TFB Se son rose fioriranno
#1

Where I come from, if someone
saves your life, you don't stab them in the back.

James T. Kirk | Human

La prima giornata di trattative era andata meglio del previsto. Gli elkariani erano una delle specie più spiacevoli che Jim avesse incontrato nel corso dei suoi viaggi: sospettosi, irascibili e a tratti manipolatori, per non parlare della devozione che dal suo punto di vista superava il limite del bigottismo a tutta una serie di pratiche pseudoreligiose delle quali non era sicuro di aver del tutto compreso il significato ma, almeno, non c'erano stati altri attentati. Entrambe le fazioni chiaramente negavano con convinzione il loro coinvolgimento per quanto accaduto all'ambasciatore M'Saar, ma il fatto che la gestione delle trattative da parte degli abitanti di Elkar V fosse stata ora demandata a un sostituto che sembrava saperne più o meno quanto lui al riguardo di quanto era stato discusso fino a quel punto, era in qualche modo rincuorante. Certo, non avevano concluso molto... ma il suo scopo era unicamente tenerli tranquilli fino all'arrivo del nuovo ambasciatore, che li avrebbe raggiunti tra un paio di giorni.

Con quella convinzione in mente, il capitano si avviò a passo spedito lungo i corridoi dell'Enterprise: era appena ritornato dalla conferenza e non si era preso nemmeno la briga di togliersi l'alta uniforme in favore di qualcosa di più confortevole, perché c'era una cosa che doveva assolutamente fare. Senza esitare raggiunse i laboratori scientifici. Un giovane ufficiale di cui non ricordava il nome scattò immediatamente sull'attenti non appena lo vide comparire sulla porta, ma Jim lo tranquillizzò con un cenno riposo, guardiamarina... sto cercando la dottoressa Marcus, sa dove posso trovarla? si informò. Ha finito il suo turno un'ora fa, credo sia tornata nel suo alloggio ipotizzò il giovane. Jim mosse un cenno di assenso grazie! esclamò, mentre già ritornava sui propri passi per dirigersi verso gli alloggi degli ufficiali. Fermatosi di fronte alla porta di Carol suonò e rimase pazientemente in attesa: non la vedeva dalla sera precedente e sperava di poter approfittare di quell'unico momento libero per riprendere la conversazione, prima che qualche altra emergenza richiedesse la sua attenzione...

@T'Dal
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#2

It's nice to have a family.

Carol Marcus Umana

Dopo il mio turno, mi ero concessa una doccia rilassante, un tentativo di lavare via lo stress accumulato durante la giornata e di prendermi un po' di tempo per me, così decisi di dedicare del tempo alla lettura, un modo per distendere la mente e allo stesso tempo rimanere produttiva. Inizialmente, la mia attenzione si era focalizzata su alcuni articoli legati al mio progetto Genesis, cercando di restare aggiornata sui progressi e sulle nuove scoperte nel mio campo di ricerca. Era un'attività che trovavo sempre stimolante, in grado di alimentare la mia passione e la mia curiosità scientifica.

Tuttavia, dopo un po', sentii il bisogno di cambiare argomento, di spostare la mia attenzione su qualcosa di completamente diverso e altrettanto importante per me in quel momento: la maternità. Così, scelsi dal PADD un libro sulla maternità che mi era stato consigliato sperando di trovare consigli, esperienze condivise e, forse, un po' di conforto nelle parole di altre madri. Era un modo per prepararmi, per cercare di capire cosa mi aspettasse e come potessi affrontare al meglio le sfide future... e intanto mi dissi che avrei dovuto parlare con Jo, per un punto di vista femminile e poi conosceva Jim sicuramente meglio di me.

Immersa nella lettura, quasi dimenticai il mondo intorno a me, finché il suono del campanello non mi fece sobbalzare. «Avanti!»  dissi automaticamente, senza nemmeno alzarmi per accogliere la persona che aveva suonato al c campanello, non aspettandomi affatto visite.
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#3

Where I come from, if someone
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James T. Kirk | Human

Jim non dovette attendere molto prima che la porta si aprisse: aveva evidentemente interrotto la lettura di qualcosa, perché Carol teneva tra le mani un PADD da cui aveva alzato lo sguardo per fissare con sguardo sorpreso nella sua direzione. Ciao. Disturbo? si premurò, appoggiandosi distrattamente contro lo stipite della porta, senza dare alcun segno di aver intenzione di entrare. Vorrei farmi perdonare per ieri con una cena come si deve... ti andrebbe di riprovare stasera? propose senza troppi giri di parole, anche perché ne aveva già ascoltati fin troppi quel giorno.
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#4

It's nice to have a family.

