TFB zone d'ombra
#11

Korinna Suder

Betazoid

Korinna mise in pausa la comunicazione con Issarra: lo sguardo di G'Vera era serio e non percepiva in lei quella preoccupazione che si sarebbe aspettata da un medico di fronte ad una simile notizia. Che non avesse colto le implicazioni di quella situazione? Oppure aveva qualche informazione al riguardo che a lei sfuggiva? Un trasporto di quel tipo non dovrebbe essere equipaggiato con tute antiradiazione. Serviranno diversi minuti per raggiungere un'area sufficientemente distante dalla stiva per consentirci di entrare, piazzare lì delle cariche e farle detonare fece notare alla collega ha modo di sopravvivere tanto a lungo? chiese confusa mentre ragionava in cerca di un'altra soluzione. Sfortunatamente approcciare la Ko'Tal da un'altra direzione avrebbe creato problemi alla navetta e già così c'era il concreto rischio che nessuno di loro riuscisse poi ad allontanarsi da lì.

La richiesta del Klingon, in ogni caso, era più semplice sulla carta che in pratica: in condizioni normali la strumentazione di bordo le avrebbe dato le loro attuali coordinate, ma con metà dei sistemi fuori uso determinare la posizione attuale non era altrettanto semplice. Korinna chiuse gli occhi, concentrandosi un istante mentre calcolava mentalmente una risposta ragionevole. Rotta 294.32. All'incirca. I nostri indicatori sono fuori uso, procediamo manualmente. Potremmo provare ad accoppiare i nostri dati con i vostri. Il nostro codice di sicurezza è 794351 comunicò all'ingegnere, prima che G'Vera potesse anche solo pensare di ricordarle che quella non era una comunicazione sicura e che le interferenze potevano essere causate da qualche nave romulana che stava disturbando di proposito le loro comunicazioni.

Non c'era alcuna nave romulana nei dintorni, Korinna ne era sicura, e non intendeva permettere alle paranoie dei colleghi di creare problemi a quella missione già sufficientemente complessa. L'avrebbero redarguita più tardi, una volta che tutti fossero stati al sicuro.

amo vivere pericolosamente Laugh puoi uccidermi dopo
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#12

G'Vera Roc

Klingon

Lo so. Rispose G'Vera, quando Korinna mise in pausa la comunicazione. Issarra stava andando a morire, lo sapeva bene. Non poteva dire che quella consapevolezza non la turbasse, ma non aveva intenzione di piangere la morte di un eroe. Appena attraccati farò in modo di raggiungerlo, ma non so dire se arriverò in tempo per prestargli le cure necessarie. Probabilmente no. Quell'uomo si sta sacrificando per il bene del suo equipaggio. La prego di accettarlo e rispettarlo. Come vedevano la morte e il sacrificio era la differenza principale tra i medici federali e quelli klingon. G'Vera non aveva intenzione di salvare a tutti i costi Issarra. Se l'avessero raggiunto vivo, avrebbe considerato le sue condizioni e le sue possibilità di ripresa prima di somministrargli le cure. Era meglio morire di una morte degna di entrare nello Sto-vo-kor, che vivere una vita disonorevole.

Prima di attraccare, consiglierei di indossare le tute. Aggiunse, per poi ascoltare la risposta di Korinna ad Issarra. Nelle condizioni in cui si trovavano, era difficile dare una rotta precisa. Quello lo capiva, ma il fatto che avesse dato il loro codice di sicurezza non poteva accettarlo. Quella non era una comunicazione sicura, chi poteva dire chi era in ascolto? Korinna non avvertiva la presenza di romulani ma, per quanto ne sapevano, potevano essere appena fuori dalla sua percezione. Dopotutto, la betazoide le aveva da poco dimostrato che la sua stregoneria aveva dei limiti. Ricevuto. Rispose Issarra, mentre G'Vera si costringeva a trattenere la sua frustrazione. Non si lamentò della decisione arbitraria di Korinna di mettere a rischio la loro sicurezza e quella della loro nave, non mentre le comunicazioni con la Ko'Tal erano aperte, ma diede le successive indicazioni di cambio rotta con un tono particolarmente seccato. Sto---zzz-zzz...i dati. Ok, ci siamo. Proseguì Issarra, mentre la navetta riceveva i primi dati dalla Ko'Tal. G'Vera non aveva idea di quale sarebbe stato l'effetto delle interferenze sull'accoppiamento dei dati, ma poteva solo sperare che non lo compromettessero. Era già furibonda con Korinna per aver offerto sul piatto d'argento il loro codice di sicurezza ad eventuali romulani in ascolto, se avessero corso quel rischio per nulla non aveva idea di cosa le avrebbe fatto.

