06-07-2023, 09:12 AM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 08-07-2023, 07:50 AM da 1701E.)
Rekon
Tellarite
Ovviamente - essendo quello un gioco inventato da quel grandissimo bas*ardo di Q – le cose non potevano andare bene per più di una dozzina di secondi di fila, giusto?
Certo, forse anche il Dottore avrebbe potuto evitare di attirare su di loro la sfortuna affermando che andava tutto bene, ma in quel momento – quando apparvero apparentemente dal nulla due navette Romulane occultate ed iniziarono a sparare loro – non c’era il tempo per recriminare.
”Abbiamo una perdita di potenza, serve più energia…la prossima volta monterò una fo**uta cyclette sulle navette, così almeno potremo pedalare!” ringhiò il Tellarite, apparentemente non parlando a nessuno in particolare. Il problema era che, a differenza di una Nave Stellare – struttura enorme con un mucchio di sistemi spesso ridondanti a cui un buon Ingegnere poteva attingere per fornire maggiore energia alle difese – una dannata navetta era concepita per essere semplice e funzionale, cosa che comportava non vi fossero significativi surplus da sfruttare per evitare di finire arrosto.
Evidentemente quell’equipaggio non era poi così esperto di situazioni di emergenza o, quantomeno, non di quelle che richiedevano di arrangiarsi con quello che si aveva. Mentre la nave rollava venendo investita da un’altra scarica di disgregatore, Rekon rifletté che – se avessero avuto un solo aggressore alle spalle – farlo fuori sarebbe stato semplice. Così invece avrebbero dovuto giocare sporco e rischiare. Rischiare moltissimo.
Si rivolse quindi al Dottore – il più alto in grado lì in mezzo e certamente l’unico ufficiale superiore – per dirgli in fretta ”Doc, la situazione è critica e le opzioni sono farci ammazzare o fare una cosa che potrebbe sembrare molto…molto stupida, ma non lo è. Sono stato chiaro?”
Il semplice fatto che glielo avesse detto in quei termini avrebbe dovuto far rizzare le orecchie a McCoy peggio di quelle di Spock…Rekon gli stava comunicando che doveva fare qualcosa che sarebbe probabilmente parso suicida e aveva necessità che i membri dell’equipaggio si fidassero e facessero senza esitazione quel che diceva. Per questo si era rivolto a lui: perché – orgoglioso e testardo – il Tellarite non era uno stupido e sapeva che l’ordine sarebbe dovuto partire dal più alto in grado dell’Enterprise e non da lui.
Nel momento in cui il Dottore acconsentì, Rekon disse a voce alta Forza gente, abbiamo una navetta Romulana da abbattere, un atterraggio di emergenza da portare a termine e un Capitano da recuperare…muoversi! Ragazza…!”
Indicò senza voltarsi in direzione di Haruka, troppo impegnato a dirottare l’energia dal motore a impulso agli scudi, lasciandoli in una sorta di caduta libera ”Aiuta il Timoniere…dovrete eseguire una variazione di rotta parabolica che ci porti il più vicino possibile davanti a una delle due navette, usando solo i reattori di manovra! Biondina!”
Stavolta era evidente si riferisse a Carol, mentre indicava il retro della navetta ”Al mio comando espelli l’intero blocco del motore ad impulso…”
Tutti sapevano che – una volta sganciato il motore ad impulso – la navetta sarebbe rimasta con i soli razzi di manovra, che a quella velocità di caduta non avrebbe consentito loro di atterrare né di prendere quota a sufficienza da lasciare l’orbita e tornare sull’Enterprise. E – quasi certamente – avrebbero compreso che era infatti per questo che Rekon aveva chiesto a McCoy di supportarlo…
”Grilletto Facile…” disse infine, rivolgendosi all’ufficiale alla Sicurezza ”Sto sovraccaricando il motore ad impulso, appena sganciato sbatterà sugli scudi della navetta Romulana. Dovrai colpirlo in quel momento, sono stato chiaro? Né prima né dopo…”
Un altro colpo li scosse e Rekon seppe che non c’era un altro momento per eseguire la manovra, perché se i bambini si fossero resi conto che – in tutto questo – aveva totalmente ignorato il secondo caccia, sarebbe iniziato un fiume di domane che avrebbe fatto loro perdere la concentrazione.
