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TFB chi vuole ammutinarsi lo faccia ora o taccia per sempre
#21

It's nice to have a family.

Carol Marcus Umana

Stavo guardando i monitor, quando qualcosa ci impediva di sondare e di capire dove ci trovavamo o di contattare l'Enterprise. A quanto pare eravamo bloccati e decisi di non pensare che potevamo potenzialmente non tornare sull'Enterprise. Non ero il tipo che si piangeva addosso e cercavo di trovare una soluzione, così cercai di studiare i monitor, ma non trovavo nessuna soluzione al nostro problema. 
Quando il capitano disse che sarebbe tornato al massimo in un paio d'ore e di non allontanarci dalla navetta, annuii. 

«Sissignore. Fate attenzione» dissi e quando mi resi conto che dissi ad alta voce quelle ultime due parole, aggiunsi semplicemente «tutti voi» sperando che nessuno si rendesse conto della gaffe che difficilmente avrei sistemato.


I don't need a doctor, damn it! I am a doctor!

Leonard McCoy Umano

All'arrivo degli scossoni, pregai che non fosse nulla di grave, ma quando capii che avevamo perso il contatto con l'Enterprise alzai gli occhi al cielo. Era possibile che in quella nave succedeva sempre qualcosa? Perché dovevo fare sempre da babysitter a Jim?
Avrei dovuto aspettarmelo però: Spock non aveva contestato - sembrava - gli ordini di Jim con la sua irreprensibile logica, doveva essere successo qualcosa. L'aveva pagato? Gli aveva fatto promesse? Quel dannato folletto dal sangue verde difficilmente si faceva influenzare, ma mai dire mai con lui. Avrei davvero parlato con Spock al mio rientro sulla nave, dicendogli che era tutta colpa sua se l'intera squadra di sbarco era morta tra atroci sofferenze, dato che non si era impuntato abbastanza con Jim. Beh, se eravamo morti, era difficile che io dicessi qualsiasi cosa; in quel caso, gli avrei tirato le dita dei piedi nel sonno, giusto per dargli noia: non si sarebbe liberato di me tanto facilmente e avrei infestato l'Enterprise abbastanza a lungo per far vacillare la sua logica. 

«Ci mancava solo questa. Alla faccia della missione tranquilla, qui si preannuncia una missione suicida» borbottai. Quando Jim disse alla dottoressa Marcus che sarebbe tornato in un paio d'ore lo guardai.

«Tu non vai da nessuna parte senza il sottoscritto.» dissi rivolto al capitano. Mi fidavo abbastanza della dottoressa Marcus per lasciarla da sola sulla navetta, dopo averla conosciuta meglio sapevo che era una persona con la testa sulla spalle. Mi fidavo di Jim? Certo che mi fidavo di lui, l'avrei seguito in capo al mondo, ma quell'uomo aveva notoriamente la capacità di mettersi nei guai anche solo starnutendo e comunque se si faceva male era una mia responsabilità. Avrei dovuto dire di no alla missione, alla faccia della tranquillità.



LOL io e le personalità multiple ringraziamo ma stavolta... Ci sono e abbiamo solleticato il buon dottore, mi mancava lol
#22

It is worthwhile studying other peoples, because every understanding of another culture is an experiment with our own.

Haruka Abe Umana

Ascoltò l'interazione tra il capitano e il pilota, lievemente preoccupata. Considerando che l'assenza di comunicazione era stata seguita da un malfunzionamento dei sensori, Haruka poteva teorizzare che si trattasse di un semplice guasto alla navetta. Un guasto giunto in un momento decisamente sospetto ma non per questo necessariamente da collegare ad azioni nemiche: poteva trattarsi solo di un caso. Non avendo competenze in ingegneria, non c'era nulla che la giovane donna potesse fare per assicurarsene se non sperare... e tenere alta la sua attenzione durante l'esplorazione. Sissignore. Rispose all'ordine di Kirk, notando con vago interesse il "fate attenzione" apparentemente rivolto al capitano da Marcus. C'era la possibilità che Haruka avesse interpretato scorrettamente quell'espressione, in quanto la rapida aggiunta successiva la ampliava a tutta la squadra, ma non poteva far a meno di sospettare che ci potesse essere qualcosa tra i due. Non che fossero affari suoi.

