03-04-2024, 08:08 PM
It's nice to have a family.
Carol Marcus Umana
L'onestà di Jim, la sua vulnerabilità nel condividere i suoi dubbi e le sue paure, mi toccarono profondamente. Vedevo la lotta interna nei suoi occhi, il conflitto tra il desiderio di tenermi vicino e la paura di mettermi in pericolo. La sua ammissione di non essere ancora abituato a preoccuparsi così profondamente per qualcun altro era allo stesso tempo sorprendente e commovente. Mi fece apprezzare ancora di più il coraggio che richiedeva aprire il proprio cuore, non solo a me, ma all'intero equipaggio che considerava la sua famiglia.
«Nessuno si aspetta che tu sia perfetto. Quello che rende te e l'Enterprise così speciali è la capacità di affrontare insieme ogni sfida, di sostenerci a vicenda anche nei momenti più bui» dissi, cercando di infondere nelle mie parole tutta la forza e l'incoraggiamento che potessi. Sapevo che le sue paure erano legittime, ma volevo che capisse che non era solo, che la fiducia che l'equipaggio riponeva in lui era la sua più grande forza.
L'illuminazione improvvisa nel suo sguardo, la sua decisione di accettare quella sfida e di volerla vincere insieme, mi riempì di un'emozione che faticavo a contenere. La sua mano estesa verso di me era un simbolo di unità, di una promessa di affrontare il futuro insieme, qualunque cosa ci riservasse.
«Sarà una bella sfida e non c'è nessun altro con cui preferirei affrontarla.» dissi con un sorriso, guardandolo.
«A cosa stai pensando?» chiesi, notando il suo sguardo malizioso. La curiosità e un filo di eccitazione percorsero la mia mente, desiderosa di scoprire quali pensieri gli attraversassero la mente in un momento così carico di significato.
«Nessuno si aspetta che tu sia perfetto. Quello che rende te e l'Enterprise così speciali è la capacità di affrontare insieme ogni sfida, di sostenerci a vicenda anche nei momenti più bui» dissi, cercando di infondere nelle mie parole tutta la forza e l'incoraggiamento che potessi. Sapevo che le sue paure erano legittime, ma volevo che capisse che non era solo, che la fiducia che l'equipaggio riponeva in lui era la sua più grande forza.
L'illuminazione improvvisa nel suo sguardo, la sua decisione di accettare quella sfida e di volerla vincere insieme, mi riempì di un'emozione che faticavo a contenere. La sua mano estesa verso di me era un simbolo di unità, di una promessa di affrontare il futuro insieme, qualunque cosa ci riservasse.
«Sarà una bella sfida e non c'è nessun altro con cui preferirei affrontarla.» dissi con un sorriso, guardandolo.
«A cosa stai pensando?» chiesi, notando il suo sguardo malizioso. La curiosità e un filo di eccitazione percorsero la mia mente, desiderosa di scoprire quali pensieri gli attraversassero la mente in un momento così carico di significato.