TFB In cerca di conforto
#1

It's nice to have a family.

Carol Marcus Umana

Le luci soffuse dei corridoi dell'Enterprise non facevano altro che amplificare il tumulto dei miei pensieri. Quella sera, la quiete apparente della nave contrastava fortemente con la tempesta emotiva che si agitava nel mio petto. Mi trovavo di fronte alla porta di Jo McCoy, con la mano sospesa a mezz'aria, esitante. Avevo riflettuto a lungo su questo momento, su come avrei potuto avvicinarmi a Jo. Sapeva della mia gravidanza, un segreto che ancora mi pesava sul cuore, una rivelazione che avevo condiviso con pochissimi. Eppure, in quel frangente di vulnerabilità, avevo sentito che Jo potesse essere l'unica persona capace di comprendere davvero le mie apprensioni e forse, solo forse, di offrirmi il conforto di cui avevo disperatamente bisogno.Era strano pensare a quanto fossi diventata riservata su questo argomento, considerando la mia natura usualmente aperta e combattiva. La mia carriera, la mia vita erano state sempre guidate da un'ambizione fiera e da una tenacia che raramente mi avevano vista indietreggiare di fronte alle sfide. Eppure, questa volta, mi sentivo come se stessi navigando in acque totalmente sconosciute, senza una mappa o una bussola che mi guidasse. Respirando profondamente, ho premuto il campanello, il suono echeggiante nel silenzio come un tamburo nel vuoto dello spazio. Il tempo tra il mio gesto e l'apertura della porta mi sembrò eterno, un abisso temporale in cui ogni secondo si dilatava, carico di ansia e speranza.
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#2

Joanna McCoy

Human

Stava leggendo un libro sul suo PADD, qualcosa di leggero per potersi rilassare dato che era il suo giorno libero; non amava molto dedicarsi a fatti inerenti il suo lavoro anche durante le pause anche se non era proprio raro vederla leggere anche qualche articolo scientifico. C’erano momenti però in cui Jo aveva bisogno di una pausa, amava il suo lavoro e trovava davvero interessante la medicina in tutte le sue forme ma era una di quelle persone che credeva che avere altri hobbies fosse importante e che distrarsi aiutasse a fare meglio il proprio lavoro.
Era così immersa nella lettura che sobbalzò sorpresa quando sentì il suo campanello del suo alloggiò; non si aspettava una visita in quel momento ed era piuttosto confusa ma una volta chiesto al computer di identificare il suo ospite si rilassò.
Avanti! 

Invitò Carol a entrare, lasciò il suo letto mentre chiese al sistema di aprire le porte per la donna; sorrise all’amica indicandole il replicatore.
Ciao Carol! Ti va una tisana? Stavo pensando a qualcosa allo zenzero.
Lo zenzero era molto d’aiuto durante la gravidanza e per questo le venne spontaneo proporlo, inoltre aveva molte altre funzioni utili e Joanna apprezzava il suo sapore speziato. La sua conoscenza nelle tisane non era solo legata al suo lavoro d’infermiera, la giovane McCoy aveva una vera passione per le tisane; amava farsi qualcosa di caldo la sera prima di andare a dormire e a volte le beveva anche in mezzo alla giornata.
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#3

It's nice to have a family.

Carol Marcus Umana

Non appena Jo mi invitò a entrare, il calore della sua accoglienza mi fece sorridere.
«Ciao!» risposi con un sorriso, cercando di mascherare l'agitazione che mi aveva spinta a cercarla. Mi fermai un attimo sulla soglia, colpita dalla normalità della scena che mi si presentava davanti, così distante dai pensieri che mi avevano condotto fin lì.
«Sì, una tisana allo zenzero sarebbe perfetta, grazie. Mi dispiace se ti sto disturbando» ammisi. Era evidente che avevo interrotto un momento di relax, e il senso di colpa per la mia intrusione mi fece sentire a disagio. I miei occhi caddero quasi subito sul PADD posato sul letto, lo schermo ancora acceso.

«Grazie mille per avermi accolta. Spero di non disturbarti, ho visto che stavi leggendo... Cosa stai leggendo, se posso chiedere?» chiesi con genuina curiosità. Guardai ancora per un istante il PADD, curiosa di sapere quale fosse la sua lettura scelta per rilassarsi. Era una delle cose che ammiravo di lei: la sua capacità di mantenere un equilibrio tra il dovere e il piacere, qualcosa che spesso trovavo difficile da emulare nella mia vita frenetica, dato che il mio piacere... beh assomigliava terribilmente al mio dovere. Insomma: il progetto Genesis, che era partito tutto come sfida e curiosità, stava rosicchiando sempre più della mia vita privata oltre che lavorativa, ma ora che avevo il bambino... dovevo sicuramente rivedere le mie priorità,
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