TSE Come da programma...
#41

Sarah Mendel

Augmented Human



Non appena Paris ebbe dato l’assenso all’esecuzione del piano, Sarah si volse verso la Zaldan e la Vulcaniana che avrebbero dovuto proiettarla in aria: le due donne erano vicine e T’val si era già messa in una posizione accovacciata dando le spalle a Cippy, pronta a sfruttare lo slancio dell’informatica per fornirle la spinta necessaria.

”Al tre vado…” avvertì la rossa, mentre Oyuro avviava un tiro di soppressione sul cavaliere scheletrico armato di squalo, col chiaro intento di abbatterlo prima che potesse fare danno a qualcuno ”Uno…”

Il colpo dell’arma ad energia impugnata dall’Ufficiale della Sicurezza in bermuda si abbatté sulla spalla dello scheletro in armatura, vaporizzandola, e l’esplosione avanzò di un mezzo metro buono. Solo che il braccio a cui quella spalla era attaccato si trovò d’improvviso senza sostegno e uno squalo Borg morto eseguì un lungo arco parabolico.

Vedendolo, Sarah urlò terrorizzata ”Duetrearrivo!!!” e si lanciò in corsa verso le due donne che l’attendevano poco più avanti.

Mentre l’enorme squalo si schiantava sulla gabbia dove era imprigionato Klo’ph schiacciando le gambe dell’ufficiale, che cominciò ad urlare dal dolore, l’informatica dai capelli rossi raggiunse in corsa Saff, la quale le diede un poderoso spintone verso T’Val.

L’Allieva Vulcaniana attendeva solerte il superiore e, quando Sarah pose il piede nudo sulle sue mani poggiate a terra a coppa, utilizzò tutta la propria forza per proiettare l’umana alle proprie spalle.

Nella mente di Sarah quello sarebbe dovuto essere una sorta di volo epico, ma fu più una scena tragicomica degna di un olofilm di terza categoria. Sbracciando nel vuoto, infatti, la ragazza percorse svariati metri urlando, fin quando non abbrancò goffamente in un abbraccio l’immobile Cippy, che si mosse per intercettarla.

L’impatto con la palletta di metallo causò uno schiocco secco all’altezza di una costola e Sarah sentì il fiato mancarle, ma i repulsori della IA furono sufficienti a ridurre notevolmente la velocità del suo volo, che attraversò senza difficoltà la paratia olografica della Sala macchine, solo per poi schiantarsi sulla vera parete del ponte ologrammi posta subito dietro.

L’impatto, ancorché attutito dai sistemi antigravitazionali di Cippy, fu tutt’altro che morbido e dovette danneggiare alcune sezioni della griglia olografica perché Paris e gli altri, per pochi secondi, poterono vedere quella sezione di simulazione ondeggiare e la rossa accasciarsi al suolo boccheggiando, nel tentativo di ritrovare un minimo di fiato nonostante la costola – e forse qualcos’altro - fratturata.

Quando lo squalo colpì la gabbia di Klo’ph, comunque, alcuni Droni parvero riprendersi e cominciarono una rapida fuga dalla Sala Macchine, teletrasportandosi chissà dove per evitare l’esplosione del Nucleo, che nel frattempo si era allargata di altri due metri incenerendo la coda del Drago.

Fu forse quello a risvegliare la belva delle fiabe la quale, ruggendo di dolore, si erse in tutta la sua notevole mole e decise di sfogare il proprio dolore prendendo di mira i soli bersagli mobili che vedeva: Paris, T’val e Saff!!!

”Me la pagherete per aver disturbato la mia tana! Adesso vi distruggerò!!!” ringhiò, sollevando l’enorme collo ed aspirando una grande boccata d’ossigeno, come se si stesse apprestando ad accumulare quanto più aria possibile nei polmoni.

Mentre lo faceva, però, con la sola ala sana colpì ino dei serbatoi dell’idrogeno liquido impiegato nei sistemi di raffreddamento del reattore, che si incrinò pericolosamente cominciando a congelarsi sulla superficie della frattura, come se parte del contenuto si stesse riversando all’esterno.

Ormai al di fuori della simulazione, Sarah venne richiamata da Cippy, che pigolava senza sosta chiedendole come stesse e spronandola a sbrigarsi a spegnere la simulazione, prima che tutti i suoi colleghi morissero atrocemente.

