24-09-2023, 09:27 AM
The trial never ends
Maec S'Lhoell Romulano
La battaglia mentale lo aveva distaccato un po' dalla realtà. Il suo sguardo era rimasto fisso sul tavolo per qualche secondo mentre si difendeva dall'assalto della donna. Si era chiuso in sé stesso dietro alte mura psichiche e aveva perso percezione del momento presente.
Sospirò improvvisamente al brusco termine del confronto. I suoi occhi tornarono presenti e reattivi e si riscosse un poco senza scomporsi. Il suo sguardo era più stanco rispetto a poco prima, come se si fosse costretto a leggere un centinaio di pagine di un libro in pochi minuti.
Il suo viso fu attraversato da un'ombra di cupa soddisfazione, sotto la quale gli occhi glaciali lampeggiarono di un baluginio di divertimento quando realizzò che la betazoide si stesse ritirando. Quale che fosse la verità, lui era assolutamente convinto che fosse unicamente merito suo, una sua vittoria.
Sollevò lo sguardo, andando a incrociare quello della bionda che lo stava fissando. Restò interdetto, ancora cercando di raccapezzarsi e ritrovare la sua collocazione nello spazio e nel tempo. Poi la guardò intensamente. Aveva qualcosa da dirle, ma non l'avrebbe fatto lì, davanti a tutti.
Andò quindi a richiamare dalla sua memoria a breve termine le ultime parole della conversazione che le sue orecchie a punta avevano registrato senza che le informazioni potessero intaccare la sua concentrazione. La sua voce era nuovamente roca per il silenzio prolungato.
"Come stavamo dicendo... nel difendervi, avete dato una dimostrazione di forza che non è passata inosservata agli occhi della galassia. Al punto che ben tre nazioni hanno deciso di mandarvi le loro delegazioni... e solo due si sono disturbate a passare dalla porta principale." Disse stoico, con una smorfia impercettibile a metà strada fra il sarcasmo e il disappunto.
"Naturalmente condivideremo con voi le prove e le informazioni che siamo riusciti a ottenere... e alla luce di queste, vi inviterò a riflettere in merito alla vostra posizione. Comprendo perfettamente il vostro desiderio di neutralità e indipendenza, ma i popoli della galassia sono molti e variegati... " Scandì con calma, mantenendo la sua postura marziale.
"Alcuni, come vi proverò, sono più inclini al furto e alla violenza che al dialogo..." Disse soave. Probabilmente ogni menzione ai Klingon sarebbe stata frutto della loro fervida immaginazione.
"Temo che sia utopico sperare che tutti rispettino il vostro seppur legittimo diritto di esistere come pianeta libero e al tempo stesso possedere una tecnologia in grado di mettere in difficoltà la flotta Klingon... " Commentò candidamente.
"Senza le spalle forti di un alleato in grado di vigilare efficacemente e con forza per voi, queste intrusioni potranno solo farsi più frequenti e più violente."Disse, schietto e con disarmante tranquillità. Aveva studiato molto per imparare a recitare la sua parte di "semplice" rappresentante del comando centrale romulano e finalmente aveva l'occasione di mettere a frutto quelle competenze.
Per quanto i romulani avessero dieci volti, venti complotti e cento intenti ciascuno, nessuno di essi era trascurato o superficiale nelle loro complesse trame. Neppure la diplomazia.
Sospirò improvvisamente al brusco termine del confronto. I suoi occhi tornarono presenti e reattivi e si riscosse un poco senza scomporsi. Il suo sguardo era più stanco rispetto a poco prima, come se si fosse costretto a leggere un centinaio di pagine di un libro in pochi minuti.
Il suo viso fu attraversato da un'ombra di cupa soddisfazione, sotto la quale gli occhi glaciali lampeggiarono di un baluginio di divertimento quando realizzò che la betazoide si stesse ritirando. Quale che fosse la verità, lui era assolutamente convinto che fosse unicamente merito suo, una sua vittoria.
Sollevò lo sguardo, andando a incrociare quello della bionda che lo stava fissando. Restò interdetto, ancora cercando di raccapezzarsi e ritrovare la sua collocazione nello spazio e nel tempo. Poi la guardò intensamente. Aveva qualcosa da dirle, ma non l'avrebbe fatto lì, davanti a tutti.
Andò quindi a richiamare dalla sua memoria a breve termine le ultime parole della conversazione che le sue orecchie a punta avevano registrato senza che le informazioni potessero intaccare la sua concentrazione. La sua voce era nuovamente roca per il silenzio prolungato.
"Come stavamo dicendo... nel difendervi, avete dato una dimostrazione di forza che non è passata inosservata agli occhi della galassia. Al punto che ben tre nazioni hanno deciso di mandarvi le loro delegazioni... e solo due si sono disturbate a passare dalla porta principale." Disse stoico, con una smorfia impercettibile a metà strada fra il sarcasmo e il disappunto.
"Naturalmente condivideremo con voi le prove e le informazioni che siamo riusciti a ottenere... e alla luce di queste, vi inviterò a riflettere in merito alla vostra posizione. Comprendo perfettamente il vostro desiderio di neutralità e indipendenza, ma i popoli della galassia sono molti e variegati... " Scandì con calma, mantenendo la sua postura marziale.
"Alcuni, come vi proverò, sono più inclini al furto e alla violenza che al dialogo..." Disse soave. Probabilmente ogni menzione ai Klingon sarebbe stata frutto della loro fervida immaginazione.
"Temo che sia utopico sperare che tutti rispettino il vostro seppur legittimo diritto di esistere come pianeta libero e al tempo stesso possedere una tecnologia in grado di mettere in difficoltà la flotta Klingon... " Commentò candidamente.
"Senza le spalle forti di un alleato in grado di vigilare efficacemente e con forza per voi, queste intrusioni potranno solo farsi più frequenti e più violente."Disse, schietto e con disarmante tranquillità. Aveva studiato molto per imparare a recitare la sua parte di "semplice" rappresentante del comando centrale romulano e finalmente aveva l'occasione di mettere a frutto quelle competenze.
Per quanto i romulani avessero dieci volti, venti complotti e cento intenti ciascuno, nessuno di essi era trascurato o superficiale nelle loro complesse trame. Neppure la diplomazia.