TSE Incontri al ponte ologrammi
#1

Evitiamo di sperare che le cose vadano per il meglio, perché fin troppe volte, il meglio non accade.

Alexander Jansen Umano/Q

Il turno volse al termine, non potevo fare a meno di riflettere su un recente scambio con mia figlia, Lily. La sua resistenza nel partecipare alle lezioni, un piccolo momento di vita quotidiana, mi aveva offerto una prospettiva preziosa sulla paternità e la crescita.
L'Enterprise, con la sua maestosa struttura e l'avanzata tecnologia, era un simbolo dell'umanità che si spinge oltre i confini conosciuti. Camminando verso la sala ologrammi, pensavo a come questo viaggio nell'ignoto rispecchi i piccoli viaggi quotidiani che intraprendiamo con le persone che amiamo.
Lily, la mia adorata figlia, si era riluttante ad andare a lezione quel giorno. «Papà, non voglio andare oggi.»mi disse con un sospiro. I suoi occhi brillavano di una sfida silenziosa, un misto di ribellione e di ricerca di conforto. In quel momento, mi rividi riflesso in lei: il giovane Alexander che un tempo guardava al futuro con incertezza e curiosità.
«Lo so, tesoro, ma è importante. Imparerai cose nuove, vedrai i tuoi amici, e sarò qui a prenderti più tardi.» le risposi con un sorriso incoraggiante. La mia voce era calma, cercando di trasmetterle sicurezza e affetto. Non è sempre facile essere genitore, soprattutto quando si naviga nell'ignoto dello spazio profondo; ma in questi momenti, mi rendo conto di quanto sia importante fornire una guida stabile e amorevole.
Mi ritrovai a riflettere su quanto fossi fortunato ad avere Lily nella mia vita. La sua presenza era un promemoria costante che, nonostante le sfide dell'esplorazione spaziale, i legami umani rimangono il cuore della nostra esistenza. La mia dedizione al lavoro e la mia passione per la cura della mia piccola mi rendono non solo un ufficiale migliore, ma anche un uomo migliore.
Andai a cambiarmi e mi feci una doccia veloce, chiedendomi se scegliere il mio solito programma di allenamento o cambiare un po', anche solo ambientazione. Non mi sarebbe dispiaciuto qualcosa in riva al mare..
Quando arrivai al ponte ologrammi,mi resi conto che c'era qualcun altro che voleva entrare.
«Questa è la prima volta che vedo qualcuno venire qui in questa fascia oraria; ma c'è sempre una prima volta.» sorrisi per fare due chiacchiere.


Per @Sara Petrelli Heart
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#2

In the end they'll judge me anyway so, whatever.

Haru Sunak Chekov Umano/Vulcaniano

A volte poteva tranquillamente meditare nel suo alloggio, Onyx si metteva a dormire accanto a lui e non lo disturbava fino alla fine oppure usciva a fare un giro e tornava quando Haru aveva già finito con la sua meditazione; per essere più precisi,  il ritorno solitamente coincideva con l’ora del suo pasto.
Quel giorno invece meditare nella sua stanza sembrava impossibile, il gatto era piuttosto agitato e non riusciva a stare fermo, aveva provato a farlo uscire ma non ne aveva voglia. Haru non poteva fare molto in quel momento, quando Onyx prendeva una decisione non c’era niente che poteva fargli cambiare idea e discuterne con un gatto era decisamente senza senso oltre che una perdita di tempo. Per questo Haru aveva deciso di spostarsi verso il ponte Ologrammi, deciso a usare il programma che aveva salvato per la meditazione e concedersi una lunga pausa per riequilibrare la sua anima. La meditazione era un momento quotidiano per Haru ma solitamente poteva permettersi solo qualche minuto, giusto il tempo per riuscire a riprendere il controllo delle proprie emozioni in modo da essere efficiente; una volta a settimana però aveva bisogno di una meditazione molto più profonda se non voleva finire col diventare troppo emotivo.
Arrivato al ponte ologrammi, tenne con una mano la scatola con i suoi blocchetti per il Keethara e con l’altra stava per preparare il suo programma quando sentì qualcuno rivolgergli la parola. Si voltò per osservare il nuovo arrivato, analizzò il suo volto e lo associò all’ufficiale Alexander Jansen, fece un cenno con la testa per salutarlo e abbassò la mano dal controller della stanza.
Anche per me è la prima volta, scelgo questo orario proprio perché da ciò che ho osservato è una delle fasce più tranquille della giornata. Dalle sue parole devo dedurre che ha avuto la stessa idea, è davvero strano che nonostante questo non ci siamo mai incontrati prima.
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#3

Evitiamo di sperare che le cose vadano per il meglio, perché fin troppe volte, il meglio non accade.