Il codice di sicurezza, davvero!? Sibilò a Korinna una volta che le comunicazioni furono nuovamente in pausa. Vuole farci uccidere?
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#13

Korinna Suder

Betazoid

Quella era una delle cose che Korinna ancora faticava a capire della cultura Klingon: a volte le sembrava che quel desiderio di compiere l'azione più onorevole possibile, li portasse a gettarsi a capofitto nel pericolo, anche quando esistevano soluzioni più efficienti… o forse più che una differenza culturale si trattava semplicemente di una differenza di formazione, ma il suo sgomento di fronte all'idea di accettare un simile sacrificio senza nemmeno valutare opzioni alternative non fu minore per questo.

Al contrario... annunciò Korinna severa ho intenzione di fare tutto il possibile per evitare una strage: con i dati accoppiati le informazioni di navigazione saranno più precise, il che significa che potremo avvicinarci a velocità maggiore senza rischiare di mancare il bersaglio e di conseguenza raggiungere prima quell'uomo. Immagino che in questo modo aumenteranno le sue probabilità di sopravvivenza... fece notare alla collega. Oltretutto, meno tempo richiederà l'avvicinamento, meno la navetta sarà esposta al rischio di subire danni permanenti e più saranno alte le probabilità di allontanarci tutti quanti da qui. puntualizzò la betazoide. Forse la klingon l'avrebbe considerato uno sciocco vezzo umano, ma c'era una cosa su cui difficilmente un ufficiale della Flotta Stellare sarebbe stato disposto a cedere: mai abbandonare un membro del proprio equipaggio. Se vuole uccidermi le conviene farlo prima che inizi la manovra, altrimenti pensi a fare il suo lavoro e mi lasci fare il mio. rispose senza mezzi termini, mentre ricalibrava alcuni dati per cercare di correggere le interferenze.

Correzione: rotta 295.72 comunicò alla Ko'Tal, studiando i nuovi dati sulla console inizio avvicinamento... aggiunse, lanciando un'occhiata alla dottoressa per controllare che non intendesse davvero scegliere quel momento per discutere. In parte sapeva che G'Vera non aveva tutti i torti: non c'era alcuna garanzia, se non la propria convinzione, che i Romulani non si trovassero in quell'area e le sue abilità non erano una scienza esatta. Sussisteva una percentuale di rischio, seppure infima, che si fosse sbagliata al riguardo. Il lato positivo era che anche in quel caso, pur avendo il loro codice di sicurezza, con tutte le interferenze presenti in quell'area non era scontato che sarebbero riusciti a colpirle.

Tempo di indossare la tuta fece notare alla collega. Korinna aveva già infilato la propria e detto ciò si affrettò ad indossare anche il casco ed i guanti. Cariche posizionate... inizio conto alla rovescia... annunciò la voce di Issarra, sofferente, ma sufficientemente nitida da lasciar ben sperare che anche i dati tra le due navi arrivassero ora senza interferenze. Pochi istanti dopo, un'esplosione illuminò lo schermo. Contemporaneamente, Korinna invertì la spinta del motore per una frazione di secondo, un tempo sufficiente a rallentare la navetta abbastanza da non schiantarsi contro la Ko'Tal, ma non tanto da rallentarle troppo.

Vada al portello! Si prepari a scendere non appena ci sarà il contatto! E si tenga forte! Non sarà un ancoraggio delicato. la avvertì Korinna con un tono di urgenza nella voce: ora tutto dipendeva dalla loro capacità di agire il più rapidamente possibile. Si occupi di Issarra, lo porti qui e poi mi raggiunga verso l'hangar di carico ordinò, sapendo che la loro navetta era stata schermata nei limiti del possibile e far aspettare Issarra lì dentro sarebbe stato per lui più sicuro che rimanere completamente esposto alle radiazioni per il tempo a loro necessario per raggiungere e recuperare gli altri.
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#14