La rossa non aveva fiato per rispondere alla palletta di metallo, ma annuì e con uno sforzo si trascinò fino ad un pannello, dal quale avrebbe potuto accedere ai sistemi manuali di controllo del Ponte Ologrammi. Le ci vollero tre tentativi per rimuovere la paratia e, quando lo ebbe fatto, si trovò di fronte ad una matassa di cavi dati.

Conosceva dal punto di vista teorico ognuno di quei componenti, ma in quel momento la sua mente – forse intontita da una commozione cerebrale - faticava a capire come sistemarli per disattivare il tutto: provò a strappare alcuni cavi, mentre lo sguardo correva alla simulazione che si sviluppava a meno di cinque metri da lei, ma l’urlo della costola rotta le impose di smettere.

Disperata, la ragazza osservò il condotto di energia che correva accanto al cavo ODN ed una idea folle le attraversò la mente, spingendola a… mettere mano alla parte superiore del proprio costume da bagno!

@All
Ok gente, direi che siamo alle battute finali se siete d’accordo. Mentre Sarah cerca di capire come spegnere il tutto avete due problemini da risolvere…Klo’ph sta per morire schiacciato dai resti di uno squalo Borg ed un enorme Drago Rosso sta per sparare una super fiammata su di voi…
Siete felici?


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#42

Thomas Eugene Paris

Umano

Tom era riuscito a scavalcare la coda del drago apparentemente senza che la creatura se ne rendesse conto ma, prima che potesse gioire, l'esplosione del nucleo riprese ad avanzare. Fu solo per puro miracolo... o forse istinto di sopravvivenza unito a dei riflessi decenti, che riuscì a buttarsi a terra e rotolare lungo un cumulo di monete verso la sua destinazione. Il riecheggiare di una serie di colpi violenti gli suggerirì che gli altri non dovevano essere stati altrettanto fortunati: vide la paratia contro cui si era fiondata la Mendel sfarfallare sufficientemente da capire che i suoi timori riguardo al piano del tecnico informatico non erano del tutto infondati. Prima che avesse il tempo di preoccuparsi seriamente per la donna, comunque, Klo'ph iniziò a dare fiato ai polmoni, urlando dal dolore dopo che ciò che rimaneva dello squalo Borg aveva letteralmente schiacciato la gabbia con lui all'interno. D'altra parte, il fatto che avesse tanto fiato per urlare, suggeriva che per il momento era vivo, cosa di cui non era altrettanto sicuro per quanto riguardava il loro tecnico informatico, ovvero l'unica persona in grado di mettere fine a quella simulazione e fare in modo che potessero portare i feriti in infermeria in tempo utile per evitare complicazioni.

Il comandante afferrò il kit medico e fece per correre in direzione della dottoressa, quando il drago iniziò a sputare fiamme in ogni direzione aspettate... da quando il drago parla?! si lasciò sfuggire Tom, perdendo di vista, per un istante, l'ordine delle priorità... ma subito si rese conto che non era quello il vero problema. Dottoressa, al volo! chiamò, aspettando che la donna si voltasse nella sua direzione prima di lanciarle il kit medico appena recuperato. Si occupi del Capo Klo'ph! T'Val, le dia una mano! ordinò alle due donne mentre, strappato il tridente alla statua di un Nettuno, cercò di utilizzarlo per colpire il drago in modo da attirare la sua attenzione e permettere ad Oyuro di avvicinarsi abbastanza da coglierlo di sorpresa e metterlo fuori combattimento con un colpo di phaser. Sfortunatamente, come sembrava essere immune ai tentativi di assimilazione dei Borg, nemmeno le armi federali sembravano avere alcun effetto sulla creatura. Il drago, inoltre, non pave apprezzare particolarmente quel tentativo di metterlo fuori combattimento, perché si rivoltò su se stesso, attorcigliandosi e contorcendosi per cercare di sputare una delle sue fiammate contro ad Oyuro.

Fu solo quando la creatura si mosse che Tom riuscì a notare la falla in uno dei serbatoi dell'idrogeno liquido che sembravano aver iniziato a perdere apposta per dargli quell'idea: con decisione piantò il tridente nella falla, stando attento a non finire accidentalmente sulla traiettoria del refrigerante mentre allargava la frattura perché il contenuto del serbatoio potesse riversarsi sul drago. La creatura ruggì di dolore mentre veniva avvolta dal refrigerante che, rapidamente, iniziò a solidificarla come un blocco di pietra.