Carol Marcus Umana

Il mio sguardo sorpreso si tramutò rapidamente in un sorriso accogliente, nel vedere Jim appoggiato allo stipite della porta. La sorpresa della sua visita inaspettata, combinata con la proposta di cena, era esattamente ciò di cui avevo bisogno.
«Ciao! No, non disturbi affatto, anzi sono felice di vederti. Entra per favore, scusami sono stata poco educata » dissi con un sorriso.
La sua proposta di cena, un tentativo di farsi perdonare per l'assenza della sera precedente, mi commosse. La consapevolezza dei suoi sforzi per bilanciare le responsabilità del comando con la nostra relazione mi faceva apprezzare ancora di più il tempo che decideva di dedicarci.
«Mi piacerebbe molto e comunque non c'è bisogno che tu ti faccia perdonare per ieri. Capisco quanto possa essere impegnativa la tua posizione; ma apprezzo molto il gesto, e non vedo l'ora di trascorrere la serata insieme a te. » ammisi per poi chiedere
«Quindi, dove avevi in mente di andare per cena?» chiesi, curiosa di sapere se avesse già qualche posto specifico in mente, come la mensa o nel mio alloggio o se avremmo improvvisato.
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#5

Where I come from, if someone
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James T. Kirk | Human

Sono qui solo di passaggio... rispose Jim, facendo comunque un passo in avanti. Non appena si tolse dal raggio del sensore, la porta si richiuse automaticamente alle sue spalle. Facciamo da me... tra un'oretta? Sono appena tornato dalla conferenza, volevo salire un attimo in plancia a controllare che non ci siano potenziali emergenze in arrivo stavolta, compilare il diario giornaliero... e soprattutto cambiarmi con qualcosa di un po' più confortevole. disse, sistemando con evidente fastidio l'uniforme di gala che ancora indossava: non poteva negare che facesse la sua figura, ma era spiacevolmente rigida rispetto alle uniformi standard e dopo un'intera giornata non vedeva l'ora di potersene finalmente liberare.
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#6

It's nice to have a family.

Carol Marcus Umana

Gli sorrisi. La sua necessità di salire in plancia prima di potersi rilassare era comprensibile e pensai che fosse così tipico di lui cercare di ottimizzare ogni momento!
«Tra un'oretta suona bene» concordai, già pensando a come trascorrerei quel breve lasso di tempo prima di raggiungerlo. La sua menzione delle incombenze post-conferenza e il desiderio di cambiarsi in qualcosa di più confortevole mi fecero sorridere. Osservai Jim mentre sistemava il colletto della sua uniforme di gala, notando il suo evidente fastidio.
Capivo benissimo il fastidio per l'uniforme di gala; anche se esteticamente gradevole, sapevo quanto potesse diventare scomoda dopo ore di utilizzo. «Non vedo l'ora di vederti in qualcosa di più confortevole allora e spero che questa volta l'unica emergenza sia decidere cosa ordinare per cena.» scherzai, cercando di alleggerire l'atmosfera e di farlo sorridere.
«Già che sei qui, vuoi qualcosa da bere e sederti un istante prima di andare in plancia?» chiesi
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#7

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James T. Kirk | Human

La risposta di Carol riuscì a strappare a Jim una risata divertita ... conto di finire prima che ordinare la cena diventi un'emergenza scherzò, con una strizzatina d'occhio nella sua direzione. Apprezzo l'offerta a rimanere... ma prima inizio, prima mi libererò dal lavoro che mi rimane. disse, alzando lo sguardo verso il sensore in attesa che decidesse di aprire la porta per concedergli una romantica uscita di scena. O, quantomeno, un'uscita di scena di qualunque genere. A dopo! salutò, sparendo lungo il corridoio non appena la porta si aprì.
---

Un'ora dopo si trovava come promesso nel proprio alloggio. Per la verità era perfino riuscito a ritagliarsi qualche istante per riposare dopo la lunga giornata: Spock si era già premurato di risolvere tutti i problemi quotidiani che la vita su una grande nave stellare come l'Enterprise inevitabilmente causava e, al di fuori di qualche firma sugli ordini di servizio per il giorno successivo, non gli era rimasto molto da fare. Non sembravano esserci navi nemiche in avvicinamento, il nucleo di curvatura non minacciava di esplodere a tradimento e dall'infermeria non segnalavano nessun rischio di diffusione di virus intenzionati a trasformare in zombie l'intero equipaggio. I rapporti non gli avevano richiesto più di una ventina di minuti e era riuscito perfino a concedersi una doccia prima di iniziare ad apparecchiare il tavolino che gli ingegneri erano riusciti miracolosamente ad infilare nel suo alloggio: gli spazi sulla nave erano talmente ristretti che si trattava di una comodità che non molti altri a bordo potevano vantare.
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#8

It's nice to have a family.

Carol Marcus Umana

Mentre Jim rideva alla mia battuta, ero soddisfatta di avergli strappato almeno un momento di leggerezza. Gli stavo già rispondendo quando lui disse che avrebbe preferito iniziare prima a lavorare per liberarsi prima del lavoro rimasto. Capivo la sua mentalità, la sua determinazione nel voler completare i compiti prima di concedersi un momento di relax, così annuii.

