TFB ben svegliata...
#11

Where I come from, if someone
saves your life, you don't stab them in the back.

James T. Kirk | Human

La risposta di Haruka era stata un po' troppo rapida per poter essere stata realmente ponderata con attenzione e Jim aveva la netta sensazione che, più che il buonsenso, fosse l'orgoglio della giovane a parlare in quel momento. Dall'infermeria dell'Enterprise probabilmente l'intera questione dei romulani sembrava sufficientemente lontana da poterla tenere sotto controllo, ma non era altrettanto certo che, in un momento di crisi, avrebbe potuto contare davvero sul giudizio della donna. Tuttavia, la Abe era pur sempre un ufficiale della Flotta Stellare e il capitano sapeva bene come, tutti loro, erano spesso chiamati a mettere da parte i propri sentimenti per portare a termine il proprio lavoro: se Haruka si sentiva pronta ad affrontarli, lui era disposto a concederle quell'opportunità.

D'accordo. decise, andando dritto al punto della questione è probabile che arriveremo ad uno scontro con i Romulani, ma intendo fare quanto possibile per evitarlo spiegò, ben sapendo che quello non sarebbe stato un combattimento che erano in grado di vincere senza subire qualche perdita. Così continuò: ... dopo che lei e McCoy ci avete lasciati per raggiungere la navetta, ho provato a fare due chiacchiere con il suo amico Vaurek, ma non è stato molto loquace. Crede che potrebbe convincerlo a trattare con me?
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#12

It is worthwhile studying other peoples, because every understanding of another culture is an experiment with our own.

Haruka Abe Umana

Il capitano non l'aveva rimossa dall'incarico. Di questo Haruka era decisamente sollevata, ma non era così ingenua da pensare di aver superato il pericolo. Kirk aveva semplicemente messo in stand-by qualsiasi decisione riguardante la sua idoneità alla missione. Le era stata data una possibilità e, nonostante i dubbi e i timori da lei stessa provati, la giapponese era decisa a non sprecarla. In qualche modo, doveva riuscire ad evitare che il sorgere di un nuovo scontro. Le doleva il cuore immaginare l'equipaggio dell'Enterprise e Vaurek schierato gli uni contro l'altro, non poteva permettere che questo accadesse. Non ora che, volontariamente o meno, il capitano le aveva dato la conferma che Vaurek era vivo.

Intavolare una trattativa non sarà semplice, ma non dovrebbe essere impossibile. Rispose quindi, un'espressione pensosa in viso. C'era modo di mettere Kirk e Vaurek uno di fronte all'altro senza che tentassero di uccidersi a vicenda? Il problema più grande è l'arroganza tipica dei romulani, che ha una radice culturale. I romulani credono che gli antichi vulcaniani, da cui loro discendono, siano stati creati dai Vhorani, delle entità che potremmo paragonare alle divinità, con lo scopo di governare la galassia. Le altre specie, compresa quella umana, sono considerate inferiori: individui su cui governare, non da trattare come pari. Spiegò. Considerando poi che lei - un 'inferiore' - l'ha sconfitto in combattimento, non sono sicura quanto Vaurek sarebbe disposto a trattare con lei. Era difficile considerare Vaurek un guerriero e cercare di analizzarlo come tale, ma Haruka sapeva che doveva sforzarsi di reprimere la tentazione di sottovalutarlo. L'ex-antropologo non era innocuo: lo poteva essere per lei, relativamente parlando, ma non per i suoi colleghi o per il suo capitano. Se vogliamo trattare, consiglierei di mettere in prima linea un vulcaniano. I vulcaniani hanno 'tradito' i precetti dei Vhorani abbracciando la Logica di Surak, quindi non sono esattamente ben visti dai romulani, ma a differenza nostra possono essere considerati dei loro pari.
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#13

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James T. Kirk | Human

I problemi costituiti dai Romulani in quel momento erano diversi: per prima cosa c'era da considerare l'invasione del pianeta e il modo in cui si erano appropriati delle strutture degli abitanti del luogo. I locali facevano il possibile per ribellarsi, ma da quanto era riuscito a scoprire nella sua breve visita a uno dei loro villaggi non avevano gli strumenti per riprendersi le loro miniere o le loro città. Probabilmente il Comando in quel caso avrebbe chiuso un occhio per quel primo contatto non autorizzato con una specie pre-curvatura, dato che tecnicamente erano stati i Romulani a rivelare la loro presenza, ma Jim sapeva che meno tecnologia avessero messo in mostra per aiutarli, meno lamentele si sarebbero dovuti sorbire poi dai piani alti.

