TFB Ho una notizia da darti
#21

It's nice to have a family.

Carol Marcus Umana

Ascoltando Jim, i miei pensieri si intrecciarono con una confusione di emozioni. La sua franchezza mi colpì profondamente, e le sue parole erano cariche di un mix di emozioni contrastanti: amore, preoccupazione, frustrazione. Ascoltai attentamente mentre esprimeva i suoi dubbi e pensieri su come la nostra situazione avrebbe cambiato le nostre vite e le sfide che avremmo dovuto affrontare.

«Capisco le tue preoccupazioni e so che la decisione di avere questo bambino comporta grandi cambiamenti per entrambi, non mi aspetto che tu rinunci a tutto ciò che ami o che cambi completamente la tua vita per questo; ma capisco che questo bambino cambierà la mia vita in modi che non posso ancora immaginare completamente. Devo ammettere che avevo paura che tu potessi lasciarmi o che non volessi prendere in considerazione questa situazione. Per questo ho cercato di darti una via d'uscita chiara. Non volevo costringerti a una decisione che non fossi pronto ad affrontare, ci ho pensato a lungo mentre ti aspettavo dopo la visita medica.» dissi con un tono comprensivo.

La questione dell'Enterprise e delle sue missioni era un argomento serio, e Jim aveva ragione a sollevarlo. «Non voglio che tu senta di dover abbandonare il comando dell'Enterprise o i tuoi amici a bordo; ma allo stesso tempo, non voglio che ciò significhi che devo essere io a rinunciare a tutto. Non voglio finire su una base spaziale chissà dove o rimanere sulla Terra. So che per un ufficiale può essere previsto il congedo in situazioni come questa, potrei accettare il congedo per maternità, ma alla fine io vorrei comunque tornare qui. L'equipaggio dell'Enterprise non sono solo i tuoi amici; ma è anche la mia famiglia... e la mia posizione qui non è meno importante della tua quando parliamo di sentimenti. Sai che non ti chiederei mai di lasciare il comando della nave e mi piacerebbe che tu faccia lo stesso nel possibile, su questo lascio tutto nelle mani del comando di flotta.» ammisi, ben sapendo che la mia posizione lavorativa era di molto inferiore alla sua e sapevo che avrebbe lasciato il comando della nave solo per casi molto più... invalidanti.

In realtà, c'era una parte di me che pensava che questo bambino cambiava le cose, avrei dovuto considerare tutte le opzioni, trovare il modo migliore per andare avanti, anche se ciò significa fare dei sacrifici avrei potuto ritirarmi per lavorare esclusivamente su Genesi, ma... la nave, non era una cosa che volevo sacrificare, non nel momento in cui mi trovavo, ma era essenziale trovare un equilibrio tra le nostre vite professionali e la nuova realtà che stavamo affrontando.  «Vorrei trovare un modo per far funzionare le cose, per tutti e tre, ma capisco ciò che dici. Io ti lascerò lo spazio che desideri per pensare, nessuna interferenza» dissi, la mia voce era ferma, ma carica di emozione.

«Hai altre domande per me?»
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#22

Where I come from, if someone
saves your life, you don't stab them in the back.

James T. Kirk | Human

Jim posò il bicchiere ormai vuoto sul tavolo, fermandosi un istante per stropicciarsi gli occhi mentre rifletteva: non riusciva a credere che Carol potesse pensare che l'avrebbe lasciata... o che le avrebbe lasciato affrontare quella cosa da sola. Per un istante non poté fare a meno di chiedersi cosa nel proprio atteggiamento potesse averle dato quell'impressione. Per quale ragione lei pensasse che gli servisse una qualche scusa per tirarsi indietro. Forse questa storia mi preoccupa più di quanto dovrebbe... e molto probabilmente hai ragione: non sono pronto ad affrontare tutto questo... ma trovo sempre un modo per far funzionare le cose, lo sai. le ricordò mentre tornava ad affondare nella poltrona.

La sensazione che lei non volesse comprendere quanto aveva appena cercato di spiegare, tuttavia, fu rinforzata dalle parole della donna. Jim scosse la testa, aspettando che gli lasciasse un momento per rispondere Carol, non sto cercando di mandarti via puntualizzò ... il problema non è nella burocrazia: posso esprimere le mie preferenze sull'equipaggio e il Comando ne tiene conto. Se chiedessi di farti rimanere a bordo è probabile che non avrebbero niente da ridire... ma non credo che sia una buona idea. disse, tentando un approccio più esplicito.

