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TFB Una tranquilla sera sull'Enterprise
#21

Leonard McCoy

Human

Quello che seguì per qualche minuto non fu altro che silenzio, dato che comunque altro non andava detto. Lentamente tornai alla sedia dove prima sedevo, poggiandomi su di essa mentre continuavo ad osservare l'operato della giovane. Non ero eccessivamente stanco, ma piuttosto che stare in piedi a non far nulla optai per sedermi ed aspettare... se mai fossi servito ancora mi sarei alzato senza problemi. Il silenzio continuava a fare da sfondo in quella stanza, fino a quando Usher non mi fece una domanda... voleva sapere dei miei precedenti incontri con dei Romulani. Immediatamente ricordi dell'incidente di anni fa tornarono a farsi vivi, in quanto decisamente quello fu l'incontro più importante con gli esponenti della razza Romulana.
-Ne ho incontrati, anche se non nel modo migliore... e probabilmente neppure dei migliori purtroppo. Di certo ha presente Nero e gli eventi di qualche anno fa...-
Notai subito dopo quanto la risposta sarebbe stata banale, dato che avvenimenti del genere non passano certo inosservati, e difficilmente vanno dimenticati. Certo era particolare come domanda improvvisa, ma decisi comunque di soddisfare quella sua piccola curiosità.
-Avrei voluto incontrarne in un'occasione migliore, certo... ma è successo, e sono anch'essi ricordi da conservare.-
#22

T'Eleijha Hilda Usher

Human/Romulan

-Capisco. Sì, ne sono, naturalmente, a conoscenza- replicai, conscia dell'origine superflua della mia domanda; mi sarei aspettata, ad essere sincera, una risposta meno gentile, una reazione brusca, o indisposta: dopotutto, come aveva detto, sono cose che chiunque aveva saputo. Chiunque. E io in particolare, come esponente della suddetta razza, avrei dovuto evitare uscite del genere. Tuttavia, il dottore fu abbastanza cortese da risparmiarmi una replica spazientita, e io attribuii questo principalmente alla stanchezza e all'ora tarda.
-Se posso essere diretta, signore- proseguii, questa interrompendo il lavoro e guardandolo direttamente, -non sono interessata ai ricordi, per quanto universalmente importanti possano essere-. Forse ero io ad essere stata un po' brusca, invece, ma, ancora una volta, mi sentivo punta sul vivo.
-Perdoni la franchigia- aggiunsi, consapevole del tono aggressivo che avevo adottato. Mi zittii nuovamente, incerta se aggiungere qualcosa, e, se sì, che cosa. Infine, optai per una spiegazione.
-So bene quanto fosse banale ciò che le ho domandato, ma è proprio perché conoscevo la risposta che l'ho fatto-.
Feci una pausa, spuntai una lista e ripresi a parlare.
-Vede, dal momento che l'Enterprise è stata direttamente coinvolta negli avvenimenti, mi chiedevo se fosse stato possibile un incontro fortuito con qualche esponente Romulano che andasse oltre all'attacco e alla difesa delle rispettive navi, quindi ravvicinato e diretto... fisico, diciamo-. Firmai un altro modulo, sfogliando le pagine del PADD.
-Se si sta chiedendo il motivo di tutto questo mio discorso, la risposta è banale quanto la domanda: curiosità. Concorderà con me che ho dei... validi motivi per esserlo, sull'argomento-, conclusi, abbassando infine lo sguardo su una nuova schermata, scrutandola dubbiosa e con un probabile sopracciglio inarcato. Mi capitava spesso, quand'ero perplessa.
#23

