Fu mentre fissava in quella direzione che la sua attenzione venne attirata dalla luce rossa di uno degli allarmi che lampeggiava in modo curioso in direzione di una delle pile di monete d'oro.
McKinnon, scorti il tenente Mendel fino al terminale e cercate di evitare l'esplosione. Dottoressa, lei rimanga al riparo per il momento... e non toccate i preziosi. Io e Oyuro ci occuperemo di quello... disse, indicando il drago con un cenno della testa. Attese un istante per assicurarsi che non ci fossero obiezioni di sorta prima di rivolgersi nuovamente a Oyuro mi segua... e mi avverta se quella bestia inizia a muoversi... decise, avvicinandosi prudentemente ad una delle pile di gioielli, avendo cura di muoversi con sufficiente circospezione da non rischiare di far tintinnare qualcuna delle monete. Scostò prudentemente una corona ricoperta di rubini, per pi arrampicarsi prima su un grosso forziere, poi su una delle consolle sottostanti per raggiungere la cima della pila di monete. Lì si trovava, in precario equilibrio, un oggetto dall'apparenza insignificante: si trattava di una vecchia lampada ad olio ormai ossidata dal tempo ed Oyuro non poté fare a meno di osservare il comandante con sguardo interrogativo mentre si chiedeva in che modo sarebbe potuto tornare loro utile.
Tom era appena riuscito ad afferrare la lampada quando, all'improvviso, il drago dispiegò le enormi ali, facendo riversare cumuli di monete in ogni dove Comandante! cercò di avvertirlo Oyuro, ma Tom stava già scivolando lungo il cumulo di monete verso le enormi fauci dell'animale. Oyuro fu fortunatamente più svelto e, afferrato un pesante scettro d'oro ricoperto di preziosi, lo usò per tirare una decisa randellata contro il collo della bestia, mentre Tom riusciva a sfregare con decisione la vecchia lampada.
In quell'esatto istante il nucleo di curvatura cominciò ad emettere scintille e quando il comandante cominciava ormai a pensare che di lì a breve sarebbe giunta la fine per tutti quanti, la sala macchine fu inondata da un'esplosione di brillantini dai quali emerse, fluttuando, una Fata Turchina con impianti borg che la adornavano come gioielli. Tra le mani la creatura fatata stringeva un ukulele e probabilmente sarebbe apparsa quasi gradevole se non avesse avuto le fattezze del medico olografico di emergenza. Non è esattamente quello che pensavo sarebbe apparso... fu costretto ad ammettere Tom, lanciando un'occhiata interrogativa in direzione di del tecnico informatico, mentre si chiedeva se fose stata opera sua.
Il drago, dal canto suo, non sembrava intenzionato a dare tregua ai coloro che avevano osato turbare il suo riposo. Dopo aver scosso la testa con decisione si rimise sulle grosse zampe. Precisare la natura dell'emergenza medica si annunciò la Fata Turchina. C'è un drago che ci sta dando la caccia... fece notare Tom ... non è che per caso potrebbe farlo sparire? suggerì. Il medico rispose con un'occhiata torva sono un dottore, non un fattucchiere! protestò, agitandogli contro l'ukulele e, a quelle parole magiche, il drago improvvisamente sparì.
Non ci volle molto, tuttavia, prima che i presenti si rendessero conto che, in realtà, non si era affatto dileguato nell'aere: era semplicemente diventato invisibile... e più arrabbiato di prima. Al riparo! esclamò Tom, qualunque cosa potesse significare.