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TFB Una tranquilla sera sull'Enterprise
#31

Leonard McCoy

Human

-Non si sa mai veramente abbastanza di se stessi...-
Il sorriso sarcastico di lei mi spinse a portare avanti il discorso... a portare avanti quella specie di gioco che andava formandosi. E a quello stesso sorriso risposi con uno sguardo provocatore, sprezzante... Se voleva giocare, non mi sarei tirato indietro.
-Non crede di essere un poco superba ad affermare di poter calcolare tutto alla perfezione? Se ci pensa, quando verrà il momento, diversi fattori potrebbero entrare in gioco... incognite di cui non ha tenuto conto.-
Mi avvicini a lei, un passo ad ogni pausa, senza fermarmi... senza distogliere il mio sguardo dai suoi occhi chiari, che ricambiavano con la stessa intensità... Sentì crescere l'adrenalina nel mio corpo, e ciò portò ad aggiungere un tono più basso alla mia voce... una nota suadente fra le mie parole.
-Sarà allora in grado di ricalcolare il tutto in tempo, e con la stessa perfezione? Sarei proprio interessato ad assistere a quel momento...-
Mi fermai a nemmeno un passo da lei, imponendo quasi la mia presenza su di lei, la mia autorità... Se le reclute dell'Enterprise erano tutte così, allora non potevo che essere più che soddisfatto della cosa.
#32

T'Eleijha Hilda Usher

Human/Romulan

Abbassai lo sguardo, il sorrisetto sempre in volto. Iniziavo a trovare sinceramente interessante la situazione, per quanto fossi consapevole della mia mancanza di professionalità. In effetti, era l'unica cosa che mi frenava dal trarre un po' più di divertimento dal tutto... Quanto mi sentivo contraddittoria, a volte.
-Io sono superba, dottore, mi viene rinfacciato molto spesso- rispondo, stavolta facendo sparire il sorriso, ma senza mutare il mio atteggiamento. Alternavo lo sguardo tra lo schermo del PADD che avevo in mano e un punto indefinito della parete, ma quando parlavo, guardavo il dottore in volto. Subito percepii la sua intenzione di sfida, come se volesse mettermi in guardia, ma non intendesse farlo sul serio... Di nuovo, un sorrisetto compiaciuto mi increspò le labbra, mentre mi appoggiavo distrattamente alla scrivania, guardando di lato ed evitando, stavolta, il suo sguardo.
Quella vicinanza mi soddisfaceva, e insieme mi infastidiva. Ero sicura che mi stesse dando corda per il gusto di farlo, ma non riuscii a capire fino a che punto dissimulasse... Dal canto mio, non ricordavo quanto tempo fosse passato da quando mi ero interessata vagamente a qualcuno, sempre inteso come cervello; avevo sempre trovato affascinante l'intelligenza e la saggezza, e questo mi aveva portato a...interazioni con qualche mio insegnante, in passato. Era la detenzione del potere, ne ero sicura: ricercavo cervello e potere. Ma non per una mera relazione, come mi accusavano molti, né per ottenere favoritismi. La mia era una ricerca mentale, di confronto intellettuale... trovavo l'intelligenza estremamente afrodisiaca. E per intelligenza, non intendevo solo il conoscere molte cose, ma il saper dialogare con mente aperta, la disponibilità al dialogo stesso... Ma sentivo che rischiavo di perdermi nei miei pensieri.
-Quando arriverà quel momento, allora- ripresi, schiarendomi delicatamente la voce, tenuta sempre in tono altrettanto basso, -la chiamerò ad assistere alla mia perfezione-.
Una delle mie mani giocherellava con lo stilo del PADD, e l'altra mi sosteneva alla scrivania, mentre, apparentemente seria, mascheravo la curiosità che la situazione aveva scaturito in me.
#33

Leonard McCoy

Human

-Dal suo atteggiamento e dalla risposta capisco perché glielo rinfacciano spesso... E' molto sicura di sé.-
Riuscivo quasi a percepire la tensione che si era creata pian piano portavamo avanti la discussione, e mi accorsi che il mio comportamento stava tendendo a divenire sempre meno professionale... non proprio il massimo, con una recluta. Continuai però a camminare disinvolto, alternando giusto qualche passo indietro per ogni passo che portavo in avanti, fino a raggiungere una distanza che reputai neutra. Tuttavia non distolsi lo sguardo dal suo durante lo spostamento... tranne ovviamente quando era il suo a cambiare soggetto osservato.
-Non c'è bisogno di dire che spero d'osservare tale perfezione anche durante il suo lavoro sull'Enterprise... Bisogna essere sempre pronti a dare il meglio.-
Niente di più vero, io stesso stavo all'erta ad ogni evenienza, pronto nel caso ad intervenire dove necessario e senza trattenermi... e lo stesso avrebbe presto imparato a fare anche lei, con naturalezza. Non era una nozione da apprendere, quanto più un'adattamento da sviluppare.
-Tenacia, passione e fiducia non le mancano certo, lo posso vedere... Le tenga sempre a questi livelli, e le assicuro che non avrà problemi qui.-
Avevo buone impressioni su di lei, ma essendo il nostro primo incontro non ne sapevo abbastanza per avere un vero quadro completo. Mi sarei limitato a colloquiare ancora con lei per ora, nulla più... poi chissà, magari scoprendo nuove cose sarebbe potuto cambiare qualcosa.
#34