Leonard McCoy

Human

La guardai perplesso accodare una risposta dietro l'altra, non riuscendo a trovare il nesso in quelle parole... Se non era interessata ai ricordi, perché quella domanda sui romulani? Venni però interrotto, prima ancora di poter formulare una frase di chiarimento, da una nuova frase che mi confuse ancora di più... lei stessa conferma, come ovvio che fosse, che era a conoscenza di quegli avvenimenti... cosa voleva realmente sapere? Ebbi la mia risposta subito dopo, mentre in silenzio ascoltavo dove volesse andare a parare. Un contatto ravvicinato, fisico, diretto...
-Non ho preso parte all'azione sulla Narada, il contatto più ravvicinato è stato attraverso uno schermo.-
Ricordo infatti come furono Spock e Kirk ad assaltare la nave per salvare il capitano, mentre io rimasi sull'Enterprise...
-Il contatto più diretto che ho avuto con un esponente della razza romulana è quello che sto avendo con voi... Sebbene voi siate per metà umana.-
Mentre le rispondevo mi chiedevo quali fossero le curiosità di cui faceva parola... non aveva mai incontrato lei stessa un romulano? Per avere forse qualche chiarimento non mi restava che aspettare una risposta o reazione nei suoi confronti, e vedere cosa sarebbe accaduto.
#24

T'Eleijha Hilda Usher

Human/Romulan

-Sì, capisco- mi limitai a dire; non ero stata fortunata... un vero peccato. Ripiombai nel silenzio per una manciata di secondi, poi realizzai che, con tutte le probabilità, il dottore avrebbe quantomeno trovato apprezzabile una spiegazione alla mia curiosità, che ad un occhio esterno al mio, poteva apparire insolita. Non volevo parlare troppo, né lasciarmi troppo andare: dopotutto, era la prima volta che avevo occasione di fare un discorso pressoché lungo con il mio diretto superiore, e non c'era tutta questa confidenza, neanche professionale, non ancora.
-Le ho fatto questa domanda perché io non ho mai avuto l'opportunità di avere un contatto con un esponente della mia razza paterna- mi decisi a proseguire, evitando stavolta il contatto visivo; non volevo apparire né vulnerabile, né sentimentale, perciò mantenni un atteggiamento distaccato e vagamente assorto, mentre fissavo, quasi a vuoto, lo schermo blu, ticchettandoci sopra con la penna.
Riflettei un momento sul tono che potevo aver usato. Troppo vittimista? Abbastanza disinvolto e disinteressato? Non sarei apparsa come la sfortunata creatura ibrida alla ricerca della sua vera identità? La conclusione fu una: troppe domande. Forse, valeva la pena di stare tranquilla. Stavo dando una semplice spiegazione del fatto che, probabilmente, avevo insistito troppo sull'argomento "incontri ravvicinati". Non ero solita dirlo o pensarlo, ma, Dio, quanto mi sentivo stupida, in quel momento! Non era colpa mia, era la mia stupida emotività a farmi sentire così. Anzi, solitamente, avevo anche una piuttosto elevata stima nei miei confronti...
Decisi di salvare le apparenze: ripresi a compilare un modulo. Scribacchiai qualcosa sul PADD, sempre a testa bassa, ma cercando di sembrare sempre indifferente.
-La prego, non mi giudichi fragile o eccessivamente emotiva. Ho parlato troppo senza pensare- dissi, tutto d'un fiato, traendo un impercettibile sospiro in conclusione. Troppo, troppo impulsiva. Dovevo sembrare più matura ed affidabile.
#25

