15-03-2024, 01:54 PM
Challenge your preconceptions, or they will challenge you.
Syvar S'chn R'xun Vulcaniano
Syvar stava cominciando a rendersi conto che tutte le sue conoscenze, di cui era orgoglioso, non potevano aiutarlo ad affrontare quello specifico problema. Cos'erano le emozioni? Gli era stato insegnato a sfruttarle ed incanalarle nella tipica violenza romulana. Una via che da tempo aveva riconosciuto errata. Eppure non c'era modo per lui di convertirsi alla via vulcaniana, troppo radicale nella sua soppressione delle emozioni. Lui era un essere vivente, non una macchina. Le sue emozioni, per quanto dolorose, erano la dimostrazione che lui era vivo. Sentire una vulcaniana spiegare l'importanza di comprenderle era illuminante.
Ho sempre guardato il problema dal lato sbagliato. Disse, la comprensione che si faceva strada in lui. Non sono mai riuscito ad approvare il lato radicale della Logica di Surak, ma non tutti i vulcaniani raggiungono il Kolinahr. Al posto di concentrarmi sulle scritture, dovrei vedere come il popolo vulcaniano le applica... ed integrare il tutto con la mia personale esperienza. Syvar era un antropologo, quindi anche la soluzione adatta a lui era di natura antropologica. Lui non aveva intenzione di diventare un monaco, quindi non aveva bisogno di applicare fino in fondo le parole dell'antico vulcaniano causa della diaspora romulana. Quello che gli serviva era trovare un equilibrio tra il suo lato romulano e il suo lato vulcaniano. Trovare equilibrio, e pace.
Non gli piaceva l'idea ma, se voleva veramente raggiungere la pace interiore, un percorso da uno specialista era da valutare. Aprirsi con uno psicologo o uno psichiatra non era mai stata un'opzione, considerando i segreti che portava con lui ma immaginava che il governo vulcaniano avrebbe potuto offrirgli qualcuno di fidato con cui potesse parlare liberamente. Un qualcuno appartenente alla V'Shar, molto probabilmente, ma a quel punto a Syvar importava poco. Qualsiasi informazione in suo possesso che potesse danneggiare l'Impero Romulano era ormai obsoleta. Tranne forse l'identità del suo padre adottivo, ma anche quel punto era risolvibile: gli bastava dire che si trattava di un ufficiale di alto grado nella Tal Shiar. Non l'intera verità, ma nemmeno una menzogna.
Quindi meditazione, incontro con uno psichiatra e discussioni sulla Logica per trovare un equilibrio nelle sue emozioni. Anche analizzare la questione da un punto di vista umano, come suggerito da T'Dal, era promettente... ma Syvar non era sicuro di poter reggere alle conseguenze di chiedere alla Flotta Stellare una consulenza psichiatrica: quelle obbligatorie per il suo lavoro all'Accademia non si erano rivelate un grosso problema, ma qui si parlava di una consulenza approfondita che avrebbe toccato punti delicati del suo passato. La Flotta già sapeva chi era lui, ma fino a che punto? Non ci teneva particolarmente a partecipare ad un incontro con uno 'psicologo' dell'Intelligence di Flotta. Per qualche assurda ragione, la V'Shar lo spaventava meno.
Ma, al momento, non era quello il vero problema. O forse sì? Sua madre viveva - ok, era letteralmente prigioniera - a Ki Baratan da anni. Qualche tempo in più non avrebbe fatto alcuna differenza. Se lui si fosse mosso senza essere adeguatamente preparato, non solo non l'avrebbe salvata ma sarebbe finito ad aver bisogno lui stesso di un salvataggio. Non poteva permettersi di farsi trascinare dai sensi di colpa, doveva mantenere il sangue freddo. Parlare con te mi ha davvero aiutato. Ho dei contatti su Romulus (o forse avevo?) e stavo considerando se utilizzarli... ma ora mi rendo conto che non stavo pensando lucidamente. Ti ringrazio sinceramente, potresti avermi salvato la vita. Forse era un esagerazione, forse no. Le vicende passate avevano già stabilito che per Maiek lui era in primis una pedina. Questo non significava che il suo padre adottivo non tenesse a lui, ma Syvar non era sicuro di voler scoprire fino a che punto. ...ma credo di aver tolto fin troppo tempo al nostro pasto. Mangiamo, prima che si raffreddi.