L'altro problema, se possibile ancora più spinoso, era la questione della materia rossa e degli usi che ne stavano facendo: non potevano permettere ai Romulani di trasformarla in un'arma, considerando le probabilità che la Federazione sarebbe stata uno dei loro primi bersagli... ma non potevano nemmeno fare molto per impedirglielo oltre a distruggere ciò che avevano scoperto fino a quel momento. Si sarebbe trattato, comunque, solo di ritardare l'inevitabile: per quanto potessero tentare di fermarli prima o poi avrebbero trovato un modo per stabilizzare ila loro tecnologia, se non quel giorno in un prossimo futuro. Se ci fosse stato un modo per far capire loro che una simile guerra non sarebbe stata nel loro interesse, avrebbero potuto dormire sonni più tranquilli ma il fatto che considerassero inferiori le altre spercie dell'universo non lasciava ben sperare da quel punto di vista.

... e cosa mi dice di lei? chiese Jim, studiando silenziosamente la giovane per un breve istante prima di aggiungere: sappiamo che Vaurek non intende ucciderla, potrebbe essere l'unica persona a bordo in grado di avvicinarsi a lui senza rischiare la vita. le fece notare.
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#14

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Haruka Abe Umana

Quello... Haruka si mordicchiò il labbro inferiore, insicura, alle parole del capitano. ...è indubbio. Completò dopo una lieve esitazione. Se c'era qualcuno che non avrebbe rischiato la vita affrontando Vaurek, era lei. Eppure c'erano delle complicazioni da considerare, tra cui i suoi stessi timori. Non so se mi ascolterebbe, ma ha ragione: sono l'unica a bordo che non rischierebbe la vita incontrandolo. In realtà non esisteva veramente una certezza del 100% ma, se conosceva Vaurek come credeva (o forse come sperava?), c'era un'alta probabilità che le cose in quel senso andassero per il verso giusto. Sono anche quella con più probabilità di essere da lui rapita. Si affrettò ad aggiungere, mentre gli ingranaggi del suo cervello correvano veloci. L'idea non le piaceva, non le piaceva per nulla, eppure... era stata lei stessa a dire di non voler essere esclusa. Di non voler permettere al suo vecchio amico di mietere vittime tra i suoi colleghi.

I romulani tendono a... Si scervellò per trovare il modo per spiegare quel lato culturale romulano senza dare l'impressione al capitano che tra lei e Vaurek ci fosse stata qualcosa più di una semplice amicizia, ma alla fine ci rinunciò. ...prendere concubine appartenenti a specie inferiori. Si tratta di una questione di dominanza. Non importava quanto lei insistesse che Vaurek fosse stato solo un conoscente, al massimo un amico: la verità era che in quei mesi nell'Impero qualcosa si era formato tra loro. Un certo interesse che era stato spento sul nascere dalla fine della ricerca sul campo, ma che evidentemente non era scomparso del tutto. Altrimenti Vaurek non avrebbe esitato a spararle. Altrimenti lei non si sarebbe sentita così male ad immaginarlo morto. Non voleva crederci ma, considerando la cultura in cui era cresciuto, Haruka poteva immaginarsi l'ex-antropologo compiere un'azione simile.

