09-09-2023, 12:01 PM
Rekon
Tellarite
Rekon seguì tranquillo il buon dottore, che lo guidava con sicurezza lungo i corridoi dell'Enterprise.
Era il turno di notte e c'era poca gente in giro, cosa che consentiva loro di camminare praticamente affiancati, senza ostacolare il viavai ordinario dell'equipaggio.
Era sempre sembrata una cosa strana a Rekon: nello spazio non c'erano giorno e notte, quindi perché prevedere un turno a bassa illuminazione, con meno gente attiva rispetto agli altri?
Forse era una questione fisiologica, o almeno così gli pareva di avere letto: gli umanoidi erano abituati a cicli giorno-notte e il riprodurli gli consentiva di abituarsi meglio alle ovvie limitazioni che la vita nello spazio richiedeva.
Lasciando perdere quella riflessione oziosa rispose invece al dottor McCoy, dicendogli "Beh, per certi versi i nostri lavori sono simili: entrambi passiamo la maggior parte del nostro tempo a cercare di impedire che ciò che ci è stato affidato - la salute dell'equipaggio per lei, i sistemi della nave per me - si guastino. E poi, quando succede, dobbiamo correre per sistemare il guaio..."
Istintivamente si toccò l'occhio che McCoy sapeva essere artificiale, poi aggiunse "Certo, il suo lavoro è più difficile, perché una astronave può essere sostituita e una vita no, ma anche lì dipende dalla situazione..."
Non sempre una nave non più riparabile poteva essere infatti abbandonata per tempo salvandone l'equipaggio e - in determinate circostanze sfortunate - la distruzione di una nave poteva costare anche molte vite innocenti, o interi pianeti.
"E poi, saltuariamente, ti capita anche il momento lieto in cui fai nascere un bambino o vari una nave, no?" chiese ridacchiando, mentre si trovava a chiedersi se le due emozioni fossero comparabili. In fondo era stato emozionante avviare per la prima volta il reattore della Nova, dopo averlo progettato e costruito...forse un medico sentiva la stessa cosa facendo nascere un bambino!
Nel frattempo avevano cambiato argomento e, mentre si incamminavano verso l'ufficio del Capitano, McCoy cominciò a parlargli dell'uomo dietro la leggenda.
Rekon ascoltò in silenzio, sinceramente colpito dalla lealtà e dal rispetto che le parole del medico trasmettevano. Lui avrebbe potuto parlare altrettanto bene dei numerosi Capitani che aveva avuto?
Forse no, si trovò ad ammettere. Erano stati tutti brave persone, brillanti e abili...ma nessuno era diventato una leggenda, nessuno aveva quel qualcosa in più che gli avrebbe permesso di imprimere la propria figura nella storia.
Fece un lungo cenno di assenso, prima di concludere "Beh, siete stati un equipaggio fortunato, allora... Sta descrivendo un tipo di comandante raro da trovare..."
Erano giunti davanti alla porta del Capitano e lasciò fosse McCoy a suonare, ma intanto concluse "Ma non glielo dica mai troppo chiaramente...i Capitani devono sempre essere tenuti un po' sul chi vive, per rendere al meglio..."
E scoppiò a ridere, non rendendo così chiaro quanto fosse serio circa l'argomento.