02-04-2024, 08:50 AM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 02-04-2024, 08:51 AM da T'Dal.)
Logic is the beginning of wisdom, not the end of it
T'Dal Zayrus Vulcaniana
Il tenente, con una calma forgiata nelle innumerevoli esercitazioni e situazioni critiche, riportò il messaggio ricevuto da Uhura, inducendo immediatamente un senso di allerta sul ponte di comando della Saratoga.
«Attivare l'allarme rosso» ordinai senza esitazione. La luce rossa sostituì in un istante l’allarme giallo e diede le consuete ombre che se fossi stata umana avrei trovato quasi inquietanti. Gli scudi vennero innalzati al massimo, in un tentativo di prepararci al meglio contro un nemico invisibile. La risposta al nostro stato di prontezza non tardò ad arrivare: un colpo violento scosse la nave, un attacco inaspettato, dato che nessun nemico era visibile sui nostri sensori.
I membri dell’equipaggio si aggrapparono ai loro posti per mantenere la stabilità, mentre i monitor lampeggiavano con avvisi critici. Eppure, la causa di questa aggressione rimaneva invisibile; i nostri sensori non rivelavano alcuna presenza nemica nelle vicinanze.
« Rapporto danni! » esclamai, mantenendo la calma nonostante l'urgenza evidente. L'equipaggio rispose con efficienza, riportando danni agli scudi e minime avarie a sistemi secondari, fortunatamente senza vittime. La situazione era gestibile, ma l'origine dell'attacco rimaneva un mistero. In quel momento di tensione, la mia mente correva. Dovevo ammettere che mi mancava l’esperienza di Jor in momenti come questo, ma non era il momento per rimpianti; dovevamo fare affidamento sulla nostra formazione e dovevo fare affidamento sulle mie competenze e capacità.
Era essenziale comunicare con l'Enterprise per informarla dell'attacco. « Tenente, invii un messaggio immediato all'Enterprise. Informi il capitano Kirk che siamo stati attaccati da una fonte invisibile. Gli scudi hanno retto, ma rimaniamo in stato di allerta massima. » dissi, poi preoccupata per il benessere di tutto l'equipaggio, chiamai Dakona.
« Dottore, rapporto sulla situazione in infermeria. State tutti bene? » chiesi, non utilizzando di proposito il legame, ma riservandomi di farlo se la situazione fosse peggiorata.
Guardandomi intorno sul ponte di comando, i miei occhi si posarono su mio fratello, Elieth. La sua tranquillità in tale situazione era quasi disarmante. Non mostrava segno alcuno di preoccupazione, la sua postura rilassata in netto contrasto con la tensione generale. La sua serenità vulcaniana portata dal Kolinahr era una roccia in mezzo alla tempesta, un punto fermo che rassicurava me e, ma non avrei osato dire, l'intero equipaggio.. per un istante mi trovai ad invidiare mio fratello.
«Attivare l'allarme rosso» ordinai senza esitazione. La luce rossa sostituì in un istante l’allarme giallo e diede le consuete ombre che se fossi stata umana avrei trovato quasi inquietanti. Gli scudi vennero innalzati al massimo, in un tentativo di prepararci al meglio contro un nemico invisibile. La risposta al nostro stato di prontezza non tardò ad arrivare: un colpo violento scosse la nave, un attacco inaspettato, dato che nessun nemico era visibile sui nostri sensori.
I membri dell’equipaggio si aggrapparono ai loro posti per mantenere la stabilità, mentre i monitor lampeggiavano con avvisi critici. Eppure, la causa di questa aggressione rimaneva invisibile; i nostri sensori non rivelavano alcuna presenza nemica nelle vicinanze.
« Rapporto danni! » esclamai, mantenendo la calma nonostante l'urgenza evidente. L'equipaggio rispose con efficienza, riportando danni agli scudi e minime avarie a sistemi secondari, fortunatamente senza vittime. La situazione era gestibile, ma l'origine dell'attacco rimaneva un mistero. In quel momento di tensione, la mia mente correva. Dovevo ammettere che mi mancava l’esperienza di Jor in momenti come questo, ma non era il momento per rimpianti; dovevamo fare affidamento sulla nostra formazione e dovevo fare affidamento sulle mie competenze e capacità.
Era essenziale comunicare con l'Enterprise per informarla dell'attacco. « Tenente, invii un messaggio immediato all'Enterprise. Informi il capitano Kirk che siamo stati attaccati da una fonte invisibile. Gli scudi hanno retto, ma rimaniamo in stato di allerta massima. » dissi, poi preoccupata per il benessere di tutto l'equipaggio, chiamai Dakona.
« Dottore, rapporto sulla situazione in infermeria. State tutti bene? » chiesi, non utilizzando di proposito il legame, ma riservandomi di farlo se la situazione fosse peggiorata.
Guardandomi intorno sul ponte di comando, i miei occhi si posarono su mio fratello, Elieth. La sua tranquillità in tale situazione era quasi disarmante. Non mostrava segno alcuno di preoccupazione, la sua postura rilassata in netto contrasto con la tensione generale. La sua serenità vulcaniana portata dal Kolinahr era una roccia in mezzo alla tempesta, un punto fermo che rassicurava me e, ma non avrei osato dire, l'intero equipaggio.. per un istante mi trovai ad invidiare mio fratello.