Ciò vale per entrambi i sessi. Se Vaurek fosse una donna... lei, capitano, sarebbe l'opzione migliore per trattare con lui. Disse, in tono semi-scherzoso. Ok, forse quella poteva essere considerata una specie di accusa di essere un donnaiolo, ma Haruka aveva bisogno di sdrammatizzare e tutti sapevano che Kirk aveva successo con le donne. Perché non sfruttare il suo naturale fascino per conquistare un comandante romulano (ed essere da lei rapito)? Haruka poteva immaginare che diverse donne nell'Impero considerassero il più famoso capitano federale come un bersaglio allettante.
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#15

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James T. Kirk | Human

Non era certo necessario essere degli attenti ascoltatori per capire che quell'idea non entusiasmava Haruka e, ad ogni sua parola, Jim si convinse sempre di più che la giovane avrebbe davvero avuto bisogno di un po' di tempo per sé, per fare chiarezza tra quanto era successo, a partire dalla scoperta che il suo amico romulano poteva essere meno amichevole di quanto credeva, passando per il fatto che aveva sparato loro contro. Allo stesso tempo, il pensiero che il romulano potesse provare qualcosa di sufficientemente forte per lei da volerla risparmiare, nonostante l'evidente disprezzo per gli ufficiali federali, sembrava averla lasciata confusa, sorpresa o forse in qualche modo lusingata. Ad ogni modo Jim non era disposto a rischiare la sicurezza del suo equipaggio e della missione contando su di lei o, almeno, non finché fosse stata in quello stato.

Capisco... rispose pensieroso, mentre valutava in che modo potesse mettere a frutto tutte quelle informazioni. Non le chiederò di incontrarlo. decise La farò contattare se avrò bisogno di ulteriori informazioni, ma sappia che prima o poi dovremo affrontare i romulani. Potrei ritrovarmi a dover decidere tra la vita di un membro del mio equipaggio e quella di Vaurek. sottolineò. Non era sua intenzione minacciare Haruka, ma sapeva che uno scontro era inevitabile e che i loro avversari non stavano giocando: avevano già reso sufficientemente chiare le loro intenzioni. Sebbene ucciderli a sangue freddo non fosse certo la sua prima opzione, Jim sapeva anche che era in gioco non solo la vita degli ufficiali dell'Enterprise, ma molto più probabilmente quella dell'intera Federazione; data la situazione assicurare la sopravvivenza degli avversari non era nemmeno tra le sue priorità. Per il bene di Haruka, era meglio se avesse iniziato a contemplare quell'idea il prima possibile. Può andare concluse.

io sono per la strage di Romulani comunque... Tongue
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#16

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Haruka Abe Umana

Haruka aveva la forte impressione che la conversazione non stesse andando bene, ma come avrebbe potuto essere altrimenti? Lei era troppo coinvolta, troppo confusa. Si sentiva divisa tra due mondi, tra il desiderio di fare il suo dovere e la consapevolezza che questo avrebbe con ogni probabilità comportato la morte di Vaurek. La ringrazio, capitano. Per quanto voglia essere d'aiuto, non sono sicura che un incontro tra me e Vaurek sarebbe una buona idea. So bene di essere... Esitò, mentre cercava di mettere chiarezza tra i suoi pensieri, poi proseguì: troppo coinvolta nella vicenda. Haruka voleva aiutare, aveva sinceramente il desiderio di farlo, ma il suo finale ideale includeva la sopravvivenza di tutti: l'equipaggio dell'Enterprise e Vaurek. Non solo si trattava di un finale decisamente troppo utopistico perché il suo superiore potesse considerarlo, ma era anche rischioso. Nonostante tutto, una parte di lei si fidava ancora di Vaurek... e quella fiducia avrebbe potuto farli ammazzare tutti.

All'ultima affermazione del capitano, Haruka sentì dolere il cuore. Era stata congedata, lo sapeva. Forse anche esclusa dalla missione. La cosa la faceva soffrire, in quanto sentiva la necessità di essere presente, di affrontare (o forse proteggere) Vaurek; ma nel contempo si sentiva anche in parte sollevata. Se non avesse partecipato attivamente alla missione, non lo avrebbe dovuto affrontare e, nell'eventualità peggiore, non avrebbe dovuto vederlo morire. Dall'altro lato della medaglia, non avrebbe potuto nemmeno proteggerlo. Maledizione, non ci capisco più niente! Pensò, la sensazione di spaccatura che si faceva ancor più forte in lei. Così non va, non posso... No, da sola non sarebbe riuscita ad affrontare tutta quella faccenda, quei pensieri e quei dubbi. Doveva vedere un Consigliere, e subito.

