09-02-2025, 02:42 PM
Where I come from, if someone saves your life, you don't stab them in the back.
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James T. Kirk Umano
Jim ricambiò il complimento con un leggero sorriso: gli facevano piacere quelle dichiarazioni di fiducia ed affetto da parte dell'equipaggio, ma allo stesso tempo gli ricordavano che poi avrebbe dovuto dimostrarsi all'altezza di ciò che aveva fatto in passato. Non sarebbe stato un problema se fosse stata solo una questione di buona volontà… ma all'attivo poteva vantare il salvataggio della Terra, dell'umanità e forse dell'intero quadrante. Il suo pensare in maniera creativa ed agire al momento giusto erano stati solo parte degli elementi che avevano portato al successo, il resto era dovuto alle circostanze, all'aiuto e talvolta al sacrificio di chi aveva attorno. L'esperienza gli aveva insegnato che non c'era alcuna garanzia che quel particolare intreccio di contingenze si sarebbe ripetuto in futuro e che salvare la situazione non significava poter salvare tutte le persone coinvolte come avrebbe voluto. Per questo ridacchiò, sollevato, quando Haruka convenne che ciò che avevano fatto era pura follia farò il possibile... ammiccò, quando la giapponese si raccomandò di non ripetere una simile situazione.
Comunque credo di poter fare qualcosa per aiutarla nelle... iniziò, interrompendosi all'improvviso perché poco più avanti qualcosa, seminascosto tra gli arbusti, aveva attirato la sua attenzione. Izar! chiamò con decisione: ogni traccia di allegria, presente fino a pochi istanti prima, era completamente scomparsa dalla sua voce, mentre sbarrava la strada ad Haruka. Davies, distratto dal discorso e dal suo guardarsi attorno, non se ne rese conto in tempo e finì letteralmente addosso alla collega oh, mi perdoni! disse titubante, allungando il collo per capire cosa fosse successo così all'improvviso.
Pochi metri più avanti, seminascosta tra gli arbusti, faceva capolino l'uniforme rossa di Izar, disteso a terra sul sentiero. Jim fece segno a Morozov di andare a controllare restate qui aggiunse in direzione del gruppo di archeologi, indicando loro un vecchio albero nodoso dal tronco imponente che avrebbe potuto fornire loro una discreta protezione, mentre Morozov li superava con il phaser spianato per raggiungere il collega a terra. L'uomo sembrava semplicemente svenuto: attorno a lui non c'era alcun segno di colluttazione, né ferite sul suo corpo che potessero indicare un qualche tipo di incidente. Jim raggiunse prudentemente l'uomo a terra respira constatò, dandogli qualche generoso colpetto sulla spalla nel tentativo di risvegliarlo. Non rilevo alcuna presenza a parte noi in quest'area valutò Morozov, con lo sguardo che saltellava dal proprio tricorder alle piante circostanti forse si è inciampato ipotizzò, indicando una radice poco distante. Jim seguì lo sguardo dell'ufficiale addetto alla sicurezza: l'idea che un uomo esperto come Izar potesse farsi del male da solo in modo tanto stupido era effettivamente talmente assurda da sembrare plausibile. Oltretutto sembrava essere l'unica spiegazione possibile. Il capitano si concesse una smorfia insoddisfatta mentre raggiungeva il proprio comunicatore: Kirk a Enterprise, mi serve un teletrasporto in infermeria per il guardiamarina Izar annunciò. Non passò più di una manciata di secondi prima che il corpo steso a terra scomparisse tra la statica del teletrasporto e la voce seccata dell'ufficiale medico capo si intromettesse nella comunicazione Jim, si può sapere che avete combinato stavolta? chiese McCoy con fare sbrigativo.
È quello che vorrei sapere da te: ci siamo separati per una ventina di minuti. Abbiamo ritrovato Izar così… sospettiamo una caduta accidentale spiegò, cercando conferma nello sguardo di Morozov, ma il russo non sembrava aver trovato altre spiegazioni più convincenti nel frattempo: l'area era tranquilla, c'era qualche creatura aliena nei paraggi, tuttavia Izar non riportava alcun segno di aggressione, né di reazione allergica. Le tracce sul terreno lasciavano intendere che, per una volta, si fosse effettivamente trattato di sfortuna. Morozov si accucciò a studiarle con maggiore attenzione: tutto sembrava indicare che Izar fosse effettivamente inciampato sulla radice. Jim osservò i movimenti del russo, giungendo contemporaneamente alla stessa conclusione: ti terrò aggiornato nel caso in cui scoprissimo qualcos'altro comunicò al medico, chiudendo poi la conversazione.
Le rovine non erano ormai molto distanti e, a non più di una decina di metri di fronte a loro, si trovava la collina ricoperta di vegetazione che poche ore prima aveva attirato l'attenzione di Jim. Rimanga qui a tenere d'occhio l'area, ma si faccia mandare qualcuno di supporto: finché non sapremo cosa è accaduto realmente, meglio essere prudenti. ordinò il capitano in direzione di Morozov. Solo allora si rivolse nuovamente in direzione dei tre ricercatori, che erano rimasti ad osservare la scena da qualche passo più in là Liepmann, mi dà una mano? chiese, raggiungendo un'apertura nella struttura: l'aveva creata lui stesso, era grande a sufficienza da poter scivolare all'interno con un po' di fatica, ma con l'aiuto dell'archeologo contava di riuscire ad allargarla il tanto necessario da poterla attraversare comodamente con tutta l'attrezzatura. All'interno avrebbero trovato una sala interamente ricoperta dagli stessi simboli che avevano notato sulla struttura del ponte. L'illuminazione fornita dalle torce sarebbe andata a rafforzare quella naturale, fornita da alcune muffe bioluminescenti che ricoprivano parte della parete. Qua e là alcuni pannelli con dei computer integrati nella struttura avrebbero forse consentito loro di recuperare ulteriori informazioni, se gli ufficiali avessero trovato un modo per riattivarli… ma senza una fonte di energia compatibile, avrebbero continuato per secoli a custodire i loro segreti.