Dopo avergli detto «a dopo!» , vidi la porta chiudersi automaticamente alle sue spalle e mi ritrovai nuovamente sola nel mio alloggio con il PADD in mano che non avevo nemmeno più voglia di contemplare, immersa nei pensieri che il breve incontro aveva suscitato. Per quanto la sua visita fosse stata inaspettata e mi avesse scombinato i piani, decisi di sfruttare al meglio l'ora a disposizione prima della cena, concentrandomi su alcune delle mie attività preferite che mi permettevano di ricaricare le energie.

Prima di tutto, mi dedicai a un breve esercizio di stretching, un'abitudine che avevo sviluppato per mantenere il corpo attivo dopo essere rimasta ferma a lungo. L'elasticità dei muscoli, il ritmo calmo e concentrato della respirazione, tutto contribuiva a centrarmi di nuovo su me stessa, una necessità in un ambiente così dinamico e a volte opprimente come l'Enterprise.

Terminato l'esercizio, mi replicai una tazza di the e mi sforzai almeno di leggere ancora qualcosa del libro sulla maternità. Quando l'orologio segnalò che l'ora stava per scadere, lasciai il PADD di lato e puntuale, mi avviai verso l'alloggio di Jim, il cuore leggermente accelerato per l'anticipazione. Mentre camminavo lungo i corridoi dell'Enterprise, riflettevo su quanto fosse strano che, in un universo così vasto e pieno di meraviglie, le piccole cose come una cena con una persona cara potessero diventare il centro del proprio mondo, anche solo per una sera.

Suonai alla porta di Jim con un misto di nervosismo ed eccitazione.
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#9

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James T. Kirk | Human

Jim non aveva realmente tenuto d'occhio l'orologio: sapeva che gli sarebbe servita più o meno un'ora se voleva terminare tutto ciò che si era prefissato di fare e non fu particolarmente sorpreso che il campanello della sua porta suonasse proprio mentre aveva quasi finito di apparecchiare. Avanti! disse, posando una brocca piena d'acqua sul tavolo prima di raggiungere Carol accomodati. la accolse con un sorriso allegro, felice di essere finalmente riuscito a prendersi qualche minuto di pausa dopo la lunga giornata.

Hai fame? si premurò, non del tutto certo che Carol preferisse mangiare immediatamente... anche perché non aveva ancora replicato niente. Quando qualche giorno fa siamo passati dalla Base Stellare 95, i tecnici ci hanno inserito delle nuove ricette nel replicatore. Le sto provando tutte. disse, evidentemente felice della novità Volevo farti assaggiare questi nuovi involtini boliani che ho scoperto l'altro giorno... ma poi mi è venuto un dubbio. Non ho la minima idea di cosa tu possa mangiare. Sai, con il bambino... ammise, stringendosi candidamente nelle spalle.
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#10

It's nice to have a family.

Carol Marcus Umana

Entrai nell'alloggio di Jim e l'atmosfera rilassata e accogliente mi fece subito sentire a mio agio. Il suo sorriso allegro e la cura che aveva messo nell'apparecchiare il tavolo evidenziavano il desiderio di rendere la serata speciale, nonostante la fatica di una giornata lunga e impegnativa.

«Grazie!» dissi entrando dalla porta, con un sorriso che rifletteva la mia gratitudine per il suo sforzo e mentre mi avvicinavo al tavolo, notai la brocca d'acqua e i piatti già predisposti, segno che si era dato da fare per accogliermi nel migliore dei modi. Arrossii un poco, non ricordavo quando qualcuno lo avesse fatto per me.

La sua domanda sul cibo arrivò al momento giusto, dato che un leggero languorino aveva iniziato a farsi sentire. «Sì, devo dire che un po' di fame c'è» , ammisi con un sorrisetto. L'idea di provare qualcosa di nuovo era sempre eccitante, soprattutto considerando le sorprese che spesso il replicatore riusciva a offrire.

L'entusiasmo di Jim per le nuove ricette inserite nel replicatore era contagioso, e il suo ricordo degli involtini boliani mi incuriosì non poco. Tuttavia, la sua preoccupazione successiva sulle mie restrizioni alimentari mi fece sorridere per l'attenzione e la considerazione.

«Apprezzo davvero che tu abbia pensato a questo. Per fortuna, i due McCoy mi hanno confermato che posso mangiare praticamente tutto, con qualche piccola precauzione, naturalmente. Dovrei evitare cibi crudi come sushi, ridurre il consumo di caffeina e stare lontana dai formaggi non pastorizzati, ma gli involtini boliani vanno benissimo!» risposi, cercando di rassicurarlo e di alleviare il suo imbarazzo. Era evidente che voleva fare del suo meglio per assicurarsi che tutto fosse perfetto.

«In realtà, sono curiosa di assaggiare queste novità che hai scoperto. E poi, mi fido del tuo gusto culinario!» aggiunsi, facendo un passo verso il replicatore per vedere da vicino le opzioni disponibili. L'idea di una serata tranquilla, gustando piatti nuovi e condividendo conversazioni leggere, era esattamente ciò di cui avevo bisogno dopo una giornata di lavoro intensa e concentrata
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