... diario del Primo Ufficiale, supplemento: la situazione è ragionevolmente sotto controllo, ma non riceviamo più segni di vita dal tenente Mendel. Potrebbe essere un buon momento per arrestare la simulazione e farci sapere che va tutto bene. La butto lì, eh... U_u
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#43

I'm a perfectionist, so my bossiness definitely comes out.

Saff | Zaldan

Presi il mio kit medico e ascoltai gli ordini del comandante Paris dicendo «Sissignore.» . La situazione stava degenerando: Sarah stava lavorando, ma la simulazione non si era fermata perciò mi dissi che avrei dovuto farle una visita quanto prima, ma la mia priorità ora era il Capo Klo'ph; non solo perché era un ordine, ma perché era intrappolato, e la situazione stava diventando sempre più pericolosa. Il drago nonostante tutto, rappresentava una minaccia imprevedibile. Era giunto il momento di mettere in atto una strategia audace, ma ben calcolata: il primo passo era quello di assicurarsi che il Capo Klo'ph fosse al sicuro. Avvicinandomi con cautela alla gabbia, usai il mio scanner medico per valutare le condizioni del prigioniero: era in buona salute, nonostante tutto, ma volevo portarlo in infermeria il prima possibile; ma non potevo ignorare la minaccia imminente rappresentata dal drago.
«Capo Klo'ph, sarò sincera con voi: la situazione è critica, ma qui c'è un'apertura e deve passare da qui per uscire, ma con l'aiuto di T'Val la apriremo quanto basta per farla passare.» dissi, mantenendo il tono di voce tranquillo ma fermo.
Io e T'Val lavorammo insieme con abilità e precisione usando un phaser e la forza della vulcaniana, liberando il Capo Klo'ph dalla gabbia. Non appena fu libero, T'Val mi aiutò a spostarlo e a spostarci quanto bastava perché il liquido non finisse anche su di noi.
«Devo assolutamente andare in infermeria. Le condizioni sono buone ma preferisco un controllo più accurato» ammisi, riflettendo che quella esperienza avrebbe segnato un importante capitolo del mio percorso personale come medico e guardiamarina nella Flotta Stellare... perché (speravo) una situazione del genere non sarebbe mai più successa e ci sarebbe servita seriamente una vacanza veramente rilassante per sciogliere i nervi dopo quanto avevamo visto.
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#44

Sarah Mendel

Augmented Human



Il getto di idrogeno liquido a bassissima temperatura proruppe dal minuscolo foro nel serbatoio come una sorta di serpente azzurrognolo, colpendo le maestose scaglie del Drago e congelandole all'istante.

La bestia Ruggì dal dolore e, ormai gravemente ferita prima dall'esplosione poi dal getto di materiale a temperatura prossima allo zero assoluto, cominciò a contorcersi agonizzando e lanciando grida spaventose.

Purtroppo le Sale Macchine delle astronavi di Classe California non erano state concepite per ospitare rettili alati di quaranta metri che agonizzavano, pertanto i suoi giganteschi arti cominciarono a colpire a casaccio pareti ed apparecchiature causando danni ed esplosioni, mentre cumuli di oro e gioielli si riversavano su Paris e Saff, nonché sui due ufficiali della sicurezza intenti ad aiutarli a liberare il loro terzo compagno, ancora semisepolte dalla notevole massa dello Squalo Borg.

Notevole massa che, va detto, quando venne colpita da una cordata del Drago volò contro uno dei piloni di trasmissione del plasma ionizzato alle gondole con la velocità di un proiettile, portandosi via due terzi buoni della gabbia che conteneva il Capo Klo'ph.

Oltre il velo dell'illusione olografica, il ruggito del mostro terrorizzò a morte Sarah e la spinse a fare ancora più in fretta, mentre dopo essersi sfilata la parte superiore del costume cominciò a morderla con i denti per scucirne le coppe ed estrarre i ferretti di supporto.

Non si trattava di molto materiale, ovviamente, ma con i due pezzi uniti insieme aveva una massa metallica sufficiente - dal punto di vista teorico, almeno - per generare un accumulo elettrico, se posizionati correttamente.

"Augurami buona fortuna, Cippy!" disse alla palletta che le stava accanto, cercando di mostrare più coraggio e fiducia di quelli che effettivamente sentiva, dopodiché agì.

Prima di ripensarci si avvolse la stoffa del reggiseno alle mani e calò rapidamente la piccola asta di metallo assemblata sul condotto di trasferimento energetico, infilzandola in maniera da creare un corto circuito nel sistema di alimentazione.

