11-01-2024, 10:56 AM
Where I come from, if someone
saves your life, you don't stab them in the back.
James T. Kirk | Human
Jim lanciò un'occhiata in direzione dell'orizzonte. Era molto improbabile che, con il suo sguardo, potesse cogliere qualcosa che nemmeno il tricorder di Joanna era in grado di rilevare, ma quell'apparente tranquillità aveva tutta l'aria di essere la quiete che precede la tempesta. Non sapeva bene cosa gli desse quella sensazione, ma non riusciva nemmeno a togliersi dalla mente l'idea che di lì a poco sarebbe successo qualcosa. D'accordo. Mi informi se la situazione dovesse cambiare. rispose all'infermiera, prima di decidersi ad infilarsi all'interno della struttura con tutti gli altri al seguito.
La planimetria dell'edificio era relativamente semplice: un lungo corridoio, largo un paio di metri, correva perpendicolare all'ingresso. Da lì si poteva accedere a diverse stanze, sulle quali una serie di targette identificavano laconicamente cosa si trovasse all'interno. Jim si avviò verso destra, superando una stanza targata "generatore" e poi una seconda la cui targhetta doveva essersi staccata e si trovava ora chissà dove, prima di raggiungerne una terza, la cui porta era aperta. All'interno gli ingegneri si erano già messi al lavoro: uno dopo l'altro avevano disposto a terra i loro strumenti e si apprestavano ormai ad iniziare le riparazioni. Anderson, quanto le serve per completare il lavoro? si informò Jim, avvicinandosi per dare un'occhiata alle console danneggiate.
Quindici, al massimo venti minuti per accedere ai pannelli e sostituire le parti danneggiate, ma ricalibrare tutti i sensori richiederà almeno un'ora. rispose l'ingegnere spostando rapidamente lo sguardo tra il capitano e il resto della sua squadra mentre controllava che tutti i preparativi si svolgessero come programmato. Procedete. decise Jim, rivolendogli un cenno di assenso: era molto probabile che le strane creature che abitavano il pianeta si sarebbero manifestate prima di allora ma, nonostante il loro aspetto inquietante, non poteva certo dire che nel corso del loro precedente incontro si fossero dimostrate una minaccia, né aveva motivo di ritenere che potessero ostacolare in alcun modo le loro riparazioni. Solo una sensazione indefinita sembrava volergli suggerire il contrario. Bedny, rimanga qui con loro. disse ad uno dei due ufficiali della sicurezza, mentre usciva nuovamente verso il corridoio.
Mano a mano che ci si allontanava dall'ingresso, il corridoio si faceva sempre più scuro. Il sensore che rilevava la presenza di esseri umani all'interno della stazione doveva essere stato danneggiato assieme agli altri e Jim fu costretto ad accendere la sua torcia per guardarsi attorno. Uhura, McCoy, datemi una mano: dovrebbe esserci un archivio da qualche parte disse, illuminando la targetta su una delle porte, che riportava la scritta "deposito". Fece un altro passo e all'improvviso la luce del corridoio si accese con un forte rumore di statica. Sfarfallò un istante e poi si spense di nuovo. Forse dovremmo riparare anche le luci prima che facciano venire un infarto a qualcuno scherzò il capitano.
La planimetria dell'edificio era relativamente semplice: un lungo corridoio, largo un paio di metri, correva perpendicolare all'ingresso. Da lì si poteva accedere a diverse stanze, sulle quali una serie di targette identificavano laconicamente cosa si trovasse all'interno. Jim si avviò verso destra, superando una stanza targata "generatore" e poi una seconda la cui targhetta doveva essersi staccata e si trovava ora chissà dove, prima di raggiungerne una terza, la cui porta era aperta. All'interno gli ingegneri si erano già messi al lavoro: uno dopo l'altro avevano disposto a terra i loro strumenti e si apprestavano ormai ad iniziare le riparazioni. Anderson, quanto le serve per completare il lavoro? si informò Jim, avvicinandosi per dare un'occhiata alle console danneggiate.
Quindici, al massimo venti minuti per accedere ai pannelli e sostituire le parti danneggiate, ma ricalibrare tutti i sensori richiederà almeno un'ora. rispose l'ingegnere spostando rapidamente lo sguardo tra il capitano e il resto della sua squadra mentre controllava che tutti i preparativi si svolgessero come programmato. Procedete. decise Jim, rivolendogli un cenno di assenso: era molto probabile che le strane creature che abitavano il pianeta si sarebbero manifestate prima di allora ma, nonostante il loro aspetto inquietante, non poteva certo dire che nel corso del loro precedente incontro si fossero dimostrate una minaccia, né aveva motivo di ritenere che potessero ostacolare in alcun modo le loro riparazioni. Solo una sensazione indefinita sembrava volergli suggerire il contrario. Bedny, rimanga qui con loro. disse ad uno dei due ufficiali della sicurezza, mentre usciva nuovamente verso il corridoio.
Mano a mano che ci si allontanava dall'ingresso, il corridoio si faceva sempre più scuro. Il sensore che rilevava la presenza di esseri umani all'interno della stazione doveva essere stato danneggiato assieme agli altri e Jim fu costretto ad accendere la sua torcia per guardarsi attorno. Uhura, McCoy, datemi una mano: dovrebbe esserci un archivio da qualche parte disse, illuminando la targetta su una delle porte, che riportava la scritta "deposito". Fece un altro passo e all'improvviso la luce del corridoio si accese con un forte rumore di statica. Sfarfallò un istante e poi si spense di nuovo. Forse dovremmo riparare anche le luci prima che facciano venire un infarto a qualcuno scherzò il capitano.