Fermati un attimo a riflettere. Che razza di vita puoi dare a un bambino su una nave stellare? Non ci sarebbe nessuno della sua età con cui giocare, nessuno che possa occuparsi di lui mentre siamo impegnati nel nostro lavoro... e questo senza considerare i rischi della vita a bordo. disse, alzandosi per raggiungere il computer. Voltò il monitor in direzione di Carol perché potesse vederlo e caricò una serie di file di servizio. Il volto di un giovane uomo dall'aria seria apparve sul monitor Tenente John Daniels, incidente in sala macchine due giorni fa, lascia la moglie e un figlio alla Base Stellare 103. disse, scorrendo per far comparire una seconda immagine. Un uomo appena di poco più anziano dallo sguardo assorto e grandi occhi scuri apparve al suo posto. Tenente Adrian Boole, ferito in una missione di esplorazione la settimana scorsa, ha contratto un'infezione che non siamo riusciti a fermare, deceduto tre giorni dopo. Lascia la moglie e due figli... spiegò, facendo comparire una terza immagine ... dimmi quando posso fermarmi. chiese elencando anche le cause del terzo decesso con più dovizia di particolari del necessario nel tentativo di far capire a Carol perché quella di rimanere a bordo con un bambino fosse una pessima idea.

Non avrebbe saputo dire se quelle morti lo toccavano tanto perché erano capitate suo malgrado sotto il suo comando, se era stato il fatto di non poter fare nulla per impedirle... se fosse il compito straziante di portare alle famiglie quel genere di notizie, il continuo ripetersi di quelle morti dall'apparenza inutile... o ancora, più semplicemente, il fatto che anche suo padre fosse deceduto in un modo non troppo differente. Qualunque fosse la reale ragione, l'idea di un bambino a bordo non sembrava accettabile.
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#23

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Carol Marcus Umana

Ascoltando Jim, sentii l'intensità e la sincerità delle sue emozioni. La sua frustrazione per non essere compreso era evidente, così come il suo desiderio di proteggerci, me e il nostro futuro bambino, dalle incertezze e dai pericoli della vita a bordo dell'Enterprise.

Mentre scorreva i file dei membri dell'equipaggio deceduti, il mio cuore si stringeva. Ogni volto, ogni storia era una testimonianza del rischio che comportava la nostra vita nell'esplorazione spaziale. Jim aveva ragione: una nave stellare non era un ambiente ideale per un bambino. Ogni missione portava con sé il potenziale pericolo, ogni avventura una minaccia velata.

Quando terminò, il silenzio cadde tra di noi, continuai a guardare l’ultimo volto costernata. Capii il suo punto di vista, ma io non mi sentivo pronta ad abbandonare una vita a cui mi ero affezionata.

"Jim, so che hai ragione ” dissi, le mie parole un sussurro nel silenzio della stanza. "La vita a bordo dell'Enterprise non è sicura per un bambino. Ho capito il tuo punto di vista, e le storie che hai condiviso sono una chiara dimostrazione dei rischi che corriamo ogni giorno; ma questo bambino avrebbe modo di vedere entrambi i genitori. L'idea di allontanarmi da tutto ciò che ho conosciuto e amato sull'Enterprise, da te, è dolorosa.

Mi fermai, trovando il coraggio di esprimere un pensiero che avevo ponderato a lungo. "Forse la mia unica soluzione, potrebbe fermarmi per lavorare su Genesis, potrei chiedere al comando e consegnare i dati. Potrebbe essere l’unica soluzione, ci avevo già pensato, ma non so se sono pronta. In ogni caso, ci penserò per davvero." dissi piano.
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#24

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James T. Kirk | Human

Un pesante silenzio cadde all'improvviso nell'alloggio. L'ultima cosa che Jim avrebbe voluto, in quel momento, era dare a Carol altre preoccupazioni, ma il solo pensiero che potesse esserci un bambino a bordo sembrava aver toccato qualcosa che lui stesso non si aspettava, né avrebbe saputo spiegare. Fu l'epressione contrita di lei a fargli capire che aveva molto probabilmente esagerato: per quanto a parole avesse prontamente dichiarato di non volerla mandare via, non era tanto cieco da non realizzare che era proprio quello che in pratica stava facendo. Il capitano si concesse un sospiro mentre spegneva lo schermo, facendo sparire il volto allegro del giovane ingegnere deceduto.