Comunque credo di poter fare qualcosa per aiutarla nelle... iniziò, interrompendosi all'improvviso perché poco più avanti qualcosa, seminascosto tra gli arbusti, aveva attirato la sua attenzione. Izar! chiamò con decisione: ogni traccia di allegria, presente fino a pochi istanti prima, era completamente scomparsa dalla sua voce, mentre sbarrava la strada ad Haruka. Davies, distratto dal discorso e dal suo guardarsi attorno, non se ne rese conto in tempo e finì letteralmente addosso alla collega oh, mi perdoni! disse titubante, allungando il collo per capire cosa fosse successo così all'improvviso.
Pochi metri più avanti, seminascosta tra gli arbusti, faceva capolino l'uniforme rossa di Izar, disteso a terra sul sentiero. Jim fece segno a Morozov di andare a controllare restate qui aggiunse in direzione del gruppo di archeologi, indicando loro un vecchio albero nodoso dal tronco imponente che avrebbe potuto fornire loro una discreta protezione, mentre Morozov li superava con il phaser spianato per raggiungere il collega a terra. L'uomo sembrava semplicemente svenuto: attorno a lui non c'era alcun segno di colluttazione, né ferite sul suo corpo che potessero indicare un qualche tipo di incidente. Jim raggiunse prudentemente l'uomo a terra respira constatò, dandogli qualche generoso colpetto sulla spalla nel tentativo di risvegliarlo. Non rilevo alcuna presenza a parte noi in quest'area valutò Morozov, con lo sguardo che saltellava dal proprio tricorder alle piante circostanti forse si è inciampato ipotizzò, indicando una radice poco distante. Jim seguì lo sguardo dell'ufficiale addetto alla sicurezza: l'idea che un uomo esperto come Izar potesse farsi del male da solo in modo tanto stupido era effettivamente talmente assurda da sembrare plausibile. Oltretutto sembrava essere l'unica spiegazione possibile. Il capitano si concesse una smorfia insoddisfatta mentre raggiungeva il proprio comunicatore: Kirk a Enterprise, mi serve un teletrasporto in infermeria per il guardiamarina Izar annunciò. Non passò più di una manciata di secondi prima che il corpo steso a terra scomparisse tra la statica del teletrasporto e la voce seccata dell'ufficiale medico capo si intromettesse nella comunicazione Jim, si può sapere che avete combinato stavolta? chiese McCoy con fare sbrigativo.
È quello che vorrei sapere da te: ci siamo separati per una ventina di minuti. Abbiamo ritrovato Izar così… sospettiamo una caduta accidentale spiegò, cercando conferma nello sguardo di Morozov, ma il russo non sembrava aver trovato altre spiegazioni più convincenti nel frattempo: l'area era tranquilla, c'era qualche creatura aliena nei paraggi, tuttavia Izar non riportava alcun segno di aggressione, né di reazione allergica. Le tracce sul terreno lasciavano intendere che, per una volta, si fosse effettivamente trattato di sfortuna. Morozov si accucciò a studiarle con maggiore attenzione: tutto sembrava indicare che Izar fosse effettivamente inciampato sulla radice. Jim osservò i movimenti del russo, giungendo contemporaneamente alla stessa conclusione: ti terrò aggiornato nel caso in cui scoprissimo qualcos'altro comunicò al medico, chiudendo poi la conversazione.
Le rovine non erano ormai molto distanti e, a non più di una decina di metri di fronte a loro, si trovava la collina ricoperta di vegetazione che poche ore prima aveva attirato l'attenzione di Jim. Rimanga qui a tenere d'occhio l'area, ma si faccia mandare qualcuno di supporto: finché non sapremo cosa è accaduto realmente, meglio essere prudenti. ordinò il capitano in direzione di Morozov. Solo allora si rivolse nuovamente in direzione dei tre ricercatori, che erano rimasti ad osservare la scena da qualche passo più in là Liepmann, mi dà una mano? chiese, raggiungendo un'apertura nella struttura: l'aveva creata lui stesso, era grande a sufficienza da poter scivolare all'interno con un po' di fatica, ma con l'aiuto dell'archeologo contava di riuscire ad allargarla il tanto necessario da poterla attraversare comodamente con tutta l'attrezzatura. All'interno avrebbero trovato una sala interamente ricoperta dagli stessi simboli che avevano notato sulla struttura del ponte. L'illuminazione fornita dalle torce sarebbe andata a rafforzare quella naturale, fornita da alcune muffe bioluminescenti che ricoprivano parte della parete. Qua e là alcuni pannelli con dei computer integrati nella struttura avrebbero forse consentito loro di recuperare ulteriori informazioni, se gli ufficiali avessero trovato un modo per riattivarli… ma senza una fonte di energia compatibile, avrebbero continuato per secoli a custodire i loro segreti.