”Forza, facciamogli vedere come si fanno le cose alla Flotta Stellare, eseguire!” ordinò, mentre già stava operando sulle scarse riserve di energia della nave per portare avanti la parte successiva del piano.
La navetta accese per un momento i razzi sulla prua, rallentando e cambiando rotta in maniera repentina, fino a trovarsi praticamente davanti al primo caccia aggressore. Questi, colto di sorpresa durante quella che – comunque – era una picchiata – ebbe come reazione istintiva quella di alzare la prua per cambiare rotta, ma così facendo disallineò le armi frontali, rendendo impossibile sparare al veicolo federale.
Come impossibile lo era anche per la seconda navetta Romulana la quale, ovviamente, non voleva certo colpire la propria gemella e preferì spostarsi leggermente, in cerca di una linea di tiro pulita.
Ma non ne avrebbe avuto il tempo perché – quando lo scafo bianco federale fu a meno di cento metri da quello verde Romulano – il motore a impulso della navetta si sganciò dal retro e andò a schiantarsi contro i suoi scudi, venendo centrato un istante dopo da un raggio Phaser.
L’esplosione che ne seguì investì in pieno il veicolo Romulano, che precipitò in un avvitamento incontrollato, mentre lo spostamento d’aria sospinse ulteriormente in alto la navetta federale la quale, proprio in virtù della manovra parabolica iniziale, si trovava già sopra l’esplosione. Quando furono ad una quota più alta rispetto alla seconda nave Romulana, Rekon attivò il secondo scherzetto che aveva preparato, quello di cui non poteva parlare ai bambini.
Il sistema di comunicazione subspaziale della navetta ricevette istantaneamente oltre il 90% dell’energia residua delle batterie, venendo totalmente fritto ma lanciando un singolo – potente – impulso verso il vascello Romulano. Un impulso codificato secondo conoscenze di tecnologie che per il Tellarita erano obsolete, ma che per i Federali presenti erano totalmente ignote. Un impulso che fece abbassare per un istante gli scudi dell’assaltatore.
”Gli scudi nemici si sono spenti!” esclamò stupito il tattico, il quale avrebbe anche sparato, se non fosse stato per il Tellarite, che aveva prontamente tolto l’energia al banco Phaser per trasferirla ad un altro sistema ben più critico.
”Solo per una decina di secondi, poi si riavvieranno…” spiegò Rekon, accendendo nel frattempo i magneti di ancoraggio posti sotto i pattini della navetta e trasferendo loro tutta l’energia che potevano sopportare senza friggersi ”Il tempo di garantirci un passaggio…”
L’improvvisa forza magnetica generata dal vascello federale sbilanciò l’assaltatore Romulano e la navetta bianca – letteralmente – atterrò sull’altra con un tonfo sordo. Dopodiché – mentre gli scudi alieni si rigeneravano avvolgendo entrambi i veicoli – Rekon diede i suoi ultimi ordini ”Ok gente, ora saranno gli scudi Romulani a proteggerci dall’impatto. Siamo troppo bassi per evitare lo schianto, ma con un po’ di fortuna la botta peggiore la prenderanno loro. Adesso dovrebbero essere un po’ scombussolati a causa dell’impulso con cui li ho colpiti, ma non si sa mai. Timoniere, usa tutta la potenza residua dei razzi di manovra per evitare che si ribaltino e cerchino di usare noi come materasso, capito? Noi stiamo sopra, loro sotto…”
Il terreno era ormai tanto vicino che era possibile vedere le punte degli alberi e Rekon, afferrando saldamente una consolle, aggiunse cupo ”E ora reggetevi…e che il Grande Ingranaggio ci protegga!”
@All