C'era ancora tanto da considerare ma Syvar non voleva gravare più di così su T'Dal. Per il momento avrebbe cercato di distrarsi e assaporare il cibo de L'Oasi. Il giorno seguente, si sarebbe messo al lavoro. Avrebbe riportato a casa sua madre, a costo di incorrere nell'ira di Maiek.
Ho sempre guardato il problema dal lato sbagliato. Disse, la comprensione che si faceva strada in lui. Non sono mai riuscito ad approvare il lato radicale della Logica di Surak, ma non tutti i vulcaniani raggiungono il Kolinahr. Al posto di concentrarmi sulle scritture, dovrei vedere come il popolo vulcaniano le applica... ed integrare il tutto con la mia personale esperienza. Syvar era un antropologo, quindi anche la soluzione adatta a lui era di natura antropologica. Lui non aveva intenzione di diventare un monaco, quindi non aveva bisogno di applicare fino in fondo le parole dell'antico vulcaniano causa della diaspora romulana. Quello che gli serviva era trovare un equilibrio tra il suo lato romulano e il suo lato vulcaniano. Trovare equilibrio, e pace.
Non gli piaceva l'idea ma, se voleva veramente raggiungere la pace interiore, un percorso da uno specialista era da valutare. Aprirsi con uno psicologo o uno psichiatra non era mai stata un'opzione, considerando i segreti che portava con lui ma immaginava che il governo vulcaniano avrebbe potuto offrirgli qualcuno di fidato con cui potesse parlare liberamente. Un qualcuno appartenente alla V'Shar, molto probabilmente, ma a quel punto a Syvar importava poco. Qualsiasi informazione in suo possesso che potesse danneggiare l'Impero Romulano era ormai obsoleta. Tranne forse l'identità del suo padre adottivo, ma anche quel punto era risolvibile: gli bastava dire che si trattava di un ufficiale di alto grado nella Tal Shiar. Non l'intera verità, ma nemmeno una menzogna.
Quindi meditazione, incontro con uno psichiatra e discussioni sulla Logica per trovare un equilibrio nelle sue emozioni. Anche analizzare la questione da un punto di vista umano, come suggerito da T'Dal, era promettente... ma Syvar non era sicuro di poter reggere alle conseguenze di chiedere alla Flotta Stellare una consulenza psichiatrica: quelle obbligatorie per il suo lavoro all'Accademia non si erano rivelate un grosso problema, ma qui si parlava di una consulenza approfondita che avrebbe toccato punti delicati del suo passato. La Flotta già sapeva chi era lui, ma fino a che punto? Non ci teneva particolarmente a partecipare ad un incontro con uno 'psicologo' dell'Intelligence di Flotta. Per qualche assurda ragione, la V'Shar lo spaventava meno.
Ma, al momento, non era quello il vero problema. O forse sì? Sua madre viveva - ok, era letteralmente prigioniera - a Ki Baratan da anni. Qualche tempo in più non avrebbe fatto alcuna differenza. Se lui si fosse mosso senza essere adeguatamente preparato, non solo non l'avrebbe salvata ma sarebbe finito ad aver bisogno lui stesso di un salvataggio. Non poteva permettersi di farsi trascinare dai sensi di colpa, doveva mantenere il sangue freddo. Parlare con te mi ha davvero aiutato. Ho dei contatti su Romulus (o forse avevo?) e stavo considerando se utilizzarli... ma ora mi rendo conto che non stavo pensando lucidamente. Ti ringrazio sinceramente, potresti avermi salvato la vita. Forse era un esagerazione, forse no. Le vicende passate avevano già stabilito che per Maiek lui era in primis una pedina. Questo non significava che il suo padre adottivo non tenesse a lui, ma Syvar non era sicuro di voler scoprire fino a che punto. ...ma credo di aver tolto fin troppo tempo al nostro pasto. Mangiamo, prima che si raffreddi.
C'era ancora tanto da considerare ma Syvar non voleva gravare più di così su T'Dal. Per il momento avrebbe cercato di distrarsi e assaporare il cibo de L'Oasi. Il giorno seguente, si sarebbe messo al lavoro. Avrebbe riportato a casa sua madre, a costo di incorrere nell'ira di Maiek.