18-03-2024, 08:21 PM
It's nice to have a family.
Carol Marcus Umana
Mentre Jim delineava la possibilità di una promozione e di un trasferimento sulla Terra, una parte di me si accese alla prospettiva di un nuovo inizio, di una vita potenzialmente più sicura per il nostro bambino. Tuttavia, mentre parlava, un pensiero sempre più insistente prese forma nella mia mente, un pensiero che avrei voluto condividere con lui prima che l'allarme rosso squarciasse il silenzio del nostro dialogo.
«Jim, non ti ci vedo ad essere un ammiraglio, non in questo momento» avrei voluto dirgli, per quanto l'offerta fosse allettante, sapevo in cuor mio che non poteva, era stato chiaro prima, ma pensavo che non dovevamo abbandonare tutto ciò per cui avevamo lavorato, per cui avevamo vissuto fino a quel momento. Non era ancora pronto a lasciare l'Enterprise, la sua scelta di scusarsi e di correre verso la plancia, nonostante il momento delicato che stavamo condividendo, evidenziava il suo senso del dovere, la sua dedizione a quella nave e al suo equipaggio. «Non voglio che lo faccia, non per questo. Troveremo insieme come affrontare la situazione, qualunque essa sia.» dissi a nessuno in particolare, dato che le circostanze ci separarono prima che potessi esprimere questi sentimenti. Rimasi lì, ad aspettarlo, seduta dove mi trovavo e attesi.
Mi appisolai un istante e al mio risveglio Jim non era ancora tornato. Mi dissi che era passato molto tempo da quando era salito in plancia. Avevo fame, certo, ma potevo aspettare ancora un po' a cenare come avevamo pianificato. In caso, lo avrei chiamato, e se la situazione in plancia fosse stata ancora un caos, avrei cenato da sola e avremmo trovato un altro giorno per discutere di tutto.
La decisione di aspettare, di concedergli il tempo di cui aveva bisogno, era un riflesso della fiducia e del rispetto che avevamo l'uno per l'altro. Sapevo che, nonostante le sfide che ci attendevano, avremmo trovato il modo di superarle, insieme. Nel silenzio del suo alloggio, circondata dai ricordi e dalle speranze per il futuro, mi sentivo pronta ad affrontare qualsiasi cosa, purché fossimo insieme.
«Jim, non ti ci vedo ad essere un ammiraglio, non in questo momento» avrei voluto dirgli, per quanto l'offerta fosse allettante, sapevo in cuor mio che non poteva, era stato chiaro prima, ma pensavo che non dovevamo abbandonare tutto ciò per cui avevamo lavorato, per cui avevamo vissuto fino a quel momento. Non era ancora pronto a lasciare l'Enterprise, la sua scelta di scusarsi e di correre verso la plancia, nonostante il momento delicato che stavamo condividendo, evidenziava il suo senso del dovere, la sua dedizione a quella nave e al suo equipaggio. «Non voglio che lo faccia, non per questo. Troveremo insieme come affrontare la situazione, qualunque essa sia.» dissi a nessuno in particolare, dato che le circostanze ci separarono prima che potessi esprimere questi sentimenti. Rimasi lì, ad aspettarlo, seduta dove mi trovavo e attesi.
Mi appisolai un istante e al mio risveglio Jim non era ancora tornato. Mi dissi che era passato molto tempo da quando era salito in plancia. Avevo fame, certo, ma potevo aspettare ancora un po' a cenare come avevamo pianificato. In caso, lo avrei chiamato, e se la situazione in plancia fosse stata ancora un caos, avrei cenato da sola e avremmo trovato un altro giorno per discutere di tutto.
La decisione di aspettare, di concedergli il tempo di cui aveva bisogno, era un riflesso della fiducia e del rispetto che avevamo l'uno per l'altro. Sapevo che, nonostante le sfide che ci attendevano, avremmo trovato il modo di superarle, insieme. Nel silenzio del suo alloggio, circondata dai ricordi e dalle speranze per il futuro, mi sentivo pronta ad affrontare qualsiasi cosa, purché fossimo insieme.