Alexander Jansen Umano/Q

Mi avvicinai ad Haru con curiosità, mentre lui teneva in mano una scatola, che non avevo mai visto. Poteva essere un oggetto utile per la meditazione come poteva contenere qualche oggetto per migliorare la propria abilità artistica. Decisi di non indagare oltre per non metterlo a disagio.

«In effetti, è strano non esserci mai incontrati qui» risposi pensando a quanto fosse ironico che due persone alla ricerca di tranquillità potessero incrociarsi sul ponte ologrammi e non alla mensa o alla sala ricreativa, ma probabilmente era più facile per tutti scegliere il ponte ologrammi. «Questo posto ha il dono di offrire pace e riflessione, specialmente quando la routine lavorativa diventa troppo opprimente... più ho un cane e una bambina, ci sono giorni come oggi che ho bisogno di staccare.» ammisi con un sorriso, ritrovandomi a pensare per un istante al mio cane, Artemis: dovevo assolutamente portarlo anche lui una volta, magari lo avrei portato a fare una passeggiata. D'accordo che era una passeggiata olografica, ma era meglio di nulla.

Notai ad un certo punto il leggero movimento delle sue mani, quasi come se stesse cercando di decidere se procedere con il suo programma o rimanere a conversare. «Mi scuso se ti ho interrotto, avevo intenzione di fare una sessione dei miei soliti esercizi, sebbene con qualche variazione. Tornerò più tardi, non vorrei rovinarti il tuo momento di pace» dissi con un mezzo sorriso.
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#4

In the end they'll judge me anyway so, whatever.

Haru Sunak Chekov Umano/Vulcaniano

Rimase per qualche istante a riflettere sulle parole del collega, doveva ammettere che si trovava d’accordo con la descrizione che aveva dato del ponte ologrammi. Certo aveva molti usi, a volte lontani dalla visione di relax ma in ogni caso l’equipaggio si rifugiava lì se aveva bisogno di distrazione dal lavoro o se la vita sullo spazio diventava troppo e avevano bisogno di tornare in posti familiari.
Sono d’accordo, dopotutto viene usato come una forma di sfogo da tutti noi, che sia relax o qualcosa di più movimentato. Vengo qui per meditare quando non riesco nel mio alloggio, oggi il mio gatto non aveva voglia di stare tranquillo e quindi mi sono dovuto trasferire qui.
Sperava che Onyx si fosse calmato e che non sentisse la sua mancanza, avrebbe voluto meditare vicino al gatto per fargli compagnia ma era davvero impossibile farlo. Solo il fatto che si stesse preoccupando troppo implicava che il suo autocontrollo stesse vacillando e questo non era un bene per la sua efficienza.
Se non ha tanto tempo per aspettare ed è venuto per rilassarsi e cerca qualcosa di tranquillo, possiamo anche condividere uno dei miei programmi di meditazione. Riesco abbastanza a estranearmi quando medito, basta che nessuno mi tocchi o invada lo spazio che mi ritaglio per meditare.
Non sapeva se era stata una buona mossa o meno ma se l’uomo aveva più o meno il suo stesso scopo era inutile separare le cose e magari rischiare che uno dei due non ottenesse il suo momento di tranquillità, poteva inficiare sul lavoro.
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#5

Evitiamo di sperare che le cose vadano per il meglio, perché fin troppe volte, il meglio non accade.

Alexander Jansen Umano/Q

Riflettendo sulle parole di Haru, rimasi per un istante immobile, contemplando la natura poliedrica del ponte ologrammi. Era vero, questo spazio serviva a molti come via di fuga dalla monotonia e dalla pressione della vita nello spazio profondo. Per alcuni, era un rifugio tranquillo; per altri, un luogo dove sfogare energie represse. La sua versatilità era un riflesso delle diverse esigenze dell'equipaggio.

