11-09-2023, 09:07 PM
I don't need a doctor, damn it! I am a doctor!
Leonard McCoy Umano
Mi piaceva camminare lungo i corridoi dell'Enterprise durante il turno di notte. C'era una tranquillità che mi faceva apprezzare ancora di più la bellezza della nave e il silenzio spaziale che la circondava. Era un momento in cui potevo riflettere senza le distrazioni della vita diurna.Le parole di Rekon mi fecero sorridere. Era interessante come entrambi avessimo lavori che richiedevano attenzione costante per evitare guasti e problemi. «Concordo. Entrambi ci occupiamo di mantenere le cose in ordine; e sì, ci sono momenti in cui tutto sembra crollare intorno a noi e dobbiamo correre per risolvere il caos.»
Quando Rekon toccò l'occhio artificiale, immaginai che stava riflettendo sulla sua professione. «È vero, il mio lavoro può essere più difficile in certi casi, ma come hai detto, dipende dalla situazione. E in fondo, entrambi cerchiamo di preservare la vita e il benessere delle persone, o delle navi, che ci sono affidate.» concordai.
La sua domanda sulla gioia di assistere a nuove nascite o alla creazione di qualcosa di nuovo mi fece sorridere. «Si, è vero, ci sono momenti di gioia nel mio lavoro, come quando assisto a una nascita o quando vedo un paziente riprendersi da una grave malattia. E immagino che sia simile per te quando riesci a riparare una nave o a farla funzionare meglio di prima. Sono quei momenti che ci fanno apprezzare il lavoro che facciamo.»
Continuammo a camminare mentre Rekon rifletteva sulle parole che avevo detto riguardo al Capitano Kirk. Era evidente che aveva una profonda ammirazione per il mio amico e Capitano. Le sue parole mi fecero sentire orgoglioso di far parte dell'equipaggio dell'Enterprise.
Quando arrivammo davanti alla porta del Capitano, Rekon fece un commento scherzoso sulla necessità di mantenere i Capitani sul chi vive. Annuii con un sorriso divertito. «Sarà fatto, ma devo ammettere comunque io mi diverto troppo a contestare di tanto in tanto.» Poi suonai il campanello per annunciare la nostra presenza, ansioso di vedere come sarebbe andato l'incontro tra il sottoscritto, Rekon e il Capitano Kirk.
Quando Rekon toccò l'occhio artificiale, immaginai che stava riflettendo sulla sua professione. «È vero, il mio lavoro può essere più difficile in certi casi, ma come hai detto, dipende dalla situazione. E in fondo, entrambi cerchiamo di preservare la vita e il benessere delle persone, o delle navi, che ci sono affidate.» concordai.
La sua domanda sulla gioia di assistere a nuove nascite o alla creazione di qualcosa di nuovo mi fece sorridere. «Si, è vero, ci sono momenti di gioia nel mio lavoro, come quando assisto a una nascita o quando vedo un paziente riprendersi da una grave malattia. E immagino che sia simile per te quando riesci a riparare una nave o a farla funzionare meglio di prima. Sono quei momenti che ci fanno apprezzare il lavoro che facciamo.»
Continuammo a camminare mentre Rekon rifletteva sulle parole che avevo detto riguardo al Capitano Kirk. Era evidente che aveva una profonda ammirazione per il mio amico e Capitano. Le sue parole mi fecero sentire orgoglioso di far parte dell'equipaggio dell'Enterprise.
Quando arrivammo davanti alla porta del Capitano, Rekon fece un commento scherzoso sulla necessità di mantenere i Capitani sul chi vive. Annuii con un sorriso divertito. «Sarà fatto, ma devo ammettere comunque io mi diverto troppo a contestare di tanto in tanto.» Poi suonai il campanello per annunciare la nostra presenza, ansioso di vedere come sarebbe andato l'incontro tra il sottoscritto, Rekon e il Capitano Kirk.