So che la situazione è urgente ma la prego di darmi tempo per riflettere, Si costrinse a dire, mentre lasciava il sostegno del bioletto e si assicurava di essere ben salda sui suoi piedi. poi le invierò un rapporto sugli elementi della cultura romulana che potrebbero esserle utili durante la missione. Non aveva ben chiaro come si comportassero i militari romulani ma, essendo cresciuti in una data cultura, c'erano degli elementi comportamentali comuni che avrebbero potuto sfruttare durante la trattativa. Come ad esempio, un certo apprezzamento nei confronti della forza. Forse una dimostrazione di forza sarebbe stata l'ideale prima della partenza delle trattative? Sempre che trattative ci fossero state.

Fece un rispettoso cenno di saluto verso il capitano, poi cominciò ad allontanarsi. I suoi primi la portarono nella direzione dell'uscita dell'infermeria poi, dopo una breve esitazione, Haruka cambiò la sua destinazione. Per quanto fosse difficile, doveva parlare col dottor McCoy ed organizzare un urgente incontro con lui o con uno dei consiglieri della nave.

Poveri romulani... Laugh Tongue
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#17

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James T. Kirk | Human

Jim si limitò ad annuire con un sorriso complice: era esattamente ciò che stava tentando di farle notare dall'inizio di quella conversazione... non tanto che fosse troppo coinvolta in quella vicenda, quanto piuttosto che non aveva le idee chiare e, se non si fosse presa qualche momento per rifletterci sopra, difficilmente sarebbe riuscita a fornire loro qualche informazione utile.

Attenderò il suo rapporto rispose con un cenno di assenso, seguendo con lo sguardo la giovane mentre si allontanava in direzione della porta... per poi ritornare sui propri passi. Se nemmeno riusciva a decidersi su dove intendeva andare, dubitava seriamente che sarebbe riuscita a venire a capo della propria situazione sentimentale... ma quelli, in fondo, non erano affari suoi e con quel pensiero si allontanò a sua volta per tornare al proprio lavoro.

@T'Dal c'è Haruka che è fuori fase, vuoi provare a sistemarla con McCoy o reclutiamo @SonoSubitoDaLei come consigliere? Laugh
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#18

I don't need a doctor, damn it! I am a doctor!

Leonard McCoy Umano

Lasciai Haruka in buone mani, quelle di Jim, per iniziare a portarmi avanti con alcune incombenze, così mi diressi verso il mio ufficio. Non che amassi scrivere rapporti, tutt'altro! Se avessi potuto delegare qualcun altro lo avrei fatto più che volentieri, ma sapevo che dovevo farlo e fino a che sembrava tutto sotto controllo - e non c'erano altre emergenze e/o altri pazienti sul momento - era bene portarsi avanti.
Mi alzai dalla mia scrivania, per replicarmi una tazza di caffè bollente: normalmente in giornate complicate, avrei bevuto un bicchierino di qualche liquore della mia fornitura "segreta", che tanto segreta non era soprattutto considerando che i miei due migliori amici "dei piani alti" sapevano benissimo che tenevo da parte alcool vero per le emergenze, ma considerando quella giornata aveva portato con sé sfide ben più complesse di un semplice check-up... era meglio mantenersi svegli e lucidi.
Mentre scrivevo il mio rapporto, pensavo a Rekon e Haruka che entrambi avevano avuto per motivi diversi, una giornata difficile. Avevo l'impressione però che se Rekon doveva tornare a casa, non solo per i suoi doveri di ufficiale ma probabilmente per raggiungere la sua famiglia, la giovane ufficiale che si trovava nel mezzo di una situazione intricata: una situazione che coinvolgeva una scelta difficile, una lotta interna tra il dovere e il desiderio, la fiducia e il rischio. Era una situazione che richiedeva più di una semplice diagnosi medica; richiedeva una guida, un ascolto attento e un sostegno emotivo. Non sapevo se voleva però essere aiutata, ma mentre completavo il mio rapporto, sapevo che ero pronto a offrire il mio aiuto a Haruka; non solo come medico, ma anche come confidente e amico. La salute mentale era altrettanto importante quanto quella fisica, e sapevo che Haruka aveva bisogno di qualcuno con cui condividere i suoi pensieri e dubbi. Tornai a sedermi alla scrivania per continuare a scrivere il mio rapporto, chiedendomi se tornare al bioletto e chiedere direttamente ad Haruka se voleva fare due chiacchiere con il sottoscritto o lasciare che fosse lei a rivolgersi a me: decisi per la seconda, era meno diretto.


