19-09-2023, 09:29 AM
Korinna Suder
Betazoid
Il delegato di Balduk osservò la romulana, evidentemente seccato dalla piega che stava prendendo la situazione: nonostante il loro attacco fosse fallito, Balduk sapeva che l'Impero Klingon avrebbe potuto rivelarsi un nemico pericoloso e l'intento di quel negoziato non era certo giocare con il fuoco. Avevano solo sperato di poter ottenere condizioni migliori con i Romulani se fossero stati presenti anche i Klingon, ma cominciava ad essere evidente come avessero sottovalutato le forze in gioco. Avevano dalla loro una tecnologia superiore a quella di entrambi gli imperi, ma erano pur sempre un singolo pianeta, che difficilmente sarebbe sopravvissuto ad un attacco portato in forze. Il modo in cui la romulana aveva descritto i loro ospiti Klingon, tuttavia, riuscì a strappargli un mezzo sorriso. Forse era eccessivo descriverli come degli animali e sicuramente non avrebbe dovuo ridere... ma vista la situazione apprezzò l'ironia.
Il capitano Klaa, al contrario, era di tutt'altro avviso. Fortunatamente gli erano sfuggite le parole della romulana, altrimenti la situazione sarebbe degenerata ancora più rapidamente. Ne ho abbastanza di questi giochetti! Parli chiaro o questo negoziato finisce qui. sbottò, rivolgendosi alla donna quando lei decise di sostenere che non avevano mosso alcuna accusa.
Nel frattempo, la betazoide era impegnata altrove. Disprezzo, rabbia, forse anche sorpresa erano le emozioni predominanti nella mente del romulano e nessuna di queste era particolarmente piacevole da percepire. Tuttavia Korinna ne aveva avuto abbastanza del modo in cui gli avversari stavano conducendo quella trattativa e non era disposta a cedere. Le parole del romulano, tuttavia, furono se possibile ancora più difficili da digerire. Korinna non era certo cresciuta nell'Impero Klingon e secondo i valori con i quali si era formata e nei quali in fondo ancora credeva, Maec aveva ragione. Non era quello il modo di condurre un negoziato, non era ciò che suo padre le aveva insegnato, né un modo di utilizzare le sue abilità che il popolo di Betazed avrebbe considerato accettabile. C'era una ragione se non si infiltravano senza permesso nella mente di qualunque alieno incontrassero sulla loro strada e, mentre quel pensiero si insinuava nella mente di Korinna, la donna poté percepire il romulano sfuggire in parte alla sua presa. Ma sebbene avesse intuito cosa intendeva fare e la ragione delle sue parole, la betazoide poteva percepire anche la sua sofferenza; la determinazione con la quale stava cercando di proteggersi non era diversa dalla furia cieca di un animale messo in gabbia.
Quando aveva perso di vista i propri valori al punto da arrivare a manipolare i suoi stessi colleghi e utilizzare le sue abilità per ferire qualcuno? Non rispose alle provocazioni del romulano, ma quello non solo non era un modo onorevole per ottenere informazioni, non era nemmeno giusto. Cautamente allentò la presa sulla mente del romulano, lasciando che lui si rintanasse nuovamente dietro al suo muro di disprezzo. Tuttavia, prima di allontanarsi, era abbastanza certa di aver colto un fondo di sincerità nelle ultime paole di Maec. Mano a mano che lasciava andare il suo controllo sul romulano e cominciava a percepire di nuovo tutti gli altri presenti nella sala, si rese conto che anche nelle parole dell'altra romulana sembrava esserci un inaspettato fondo di verità.
Vixis, nel frattempo, si era messa in posizione di guardia: avevano lasciato le armi prima di entrare nella sala, ma se speravano di liberarsi di loro avrebbero presto scoperto che l'arma più letale su cui un Klingon poteva contare, era semplicemente se stesso. Capitano, penso dovremmo ascoltare i colleghi romulani si intromise Korinna, ricevendo occhiate incredule dai Klingon presenti. Ho l'impressione che ne sappiano quanto noi riguardo a questo tentativo di intrusione precisò, spostando la sua attenzione verso le menti dei delegati di Balduk per cercare di scoprire se fosse stata opera loro. Questa volta, tuttavia, si limitò a sfiorarle appena per accogliere ciò che avrebbero spontaneamente condiviso, più che tentare di estorcere loro informazioni.
Il capitano Klaa, al contrario, era di tutt'altro avviso. Fortunatamente gli erano sfuggite le parole della romulana, altrimenti la situazione sarebbe degenerata ancora più rapidamente. Ne ho abbastanza di questi giochetti! Parli chiaro o questo negoziato finisce qui. sbottò, rivolgendosi alla donna quando lei decise di sostenere che non avevano mosso alcuna accusa.
Nel frattempo, la betazoide era impegnata altrove. Disprezzo, rabbia, forse anche sorpresa erano le emozioni predominanti nella mente del romulano e nessuna di queste era particolarmente piacevole da percepire. Tuttavia Korinna ne aveva avuto abbastanza del modo in cui gli avversari stavano conducendo quella trattativa e non era disposta a cedere. Le parole del romulano, tuttavia, furono se possibile ancora più difficili da digerire. Korinna non era certo cresciuta nell'Impero Klingon e secondo i valori con i quali si era formata e nei quali in fondo ancora credeva, Maec aveva ragione. Non era quello il modo di condurre un negoziato, non era ciò che suo padre le aveva insegnato, né un modo di utilizzare le sue abilità che il popolo di Betazed avrebbe considerato accettabile. C'era una ragione se non si infiltravano senza permesso nella mente di qualunque alieno incontrassero sulla loro strada e, mentre quel pensiero si insinuava nella mente di Korinna, la donna poté percepire il romulano sfuggire in parte alla sua presa. Ma sebbene avesse intuito cosa intendeva fare e la ragione delle sue parole, la betazoide poteva percepire anche la sua sofferenza; la determinazione con la quale stava cercando di proteggersi non era diversa dalla furia cieca di un animale messo in gabbia.
Quando aveva perso di vista i propri valori al punto da arrivare a manipolare i suoi stessi colleghi e utilizzare le sue abilità per ferire qualcuno? Non rispose alle provocazioni del romulano, ma quello non solo non era un modo onorevole per ottenere informazioni, non era nemmeno giusto. Cautamente allentò la presa sulla mente del romulano, lasciando che lui si rintanasse nuovamente dietro al suo muro di disprezzo. Tuttavia, prima di allontanarsi, era abbastanza certa di aver colto un fondo di sincerità nelle ultime paole di Maec. Mano a mano che lasciava andare il suo controllo sul romulano e cominciava a percepire di nuovo tutti gli altri presenti nella sala, si rese conto che anche nelle parole dell'altra romulana sembrava esserci un inaspettato fondo di verità.
Vixis, nel frattempo, si era messa in posizione di guardia: avevano lasciato le armi prima di entrare nella sala, ma se speravano di liberarsi di loro avrebbero presto scoperto che l'arma più letale su cui un Klingon poteva contare, era semplicemente se stesso. Capitano, penso dovremmo ascoltare i colleghi romulani si intromise Korinna, ricevendo occhiate incredule dai Klingon presenti. Ho l'impressione che ne sappiano quanto noi riguardo a questo tentativo di intrusione precisò, spostando la sua attenzione verso le menti dei delegati di Balduk per cercare di scoprire se fosse stata opera loro. Questa volta, tuttavia, si limitò a sfiorarle appena per accogliere ciò che avrebbero spontaneamente condiviso, più che tentare di estorcere loro informazioni.