G'Vera Roc

Klingon

Evitare una strage. Quella era una motivazione che poteva accettare, per quanto giustificasse solo in parte la decisione arbitraria di Korinna. Non è l'unica a voler salvare più persone possibile, Suder. Ribatté G'Vera, infastidita. Per farlo, avremo bisogno di poterle portare via di qui in sicurezza. Mettere a rischio questa navetta significa anche mettere a rischio i miei pazienti, se lo ricordi. Non aggiunse altro, non era il momento adatto per le polemiche. Che Korinna avesse fatto bene o male a passare il loro codice di sicurezza alla Ko'Tal, l'avrebbero scoperto quando fosse giunto il momento. Per ora, G'Vera aveva intenzione di concentrarsi unicamente sul suo dovere. Se poi i romulani si fossero veramente presentati, poteva solo sperare che le loro abilità di pilotaggio si sarebbero rivelate sufficienti ad evitare di venir abbattuti.

Mentre Korinna si infilava la tuta, G'Vera si concentrò totalmente sul pilotare la navetta. Prima di lasciare la navetta, si inietti questo. Disse, passandole un ipospray di hyronalina e lectrazine. Lasciati i comandi alla betazoide, si affrettò anche lei a mettersi la tuta anti-radiazioni. Fece appena in tempo a cambiarsi, che l'esplosione delle cariche illuminò lo schermo. Iniettatasi l'ipospray e recuperata la valigetta medica, G'Vera raggiunse il portello e si aggrappò all'apposita maniglia con la mano libera. Sono in posizione. Avvertì la collega, mentre questa completava la manovra di attracco.

Ci furono diversi scossoni, poi la navetta si fermò. Quando il portello si aprì davanti a lei, G'Vera si affrettò a scendere. La shuVak era atterrata nel bel mezzo di un corridoio. Issarra aveva fatto un buon lavoro nel controllare l'esplosione: oltre al grosso varco nello scafo, non c'erano altri danni evidenti se non qualche frammento sparso nell'area e dell'attrezzatura fuori posto. Un campo di forza, programmato nello stesso modo di quello dell'hangar navette, aveva impedito la dispersione dell'atmosfera. G'Vera gli lanciò solo una veloce occhiata, notando con sospetto degli elementi di instabilità sulla sua superficie. Per il momento stava funzionando ma era evidentemente affetto dalle radiazioni: non avrebbero potuto contare troppo sulla sua integrità strutturale. In ogni caso, era sollevata dalla sua presenza: con le tute addosso, lei e Korinna non avevano necessariamente bisogno di aria respirabile ma non si poteva dire lo stesso per Issarra. Se l'ingegnere non avesse pensato di implementare quel campo di forza, tutto quello che le sarebbe rimasto da fare sarebbe stato recuperare il suo cadavere congelato dallo spazio.

Parlando di Issarra, non si vedeva. G'Vera attivò il comunicatore. Issarra, ho bisogno della sua posizione. Non ricevette risposta, e questo la preoccupò. Nella migliore delle ipotesi, aveva perso conoscenza; nella peggiore, era rimasto coinvolto nell'esplosione e sbalzato fuori bordo prima che si attivasse il campo di forza. Estratto il tricorder tattico, fece partire una scansione: i sensori rilevarono una presenza nell'area oltre a lei (e Korinna in allontanamento) ma, a causa delle radiazioni, non riuscirono a stabilire la sua esatta posizione. G'Vera imprecò.

Rinunciando all'ausilio del tricorder, percorse il corridoio fino a dove curvava, cercando un punto dove Issarra avrebbe potuto trovar riparo. Lì, finalmente, trovò una porta. La aprì, entrando in una specie di magazzino, e lo vide. Era accovacciato contro una parete, immobile. G'Vera lo raggiunse e si inginocchiò al suo fianco. Il suo respiro era lento, il suo polso debole, ma era vivo. Estratto un ipospray di hyronalina dalla valigetta medica, premette l'iniettore contro il collo dell'ingegnere e lo attivò. Issarra, si svegli. Lo chiamò, non non ci fu alcuna reazione.