Sono stato ingiusto. realizzò, avvicinandosi al tavolino e scostando ciò che si trovava sopra per potervisi sedere, in modo da trovarsi direttamente di fronte a Carol. Lo sguardo dell'uomo indugiò pensieroso su di lei mentre le afferrava le mani tra le proprie, nel tentativo di infonderle nuovamente un po' di quella determinazione che le sue ultime parole sembravano averle strappato non ho il diritto di chiederti qualcosa che io per primo non sono disposto a fare precisò, lottando contro se stesso per trovare la forza di continuare quel discorso.

Potrebbe esserci un'altra soluzione... suggerì a denti stretti. Beh... mi hanno proposto una promozione. Ammiraglio James Tiberius Kirk... sai... ripensandoci non suona poi così male. Potremmo trasferirci sulla Terra... certo, gli alloggi al Quartier Generale della Flotta non sono proprio lussuosi, ma sarebbe comunque una sistemazione temporanea e riusciresti a... iniziò, interrompendosi bruscamente non appena un allarme rosso cominciò a risuonare per i corridoi della nave.

Jim strinse leggermente le mani di lei prima di lasciarle Scusa. Ne parliamo dopo... rimani pure qui se vuoi. disse prima di avviarsi a passo deciso verso la plancia.

Fai pure che è una luuuuunga attesa. Laugh
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#25

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Carol Marcus Umana

Mentre Jim delineava la possibilità di una promozione e di un trasferimento sulla Terra, una parte di me si accese alla prospettiva di un nuovo inizio, di una vita potenzialmente più sicura per il nostro bambino. Tuttavia, mentre parlava, un pensiero sempre più insistente prese forma nella mia mente, un pensiero che avrei voluto condividere con lui prima che l'allarme rosso squarciasse il silenzio del nostro dialogo.

«Jim, non ti ci vedo ad essere un ammiraglio, non in questo momento» avrei voluto dirgli, per quanto l'offerta fosse allettante, sapevo in cuor mio che non poteva, era stato chiaro prima, ma pensavo che non dovevamo abbandonare tutto ciò per cui avevamo lavorato, per cui avevamo vissuto fino a quel momento. Non era ancora pronto a lasciare l'Enterprise, la sua scelta di scusarsi e di correre verso la plancia, nonostante il momento delicato che stavamo condividendo, evidenziava il suo senso del dovere, la sua dedizione a quella nave e al suo equipaggio. «Non voglio che lo faccia, non per questo. Troveremo insieme come affrontare la situazione, qualunque essa sia.» dissi a nessuno in particolare, dato che le circostanze ci separarono prima che potessi esprimere questi sentimenti. Rimasi lì, ad aspettarlo, seduta dove mi trovavo e attesi.

Mi appisolai un istante e al mio risveglio Jim non era ancora tornato. Mi dissi che era passato molto tempo da quando era salito in plancia. Avevo fame, certo, ma potevo aspettare ancora un po' a cenare come avevamo pianificato. In caso, lo avrei chiamato, e se la situazione in plancia fosse stata ancora un caos, avrei cenato da sola e avremmo trovato un altro giorno per discutere di tutto.

La decisione di aspettare, di concedergli il tempo di cui aveva bisogno, era un riflesso della fiducia e del rispetto che avevamo l'uno per l'altro. Sapevo che, nonostante le sfide che ci attendevano, avremmo trovato il modo di superarle, insieme. Nel silenzio del suo alloggio, circondata dai ricordi e dalle speranze per il futuro, mi sentivo pronta ad affrontare qualsiasi cosa, purché fossimo insieme.
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#26

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James T. Kirk | Human

La chiamata di Carol aveva colto Jim di sorpresa. Una rapida occhiata al computer lo aveva informato che erano passate ormai diverse ore da quando aveva lasciato il proprio alloggio, promettendole di fare ritorno. Sono in sala riunioni, puoi raggiungermi qui tra una decina di minuti? le rispose laconico attraverso l'interfono. Attese la risposta, poi chiuse la comunicazione prima di tornare a rivolgersi agli ufficiali ancora seduti al tavolo.