Proviamo io e Bones, nel caso chiederò assistenza Laugh
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#19

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Haruka Abe Umana

Arrivata alla porta dell'ufficio di McCoy, Haruka ebbe un attimo di esitazione in cui trasse un profondo respiro nel tentativo di calmarsi. Segnalata la sua presenza, attese il permesso di entrare prima di superare la soglia e fermarsi un po' nervosa di fronte alla scrivania. Non era un'adolescente e aveva avuto sufficienti esperienze di vita da ritenersi in grado di superare con maturità situazioni simili, eppure mettere da parte l'orgoglio e chiedere aiuto non era mai semplice.

Dottore, credo di aver bisogno di una mano. Si costrinse a dire, scegliendo di andare diretta sul punto per non darsi il tempo di cambiare idea. Avere a che fare con i romulani non è un problema, anzi mi offre l'occasione di fare la differenza, ma... con Vaurek di mezzo... mi sento spiazzata. Immaginava che prendendosi il tempo per calmarsi e riflettere, il senso di confusione di sarebbe alleviato ma il problema di fondo - la presenza di una persona che conosceva in campo nemico - non sarebbe cambiato.
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#20

I don't need a doctor, damn it! I am a doctor!

Leonard McCoy Umano

Entrata nel mio ufficio, Haruka ebbe un attimo di esitazione, che mi fece alzare gli occhi dallo schermo del computer. La giovane ufficiale sembrava nervosa, ma allo stesso tempo determinata. Mi ricordava un po' Joanna, mia figlia, quando aveva bisogno di parlare di qualcosa di importante. Questi pensieri sulla mia famiglia, erano sempre lì, in agguato, pronti a farsi strada nella mia mente in momenti come quelli, ma ora dovevo concentrarmi su Haruka e sulle sue preoccupazioni.
La invitai ad entrare e a sedersi con un cenno gentile, e mentre si avvicinava alla mia scrivania, le sorrisi. Mi faceva piacere che avesse scelto di cercare il mio aiuto. Chiedere aiuto non era mai stato facile per me, ma sapevo quanto fosse importante in situazioni come questa.
«Benvenuta Haruka, puoi star certa che sei nel posto giusto. Chiedere aiuto non è mai facile, ma è un segno di forza, non di debolezza. Comprendo le tue preoccupazioni riguardo a Vaurek, e sono qui per ascoltarti e darti il supporto di cui hai bisogno. Sappiamo quanto queste situazioni possano essere complesse, e non sei da sola in questa.» le dissi con sincerità. La mia voce era calma e gentile, cercando di metterla a proprio agio; mentre parlavo, non potevo fare a meno di pensare al mio divorzio burrascoso e a come mia figlia fosse finita in mezzo ad una situazione tutt'altro che idilliaca.
«Per iniziare, perché non mi racconti tutto ciò che senti in merito a Vaurek? È importante che tu condivida i tuoi pensieri e le tue emozioni. Insieme possiamo lavorare per trovare la soluzione migliore, proprio come faremmo con situazioni simili.» chiesi, cercando di mostrare empatia.  a mia esperienza personale mi aveva insegnato l'importanza di parlare apertamente dei problemi, e speravo che potessi aiutare Haruka a fare lo stesso.
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