Con un sospiro, G'Vera gli afferrò un braccio e se lo mise sulle spalle. Appoggiato il corpo dell'uomo contro la sua schiena, lo sollevò con fatica. Maledicendo mentalmente le antiche divinità defunte, G'Vera cominciò a trascinarlo verso la navetta.
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#15

Korinna Suder

Betazoid

La protesta della klingon era giusta e Korinna la accettò in silenzio, perfettamente consapevole che stavano correndo un grosso rischio, ma allo stesso tempo sinceramente convinta che quella fosse la strada migliore per uscirne tutti d'un pezzo. In altre circostanze avrebbe probabilmente chiesto all'interlocutore di fidarsi di lei, ma G'Vera stava compiendo già un notevole sforzo ad essere su quella navetta con lei e accettare quelle che riteneva azioni sconsiderate da parte di un'aliena con poteri innaturali e chiederle quell'ulteriore atto di fede non sarebbe stato corretto. Ad ogni modo l'attracco richiedeva tutta l'attenzione della betazoide e nonostante Korinna avesse tentato di fare del proprio meglio, ci fu qualche scossone più di quanto avesse previsto Mentre G'Vera usciva rapidamente in cerca di Issarra, Korinna lanciò il programma di diagnostica per accertarsi che tutte le funzioni della nave rientrassero ancora nei limiti accettabili per poter decollare. Purtroppo, quella non sembrava essere la loro giornata fortunata.

G'Vera! chiamò Korinna, tramite il comunicatore integrato nelle tute devo fare una piccola deviazione, uno degli smorzatori inerziali è andato, se non lo sostituisco rischiamo che la navetta esploda durante l'allontanamento. Prima di racuperare i superstiti vado verso la sezione ingegneria per cercare un pezzo di ricambio... o replicarne uno. Se Issarra è ancora vivo chiedigli dove posso trovarlo: con il suo aiuto farò molto prima informò la collega. I dati sul suo rilevatore non erano affatto buoni: si stava addentrando nell'area inondata dalle radiazioni e nonostante la tuta, poteva percepire distintamente una strana elettricità nell'aria. Era solo un'impressione dettata dalla tensione che la accompagnava? Difficile a dirsi.

Improvvisamente, la betazoide si trovò di fronte ad una porta sbarrata. Provò a sbloccarla con un codice standard, ma non sortì alcun effetto: avrebbe dovuto aprirla manualmente. Korinna lanciò un'occhiata rapida al cronometro sul polso della tuta che segnava il countdown per i loro 20 minuti di sicurezza. Per arrivare fin lì ne aveva già utilizzati 3 ed altrettanti le sarebbero probabilmente serviti per tornare indietro. Non serviva un grande matematico per capire che riparare la navetta ed evacuare i superstiti le avrebbe portate oltre il tempo di sicurezza, ma decise che non fosse il momento migliore per preoccuparsene. ghuy’cha’! La porta è chiusa, cerco di aprirla. imprecò Korinna, aggiornando la collega sul perché non fosse ancora ritornata indietro per cercare i superstiti.
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#16

G'Vera Roc

Klingon

Il portello della navetta si chiuse dietro di lei. Con un ultimo sforzo, G'Vera distese Issarra sui sedili posteriori, in quella che qualsiasi medico federale avrebbe riconosciuto come la posizione laterale di sicurezza. Assicuratasi che il klingon fosse nella posizione adatta per respirare liberamente nonostante il suo stato di incoscienza, G'Vera estrasse il tricorder medico. Fu in quel momento che ricevette la chiamata di Korinna, disturbata dalle radiazioni ma comunque comprensibile. Al momento è incosciente, Spiegò, mentre passava lo scanner del tricorder lungo il corpo di Issarra. e preferirei rimanesse così. Le sue condizioni non sono buone. Posso stabilizzarlo, ma solo se sta fermo e a riposo. Se lo svegliassi, con ogni probabilità pretenderebbe di aiutare. I klingon erano così, pronti a sacrificarsi eroicamente anche quando la necessità non lo chiedeva. G'Vera non conosceva personalmente Issarra ma era già un miracolo che fosse sopravvissuto al suo primo gesto eroico della giornata. Difficile dire se sarebbe sopravvissuto ad un secondo. Crede di potersela cavare da sola?

La successiva imprecazione di Korinna le bastò come risposta. Oh, era sicura che la betazoide sarebbe riuscita ad aprire la porta anche da sola, il problema era il poco tempo a loro disposizione. ghuy'cha'. Imprecò anche lei. Dammi il tempo di stabilizzarlo, e lo sveglio. La cosa non le piaceva per nulla ma, a quel punto, non aveva altra scelta. Avrebbe preferito tenere Issarra a riposo ma almeno la necessità di riparazioni sulla navetta lo avrebbe tenuto al sicuro dietro alla sua schermatura. Così, G'Vera si mise all'opera, consapevole dei secondi che scorrevano. Quando finalmente giunse il momento di svegliare l'uomo, gli iniettò un nuovo ipospray sul collo.

