02-04-2024, 06:07 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 02-04-2024, 06:07 PM da T'Dal.)
I don't need a doctor, damn it! I am a doctor!
Leonard McCoy Umano
Nascosto dietro al tavolo, mi sentivo come un adolescente alle prese con delle marachelle, una sensazione che non provavo da decenni. C'era qualcosa di incredibilmente surreale nell'esser lì accovacciato, tentando di non fare rumore, mentre attorno a me l'equipaggio lavorava all'ultima fase del piano per la festa a sorpresa di Joanna. Eppure, nonostante l'imbarazzo e la tensione, un senso di felicità mi pervadeva. Era una gioia rara e preziosa poter celebrare il compleanno di mia figlia proprio qui, sulla nave, circondati dalle persone a cui lei voleva bene. Mi resi conto conto di quanto fossero cambiati i miei sentimenti nei confronti di questi momenti. Una volta avrei potuto brontolare per essere trascinato in un'impresa del genere, ma ora c'era una parte di me che apprezzava profondamente la possibilità di celebrare, di essere parte di una comunità così stretta.
Guardai Carol e la guardiamarina Potter, entrambe concentrate sui preparativi, e non potei fare a meno di sorridere. Avevano giocato un ruolo cruciale nell'impedire che Joanna scoprisse il segreto, dimostrando una volta di più il loro affetto nei suoi confronti. Anche se la tensione per il possibile fallimento della sorpresa era alta, la gratitudine per la loro presenza e il loro sostegno era immensa.
«Carol, Eleanor, senza il vostro aiuto, sarei stato scoperto giorni fa. Grazie per essere state così incredibili» sussurrai, cercando di trasmettere tutto il mio apprezzamento nonostante la situazione peculiare; poi guardai la guardiamarina Potter.
Carol mi lanciò un sorriso complice. «Bones, faremmo qualsiasi cosa per Jo» disse lei, cosa che Eleanor confermò.
«Ah, Eleanor«» dissi, cercando di mantenere la voce bassa. «Grazie ancora per... sai, l'altro giorno» Le offrii un sorriso che speravo sembrasse più rassicurante che impacciato.
Lei mi rispose con un sorriso complice, sussurrando un caloroso «Di niente. Siamo qui per Jo oggi, giusto?»
«Giusto» dissi annuendo. La priorità era Joanna e il suo compleanno, non potevo dimenticarmene. In quel momento, la mia attenzione fu catturata da una figura alla periferia della mia vista: il tenente Kov, intento a sistemare gli ultimi dettagli. Era un volto non completamente familiare, e la sua presenza mi incuriosì quanto mi confondeva.
In quel momento, notai Jim avvicinarsi, probabilmente per verificare se eravamo tutti al nostro posto. Prima che potesse parlare, tuttavia, la mia curiosità prese il sopravvento. «Jim, ma perché Kov è coinvolto nei preparativi? Non lo conosco bene» chiesi, ancora un po' sospettoso su come un membro dell'equipaggio relativamente nuovo fosse diventato parte integrante dei nostri sforzi.
Mentre l'attesa per la sorpresa si prolungava, riflettevo su quanto fosse speciale poter condividere momenti come questi con mia figlia e con le persone a cui entrambi tenevamo. Era un promemoria che, nonostante le distanze infinite dello spazio, eravamo capaci di creare legami profondi e significativi. E in quel breve istante di attesa, mi sentivo incredibilmente fortunato Mentre ascoltavo, mi rendevo conto di quanto fossero cambiati i miei sentimenti nei confronti di questi momenti. Una volta avrei potuto brontolare per essere trascinato in un'impresa del genere, ma ora c'era una parte di me che apprezzava profondamente la possibilità di celebrare, di essere parte di una comunità così stretta.
Mentre aspettavamo il segnale per sorprendere Joanna, pensavo a quanto fosse speciale poter condividere momenti come questo con mia figlia e con le persone che le volevano bene. Era un promemoria che, nonostante gli innumerevoli pericoli e le sfide dello spazio profondo, eravamo ancora in grado di trovare gioia e conforto l'uno nell'altro. E, forse, era anche il momento giusto per esplorare quei sentimenti personali che avevo messo da parte, pensai, guardando di nuovo verso Eleanor. Sorrisi ansioso, quando Uhura chiamò mia figlia.
Guardai Carol e la guardiamarina Potter, entrambe concentrate sui preparativi, e non potei fare a meno di sorridere. Avevano giocato un ruolo cruciale nell'impedire che Joanna scoprisse il segreto, dimostrando una volta di più il loro affetto nei suoi confronti. Anche se la tensione per il possibile fallimento della sorpresa era alta, la gratitudine per la loro presenza e il loro sostegno era immensa.
«Carol, Eleanor, senza il vostro aiuto, sarei stato scoperto giorni fa. Grazie per essere state così incredibili» sussurrai, cercando di trasmettere tutto il mio apprezzamento nonostante la situazione peculiare; poi guardai la guardiamarina Potter.
Carol mi lanciò un sorriso complice. «Bones, faremmo qualsiasi cosa per Jo» disse lei, cosa che Eleanor confermò.
«Ah, Eleanor«» dissi, cercando di mantenere la voce bassa. «Grazie ancora per... sai, l'altro giorno» Le offrii un sorriso che speravo sembrasse più rassicurante che impacciato.
Lei mi rispose con un sorriso complice, sussurrando un caloroso «Di niente. Siamo qui per Jo oggi, giusto?»
«Giusto» dissi annuendo. La priorità era Joanna e il suo compleanno, non potevo dimenticarmene. In quel momento, la mia attenzione fu catturata da una figura alla periferia della mia vista: il tenente Kov, intento a sistemare gli ultimi dettagli. Era un volto non completamente familiare, e la sua presenza mi incuriosì quanto mi confondeva.
In quel momento, notai Jim avvicinarsi, probabilmente per verificare se eravamo tutti al nostro posto. Prima che potesse parlare, tuttavia, la mia curiosità prese il sopravvento. «Jim, ma perché Kov è coinvolto nei preparativi? Non lo conosco bene» chiesi, ancora un po' sospettoso su come un membro dell'equipaggio relativamente nuovo fosse diventato parte integrante dei nostri sforzi.
Mentre l'attesa per la sorpresa si prolungava, riflettevo su quanto fosse speciale poter condividere momenti come questi con mia figlia e con le persone a cui entrambi tenevamo. Era un promemoria che, nonostante le distanze infinite dello spazio, eravamo capaci di creare legami profondi e significativi. E in quel breve istante di attesa, mi sentivo incredibilmente fortunato Mentre ascoltavo, mi rendevo conto di quanto fossero cambiati i miei sentimenti nei confronti di questi momenti. Una volta avrei potuto brontolare per essere trascinato in un'impresa del genere, ma ora c'era una parte di me che apprezzava profondamente la possibilità di celebrare, di essere parte di una comunità così stretta.
Mentre aspettavamo il segnale per sorprendere Joanna, pensavo a quanto fosse speciale poter condividere momenti come questo con mia figlia e con le persone che le volevano bene. Era un promemoria che, nonostante gli innumerevoli pericoli e le sfide dello spazio profondo, eravamo ancora in grado di trovare gioia e conforto l'uno nell'altro. E, forse, era anche il momento giusto per esplorare quei sentimenti personali che avevo messo da parte, pensai, guardando di nuovo verso Eleanor. Sorrisi ansioso, quando Uhura chiamò mia figlia.