«Capisco cosa intendi» risposi con un tono riflessivo. «Anche io uso spesso questo posto quando il mio alloggio diventa troppo confinante. Il mio cane e mia figlia, sono spesso le fonti di quella gioia vivace e imprevedibile che rende la mia vita a bordo così ricca, ma anche intensa. Sai, forse un cambio di routine mi farebbe bene. Ero indeciso tra i miei soliti esercizi energici e qualcosa di più rilassante... forse del pilates?» chiesi senza aspettarmi dal ragazzo una vera risposta.
L'idea di un allenamento più calmo e meditativo, in contrasto con i miei soliti regimi intensi, sembrava allettante. Mi trovavo un po' stressato dal lavoro di recente, e l'immagine di una spiaggia al tramonto mi era balenata in mente più volte come un sogno di pace e tranquillità.

«Mi piacerebbe provare uno dei tuoi programmi di meditazione, potrebbe essere l'occasione perfetta per provare qualcosa di nuovo e distendere la mente. E, come hai detto, se riusciamo entrambi a concentrarci senza disturbare l'altro, potrebbe essere un'esperienza benefica per entrambi.» proposi con un sorriso.

Mentre parlavo, la mia mente tornava alla serenità che cercavo. Il lavoro e le responsabilità di essere padre e ufficiale potevano a volte essere opprimenti. Forse, in questo momento di condivisione e tranquillità, potevo trovare un equilibrio, un momento di calma prima di tornare alle mie quotidiane sfide.
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#6

In the end they'll judge me anyway so, whatever.

Haru Sunak Chekov Umano/Vulcaniano

Non sapeva ancora cosa significava giostrarsi tra una famiglia o dei figli e la vita lavorativa e non era certo di essere ancora preparato per quello, dato che a volte faticava a trovare il tempo necessario per meditare. Haru aveva solo Onyx a fargli compagnia e nonostante i gatti fossero di norma molto indipendenti, si era reso conto solo di recente di aver sottovalutato la voglia di compagnia dell’animale e per questo stava cercando di sistemare la sua routine.
Non posso comprendere a pieno cosa significhi avere un figlio perché è un’esperienza che ancora mi manca ma so che significa avere un animale che ha bisogno di cure e attenzioni e concordo sul dire che aiuta a spezzare la monotonia della vita qui oltre ad alleviare lo stress in alcuni momenti ma a volte è necessario anche del tempo in solitudine e in totale calma, almeno nel mio caso.
Per un istante si chiese se mai avesse provato cosa significasse avere dei figli e se fosse stato in grado di poter gestire la situazione al meglio. Per i ritmi lavorativi che aveva in quel momento, non era in grado di poter gestire ciò che significava creare una famiglia. Doveva decisamente rivedere i suoi piani, anche solo per una possibilità futura. 
Mise da parte quei pensieri, continuando ad ascoltare il discorso del suo collega che aveva appena accettato la sua offerta.
Perfetto, se siamo d’accordo entrambi direi che possiamo procedere. Ho vari programmi per la meditazione, più che altro cambia l’ambientazione dato che a volte ho bisogno di totale silenzio e altre preferisco ascoltare suoni calmi come le onde del mare o ritrovarmi immerso nella foresta.
Fece un cenno della testa verso la lista che aveva salvato con i suoi programmi di meditazione; in essa c’era una grande varietà di opzioni che andavano da una stanza monocolore e insonorizzata a una con la musica, per le ambientazioni naturali c’erano una spiaggia terrestre, una foresta, una zona vicino a una cascata e alcuni ambienti tipici di vulcano e più simili a lande desertiche.
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#7

Evitiamo di sperare che le cose vadano per il meglio, perché fin troppe volte, il meglio non accade.