Scacciando quei pensieri dalla sua mente, Haruka controllò un ultima volta di aver con sé tutto il necessario prima di seguire il capitano e il resto della squadra fuori dalla navetta. Il suo sguardo scandagliò brevemente la vegetazione attorno a loro, senza notare nulla di sospetto. Anche li, non era il suo campo di esperienza ma si immaginava che a quel punto sarebbero stati sotto tiro se qualcuno avesse bersagliato volontariamente la loro navetta. Che si stesse preoccupando per nulla?
#23

Where I come from, if someone
saves your life, you don't stab them in the back.

James T. Kirk | Human

Jim si limitò ad assentire alla richiesta del medico di unirsi alla squadra, distogliendo lo sguardo per nascondere un sorriso. Potenzialmente si trattava ancora di una missione tranquilla: non era certo la prima volta che il sistema di comunicazione aveva dei malfunzionamenti e per quanto fastidioso e in grado di aggiungere qualche ulteriore complicazione, difficilmente si sarebbe rivelato un problema letale come il medico voleva suggerire. Il sole rosso risplendeva alto sull'orizzonte e la vegetazione rigogliosa dei dintorni, unita alla temperatura gradevole, rendevano quella passeggiata una piacevole scampagnata. Avremmo potuto portare con noi anche un biologo commentò Jim, osservando una curiosa infiorescenza di colore bianco dalla forma che ricordava vagamente un fungo, ma subito passò oltre, seguendo il guardiamarina Tulving che teneva d'occhio la posizione con il suo tricorder.

Fu allora che, in lontananza, cominciarono a scorgere le sagome di quelle che avevano tutta l'aria di essere delle costruzioni artificiali. Ancora qualche centinaio di metri in quella... iniziò Tulving, indicando le strutture, ma prima che riuscisse a finire la frase, una raffica di colpi di phaser fu scaricata nella loro direzione. D'istinto Jim afferrò il braccio di Haruka, trascinandola con sé al riparo dietro il tronco di un grosso albero, mentre con la mano libera estraeva il phaser. Toglietevi dalla linea di tiro! ordinò, facendo segno agli altri di ritornare sui propri passi.
#24

I don't need a doctor, damn it! I am a doctor!

Leonard McCoy Umano

«Ma che diavolo sta succedendo qui?» esclamai con voce rabbiosa, cercando di nascondere l'evidente preoccupazione per la situazione in cui ci eravamo cacciati. Non era certo la prima volta che ci trovavamo in una missione rischiosa, ma l'aggressività improvvisa di chiunque si nascondesse dietro quelle costruzioni era preoccupante.

Rimasi accanto a Jim, pronto a reagire in caso di attacco imminente. Non sapevo da dove sarebbe potuto provenire il prossimo colpo, ma ero pronto a fare tutto il necessario per proteggere me stesso e i miei compagni di missione.

«Dobbiamo cercare di capire chi si nasconde dietro quelle costruzioni e perché stanno sparando.», suggerii, anche se la situazione più logica - maledetto Spock che non era sceso sul pianeta - era quello di tornare davvero alla navetta; ma volevo davvero saperne di più in quanto non volevo che mi sparassero addosso senza sapere il motivo per cui lo stavano facendo. Cercavo di mantenere un tono pacato nonostante l'adrenalina che mi stava invadendo il corpo. Non avevo mai avuto paura di affrontare situazioni pericolose, ma quella volta sentivo che avremmo avuto bisogno di tutto il coraggio e la determinazione di cui eravamo capaci per riuscire a uscirne illesi.

In quel momento, ho sentito la mia formazione medica prendere il sopravvento, e ho cominciato a chiedere al mio tricorder di scansionare la zona per individuare eventuali feriti. Mi muovevo con cautela, cercando di non fare rumore, il phaser pronto alla mano. Mi accorsi allora che Tulving era rimasto ferito alla gamba. Mi avvicinai a lui per valutare la situazione, ma il rumore delle armi da fuoco si intensificò, obbligandomi a riprendere la mia posizione di riparo.