Leonard McCoy

Human

Ricevetti una breve risposta, forse delusa dal fatto di non aver scoperto nulla di nuovo... nulla su ciò che sperava di sapere. A quel punto fu la mia curiosità ad essere soddisfatta: a quanto pare non aveva mai avuto occasione di conoscere di persona un Romulano, nonostante metà del suo sangue appartenesse a quella razza. Ma in fondo non era difficile da credere, a causa delle loro tendenze isolazioniste.
-Certo, capisco ora da dove possa sorgere la sua domanda... Immagino stia coltivando questa sua curiosità da tempo.-
Notai inoltre che la dottoressa evitava qualsiasi contatto visivo, forse perché in imbarazzo o perché voleva velare ciò che provava nel rivelare quel quesito che teneva dentro sé. Certo, risolvere quel mistero per lei non sarebbe stato facile, ma dubito si sarebbe arresa... sentivo che fosse qualcosa che doveva scoprire, per scoprire qualcosa in più su sé stessa. D'altro canto non era affar mio indagare troppo sugli affari personali dei miei sottoposti, ma in assenza di altre distrazione una cosa valeva l'altra. Dopo un attimo d'incertezza la vidi riprendere scrivere sul suo PADD, probabilmente decisa a concludere gli ultimi punti della lista di lavori da svolgere... fino a quando non si scusò con me d'un fiato, in un colpo solo, come se si fosse appena liberata di un peso... Forse ciò che prima la turbava... Probabilmente il fatto che avesse paura di farsi vedere debole e incerta davanti al suo capo non giocava in suo favore... ed in fondo non erano timori infondati: non c'era spazio per chi tentennava o agiva troppo senza riflettere.
-Non si preoccupi, non la sto giudicando in questo momento... Ma sappia che certe debolezze possono giocarle a sfavore in altri casi.-
Mi alzai di colpo, in modo che si voltasse e la potessi guardare dritta negli occhi... preferivo parlare direttamente con chi ho di fronte, senza barriere o sguardi sfuggevoli.
-Accetti un consiglio, e sia più decisa nelle azioni che intraprende... Non è d'aiuto neppure a lei stessa crucciarsi se ciò che ha appena fatto è un bene o meno. Ciò che è fatto è fatto, e lo stesso vale con ciò che è stato detto... Se l'istinto l'ha portata a parlare non ritorni sui suoi passi, non si nasconda... Stia pronta e sicura di sé, qualunque siano le conseguenze... e se esse esistano o meno.-
#26

T'Eleijha Hilda Usher

Human/Romulan

-Naturalmente- replicai, secca, presa dal modulo. Il sentirmi così coinvolta in una discussione, mi faceva sempre innervosire, specie se ero stata io a portarla a quel punto. L'ultima parola la scrissi con una certa veemenza. Ero stufa di fare pensieri cervellotici, e di autocommiserarmi. Noiosa.
Non aggiunsi altro. In questo modo, cercai di far intendere che il discorso poteva considerarsi chiuso. Terminato il modulo, diedi un'altra occhiata alla lista: ero quasi alla fine, questione di pochi minuti... una mezz'ora al massimo, se fossi stata distratta.
Poi, il dottore rispose alle mie giustificazioni. Avevo ancora gli occhi puntati sullo schermo, perciò non mi ero voltata a guardarlo, ma, di colpo, si alzò in piedi, costringendomi a voltarmi, anche solo per l'immediatezza della sua azione. Alzai lo sguardo, stabilendo nuovamente il contatto visivo, la mia espressione sempre imperturbabile, ma meno dura di prima.
Aveva ragione. Mi ero lasciata troppo andare a dubbi ed incertezze, e questo no, non giocava decisamente a mio favore. Il fatto era che il mio innato rispetto nei confronti dei superiori, talvolta mi portava ad agire in maniera remissiva durante un confronto diretto con loro... Fu come una sferzata in pieno viso, ma gli fui grata di avermelo detto.
-Le chiedo di perdonarmi- riuscii a dire infine, con recuperato tono autorevole, -Ha ragione. Ammetto il mio errore, e le assicuro che non si verificherà mai più-.
Fui lì lì per aggiungere che, solitamente, non era nel mio carattere tenere un atteggiamento del genere, ma mi trattenni: al suo posto, avrei potuto pensare che erano tutte balle. In fondo, non mi conosceva, non poteva sapere cosa fosse e cosa non fosse nel mio carattere normalmente, quindi tacqui e mi limitai a riassumere, oltre al tono, anche uno sguardo più saldo.
-E se io le dico che non capiterà mai più, dottor McCoy- aggiunsi, con voce più grave, -può essere assolutamente certo che non succederà mai più-.
Quella scossa mi aveva fatto bene. Colpa mia che mi ero lasciata trascinare dalla mia spiccata emotività. E no, non poteva essere una scusa, non sempre: che le mie emozioni fosse più o meno profonde rispetto a quelle di un qualunque essere umano, non poteva essere una scusa. Decisi che non poteva esserlo mai.
In quel momento, mi sentii più leggera; decisamente, mostrare il mio carattere forte mi faceva sentire maggiormente a mio agio, e lo sapevo bene. Non ero più un'adolescente, certe scenate e certi capricci avrei dovuto evitarli. Ero un soldato, non una sciocca sentimentale.
#27

