24-03-2024, 08:54 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 24-03-2024, 08:58 PM da T'Dal.)
Logic is the beginning of wisdom, not the end of it
T'Dal Zayrus Vulcaniana
Era ormai diventata una consuetudine, una prassi quasi attesa, quella di accompagnare mio fratello maggiore, Elieth, attraverso l'universo per portarlo ai suoi vari impegni. Non potevo fare a meno di chiedermi se, in qualche remoto angolo della sua mente vulcaniana, non ci avesse preso un certo gusto. Nonostante il nostro addestramento e la nostra cultura ci insegnassero a tenere a bada le emozioni, una parte di me - forse quella più umana, ereditata da nostra madre - era felice di passare più tempo con lui. Il ruolo di capitano della USS Saratoga mi offriva questa possibilità, unendo il dovere al piacere fraterno.
Mentre Elieth si preparava per un altro dei suoi incarichi diplomatici, riflettevo sulle peculiarità di questa nostra dinamica. «Ti sei mai chiesto, Elieth, se questo continuo girare per l'universo alla fine ti abbia reso, in un certo senso, dipendente dall'adrenalina delle negoziazioni?» gli chiesi, mentre osservavamo insieme le stelle dal ponte di comando.
Elieth, con quella sua tipica espressione seria, mi guardò. «T'Dal, come ben sai, un Vulcaniano sceglie la via della logica. Tuttavia, non posso negare che ci sia un certo... apprezzamento nel confrontarsi con nuove culture e nel tessere la pace tra civiltà diverse. È un compito che trovo, a mio modo, gratificante.» ammise continuando a guardare le stelle.
«Gratificante» ripetei, come assaporando la parola e ci guardammo negli occhi un istante dopo. Era un gioco che facevamo da bambini e mio fratello alzò un sopracciglio, era bello continuare in qualche modo a stuzzicare mio fratello maggiore. Ora che ero più felice grazie alla mia relazione con Dakona, anche il mio rapporto con i miei fratelli maggiori e mia madre era decisamente migliorato. Era interessante osservare come, nonostante la nostra dedizione alla logica, trovassimo entrambi una certa soddisfazione nelle nostre rispettive carriere - lui nell'ambito diplomatico e io in quello esplorativo e di comando.
La conversazione fu interrotta dall'arrivo di un messaggio dal ponte di comando. «Capitano, siamo in posizione per stabilire un canale di comunicazione con l'Enterprise. Ci stanno chiamando.» annunciò l'addetto.
«Apra il canale di comunicazione, tenente.» ordinai, preparandomi mentalmente per la comunicazione imminente.
Non appena il canale fu stabilito, mi presentai con la calma e la dignità che mi contraddistingueva. «Capitano Kirk, grazie per il benvenuto. Io sono T'Dal, capitano della USS Saratoga. Sono accompagnata dall'ambasciatore Elieth, che è stato incaricato di prendere il posto dell'ambasciatore M'Saar, attualmente indisposto. Siamo stati informati che le condizioni del precedente ambasciatore sono gravi. A nome mio e dell'equipaggio della Saratoga, vorrei offrire qualsiasi assistenza di cui potreste avere bisogno in questo momento difficile» dissi facendo un cenno verso mio fratello maggiore che era in piedi al mio fianco.
Era fondamentale per me esprimere non solo la nostra disponibilità ad assistere, ma anche il profondo senso di comunità e supporto che lega i membri della Federazione, specialmente in momenti di crisi. Elieth era in piedi al mio fianco, pronto ad assumere le responsabilità del suo incarico con la serenità e la saggezza che lo caratterizzavano.
Così, in attesa di una risposta dal capitano della Enterprise, riflettevo su quanto fosse prezioso il tempo trascorso con Elieth, su quanto le nostre missioni congiunte rafforzassero non solo il legame fraterno ma anche il nostro impegno verso la pace e l'armonia nell'universo. Era un onore e un dovere che portavamo avanti con dedizione, consapevoli del ruolo che ognuno di noi aveva nel tessuto della Federazione.
Mentre Elieth si preparava per un altro dei suoi incarichi diplomatici, riflettevo sulle peculiarità di questa nostra dinamica. «Ti sei mai chiesto, Elieth, se questo continuo girare per l'universo alla fine ti abbia reso, in un certo senso, dipendente dall'adrenalina delle negoziazioni?» gli chiesi, mentre osservavamo insieme le stelle dal ponte di comando.
Elieth, con quella sua tipica espressione seria, mi guardò. «T'Dal, come ben sai, un Vulcaniano sceglie la via della logica. Tuttavia, non posso negare che ci sia un certo... apprezzamento nel confrontarsi con nuove culture e nel tessere la pace tra civiltà diverse. È un compito che trovo, a mio modo, gratificante.» ammise continuando a guardare le stelle.
«Gratificante» ripetei, come assaporando la parola e ci guardammo negli occhi un istante dopo. Era un gioco che facevamo da bambini e mio fratello alzò un sopracciglio, era bello continuare in qualche modo a stuzzicare mio fratello maggiore. Ora che ero più felice grazie alla mia relazione con Dakona, anche il mio rapporto con i miei fratelli maggiori e mia madre era decisamente migliorato. Era interessante osservare come, nonostante la nostra dedizione alla logica, trovassimo entrambi una certa soddisfazione nelle nostre rispettive carriere - lui nell'ambito diplomatico e io in quello esplorativo e di comando.
La conversazione fu interrotta dall'arrivo di un messaggio dal ponte di comando. «Capitano, siamo in posizione per stabilire un canale di comunicazione con l'Enterprise. Ci stanno chiamando.» annunciò l'addetto.
«Apra il canale di comunicazione, tenente.» ordinai, preparandomi mentalmente per la comunicazione imminente.
Non appena il canale fu stabilito, mi presentai con la calma e la dignità che mi contraddistingueva. «Capitano Kirk, grazie per il benvenuto. Io sono T'Dal, capitano della USS Saratoga. Sono accompagnata dall'ambasciatore Elieth, che è stato incaricato di prendere il posto dell'ambasciatore M'Saar, attualmente indisposto. Siamo stati informati che le condizioni del precedente ambasciatore sono gravi. A nome mio e dell'equipaggio della Saratoga, vorrei offrire qualsiasi assistenza di cui potreste avere bisogno in questo momento difficile» dissi facendo un cenno verso mio fratello maggiore che era in piedi al mio fianco.
Era fondamentale per me esprimere non solo la nostra disponibilità ad assistere, ma anche il profondo senso di comunità e supporto che lega i membri della Federazione, specialmente in momenti di crisi. Elieth era in piedi al mio fianco, pronto ad assumere le responsabilità del suo incarico con la serenità e la saggezza che lo caratterizzavano.
Così, in attesa di una risposta dal capitano della Enterprise, riflettevo su quanto fosse prezioso il tempo trascorso con Elieth, su quanto le nostre missioni congiunte rafforzassero non solo il legame fraterno ma anche il nostro impegno verso la pace e l'armonia nell'universo. Era un onore e un dovere che portavamo avanti con dedizione, consapevoli del ruolo che ognuno di noi aveva nel tessuto della Federazione.