Alexander Jansen Umano/Q

Ascoltando Haru, i miei pensieri si concentravano sulla mia esperienza personale con Lily. La paternità era arrivata inaspettatamente, in un periodo in cui ero ancora un civile, prima della mia iscrizione all'Accademia. Quella fase della mia vita mi sembrava ora così lontana, quasi un'altra esistenza.
«Hai ragione quando parli del valore del tempo da soli, specialmente qui nello spazio e avere un animale a bordo deve sicuramente rompere la monotonia della vita spaziale. E sì, il tempo da soli è essenziale, soprattutto per chi come noi vive in un ambiente così concentrato come una nave spaziale e per quanto riguarda la paternità, beh, è stata una sorpresa totale per me. Mi ha trovato completamente impreparato, in un periodo della mia vita che ora sembra quasi un'altra vita. Sembra che abbiamo più o meno la stessa età, quindi ti dico di non avere fretta. Lily, che ho adottato quando aveva quattro anni, ha cambiato la mia vita in molti modi. Non ero pronto, ma mi sono affezionato a lei in un modo che non avrei mai pensato possibile.» ammisi con un mezzo sorriso.
Pensai a come la paternità mi avesse insegnato tanto sulla pazienza, l'affetto incondizionato e il vero significato della responsabilità. Anche se aveva portato sfide impreviste, aveva arricchito la mia vita in modi profondi e significativi.
Con un sorriso, mi avvicinai alla lista dei programmi di meditazione di Haru. La varietà era impressionante, riflettendo il bisogno di trovare pace in diversi modi e ambienti.
«Questa selezione è impressionante. Penso che oggi opterò per la spiaggia terrestre. Un po' di onde del mare e una vista serena... sarebbe l'ideale per il mio stato d'animo attuale. Andrebbe bene per te?» chiesi conferma.
Mi girai verso Haru con un'espressione serena, pronto a immergermi nell'ambiente rilassante che avevo scelto, ma anche aperto a continuare la nostra conversazione, unendo le nostre esperienze di vita in quel momento di condivisione sul ponte ologrammi.
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#8

In the end they'll judge me anyway so, whatever.

Haru Sunak Chekov Umano/Vulcaniano

Fece un lieve cenno con la testa quando Alexander disse che avere un animale aiutava a spezzare la monotonia della vita a bordo. Certo la vita sull’Enterprise non si poteva definire noiosa, anzi era tutt’altro che tranquilla ma c’era un qualcosa che un animale domestico donava e che rendeva quella vita migliore.
Non ho assolutamente fretta, avrò dei figli solo quando avrò trovato qualcuno con cui costruire una famiglia e quando entrambi saremo pronti. Avere fretta è quasi sempre rischioso e in questi casi ancora di più. 

Era conscio che crescere un figlio era un grandissimo impegno e che averne uno senza prima riflettere bene poteva essere deleterio non solo per i genitori ma anche per il nascituro e non era ciò che voleva. Doveva ammettere che i suoi genitori erano stati approssimativi quando avevano deciso di costruire una famiglia, avevano sottovalutato cosa avrebbe significato dover gestire un bambino con una doppia eredità e si erano trovati impreparati nell’affrontare le conseguenze. Amava suo padre e sua madre ma non voleva che suo figlio crescesse incappando nelle sue stesse difficoltà o almeno voleva essere presente nel caso ci fossero problemi. 
Mi piace cambiare e ammetto che a volte mi lascio influenzare anche dalla nostalgia. 
Non a caso molti dei programmi erano riproduzioni di luoghi a cui era affezionato e dove si era sentito protetto o sereno.
La spiaggia è una buona opzione, il suono delle onde mi aiuta a concentrarmi e a rilassarmi. Possono essere apportate modifiche se servono, io di solito inserisco un ombrellone per l’ombra ma ci sono casi dove aggiungo altri oggetti, per la mia meditazione ho già i miei blocchi ma se ha qualche esigenza, può inserirla.
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#9

Evitiamo di sperare che le cose vadano per il meglio, perché fin troppe volte, il meglio non accade.

Alexander Jansen Umano/Q

Mentre ascoltavo Haru parlare della sua visione della paternità e della vita a bordo dell'Enterprise, i miei pensieri vagavano sul mio stesso percorso. La sua prudente attesa per la persona giusta e il momento giusto per formare una famiglia mi faceva riflettere sulla mia esperienza inaspettata con Lily. Ricordavo chiaramente il turbamento e l'adattamento necessario quando era diventata parte della mia vita, un cambiamento radicale che avevo abbracciato con tutto me stesso, nonostante le paure e le incertezze.

«Hai ragione, affrettarsi in questioni così fondamentali come la famiglia può essere complicato. È saggio attendere il momento giusto e la persona giusta con cui condividere tale responsabilità. Anch'io penso che essere pronti sia fondamentale», condivisi, pensando alle mie esperienze e a come mi ero dovuto adattare rapidamente alla paternità. L'esperienza con Lily mi aveva insegnato l'importanza dell'adattabilità, dell'amore incondizionato e della pazienza, valori che cercavo di portare anche nel mio lavoro a bordo dell'Enterprise.