... come stavo dicendo, Scotty, dovrà aspettare come tutto il resto delle revisioni che avevamo in programma. Signori... se non ci sono altre questioni, questa riunione è aggiornata. annunciò, concedendo ai presenti qualche istante per sollevare ulteriori questioni prima di congedarli. Uno dopo l'altro gli ufficiali lasciarono la sala, solo Jim ritornò a sedersi per richiamare sullo schermo del computer i file che gli erano appena stati inoltrati e iniziare a sfogliarli rapidamente.
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#27

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Carol Marcus Umana

La voce di Jim attraverso l'interfono mi chiese se potessi aspettare dieci minuti. La sua voce era diretta, concentrata, tipica del modo in cui affrontava le sue responsabilità.

«Certo.» risposi, prima che chiudesse la comunicazione e mi resi presentabile, avevo l'impressione che i miei capelli si fossero arruffati in maniera bizzarra dopo aver fatto quel pisolino di cui avevo decisamente bisogno.

Camminai verso la sala riunioni, accompagnata dal flusso incessante di pensieri e sulle decisioni che ci attendevano, ma che avrei tanto voluto ritardare il più possibile. La porta sibilò dolcemente alle mie spalle, annunciando il mio ingresso in uno spazio ormai familiare, eppure carico di un'atmosfera diversa da quella abituale, permeata dal peso delle recenti discussioni e delle sfide imminenti.

Jim era immerso nella lettura di alcuni file sul computer, il suo volto illuminato dallo schermo in una concentrazione profonda. La sua figura, solitaria in quella grande sala ormai vuota, mi colpì per la serietà e la dedizione che trasmetteva, caratteristiche che avevo sempre ammirato in lui.

«Ehi» dissi semplicemente, avvicinandomi con passi misurati, consapevole di interrompere un momento di riflessione.
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#28

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James T. Kirk | Human

Ehi... rispose Jim, allontanando per un istante lo sguardo dallo schermo. Non gli era ancora del tutto chiaro come avrebbe dovuto prendere quell'intera situazione: si sentiva ingannato, confuso, al tempo stesso preoccupato e consapevole che trovare una soluzione a quel problema in quel momento spettava a lui... nel giro di poche ore la notizia della gravidanza di Carol era passata da essere la questione più scottante della giornata a non costituire nemmeno un problema, al confronto.

Siediti disse offrendole una sedia accanto a sè. C'è stato un incidente... spiegò senza troppi giri di parole un gruppo di dissidenti ha commesso un attentato presso la sede della conferenza diplomatica. Al momento l'ambasciatore M'Saar si trova in infermeria, le sue condizioni non sono buone ed è evidente che non potrà continuare a rappresentarci nelle trattative. La Federazione ha già nominato un sostituto che ci raggiungerà il prima possibile, ma nel frattempo la situazione tra gli elkariani rimane critica e il Comando mi ha incaricato di fare le veci dell'ambasciatore. riassunse rapidamente, alzandosi poi un momento per sgranchirsi le gambe.

Non sono autorizzato a divulgare i dettagli della missione, ma ho preso tutte le precauzioni necessarie ad evitare che l'incidente con l'ambasciatore possa ripetersi... la tecnologia dell'Enterprise è nettamente superiore a quella elkariana e se il Comando avesse condiviso fin da subito tutte le informazioni riguardo al conflitto avremmo potuto evitare di trovarci in questa situazione. A volte mi chiedo cosa passi per la testa di quella gente... brontolò, evidentemente seccato all'idea di aver ricevuto troppo tardi le informazioni che gli avrebbero consentito di proteggere l'ambasciatore.

Temo che la nostra chiacchierata dovrà aspettare... ma voglio sia chiaro che non intendo abbandonarti: se hai bisogno di me, io ci sono promise, cominciando a realizzare solo in quell'istante di avere un fastidioso buco nello stomaco. Che ore sono, comunque? Hai già mangiato? si informò.

Tiriamo in mezzo Bones che li interrompe con le news sulle condizioni dell'ambasciatore? Laugh
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#29

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Carol Marcus Umana

La notizia dell'incidente e del coinvolgimento di Jim come sostituto dell'ambasciatore M'Saar mi colpì come un pugno nello stomaco. La complessità della situazione a cui l'Enterprise si trovava ora a far fronte era schiacciante, e la responsabilità aggiuntiva su Jim sembrava immensa. La sua esposizione dei fatti, diretta e senza fronzoli, rifletteva il peso delle decisioni che stava già iniziando a portare sulle spalle. Mi sedetti accanto a lui e intanto cercavo di assimilare l'entità delle sfide che si erano aggiunte.