Leonard McCoy

Human

Un sorriso compiaciuto comparve sul mio volto... sembrava proprio che la dottoressa avesse ritrovato la sicurezza e forza di cui aveva bisogno... ed è questo ciò che serviva, persone decise.
-Oh, ma ne sono certo... anche perché la terrò d'occhio.-
Non che intendessi seguirla constantemente o altro, ma era responsabilità anche mia controllare che quelle forti spinte emotive non la portassero a fare scelte sbagliate. Forse sarebbe successo ancora, o come aveva assicurato lei poteva anche essere che non sarebbe più accaduto... in ogni caso, se fossi stato presente, le avrei certo ricordato quelle stesse parole da lei appena pronunciate.
-Veda di non deludermi, dottoressa Usher.-
Le mie labbra avevano ancora lo stesso sorriso di prima mentre pronunciavo quelle parole, più come una sfida forse che come un monito... o forse un misto fra i due. La pressione di non ricadere nello stesso errore l'avrebbe portata a migliorarsi, o almeno era quello il mio obiettivo.
-Mi dica piuttosto... Ha mai pensato a cosa farebbe, o come sarebbe, se mai lei incontrasse un romulano, in modo diretto?-
Decisi di testare ancora la sua emotività con quella domanda... senza contare che ero interessato alla risposta.... o forse no, era più la reazione che aspettavo di vedere. Come prima... probabilmente era un misto dei due.
#28

T'Eleijha Hilda Usher

Human/Romulan

Ricambiai con un mezzo sorriso, vagamente ironico, abbassando la testa. Preferii riprendere a compilare, dal momento che avevo il vago sentore che la discussione non sarebbe terminata... non prima che io avessi terminato i miei compiti.
-Ci proverò- feci, lanciandogli un'occhiata con la coda dell'occhio, sempre il sorrisetto sardonico in volto; non ero certo famosa per il mio ampio sorriso solare, da nessuna parte del Pianeta, tantomeno nello spazio profondo.
Questa volta, come previsto, non ebbi occasione di tacere troppo a lungo.
-In realtà, sì e no- replicai, fermandomi a fare due calcoli al volo, -Dipende dalla situazione, innanzitutto: con tutte le probabilità, si tratterebbe di un nemico, ma non è detto che l'incontro avvenga per forza nel mezzo di una battaglia-. Erano ipotesi a cui avevo dedicato del tempo, ma, sorprendentemente, non tanto come si poteva immaginare: da bambina, immaginavo sempre che un giorno sarei riuscita a visitare Romulus, ma, anche allora, ero piuttosto pragmatica, e la mia fantasia non era mai stata completata a dovere. Solo recentemente avevo realizzato che avrei avuto concrete possibilità di realizzarla, ma era come se Romulus fosse sempre troppo lontano, così come i suoi abitanti.
-Se riuscissi ad incontrarne uno in una situazione relativamente tranquilla, credo che lo osserverei. A lungo, se ne avessi la possibilità. Poi, probabilmente, gli parlerei, ma certamente non di qualche assurdità romantica sul genere "Ti prego, parlami della tua casa", o "Come si vive tra la tua gente?"- aggiunsi, cancellando anche il penultimo documento dalla lista.
-In sincerità, preferirei abbandonarmi ancora una volta alla deformazione professionale e rivolgergli la parola solo per un colloquio o qualche tipo di visita, di test-. Avvertii il mio entusiasmo salire; sarebbe stato meraviglioso avere un'opportunità di quel genere... Mi sentii fremere.
#29