«Dobbiamo fare qualcosa per Tulving. Non possiamo lasciarlo qui» dissi a Kirk, cercando di mantenere la calma nonostante il caos intorno a noi. «Se non troviamo una soluzione, rischiamo di perderlo».

Ero determinato a fare il possibile per salvare Tulving e per capire la natura di quella situazione imprevista, anche se beh era difficile.

Spero vada bene ^^"
#25

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James T. Kirk | Human

Un'altra serie di colpi saettò tra gli arbusti, fortunatamente senza colpire nessuno, ma era evidente che gli alberi dietro cui avevano trovato riparo non sarebbero riusciti a proteggerli ancora a lungo. Ci vai tu a chiedere? domandò in direzione del medico, mentre raggiungeva il comunicatore: per quanto fosse d'accordo che sarebbe stato utile conoscere il motivo di quell'attacco, al momento le sue priorità erano altre. Kirk a Gerstmann... tentò, sperando che qualunque cosa disturbasse le comunicazioni con l'Enterprise non impedisse anche le comunicazioni con la navetta, ma non doveva essere la sua giornata fortunata. Kirk a Enterprise... provò nuovamente, sapendo che come loro si erano accorti di aver perso le comunicazioni, sicuramente sarebbe stato lo stesso per gli ufficiali a bordo. Era pronto a scommettere che sulla nave erano già al lavoro per tentare di rimediare alla situazione... ma avevano evidentemente bisogno di più tempo. ... niente teletrasporto al momento. annunciò alla squadra, richiudendo il comunicatore.

Un'altra scarica di colpi attraversò la boscaglia, questa volta colpendo più a fondo. Non serviva certo un grande addestramento militare per capire che i loro simpatici anfitrioni avevano deciso di andare loro incontro. La situazione di Tulving era sicuramente un problema: non aveva la minima intenzione di abbandonarlo lì, ma non potevano certo rimanere fermi a fare da bersaglio! Può camminare? gridò in direzione del medico, cercando di farsi sentire sopra al caos dei colpi che continuavano ad abbattersi tutt'attorno.
Ner, se vuoi dare segni di vita fai pure, altrimenti possiamo continuare io e T e dare per scontato che tu ci sia ancora. Tongue
#26

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Haruka Abe Umana

Era successo tutto all'improvviso. Prima che potesse rendersi conto di cosa stava succedendo, Kirk l'aveva afferrata per il braccio e l'aveva trascinata al sicuro dietro un albero. Il cuore che le batteva forte (in parte per lo spavento, in parte per la vicinanza dell'uomo), il suo primo e assurdo pensiero fu che ora cominciava a capire perché il capitano avesse così tanto successo con le donne. L'attimo passò e Haruka estrasse la sua arma dalla fondina.

I colpi di phaser - o di qualsiasi arma a raggi si trattasse - si stavano facendo sempre più vicini, segno che il nemico era intenzionato a raggiungerli. Gli alberi dietro cui si erano riparati non sembravano essere sufficientemente resistenti da poterli proteggere ancora a lungo. Diversi rami erano già caduti e i tronchi erano stati segnati in più punti da bruciature così spaventose da permettere anche ad una neofita come lei di teorizzare che il loro avversario non avesse intenzione di catturarli vivi. Se lei, Kirk e McCoy erano riusciti a mettersi in tempo al riparo, Tulving non era stato così fortunato. Il dottore aveva tentato di raggiungerlo ma il tentativo non era andato a buon fine. Un'imprecazione quasi le sfuggì dalle labbra, mentre considerava la situazione. Se il teletrasporto non era un'opzione, sarebbero stati costretti a farsi strada alla vecchia pericolosa maniera. L'idea non le piaceva per niente anzi, utilizzando una terminologia tipica di McCoy, Haruka avrebbe voluto urlare di essere un'antropologa, non una ranger. Era stata addestrata nell'uso delle armi da fuoco prima all'Accademia poi sull'Enterprise, ma non poteva dire che quello fosse il suo campo. Eppure, considerando le condizioni del loro unico addetto alla sicurezza, non aveva altra scelta che mettersi all'azione.