«Non posso credere che siano successe tutte queste cose in così poco tempo» risposi, ancora assimilando la notizia dell'attentato e le sue implicazioni. La preoccupazione per l'ambasciatore M'Saar e la tensione delle trattative diplomatiche con gli elkariani offuscavano temporaneamente i nostri problemi personali, ricordandoci quanto fosse grande e complesso l'universo in cui vivevamo.

Jim si alzò per sgranchirsi le gambe, il suo brontolìo sulle informazioni ritardate dalla Federazione rivelando una frustrazione comprensibile. Il suo desiderio di proteggere coloro che erano sotto la sua responsabilità era evidente, così come la sua irritazione per gli ostacoli incontrati nel farlo ed ero sempre più convinta che accettare l'ammiragliato era totalmente sbagliato nel suo caso. Amava troppo ciò che faceva per accettare un aumento di grado.

«Capisco che la nostra discussione dovrà aspettare, e va bene così» dissi, cercando di offrirgli un sorriso di sostegno nonostante la tensione. «Sono qui per te, Jim. Se c'è qualcosa che posso fare per aiutarti, dimmelo.»

La sua promessa di non abbandonarmi, nonostante le circostanze travolgenti, mi riscaldò il cuore. «Grazie» risposi, sinceramente toccata. «E no, non ho ancora mangiato. Ho pensato di aspettarti, ma... quello è l'ultimo dei miei pensieri adesso. So che hai responsabilità enormi e che questa situazione con gli elkariani richiede tutta la tua attenzione» dissi. Avrei voluto abbracciarlo, ma non sapevo se gradisse e mi resi conto che forse avrei dovuto prendere un'iniziativa più pratica considerando gli eventi. Stavo per chiedergli se avesse mangiato, ma la sua menzione di un fastidioso buco nello stomaco mi fece pensare che forse entrambi avevamo trascurato i nostri bisogni fisici di fronte alle preoccupazioni più pressanti.

«Non preoccuparti per me, Jim. Se vuoi posso replicarti qualcosa dalla mensa e portartela se lo desideri, ma non abituarti troppo, devi staccare un po' anche tu nel possibile» dissi, cercando di alleggerire l'atmosfera con un sorriso


I don't need a doctor, damn it! I am a doctor!

Leonard McCoy Umano

Mentre mi affrettavo lungo i corridoi dell'Enterprise, la mente mi correva alle condizioni dell'ambasciatore. Nonostante il caos che l'incidente aveva scatenato, la mia priorità rimaneva il benessere dei miei pazienti. L'ambasciatore, in particolare, era una preoccupazione costante: il suo stato era critico, ma stabile, e sapevo che le notizie della sua condizione avrebbero avuto un impatto significativo su Jim e sulle decisioni imminenti riguardanti la missione.

Raggiungere la sala riunioni, dove sapevo che Jim si trovava, mi sembrava il corso d'azione più logico e ripensai a Spock, maledetto lui e la sua logica, mi stava contagiando come un virus. Si poteva guarire? Tuttavia, ero anche consapevole delle implicazioni di sicurezza e della delicatezza delle informazioni che stavo per condividere. "Forse sarebbe meglio se venissero in infermeria" riflettei, considerando la privacy e la riservatezza necessarie per una conversazione di questa portata. Eppure, il tempo era un lusso che in quel momento non potevamo permetterci.

Quando finalmente arrivai davanti alla sala riunioni, presi un momento per raccogliere i miei pensieri, cercando di prepararmi al meglio per trasmettere le notizie in modo che fossero sia chiare che delicate. "Ha bisogno di sapere, e ha bisogno di sapere ora" mi dissi, rafforzando la mia risoluzione.

