09-11-2011, 01:44 PM
Martus Brenner
Human
Martus indossava i suoi vecchi jeans e una maglietta aderente azzurra.
Il cadetto si era fermato a guardare la base degli attracchi. C'era un vetro enorme da cui si poteva vedere la Terra.
Sarebbe finito anche lui per morire ad anni luce da casa sua?
Era troppo giovane per avere paura, troppo spavaldo, troppo sicuro di se. Come si chiamava quel supereroe del ventesimo secolo?
Superman, esatto. Gli uscivano dei raggi laser dagli occhi e poteva volare; beh come certi cyborg oramai.
Martus assotigliò gli occhi e si immaginò si frantumare con un raggio il vetro panoramico; tutti sarebbero stati risucchiati nello spazio; almeno fino a che le serrande di sicurezza non avessero chiuso il varco.
*Questo mondo tecologico ti offre sempre una possibilità di scampo* pensò sentendosi un po' come Superman.
Tornò verso gli ufficiali, chiedendo se qualcuno della Constellation fosse sulla base. Si era documentato brevemente sull 'incrociatore; era il meglio del meglio, dopo l'Enterprise. il suo capitano doveva essere un osso duro come la roccia e c'era pure una vulcaniana a bordo. Cose rare di quei tempi.
Di sicuro gli avrebbero dato una raddrizzata.
Sorrise, pregustando la sfida.
Comunque qualcuno c'era a bordo della Earth Spacedock; alcuni ufficiali in attesa delle riparazione e anche il navigatore e ufficiale alle armi: Tenente comandante T'Dal.
*Uh la vulcaniana* pensò.
Annuì all'ufficiale che gli aveva dato le informazioni e lo ringraziò.
Si mise la borsa in spalla e iniziò a camminare sulla passeggiata.
Era un po' come essere al centro commerciale di Miami, solo che invece si stava in sospensione a migliaia di km dalla Terra.
Qualcuno lo guardava con sguardo dubbioso come se fosse un pezzente. Invece a lui piaceva il suo stile demodè e si godeva la vista da dietro i suoi occhiali scuri.
*Oh finalmente un bar.* disse sentendosi a casa.
Non era un bevitore e nemmeno un fumatore, non amava esser schiavo di vizi del genere; ma non disdegnava un cicchetto di tanto in tanto.
*Non è il momento, stai per presentarti ai tuoi ufficiali superiori e...*
Bloccò lo sguardo su una coppia seduta che discorreva.
*Accidenti quella è... e quello è...* Eccola lì, il suo comandante della sicurezza e il gran capo della stazione orbitante.
Per un istante si immagino di avvicinarsi e intromettersi con una frase tipo -Ehilà come butta?- poi decise per un basso profilo e si diresse al bancone ordinando qualcosa di analcolico.
La curiosità però era grande, si voltò una o due volte come se niente fosse e stesse aspettando qualcuno, per osservare i due.
Solo per un attimo si domandò come sarebbe stato fare carriera nella flotta e essere al comando di altri militari.
...
Il cadetto si era fermato a guardare la base degli attracchi. C'era un vetro enorme da cui si poteva vedere la Terra.
Sarebbe finito anche lui per morire ad anni luce da casa sua?
Era troppo giovane per avere paura, troppo spavaldo, troppo sicuro di se. Come si chiamava quel supereroe del ventesimo secolo?
Superman, esatto. Gli uscivano dei raggi laser dagli occhi e poteva volare; beh come certi cyborg oramai.
Martus assotigliò gli occhi e si immaginò si frantumare con un raggio il vetro panoramico; tutti sarebbero stati risucchiati nello spazio; almeno fino a che le serrande di sicurezza non avessero chiuso il varco.
*Questo mondo tecologico ti offre sempre una possibilità di scampo* pensò sentendosi un po' come Superman.
Tornò verso gli ufficiali, chiedendo se qualcuno della Constellation fosse sulla base. Si era documentato brevemente sull 'incrociatore; era il meglio del meglio, dopo l'Enterprise. il suo capitano doveva essere un osso duro come la roccia e c'era pure una vulcaniana a bordo. Cose rare di quei tempi.
Di sicuro gli avrebbero dato una raddrizzata.
Sorrise, pregustando la sfida.
Comunque qualcuno c'era a bordo della Earth Spacedock; alcuni ufficiali in attesa delle riparazione e anche il navigatore e ufficiale alle armi: Tenente comandante T'Dal.
*Uh la vulcaniana* pensò.
Annuì all'ufficiale che gli aveva dato le informazioni e lo ringraziò.
Si mise la borsa in spalla e iniziò a camminare sulla passeggiata.
Era un po' come essere al centro commerciale di Miami, solo che invece si stava in sospensione a migliaia di km dalla Terra.
Qualcuno lo guardava con sguardo dubbioso come se fosse un pezzente. Invece a lui piaceva il suo stile demodè e si godeva la vista da dietro i suoi occhiali scuri.
*Oh finalmente un bar.* disse sentendosi a casa.
Non era un bevitore e nemmeno un fumatore, non amava esser schiavo di vizi del genere; ma non disdegnava un cicchetto di tanto in tanto.
*Non è il momento, stai per presentarti ai tuoi ufficiali superiori e...*
Bloccò lo sguardo su una coppia seduta che discorreva.
*Accidenti quella è... e quello è...* Eccola lì, il suo comandante della sicurezza e il gran capo della stazione orbitante.
Per un istante si immagino di avvicinarsi e intromettersi con una frase tipo -Ehilà come butta?- poi decise per un basso profilo e si diresse al bancone ordinando qualcosa di analcolico.
La curiosità però era grande, si voltò una o due volte come se niente fosse e stesse aspettando qualcuno, per osservare i due.
Solo per un attimo si domandò come sarebbe stato fare carriera nella flotta e essere al comando di altri militari.
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