19-11-2023, 08:00 AM
Rekon
Tellarite
Rekon ascoltò incuriosito il racconto di Kirk... ovviamente non conosceva i dettagli della missione che aveva portato tutti quei guai con i Triboli nella sua timeline, aveva solo letto la cosa come nota a margine sul perché di un divieto curioso - l'importazione di creature infestanti ma fondamentalmente innocue - e se l'era ricordata.
Trovava curioso come - nonostante l'evoluzione dei loro universi fosse stata così diversa a causa dell'incursione temporale della Narada - certo eventi fossero rimasti sostanzialmente simili. Ricordava di avere letto qualcosa del genere ad un corso di Meccanica temporale...
"Punti focali..." disse infine, ricordando la corretta terminologia utilizzata al corso "Così vengono chiamati i punti di contatto tra più universi, gli elementi che comunque - in un modo o nell'altro - devono avvenire."
Ci pensò un momento, sinceramente perplesso del motivo per cui una scaramuccia sul grano dovrebbe essere stato un nodo indispensabile per lo sviluppo dell'Universo, ma non trovò risposta. Alla fine sentenziò borbottando divertito "Magari questo è stato un punto focale perché ha permesso ai Klingon di scoprire il loro più grande e terribile nemico...delle morbide palette di pelo che mangiano e trillano!"
Il divertimento, comunque, si ridusse quando Kirk gli chiese di lui, della sua esperienza nella Flotta. Non tanto perché non volesse rispondergli o altro, ma perché c'erano stati momenti scuri in tutti quegli anni nello spazio "Io...beh, diciamo che anch'io mi sono fatto i miei trenta e passa anni nello spazio, Capitano."
Sì massaggiò la barba ingrigita, aggiungendo "Ci sono stati momenti difficili, in cui è servito arrangiarsi. Sono stato in prima fila durante due Guerre e ho altrettante inutili croci d'argento appese ad un quadretto a commemorarle. Ma la differenza vera la fai quando sei lì fuori..."
Ripensò ai tanti eventi che aveva visto, cercandone uno che potesse essere interessante raccontare "Una volta - ero uno sbarbatello appena uscito dall'Accademia - tentammo il recupero di uno yacht che si era schiantato sotto la calotta polare di un pianeta per un errore nell'uscita dalla curvatura. Un incubo di situazione: la navetta era sott'acqua e stava insieme a fede e bestemmie, quindi non potevamo recuperarla col raggio traente. Il teletrasporto era inutilizzabile per via del campo magnetico del pianeta, che stava facendo se**o selvaggio con una vampata solare e faceva impazzire i sensori..."
Erano passati trent'anni, ma lo ricordava come fosse ieri: era la navetta di un ammiraglio e la pressione era alle stelle "Alla fine siamo scesi con una navetta sott'acqua, ma c'era talmente tanto ghiaccio che era impossibile avvicinarsi abbastanza da stendere un condotto di collegamento. Ho dovuto prendere una tuta spaziale, saldarci attorno un esoscheletro di rinforzo ed usarla come tuta da sub per raggiungere la navetta a cavalcioni di una sonda modificata per essere guidata...ero ridicolo, ma a bordo trovammo una bambina ancora viva e riuscimmo a portarla in salvo con degli intensificatore di teletrasporto..."
Quella bambina, oggi, era diventata un Ammiraglio tra i più rispettati, nientemeno. Ma questo non era poi così importante...
"Comunque non ho solo scorrazzato nello spazio. Ho partecipato ad una task force per il rammodernamento della Flotta quando ero più giovane e - per un po' - ho anche lavorato ai cantieri spaziali e insegnato ingegneria all'Università di Miracht Prime. Ma alla fine son tornato nello spazio dopo un periodo di congedo...e son finito qui prima ancora di raggiungere la mia nave...!"
E rise, perché sinceramente non c'era molto altro da fare un quella situazione...