30-08-2023, 04:13 PM
Rekon
Tellarite
A differenza di tanti altri ufficiali della Flotta Stellare – che erano sempre troppo impegnati o superiori per sottoporsi alle visite mediche prescritte dal Regolamento – Rekon sapeva perfettamente di non essere immortale né invincibile e non fuggiva alle punturine del dottore come tutte quelle femminucce dalla pelle rosa.
Ovviamente anche lui - nei momenti di crisi - aveva saputo stringere i denti e andare avanti con ferite sanguinanti e ossa rotte, specie durante la Guerra col Dominio, quando il rischio di essere annientati era costante e continuo, ma ciò non voleva dire che non sapesse quando era il momento di staccare e di farsi rattoppare da un segaossa.
Per questo motivo, una volta arrivato sull’Enterprise, si era attardato nell’hangar principale il tempo sufficiente per spiegare al Comandante Scott che genere di pericolo rappresentasse il motore di quella dannata navetta e come trattarlo affinché non apparisse un fo**uto buco nero nel mezzo della Sezione Motori, dopodiché aveva raggiunto l’infermeria e si era sdraiato su un bioletto ringraziando l’infermiera biondina per l’analgesico che gli aveva somministrato, attendendo pazientemente che il Dott. McCoy finisse di prestare soccorso alla ragazzina svenuta e si occupasse di lui.
Quando finalmente il Dottore prese un tricoder e lo visitò non disse nulla inizialmente, per lo meno fino a quando l’umano non gli domandò se le costole gli dolessero. La sua prima risposta fu un grugnito, al quale fece seguire un ironico ”Naah…figuriamoci se mi facevano male. Bisogna saper apprezzare dei pezzi d’osso che ti grattugiano ben benino i muscoli e gli organi interni!”
Quindi, consapevole che le parole dell’uomo erano solo un modo per introdurre un discorso, scoppiò a ridere – benedetto analgesico – e aggiunse dando all’umano dalla divisa azzurra una manata sulla spalla ”Sto scherzando, Dottore, non si preoccupi! Sì facevano un male cane, ma in quella situazione mi sono fatto bastare l’analgesico che mi ha dato. D’altra parte, quando hai dei fo**uti Diavoli dalle orecchie a punta che cercano insistentemente e ripetutamente di farti la pelle…beh… diciamo che le priorità tendono ad essere altre…”
Quindi, più seriamente, rispose alla prima frase con cui McCoy aveva cercato di rompere il ghiaccio, dicendogli ”Beh, un bel complotto da parte della più bellicosa potenza del Quadrante Beta è sicuramente un modo sicuro di rompere la routine, specie se lo shakera con un piccolo incidente temporale e ci schiaffa pure due gocce di rischio di guerra galattica…”
Quindi scosse la criniera striata di grigio e – mentre le ossa si risaldavano sotto l’effetto del rigeneratore maneggiato dal Dottore – aggiunse ”Se può consolarla, comunque, stamattina mi trovavo su un diavolo di cargo, mentre riparavo un orologio a pendolo vecchio di tre secoli mentre aspettavo che quella specie di carretta a pedali mi portasse sulla nave sulla quale sarei dovuto venire imbarcato. Il mio primo incarico operativo dopo che avevo ritirato la domanda di congedo ed ero tornato in servizio attivo… Ed eccomi qui, dopo aver trascorso un paio delle ore più assurde della mia vita su di una specie di palla di ferro fluttuante nello spazio …”
E concluse con un borbottio intraducibile o che – forse – il traduttore si rifiutò per pudore di tradurre.