Argh... Si lamentò Isarra. Dove mi...?
È sulla shuVak. Gli spiegò G'Vera. Siamo riuscite ad attraccare alla vostra nave, ma avremmo bisogno del suo aiuto per completare con successo le operazioni di salvataggio.
Come posso aiutare?
Uno degli smorzatori inerziali è andato, la mia collega si è diretta alla sezione ingegneria per trovare un ricambio, ma è rimasta bloccata. Ho bisogno che le dia supporto tramite comunicazioni e, una volta che sarà qui col pezzo di ricambio, la aiuti ad installarlo. Non lasci assolutamente la schermatura della navetta, sono chiara? Non è nelle condizioni di farlo e non potrà aiutare i suoi colleghi da morto.

Ricevuta la conferma di Issarra, usò il sistema della navetta per metterlo in contatto con Korinna. Issarra è sveglio. Le disse. Se può, faccia in modo che non lasci la navetta. Preferirei non perdere il mio paziente. Non che avesse intenzione di ritenerla responsabile se Issarra l'avesse fatto. Korinna non si trovava lì, quindi al massimo avrebbe potuto tentare di dissuaderlo. Non avrebbe potuto fermarlo. Io mi dirigo verso l'hangar di carico.
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#17

Korinna Suder

Betazoid

Ricevuto! rispose Korinna, che concordava perfettamente sul non perdere Issarra dopo tutto quello che avevano fatto per recuperarlo. Mi trovo di fronte a una porta, subsezione 43D disse, leggendo i simboli sulla paratia di fronte a sé è bloccata, cerco qualcosa per forzarla. disse la betazoide, mentre già cercava qualche strumento adatto allo scopo. Aspetta! Abbiamo accoppiato i sistemi, provo a sbloccarla da qui rispose Issarra, zoppicando fino ad una delle postazioni: i farmaci che aveva in corpo non erano del tutto sufficienti a contrastare i problemi che l'esposizione alle radiazioni gli aveva causato e il klingon si sentì venire meno, ma strinse i denti, tamburellando sulla console finché non riuscì ad entrare nel sistema. Il computer segnala danni all'interno della sezione ingegneria, la porta si è bloccata per via del sistema di sicurezza. Se la sblocco ora rischiamo di rilasciare altre radiazioni a bordo la avvertì.

Avete dei replicatori? O un altro modo per recuperare quel componente? valutò Korinna, considerando altre opzioni. Potresti recuperare quello nella sezione 18B, ma si trova dall'altra parte della nave e non c'è modo di raggiungerla dall'interno senza aprire almeno due paratie rispose l'ingegnere: rimanere lucido nelle condizioni in cui si trovava non era semplice. La vista dell'uomo era annebbiata e le luci che lampeggiavano sullo schermo non facevano che aumentare il suo senso di ottundimento e confusione. E dall'esterno? propose allora Korinna, sapendo che avrebbe costituito una sfida non indifferente: era addestrata alle passeggiate spaziali, ma non con quel livello di radiazioni ad interferire con gli strumenti, senza contare che le tute klingon non avevano né la comodità, né la tecnologia di quelle della Flotta Stellare.

Sì... rispose stentatamente Issarra se torni verso il corridoio principale troverai un condotto sulla tua destra. Togli il pannello, ti porterà al tubo di manutenzione del sublivello superiore, da lì il portello 49D ti condurrà all'esterno. Avvertimi appena sei in posizione. rispose l'ingegnere, approfittando del fatto che nessuno fosse presente nella navetta per appoggiarsi dolorante alla console: era sfinito, ma sapeva che l'equipaggio della Ko'Tal contava ancora su di lui. Ricevuto! rispose nuovamente Korinna, seguendo le indicazioni fino ad individuare il pannello che celava l'accesso al condotto di manutenzione.

G'Vera! chiamò Korinna cambiando canale … ce la fa a recuperare i superstiti senza il mio aiuto? si informò, preferendo sorvolare sulle ragioni di quella richiesta: non c'era alcun bisogno di far sapere alla klingon che era sorto un altro problema. Non c'era nulla che la dottoressa potesse fare per risolverlo né c'era alcun bisogno di distrarla con i dettagli di quella passeggiata spaziale potenzialmente suicida.
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