La cosa funzionò, ma come Sarah aveva temuto, anche lei venne colpita dalla scarica di ritorno e probabilmente sarebbe stata fulminata se, con uno scatto improvviso dei repulsori, Cippy non l'avesse colpita, staccandola dal ferretto che reggeva in mano.

Il contraccolpo la ributtò con forza nella simulazione olografica, facendola rotolare giù scompostamente da una montagnetta di monete poi, mentre il soffitto crollava, l'intera parete del Ponte Ologrammi cominciò ad emettere strane scariche.

Le macerie olografiche si bloccarono dapprima a mezz'aria poi, un po' alla volta, la simulazione stessa cominciò a riempirsi di buchi e a dissolversi come se la pellicola di un vecchio film cinematografico fosse d'improvviso andata a fuoco.

In pochi secondi i quattro ufficiali appartenenti alla missione di salvataggio ed i cinque uomini della sicurezza rimasti originariamente intrappolati si ritrovarono tutti dentro un Ponte Ologrammi vuoto, con una parete tutta annerita e spenta come se le griglie di proiezione si fossero bruciate.

Per un secondo vi fu uno strano silenzio, poi Cippy cominciò a pigolare in direzione di Sarah, la quale era ancora sdraiata a terra, raccolta in posizione semi-fetale con le braccia raccolte attorno al petto.

"Tranquillo, sto bene..." rispose la rossa, sollevando la testa per guardare Paris e gli altri, in particolare gli ufficiali della Sicurezza in uniforme "Ma...temo di aver avuto un piccolo incidente di percorso...se qualcuno potesse prestarmi il sopra di una divisa gliene sarei profondamente grata..."


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#45

Thomas Eugene Paris

Umano

All'improvviso il soffitto in pietra collassò e pesanti blocchi cominciarono ad abbattersi contro i presenti. Tom si gettò di lato, evitando la traiettoria di un grosso macigno di pietra... che a quanto pare non sarebbe stato necessario evitare, visto che si fermò a mezz'aria. Il comandante alzò lo sguardo, perplesso da quell'ennesimo malfunzionamento. Fu proprio allora che i blocchi di pietra cominciarono a sparire, subito seguiti dal drago, poi dalle montagne di preziosi ed infine dai borg e dalle paratie rimanenti del loro cubo. Ad ogni oggetto che si dileguava, un briciolo di speranza illuminava il volto dell'uomo, finché si rese conto che non era rimasto più nulla della simulazione e quella che stava osservando era la parete insolitamente annerita del ponte ologrammi.

Per qualche istante Tom non osò muoversi, poi il pigolare di Cippy lo riportò alla realtà e l'ufficiale si guardò attorno: Klo'ph era ancora a terra, ma i membri dell'equipaggio dispersi c'erano tutti e nessuno sembrava ferito mortalmente. Quella nelle condizioni peggiori era probabilmente Sarah, ma a giudicare dalla sua richiesta sembrava sufficientemente lucida. Il guardiamarina Oppenheimer si affrettò a sfilarsi la giacca dell'uniforme per consegnarla alla donna, mentre la porta del ponte ologrammi si apriva al suo passaggio. Nel corridoio esterno due ufficiali con le uniformi della sezione ingegneria erano ancora al lavoro sul terminale esterno e li accolsero con sguardo sorpreso. Non sarebbe certo servita una grande intuizione per capire che non erano loro che dovevano ringraziare per essere lì.

Chi ne ha bisogno faccia rapporto in infermeria, gli altri possono andare a riposare. decise Tom: ci sarebbe stato tempo per compilare i rapporti con la dovuta calma il giorno seguente. Tenente Mendel, qual è lo stato del computer? si informò per accertarsi che non necessitasse di riparazioni che non potessero essere rimandate al giorno seguente. Non fece tuttavia in tempo a cogliere la risposta perché la sua attenzione fu attirata dall'arrivo di B'Elanna e dall'occhiata carica di giudizio che aveva rifilato alla sua mise posso spiegare...! la anticipò lui. Mh. Sarà divertente. gli concesse la mezza klingon, lanciando un'occhiata prima all'uomo, poi al computer.

chiudiamo qui? Non è che rimanga molto da fare se non i rispettivi rapporti... a meno che non vogliate far scoppiare una qualche emergenza di altra natura proprio adesso, ma di norma arrivano a tirare il fiato tra un incidente e l'altro Thinking
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