Leonard McCoy

Human

Analizzarlo e fargli dei test... di sicuro la curiosità e lo spirito scientifico non le mancavano, e questo era un bene. In un certo senso fui sollevato nel sentire che non si sarebbe abbandonata a frivolezze scontate, come forse avrebbero fatto molte altre persone... si distingueva anche per questo, per ora.
-Credo di capire, la sua priorità sarebbe quella di scoprire il più possibile su ciò che le è stato negato fino ad ora, per un motivo o per un altro.-
Nei suoi occhi vidi brillare una scintilla di quella passione che già mi aveva mostrato, forse all'idea di poter studiare un suo simile.
-Anche se certamente non sarà facile... I romulani sono abbastanza restii anche riguardo un semplice contatto con degli estranei, si figuri arrivare addirittura a far loro dei test.-
Non volevo smontare i suoi sogni di prove e colloqui, quanto più cercare di riportarla alla realtà... o almeno ad una possibile immagine di quest'ultima.
-Certo, forse il suo sangue romulano potrebbe favorirle le cose, ma quello umano di certo la ostacolerebbe anche più di quanto il primo non possa aiutarla.-
Mi avvicinai a lei, tenendo un tono di voce basso e severo, mentre con lo sguardo la fissavo imperturbabile, deciso a metterla in guardia.
-Un romulano potrebbe non pensarci due volte prima di farla fuori, non sottovaluti questo fatto... La sua vita, come quella di chiunque altro qui sull'Enterprise, è importante per il bene dell'equipaggio... Non la rischi in cambio di un incerta possibilità di successo.-
#30

T'Eleijha Hilda Usher

Human/Romulan

-Lo so bene, ma non creda che io voglia fare chissà quali test: come ho già detto, mi basterebbe un'osservazione, di qualunque genere-.
Come potevo spiegare così, nero su bianco, quello che avevo per la testa? Era certo un'idea piuttosto inusuale, ma non tendevo ad abbandonarmi a sentimentalismi così... così umani. Forse era una contraddizione, forse no, ma non ero mai stata particolarmente portata per le scene strappalacrime.
-Non voglio che lei creda che io sia alla disperata ricerca delle mie radici, come se non ne avessi anche sulla Terra- aggiunsi, fermandomi un istante e guardando verso la parete. -Né che io riponga in questo ipotetico incontro sogni, speranze e simili romanticherie. Se dovesse accadere, ben venga-.
Ero sincera: la prendevo così, come una cosa sì importante, ma non indispensabile. Forse non sarei risultata credibile, ma non mi interessava: detestavo la menzogna, in qualunque forma, sia che venisse da altri o da me. Chiaramente, il dottore non poteva credermi sulla parola, o avrebbe fatto bene a non farlo, non si sa mai, ma io non mentivo mai. Ero sicura che, con il tempo, quella sarebbe diventata una caratteristica che mi avrebbe aiutato a guadagnare la fiducia dei superiori, almeno in parte...
-So bene quanto vale la mia vita- feci poi, abbassando notevolmente il tono di voce, ricambiando lo sguardo del dottore, -so dove fermarmi, e so quanto conti il mio sangue-. Senza neanche guardare lo schermo, conclusi firmando il documento che mancava, dichiarando ufficialmente concluso il mio lavoro, per quella sera.
Mi alzai in piedi, senza interrompere il contatto visivo, tenendo le mani appoggiate sul tavolo.
-Non si crucci troppo per me... Quando verrà il momento, saprò calcolare tutto- proseguii, mantenendo il tono basso che avevo usato in precedenza, -Alla perfezione-. Quelle ultime parole, quasi le sussurrai, roca. Di nuovo, il mezzo sorriso sardonico mi tornò sulle labbra.
Quella situazione iniziava a divertirmi. Ero stata più discreta fin dall'inizio giusto a causa del mio rispetto per i superiori: di solito, se venivo coinvolta così tanto in una discussione o quant'altro, tendevo a giocare molto di più con il mio interlocutore. Lo facevo soprattutto, in genere, per dimostrare quanto fossi superiore al livello medio della popolazione, quanto fossi abile e intelligente, ma non per mera vanità e soddisfazione personale: speravo sempre di ottenere un riscontro positivo, di scoprire con chi avevo a che fare a seconda di come mi rispondeva, insomma.
In quel caso, si poteva parlare più che altro di ritrovato entusiasmo. Ero sempre più soddisfatta di essere stata imbarcata sull'Enterprise.
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