03-04-2024, 01:08 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 03-04-2024, 01:09 PM da T'Dal.)
I don't need a doctor, damn it! I am a doctor!
Leonard McCoy Umano
Al sentire la spiegazione di Jim riguardo a Kov, non potevo fare a meno di alzare un sopracciglio, incredulo. La sua abilità nel mantenere un viso impassibile mentre raccontava una bugia era qualcosa che non smetteva mai di sorprendermi. «Davvero, Jim? Solo per farlo sentire parte dell'equipaggio?» chiesi, cercando di nascondere il mio scetticismo. Il suo sorriso sornione, mi faceva pensare che ci fosse di più di quanto non volesse ammettere. «A volte penso che tu sia più scaltro di un venditore di usato oroniano» mormorai, osservandolo rubare uno snack dalla tavola. «E tu stai attento a quel che mangi, Jim. Non vorrei dover passare la serata a curare un'intossicazione alimentare anziché godermi la festa.[» commentai, cercando di distogliere l'attenzione dalla mia curiosità non soddisfatta su Kov.
Poi, tutto si fermò quando Joanna entrò nella sala, il suo fiato affannoso testimoniava la corsa appena conclusa. Jim diede il comando al computer di accendere le luci, e la stanza si illuminò, rivelando l'equipaggio nascosto che proruppe in un coro di "Sorpresa!" mi avvicinai a lei, attraversando la folla di amici e colleghi che si erano riuniti per lei. «Buon compleanno, scoiattolo» le dissi, abbracciandola. «E spero tu sappia che non c'è nessun posto in tutto l'universo dove preferirei essere in questo momento» Guardando Jim e il resto dell'equipaggio, non potevo fare a meno di pensare a quanto fossimo fortunati ad avere l'uno l'altro, nonostante gli scherzi, i segreti e le sorprese.
«Ora, vediamo di non fare esplodere la nave con le candeline sulla torta, eh?» aggiunsi con un sorriso, cercando di alleggerire ulteriormente l'atmosfera. Mentre l'equipaggio rideva e si avvicinava per offrire i propri auguri a Joanna, mi resi conto che questi momenti di connessione umana erano ciò che rendeva sopportabili anche le missioni più difficili. E per quanto mi riguarda, avrei affrontato volentieri qualsiasi mistero o sfida l'universo decidesse di lanciarci, finché avessimo continuato a stare insieme come una famiglia.
Poi, tutto si fermò quando Joanna entrò nella sala, il suo fiato affannoso testimoniava la corsa appena conclusa. Jim diede il comando al computer di accendere le luci, e la stanza si illuminò, rivelando l'equipaggio nascosto che proruppe in un coro di "Sorpresa!" mi avvicinai a lei, attraversando la folla di amici e colleghi che si erano riuniti per lei. «Buon compleanno, scoiattolo» le dissi, abbracciandola. «E spero tu sappia che non c'è nessun posto in tutto l'universo dove preferirei essere in questo momento» Guardando Jim e il resto dell'equipaggio, non potevo fare a meno di pensare a quanto fossimo fortunati ad avere l'uno l'altro, nonostante gli scherzi, i segreti e le sorprese.
«Ora, vediamo di non fare esplodere la nave con le candeline sulla torta, eh?» aggiunsi con un sorriso, cercando di alleggerire ulteriormente l'atmosfera. Mentre l'equipaggio rideva e si avvicinava per offrire i propri auguri a Joanna, mi resi conto che questi momenti di connessione umana erano ciò che rendeva sopportabili anche le missioni più difficili. E per quanto mi riguarda, avrei affrontato volentieri qualsiasi mistero o sfida l'universo decidesse di lanciarci, finché avessimo continuato a stare insieme come una famiglia.