TFB Una bevuta
#11

"Ti mentirei se dicessi di averci capito." disse chiaro e tondo "Se non sai come continuare cambiamo discorso. Io non pretendo di capire i vostri comportamenti e la vostra cultura anche se mi piacerebbe. Tempo fa lo dovetti impare ma ora, guardando il mio prossimo futuro, non mi serve." concluse stando sempre sullo stesso pensiero, non cambiava di una virgola.
"Il cambiamento del discorso non è dovuto alla mia noia ma al fatto che non saprei cosa risponderti. In questo ramo di conoscenza io sono quasi ignorante." confessò prendendo il bicchiere e benvendone altri 2 sorsi.
#12

Korinna Suder

Betazoid

Annuisco lentamente, azzardando un sorriso dovuto all'inaspettata sincerità dell'ammiraglio: non sono in molti a dire chiaramente quello che pensano e ne rimango piacevolmente sorpresa. "Non si preoccupi, ammiraglio, capisco il suo punto di vista... credo che troverà molto più comprensibile e interessante visitare direttamente Betazed" rispondo, osservando distrattamente gli arabeschi che il vapore del tè caldo disegna nell'aria.

"Mio padre è un diplomatico, credo che abbia visitato tutti i pianeti della Federazione... mi ha raccontato tante di quelle storie sulle varie culture e tradizioni che ho finito per diventare una maledetta impicciona nel tentativo di saperne sempre di più." spiego, decidendo subito dopo di mantenere fede a quelle parole "Le piace viaggiare? Non è soffocante rimanere per mesi bloccato in una stazione spaziale, senza potersi mai muovere?" chiedo, curiosa. Non ho mai accettato incarichi che mi costringessero a restare ferma tanto a lungo.
#13

"Chi gli dice, capitano, che non l' abbia già visitato" commentò sottovoce per non farsi sentire anche se l' obbiettivo era proprio quello. Stranamente i suoi pensieri cambiarono, ora c' erano visioni del pianeta natale di Korinna. Erano troppo vivide per essere dei video fatti vedere così come istruzione "basilare". Lui mostrava quell' ignoranza solo per non ricordare il suo passato, specialmente quello da capitano, del quale negava gli avvenimenti.

"Adesso risponda a questa domanda: perchè navi, come la USS Enterprise, viaggiano in giro per la galassia?" era una domanda retorica, l' inizio di un discorso "Per trovare nuove specie viventi intelligenti e non." si rispose "Che io mi muovi o che stia fermo le razze mi raggiungeranno sempre ed io farò la loro conoscenza." concluse ma il discorso non era finito lì "La veda da quest' ottica, anche voi state sempre sulla stessa nave." ri-concluse. Potrebbe essere stato aggressivo ma a questo proposito discorsivo ci teneva.
#14

Korinna Suder

Betazoid

Al mio suggerimento di visitare Betazed le emozioni dell'ammiraglio si fanno... non lo so nemmeno io. Complesse, di sicuro. Decido di non indagare oltre, certa che se avrà voglia di discuterne sarà il primo a tirare fuori l'argomento. Sorrido: inutile negarlo, mi piace la schiettezza dell'ammiraglio, quel suo modo di porsi diretto, i suoi pensieri chiari, e mirati al suo scopo.

"Immagino si possa vedere anche così" rispondo, notando che ha l'argomento particolarmente a cuore. E come potrebbe essere altrimenti, visto che si è fatto assegnare ad una stazione? "E avete anche altri vantaggi... per esempio... su una base spaziale si sta molto più larghi: il mio alloggio qui è grande più o meno come la nostra stiva di carico" esagero, tranquilla "e senza le stazioni spaziali a cui fare riferimento i nostri viaggi in giro per il quadrante sarebbero molto più rischiosi" aggiungo. Ne sono consapevole, senza le stazioni spaziali non potremmo fare molte cose: chi ci darebbe i rifornimenti? Dove troveremmo i ricambi per le riparazioni di emergenza? "Ma una nave se ne va in giro a scoprire, ad esplorare. Una stazione se ne sta tranquilla, ad aspettare che succeda qualcosa... non le è mai capitato di trovarsi in attesa, senza sapere cosa fare nel frattempo?" chiedo, un po' perplessa, un po' curiosa.

Parlo per esperienza, è successo a me, lavorando sui trasporti: viaggi interminabili, in cui la cosa più emozionante che poteva capitare per dare una scossa alla quotidianità era qualcuno con il mal di spazio. Con il tempo si imparano ad apprezzare le piccole cose, a conoscere la propria nave e ad apprezzarla così com'è... per lenta e rumorosa che sia. Ma non c'è niente di paragonabile a quella sensazione che si prova quando all'improvviso si arriva a destinazione, e finalmente la nave si risveglia per dare il meglio di sè, con tutti gli imprevisti e l'azione del caso. Dubito che lo stesso si possa dire di una stazione, immobile, circondata da una minuscola porzione di spazio.
#15

L' esagerazione di Korinna era stata apprezzata ed anche la gratitudine nei confronti delle stazioni spaziali.
"Certe volte mi son trovato con le mani in mano certo ma una volta arrivati ai miei anni di servizio è più che benvenuto un momento del genere. Io ne ho passate tante..." prese a guardare il bicchiere, quasi triste "troppe, all' avviso di qualcuno, e quindi se per un attimo sto in pace non mi fa male." prese il bicchiere ed in pochi sorsi lo finì del tutto. Forse era disperazione? Forse era tristezza? Non lo sapeva ne immaginava ma quando tornava indietro negli anni, a certi avvenimenti, anche su Betazed il quale pianeta stava mostrando mentalmente, sempre che stesse leggendo i suoi pensieri, al capitano.
#16