T'Eleijha Hilda Usher

Human/Romulan

-Sì, lo sono- ribattei, sfacciatamente. Iniziavo a sentire di perdere il controllo sul dialogo e sulla situazione, e la cosa non mi piaceva. Non volevo che il dottore pensasse che stessi cercando di ottenere qualcosa, con il mio atteggiamento, perché non avevo mai ritenuto di averne bisogno, nonostante le voci di corridoio: non mi disturbava il fatto che si parlasse di me, non mi infastidiva sapere che esterni pensassero male di me, ma non sopportavo che i diretti interessati mal interpretassero le mie intenzioni. Non mi ritenevo, non ero, una qualunque recluta senza talento e senza capacità.
Man mano che parlava, il mio sguardo s'incupiva; mi sentii presa in giro, dapprima... Anche se ero stata io ad iniziare tutto questo, non era così che desideravo finisse. Mi sentii stupida, scoperta.
-Avrebbe modo di osservare la mia perfezione, dottore- replicai, secca. In realtà, sapevo che mi infastidiva il fatto che non mi desse più corda. Ero soddisfatta, certo, perché mi aveva dato un'impressione positiva, ma credo che il mio vero desiderio fosse continuare. Forse stavo dimenticando la professionalità che mi ero prefissata di mantenere, ma mi ero fatta coinvolgere troppo. Maledissi, ancora, l'esuberanza delle mie emozioni, e invidiai, per un attimo, i Vulcaniani: forse mi avrebbe giovato un addestramento del genere... Forse sì, ma non sarei più riuscita a vivere in quel modo, lo sapevo: ero schiava dei miei sentimenti, e l'unica cosa che potevo fare era incanalarli in qualcosa di utile e sfruttarli, proprio come avevo fatto per gli studi, e che avevo annunciato di fare per il lavoro. O meglio, che stavo già facendo... in tutti i sensi, a quanto pareva.
Intuendo che quella conversazione avrebbe dovuto concludersi, senza dire una parola mi allontanai dalla scrivania, avviandomi in direzione della porta. Una volta sulla soglia, mi fermai e mi voltai di nuovo verso il dottore, con sguardo quasi accusatore, spostandomi i capelli dal collo e dal viso, raccogliendoli dietro l'orecchio.
-Può stare certo che il mio livello non calerà mai, che io sia sull'Enterprise o in una nave di second'ordine- dissi, quasi appoggiandomi alla parete, -ma se restassi qui, potrebbe trarne numerosi vantaggi... Gliel'assicuro-.
Dopodiché, con una certa indifferenza, estrassi per l'ultima volta il mio PADD, controllando lo schermo e le prime voci degli appunti, fugacemente. Non era da me evitare gli sguardi, ma volevo chiudere quella discussione, ed ero sicura che avrei trovati altri pretesti per farla proseguire, se non avessi dissimulato. Poi, senza aspettare una risposta, alzai lo sguardo e increspai le labbra in un ultimo sorriso.
-Le auguro una buona notte, dottor McCoy-
#35

Leonard McCoy

Human

Il tono nelle sue risposte fu diverso rispetto a quello usato precedentemente, e così anche qualcosa nel suo sguardo era cambiato... Forse non è così che voleva andasse avanti... non era così che immaginava finisse. Probabilmente la sua forte autostima la portava a sentirsi infastidita quando sentiva di perdere il controllo, e i suoi piani non vengono rispettati... e il fatto che puntasse ora verso l'uscita poteva esserne una conferma.
-Mi sembra il minimo aspettarsi il massimo in ogni situazione dalle proprie reclute...-
Le risposi tenendo il tono serio e professionale avuto prima, mentre la osservavo con sguardo posato, facendo scendere e risalire il mio sguardo su di lei un'ultima volta prima che se ne andasse... per poi tornare dritto nei suoi occhi.
-Per quanto riguarda i vantaggi vedrò di sfruttarli al meglio, sarebbe uno spreco fare altrimenti.-
Se mi avrebbe portato realmente vantaggi o meno non lo sapevo, potevo solo aspettarmi che dicesse il vero... e che non mi deludesse.
-Una buona notte anche a lei dottoressa Usher... Che spero rigenerante, per quanto breve.-
E con uno stesso sorriso risposi a quello di lei e, con educatezza, anche al suo saluto. Mentre lei s'accingeva ad uscire mi sbrigai a prendere i pochi beni che avevo lasciato lì da quel pomeriggio ancora e mi diressi anch'io verso la porta, e successivamente verso il mio alloggio... Volevo godermi un lungo e meritato riposo, finché possibile.
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