30-08-2023, 10:13 PM
I don't need a doctor, damn it! I am a doctor!
Leonard McCoy Umano
A differenza di tanti altri ufficiali della Flotta Stellare, che sembravano considerare le visite mediche come un fastidio piuttosto che un bisogno, Rekon dimostrava un approccio più saggio alla propria salute. Capivo il suo punto di vista. Nessuno è invincibile, e anche il più duro dei duri può finire per avere bisogno di qualche "riparazione", volendo rimanere in tema meccanico.
Ascoltai le parole del tellarite e sorrisi, decidendo di fare un po' di sarcasmo. Se volevo, o quanto meno dovevo, tornare me stesso, dovevo pur cominciare da qualche parte e se in un primo momento alzai un sopracciglio alle sue parole riguardo il fatto che apprezzava i pezzi d'osso che grattugiavano i muscoli e gli organi interni, preoccupandomi leggermente, sospirai sollevato quando mi disse che stava scherzando.
«Mi consola che a quanto pare, non manca il senso dell'umorismo e il fatto che le ossa spezzate non sono esattamente una passeggiata neanche per chi ha viaggiato nel tempo, ma mi dispiace non aver avuto un tricorder sotto mano, ma almeno ci ha salvato la vita in un altro modo, meno ordinario.» ammisi con un sospiro, per guardare il volto del tellarite, osservando il suo volto, per poi borbottare «Romulani! Sempre a rovinare la giornata a tutti quanti.»
Non potei fare a meno di sbuffare mentre manipolavo il tricorder e il rigeneratore. «Be', mi sembra che oggi sia stata una di quelle giornate in cui la routine è stata completamente trascinata via; ma volte è proprio quando ci troviamo di fronte a sfide inimmaginabili che abbiamo l'opportunità di mostrare chi siamo davvero.»
La conversazione si è poi spostata verso il passato di Rekon e le esperienze che aveva vissuto prima di arrivare sull'Enterprise e le parole di Rekon sulla sua esperienza personale mi colpirono. Era passato attraverso molte sfide e situazioni fuori dal comune, eppure era qui, ancora in piedi, pronto ad affrontare ciò che veniva gettato sul suo cammino. Mi ritrovai a pensare che le esperienze che ci modellavano, i momenti che ci fanno crescere, sono ciò che ci rendono veramente umani, nonché era proprio questa umanità che ci dava la forza di continuare a esplorare, nonostante tutti i rischi e gli ostacoli... la vita ha un modo interessante di portarci in luoghi inaspettati.
Ascoltai le sue parole sulla sua esperienza su quella "palla di ferro fluttuante nello spazio", annuendo con comprensione. «Ognuno di noi ha la sua storia da raccontare. E sebbene il viaggio possa sembrare inusuale e talvolta irrazionale, credo che sia proprio in quei momenti che troviamo la forza di andare avanti.»
Mentre i macchinari completavano il loro lavoro, ho osservato Rekon per un attimo, riconoscendo che nonostante le differenze, eravamo uniti dall'esperienza umana di fronteggiare l'ignoto. In quel momento, il mio pensiero si è volto al passato, alle battaglie e alle sfide che avevo affrontato, e ho sorriso leggermente, sapendo che eravamo tutti legati da un filo comune di coraggio e speranza.
Ascoltai le parole del tellarite e sorrisi, decidendo di fare un po' di sarcasmo. Se volevo, o quanto meno dovevo, tornare me stesso, dovevo pur cominciare da qualche parte e se in un primo momento alzai un sopracciglio alle sue parole riguardo il fatto che apprezzava i pezzi d'osso che grattugiavano i muscoli e gli organi interni, preoccupandomi leggermente, sospirai sollevato quando mi disse che stava scherzando.
«Mi consola che a quanto pare, non manca il senso dell'umorismo e il fatto che le ossa spezzate non sono esattamente una passeggiata neanche per chi ha viaggiato nel tempo, ma mi dispiace non aver avuto un tricorder sotto mano, ma almeno ci ha salvato la vita in un altro modo, meno ordinario.» ammisi con un sospiro, per guardare il volto del tellarite, osservando il suo volto, per poi borbottare «Romulani! Sempre a rovinare la giornata a tutti quanti.»
Non potei fare a meno di sbuffare mentre manipolavo il tricorder e il rigeneratore. «Be', mi sembra che oggi sia stata una di quelle giornate in cui la routine è stata completamente trascinata via; ma volte è proprio quando ci troviamo di fronte a sfide inimmaginabili che abbiamo l'opportunità di mostrare chi siamo davvero.»
La conversazione si è poi spostata verso il passato di Rekon e le esperienze che aveva vissuto prima di arrivare sull'Enterprise e le parole di Rekon sulla sua esperienza personale mi colpirono. Era passato attraverso molte sfide e situazioni fuori dal comune, eppure era qui, ancora in piedi, pronto ad affrontare ciò che veniva gettato sul suo cammino. Mi ritrovai a pensare che le esperienze che ci modellavano, i momenti che ci fanno crescere, sono ciò che ci rendono veramente umani, nonché era proprio questa umanità che ci dava la forza di continuare a esplorare, nonostante tutti i rischi e gli ostacoli... la vita ha un modo interessante di portarci in luoghi inaspettati.
Ascoltai le sue parole sulla sua esperienza su quella "palla di ferro fluttuante nello spazio", annuendo con comprensione. «Ognuno di noi ha la sua storia da raccontare. E sebbene il viaggio possa sembrare inusuale e talvolta irrazionale, credo che sia proprio in quei momenti che troviamo la forza di andare avanti.»
Mentre i macchinari completavano il loro lavoro, ho osservato Rekon per un attimo, riconoscendo che nonostante le differenze, eravamo uniti dall'esperienza umana di fronteggiare l'ignoto. In quel momento, il mio pensiero si è volto al passato, alle battaglie e alle sfide che avevo affrontato, e ho sorriso leggermente, sapendo che eravamo tutti legati da un filo comune di coraggio e speranza.