Korinna Suder

Betazoid

Se non fosse stato per il tono stanco con il quale aveva pronunciato quelle parole, l'affermazione dell'ammiraglio mi avrebbe strappato un sorriso. "Parla come se fosse a un passo dalla fossa" gli confesso. In realtà non so nemmeno quanti anni abbia, a occhio gliene darei una cinquantina, una manciata in meno di mio padre, ma è difficile a dirsi. Lo osservo trangugiare rapidamente il contenuto del suo bicchiere, per poi tornare a perdersi nei suoi pensieri, con un'aria poco felice dipinta in volto. Io invece mi sento meglio... fino a pochi minuti fa ero isterica, presa dall'ansia di trovare un modo per spiegare a Tam della mia prossima missione, mentre adesso mi sento molto più tranquilla, anche se ancora non ho la più pallida idea di come glielo spiegherò. E' la volta che mi lascia, me lo sento... ma io sono pronta per abbandonare la Flotta, e seguirlo? "No" mi dico, a malincuore: il mio lavoro mi piace, e temo di essere troppo ambiziosa per rinunciare adesso.

Do un'occhiata alla mia tazza. Il tè ha smesso di fumare; ci soffio sopra, è un gesto automatico, e prendo un paio di sorsi. "Credo che dovremmo prendere esempio da loro" dico, accennando con la tazza a un gruppo di marinai che scherzano allegramente a un tavolo vicino: "non so cosa ha passato, ma sento che non la fa stare bene... se accetta un consiglio da una perfetta incompetente in materia, le direi di parlarne con un amico" aggiungo, studiando inconsciamente quel cumulo di emozioni incostanti e intangibili, che nascono e scompaiono con la rapidità di un battito di ciglia.
#17

Guardò il gruppo di marinai, forse la betazoide aveva ragione, doveva lasciare scorrere via il passato e concentrarsi sul presente. "Amici? Gli unici miei amici sono all' ammiragliato e non credo che sarebbero disposti a predere del tempo con me." sentenziò ma già il morale si stava rialzando, forse "Io dovrei avere il morale più in alto di tutti su questa stazione, essendo il suo comandante devo dare l' esempio, ma non so cosa mi trattenga dal dimenticare." continuò "Comunque io non sono a un passo dalla fossa!" esclamò in disappunto con l' affermazione, c' era un po' di ilarità.
"Sono solo in conflitto con me stesso." concluse.
#18

Korinna Suder

Betazoid

Osservo l'ammiraglio, leggermente sorpresa da quelle affermazioni: dai pensieri che avevo colto, dal suo essere tranquillo e pacato, avevo tratto la conclusione che fosse un uomo sereno, sicuro di sé. Scoprire all'improvviso tutta quella fragilità, senza prima averne avuto alcun sentore, mi lascia disorientata. E' la prima volta che incontro una persona che si rivela tanto complessa e misteriosa, nonostante sia perfettamente in grado di leggere la sua mente. E' strano, inquietante forse, ma affascinante allo stesso tempo. E' strano anche il modo in cui mi rivela, tanto spontaneamente, dettagli e incertezze: per un betazoide sarebbe normale, ma fino ad oggi pensavo che per un umano fosse impossibile, tormentati come sono dall'idea di dover nascondere quello che pensano e provano a chi sta loro intorno, per via di bizzarre convenzioni sociali.

E forse è proprio questo che impedisce all'ammiraglio di rivolgersi ai suoi amici, in cerca di solidarietà e qualche soluzione. "Credo che alcune cose non si possano semplicemente dimenticare... a meno che lei non sia un vulcaniano... hanno una disciplina mentale superba, anche se non ho mai incontrato un vulcaniano felice" divago, laciando che sia l'ammiraglio a decidere se continuare, o lasciar cadere la conversazione.
#19

"I vulcaniani pensano che la felicità li distragga dall' obbiettivo e non gli permetta di pensare logicamente come la loro razza fa da parecchio tempo." decise di cambiare discorso anche perchè quello di prima stava diventando deprimente e angosciante "Per noi umani la felicità è un bene, però pochi riescono a raggiungere la felicità spirituale o mentale." precisò portando il discorso nella loro realtà e non spettegolando sulle altre razze "E voi, come vedete la felicità?" chiese anche se i Betazoidi tranne che per le loro abilità telepatiche erano molto simili agli umani, crede l' ammiraglio.
#20

Korinna Suder

Betazoid

"In realtà credo che per tutte le specie la felicità sia un bene, la vera differenza è nel concetto di felicità. Sinceramente dubito che esista un concetto di felicità valido per più di una persona... in realtà lo stesso concetto di felicità non credo possa valere nemmeno per la stessa persona in momenti diversi della sua vita" rispondo, dondolando delicatamente la mia tazza per mescolarne il contenuto. "Almeno, questo vale per me" mi correggo, prendendo qualche sorso di tè. "In generale le nostre abilità telepatiche complicano un po' le cose: siamo in grado di cogliere le emozioni di chi ci circonda... e non sempre è una cosa piacevole. Proverò a farle un esempio pratico" dico, tamburellando due o tre volte sul tavolo in cerca di qualcosa di sufficientemente comprensibile.

"Facciamo finta di essere due betazoidi: lei è felice perché ha appena ricevuto una buona notizia, io sono stanca e arrabbiata. Se ci incontriamo io percepirò la sua felicità, lei la mia rabbia... improvvisamente io mi sentirò felice e arrabbiata, lei la stessa cosa. Diciamo che possiamo prendere in prestito la felicità altrui, ma è un'arma a doppio taglio".


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