«Capisco e condivido il valore di avere degli ambienti familiari e rassicuranti. A volte, un semplice scenario può fare una grande differenza nel nostro benessere psicologico, specialmente qui, lontani dalla Terra. La spiaggia sembra perfetta; il suono delle onde è universalmente rilassante. E l'idea dell'ombrellone per l'ombra mi sembra un ottimo tocco. Per ora, non penso di aver bisogno di aggiunte; la semplicità di una spiaggia con il suono delle onde è proprio ciò di cui ho bisogno per rilassarmi oggi.» ammisi e mentre parlavo, sentivo una connessione più profonda con Haru, un collegamento che andava oltre il semplice condividere un ambiente di meditazione. La nostra conversazione mi aveva offerto una pausa di riflessione sulla mia vita e sulle mie scelte.

La possibilità di condividere lo spazio e il tempo con Haru, trovando conforto nel nostro scambio, mi piaceva molto. La sua apertura al cambiamento e alla riflessione mi offriva un nuovo punto di vista e sottolineava l'importanza di restare aperti alle esperienze degli altri.

«Grazie per essere disposto a condividere il tuo programma di meditazione con me. Credo che entrambi trarremo beneficio da questo tempo di tranquillità, ognuno immerso nei propri pensieri ma condividendo uno spazio che promuove serenità e riflessione.»

Poi, con una curiosità genuina e cercando di non essere invadente, aggiunsi: «Se non è troppo indiscreto, potrei chiederti di cosa trattano i tuoi blocchi? Ho notato che li porti con te per la meditazione e mi chiedevo se fossero parte di un particolare metodo o pratica

Ero sinceramente interessato a saperne di più su questi blocchi, considerando che potessero aggiungere un ulteriore strato di comprensione alla nostra condivisione di esperienze e forse offrire un nuovo modo di approcciare la meditazione e il relax.
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#10

In the end they'll judge me anyway so, whatever.

Haru Sunak Chekov Umano/Vulcaniano

Fece un cenno con la testa quando Alexander gli diede ragione riguardo l’essere pronti per costruirsi una famiglia. Era sempre piacevole quando qualcuno si trovava in accordo con i suoi pensieri ma certamente Haru comprendeva anche chi era in disaccordo, dopotutto non tutti ragionavano in egual modo e c’era chi preferiva affidarsi ai sentimenti piuttosto che alla ragione e viceversa e chi invece riusciva a bilanciare ambo le parti. Per anni aveva pensato di dover fare una scelta anche lui ma alla fine si era reso conto che preferiva di gran lunga considerare ogni fattore e trovare un equilibrio oppure sbilanciarsi tra ragione e sentimento in base a ciò che la situazione richiedeva.
Durante l’infanzia ho viaggiato molto tra la Terra e Vulcano, questo mi ha permesso di abituarmi con maggiore facilità ai cambiamenti ma concordo sul fatto che c’è bisogno di qualcosa di familiare, in certi momenti basta anche solo questo per stare meglio.
Si voltò verso il quadrante dei comandi, aggiungendo l’opzione di due ombrelloni prima di avviare il programma. Era la prima volta che condivideva la sua meditazione con qualcuno, non si era fatto troppi problemi a proporlo, dopotutto Haru era sempre aperto a nuove esperienze.
Nessun problema, come ho detto, se questa esperienza sarà un beneficio per entrambi è l’opzione migliore per tutti e fa risparmiare tempo. Per quanto riguarda i blocchi, confermo, è una pratica di meditazione vulcaniana che si chiama Keethara. Ricorda un po’ le costruzioni per bambini terrestri, il mio compito sarà quello di costruire una struttura ad occhi chiusi; la mia mente mi aiuterà a capire dove posizionare i blocchi e per questo ho bisogno di molta concentrazione. Serve per focalizzarsi su qualcosa in modo da allontanare possibili distrazioni e aiuta anche a capire lo stato mentale in cui mi trovo.
Aveva provato varie tipologie di meditazione ma questa era sicuramente la sua preferita, la trovava decisamente più completa e lo aiutava anche a capirsi meglio. Quando invece aveva bisogno di pensare a qualcosa nello specifico o a riordinare i suoi pensieri, optava per altro.
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