Quando entrai, trovai Jim e Carol che stavano parlando. « Scusate se vi interrompo, le congratulazioni d'obbligo te le farò più tardi Jim, ma ho delle novità riguardo all'ambasciatore M'Saar» iniziai senza preamboli, la mia voce ferma ma carica di empatia per la situazione che stavano affrontando. «Vorrei sapere se preferisci venire in infermeria per discuterne, o se preferisci che vi informi qui. Per una questione di sicurezza e privacy, potrebbe essere meglio trattare questi dettagli in un ambiente più controllato»

Il mio sguardo passò da Jim a Carol, cercando di leggere le loro reazioni e di offrire, nonostante le circostanze, un senso di sostegno e di solidarietà anche per la loro situazione privata. La mia proposta mirava a concedere loro la possibilità di scegliere il contesto in cui ricevere le notizie, consapevole che la decisione potrebbe influenzare non solo la loro risposta immediata, ma anche le azioni future.

In quel momento, nella sala riunioni dell'Enterprise, sentivo il peso delle responsabilità che gravavano sulle mie spalle come medico e come amico. Era un equilibrio delicato, quello tra mantenere la professionalità e offrire conforto, ma era un equilibrio che mi sforzavo di mantenere, per il bene di tutti i coinvolti.
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#30

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James T. Kirk | Human

Mi dispiace, ho completamente perso il senso del tempo, avrei dovuto chiamarti prima. ammise Jim, realizzando solo in quell'istante che per quanto amasse Carol, la loro relazione aveva sempre occupato i ritagli di tempo: non si era mai trovato a doversi chiedere cosa facesse mentre era impegnato in una qualche missione o a doversi preoccupare per lei. Negli ultimi mesi la sue presenza era stata una costante silenziosa, su cui sapeva di poter contare se e quando i rispettivi impegni lo permettevano. Quella, molto probabilmente, era una cosa che andando avanti avrebbe dovuto cambiare. Avrò bisogno di un po' di tempo per abituarmi a tutti i cambiamenti che questo bambino porterà nella nostra vita, sto cercando di fare del mio meglio... le assicurò, sapendo che, per quanto giustificato dalla situazione, non fosse stato del tutto corretto nei confronti di Carol. Sapeva perfettamente che il modo in cui l'aveva lasciata per ore senza nemmeno una parola riguardo a cosa stesse succedendo o quando sarebbe tornato non brillava certo per eleganza. Nel corso del breve sopralluogo che lui e la sua squadra avevano fatto sul luogo dell'incidente qualche ora prima, avrebbero potuto essere attaccati di nuovo... e lei lo avrebbe probabilmente scoperto solo a cosa fatta. La chiacchierata che avevano interrotto andava decisamente ripresa il prima possibile.

C'è un'altra cosa che non mi hai detto, comunque... è maschio o femmina? si informò, allontandando per qualche istante il problema degli elkariani. Non fece tuttavia in tempo a ricevere risposta che McCoy entrò a passo deciso nella stanza. Parli del diavolo... non poté fare a meno di pensare Jim, abbassando leggermente lo sguardo con una nota di imbarazzo al pensiero di quale fosse la ragione per cui quelle congratulazioni erano d'obbligo.

Carol, se non ti dispiace... puoi replicarmi del pollo fritto con un po' di verdura? Credo mangerò qui, a occhio mi servirà tutto il resto della serata per finire di rivedere i protocolli diplomatici. Continueremo il discorso appena avrò risolto questa situazione. promise, pregando silenziosamente che McCoy non si mettesse a questionare sulle sue scelte alimentari, perché quel giorno sarebbe stato davvero un po' troppo anche per lui.

Computer, blocca la porta della sala riunioni ordinò, per accertarsi che non ci fossero ulteriori intromissioni o orecchie indiscrete ad ascoltare. Non appena ebbe conferma che quanto richiesto era stato eseguito, lo sguardo del capitano tornò in direzione del medico: Allora? Come sta l'ambasciatore? C'è qualche possibilità che si riprenda abbastanza da potergli rivolgere qualche domanda? si informò.

I was thinking... facciamo episodio crossover? La Federazione ha nominato Elieth e lo porta T'Dal con la Sara.

@Neris ti taggo perché in caso serve Dakona... nelle puntate precedenti: dare il comando dell'Ent a Les è una pessima idea, perché appena si muove fa danni. In questa puntata ci hanno quasi assassinato un ambasciatore e ci serve un sostituto, l'idea sarebbe che ce lo portano con la Saratoga, voi caricate a bordo quello che rimane di quello che avevamo e riconsegnate a casa sua quello che riuscite. Presumo i familiari vorranno almeno il corpo... Thinking poi se vui puoi farlo riprendere miracolosamente, accordati con McCoy.
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