05-09-2023, 02:23 PM
Rekon
Tellarite
”Adesso sì che parla la mia lingua, Dottore!” ridacchiò il vecchio ingegnere, il tono volutamente alto e chiassoso, al punto da chiedersi se si trattasse di allegria reale o di un tentativo di scacciare brutti pensieri simulando l’allegria fino ad autoconvincersi di essere in tale stato d’animo.
La pacca sulla spalla fu però determinata e abbastanza forte da far barcollare per un istante McCoy, segno che quel corpo tozzo poteva anche essere vecchio e pesantemente rammendato, ma decisamente era ancora tenace ”Per anni ho cercato di spiegare ai suoi colleghi su parecchie navi che una buona predisposizione di spirito…” e calcò decisamente la parola spirito ”è propedeutica a qualsiasi processo di guarigione e molto più efficace di consiglieri, strizzacervelli e di parecchi tipi di medicine, ma niente da fare…un MOE a volte è meno testardo di alcuni dottori. Bah…”
Ovviamente quel McCoy non poteva sapere cosa fosse un MOE, dato che sarebbero trascorsi ancora molti anni prima dell’invenzione dei Medici Olografici di Emergenza, ma Rekon aveva letto la biografia di Lewis Zimmerman e sapeva che l’Ammiraglio in pensione McCoy era stato uno dei 47 chirurghi le cui competenze e procedure erano state caricate nel primo modello. E, a quanto pareva, all’inaugurazione del Programma MOE l’arzillo centenario aveva anche espresso alcuni commenti piuttosto irriverenti sul prototipo! ”E poi dicono che noi ingegneri siamo degli Zucconi…”
Si alzò dal bioletto facendo cenno a McCoy di precederlo, comunque sinceramente lieto di aver trovato qualcuno disponibile a chiacchierare come si fa tra persone civili, senza robacce syntalcoliche tra i piedi, ma con una vecchia, sana bottigila di…beh, di qualunque cosa, purché fosse buona per accompagnare due chiacchiere allegre e tenaci. Il Dottore, infatti, gli aveva dato da subito l’idea di una persona dalla lingua tagliente, qualcuno con cui una bella discussione sarebbe stata interessante e distensiva.
Questa era una cosa che mancava alla maggior parte delle razze della Federazione, pensava Rekon: nella propria spinta a crescere, espandersi ed accogliere nuove genti, gli abitanti della Federazione avevano perso il gusto dello scontro verbale e della discussione, in favore di approcci accomodanti ed aperti alla visione dell’altro.
Non che fosse una cosa sbagliata, in termini assoluti, ma a volte c’era bisogno di scontrarsi, di sbattere le corna come facevano i grandi predatori su Tellar. Perché dal modo in cui una persona difende le sue idee è possibile capire molte cose, molte più che da ore di colloqui formali in punta di forchetta. Era per questo che spesso i Tellariti si portavano verbalmente all’attacco, quando volevano conoscere o capire i loro interlocutori.
Per questo e per l’inebirante piacere di discutere per ore di qualsiasi cosa!
McCoy propose a quel punto di estendere l’invito anche al Capitano della nave, e Rekon allargò le braccia rispondendo ”Mio caro Dottore, io conosco il suo Capitano da quel che i libri di storia dicono di lui, ma – appunto – parliamo del Capitano Kirk. Sinceramente non so dirle se l’Uomo James Kirk apprezzi o meno questo tipo di terapie…o la compagnia di un vecchio brontolone come il sottoscritto!”
E scoppiò in una nuova risata, che scosse la figura bassa e tozza attirando l’occhiata curiosa dell’infermiera biondina che – nonostante a tarda ora – stava lavorando ad un tavolo di sintesi, probabilmente intenta ad analizzare qualcosa.
Ma ormai Rekon si era incuriosito, così aggiunse ”Mi dica…com’è il suo Capitano? Sembra così dannatamente giovane…eppure ha un carisma notevole ed una sicurezza di sé che ho conosciuto Ammiragli ucciderebbero per avere. Certo, parliamo di Ammiragli che sono perfetti relegati a terra in un ufficio nel quale vengono giornalmente rinchiusi dai loro attendenti con montagne di inutili scartoffie preparate appositamente per tenerli impegnati affinché non possano combinare danni, si capisce, ma pur sempre gente coi suoi bei due/tre chili di spille e spillette sul bavero dell’uniforme…”