08-01-2024, 05:47 PM
Where I come from, if someone
saves your life, you don't stab them in the back.
James T. Kirk | Human
Jim annuì distrattamente alla proposta di Joanna sì, buona idea. convenne, concedendole un paio di secondi di attenzione prima di spostare lo sguardo verso la squadra di ingegneri: Anderson, voi siete i prossimi. annunciò in direzione di un uomo sulla cinquantina, che portava sull'uniforme rossa il grado di tenente. ... raggiungete la stazione e iniziate le riparazioni appena siete pronti. Non voglio dovermi fermare su quel pianeta un minuto più del necessario. precisò. L'uomo mosse un cenno di assenso, anche perché era sceso sul pianeta anche con la squadra precedente e dopo aver incontrato le strane creature che li avevano inseguiti, l'idea di fermarsi a prendere un tè con loro non rientrava certo tra le sue priorità. Senza perdere un solo istante l'uomo si posizionò sulla piattaforma per il teletrasporto, subito imitato dai suoi colleghi. Fu in quel momento che il comunicatore di Jim trillò per annunciare una comunicazione di arrivo.
L'area è sicura, Capitano: al momento non rileviamo nessuna traccia dei cumuli di sabbia e noi siamo in posizione. lo informò Gerstman con voce tranquilla: era evidente che per l'ufficiale della sicurezza si trattava di una semplice operazione di routine, come per molti altri dei presenti. Bene, arriviamo. Kirk chiudo. rispose il capitano, per poi fissare nuovamente il comunicatore alla propria cintura mentre dava istruzioni al tecnico di teletrasportare sul pianeta anche la squadra di ingegneri. Il caos di uniformi colorate che fino a pochi istanti prima affollava la piccola sala del teletrasporto si era ormai ridotto drasticamente. Solo Uhura e la giovane McCoy erano rimaste indietro. Signore... disse Jim con un sorriso cordiale, invitandole con un cenno a seguirlo verso la piattaforma. Attese qualche istante perché tutti fossero in posizione prima di segnalare nuovamente al tecnico che poteva procedere.
Si materializzarono pochi istanti dopo sul pianeta. Il sole era alto all'orizzonte e la temperatura era gradevole. Ciò nonostante il territorio circostante era brullo, con qualche basso arbusto che spuntava con poca convinzione qua e là dal terreno rossiccio. La squadra di ingegneri era poco più avanti: dopo aver recuperato il loro materiale, gli uomini si erano avviati a passo deciso verso la stazione di rilevazione: una struttura completamente automatizzava che, all'interno delle proprie sale, ospitava solo sonde e computer. Le forme austere dell'edificio lasciavano intuire che lo scopo dei progettisti non era certo trasformarla in una rinomata località turistica, ma si trattava certamente di una struttura funzionale e di una certa imponenza. Gerstman, rimanga qui con la sua squadra. Mi avverta immediatamente se nota movimenti sospetti. ordinò. Ad onor del vero, qualunque movimento sarebbe dovuto risultare sospetto visto che, almeno secondo le informazioni in loro possesso, l'intero pianeta avrebbe dovuto essere disabitato.
Bedny, Collignon, Uhura e McCoy con me. aggiunse, avviandosi al seguito della squadra di ingegneri, con tutta l'intenzione di andare a controllare di persona il procedere dei lavori. Solo quando ebbero raggiunto l'ingresso della struttura si fermò un istante per guardarsi attorno. McCoy, ancora nessuna traccia dei cumuli di sabbia? volle accertarsi prima di entrare.
L'area è sicura, Capitano: al momento non rileviamo nessuna traccia dei cumuli di sabbia e noi siamo in posizione. lo informò Gerstman con voce tranquilla: era evidente che per l'ufficiale della sicurezza si trattava di una semplice operazione di routine, come per molti altri dei presenti. Bene, arriviamo. Kirk chiudo. rispose il capitano, per poi fissare nuovamente il comunicatore alla propria cintura mentre dava istruzioni al tecnico di teletrasportare sul pianeta anche la squadra di ingegneri. Il caos di uniformi colorate che fino a pochi istanti prima affollava la piccola sala del teletrasporto si era ormai ridotto drasticamente. Solo Uhura e la giovane McCoy erano rimaste indietro. Signore... disse Jim con un sorriso cordiale, invitandole con un cenno a seguirlo verso la piattaforma. Attese qualche istante perché tutti fossero in posizione prima di segnalare nuovamente al tecnico che poteva procedere.
Si materializzarono pochi istanti dopo sul pianeta. Il sole era alto all'orizzonte e la temperatura era gradevole. Ciò nonostante il territorio circostante era brullo, con qualche basso arbusto che spuntava con poca convinzione qua e là dal terreno rossiccio. La squadra di ingegneri era poco più avanti: dopo aver recuperato il loro materiale, gli uomini si erano avviati a passo deciso verso la stazione di rilevazione: una struttura completamente automatizzava che, all'interno delle proprie sale, ospitava solo sonde e computer. Le forme austere dell'edificio lasciavano intuire che lo scopo dei progettisti non era certo trasformarla in una rinomata località turistica, ma si trattava certamente di una struttura funzionale e di una certa imponenza. Gerstman, rimanga qui con la sua squadra. Mi avverta immediatamente se nota movimenti sospetti. ordinò. Ad onor del vero, qualunque movimento sarebbe dovuto risultare sospetto visto che, almeno secondo le informazioni in loro possesso, l'intero pianeta avrebbe dovuto essere disabitato.
Bedny, Collignon, Uhura e McCoy con me. aggiunse, avviandosi al seguito della squadra di ingegneri, con tutta l'intenzione di andare a controllare di persona il procedere dei lavori. Solo quando ebbero raggiunto l'ingresso della struttura si fermò un istante per guardarsi attorno. McCoy, ancora nessuna traccia dei cumuli di sabbia? volle accertarsi prima di entrare.