Provo col fuoco di copertura? Domandò quindi, ai suoi più esperti colleghi. Se fosse riuscita (possibilmente con un pizzico di aiuto) a tenere a bada, anche per pochi istanti, i loro assalitori, McCoy avrebbe potuto cogliere l'occasione di raggiungere il ferito. Sempre che lei fosse riuscita a far correttamente la sua parte. Mentre attendeva una risposta, Haruka ne approfittò per cercare di individuare i loro avversari, che si facevano sempre più vicini. I loro movimenti erano professionali: sfruttavano con sapienza il territorio e si muovevano solo dopo essersi assicurati che il suo gruppo non avesse modo di reagire. Non riuscì a riconoscere la loro divisa ma i loro lineamenti le parsero famigliari. Vulcanoidi? Disse, tra il perplesso e il pensieroso. È possibile che... VAUREK!? L'improvvisa comprensione di chi fossero esattamente gli assalitori e il riconoscere uno di loro la portò a sporgersi troppo. Attimo di distrazione che le sarebbe costato la vita se il romulano che lei aveva conosciuto come "Vaurek s'Jeiai" non avesse afferrato il braccio del compagno che stava per fare fuoco, facendogli sbagliare mira. C'era sorpresa sul volto di Vaurek, come se fosse stato preso alla sprovvista dalla sua presenza, ma anche rabbia: Haruka dubitava che l'uomo avesse preso bene il suo arruolarsi nella flotta. Il problema era: che ci faceva lì un civile romulano? Era in servizio militare obbligatorio? Uccidete gli uomini, voglio la donna viva. Le parole di Vaurek furono pronunciate con un tono sicuro, da persona abituata ad essere ubbidita: non di certo quello di un antropologo costretto alla vita militare. Un'imprecazione sfuggì dalle labbra di Haruka, mentre gli spari riprendevano.
#27

I don't need a doctor, damn it! I am a doctor!

Leonard McCoy Umano

Guardai il capitano e capivo dove volesse andare a parare, se ci fosse stato Spock questo dibattito avrebbe dato via ad una diatriba infinita.
«Jim, capisco che la tua priorità sia di allontanarci da qui il prima possibile, ma dobbiamo anche considerare la possibilità che questi attacchi siano dovuti a motivi più complessi. Non voglio essere presuntuoso, ma la mia esperienza mi ha insegnato che molte volte la soluzione ai problemi più complicati sta proprio nella ricerca delle informazioni che ne stanno alla base e sai bene che non ho mai avuto problemi a chiedere informazioni, ma non credo che i nostri nuovi amici siano esattamente disponibili a fare conversazione al momento. A tal proposito vorrei ricordarti che il diplomatico tra noi due... sei tu.» risposi e le ultime parole furono più sarcastiche di quello che volessi usare.

«Si, credo sia in grado di camminare, ma dovrei visionare meglio la ferita per dare una risposta più precisa» ammisi guardando Jim.

Mi accorsi che Haruka era una persona coraggiosa e determinata, ma anche un po' spaventata dalla situazione. Capivo perfettamente la sua reticenza ad affrontare una situazione del genere, ma sapevo anche che non avevamo scelta. Dovevamo agire in fretta e in modo deciso.

«Siamo in tre e abbiamo le armi. Se ci muoviamo con cautela, possiamo riuscire a raggiungere Tulving e portarlo in salvo. Sarà difficile, ma credo che la possiamo fare.», dissi con fermezza per poi chiedere verso l'antropologa «Conosci qualcuno di loro?».

Preparai il mio phaser, pronto ad affrontare qualsiasi pericolo. Sapevo che la situazione era pericolosa, ma avevo fiducia nella mia formazione medica e nella mia abilità di affrontare situazioni di questo tipo. Eravamo pronti a combattere per la nostra sopravvivenza e per quella di Tulving.

Mi guardai intorno per cercare di individuare un modo per proteggere la squadra. Era chiaro che non potevamo rimanere lì a lungo, ma non potevamo nemmeno correre alla cieca. «Dobbiamo trovare un riparo migliore, qualcosa che possa proteggerci meglio dagli spari. hai suggerimenti?» chiesi a Jim, in quanto avevamo bisogno di un punto di riferimento per raccoglierci tutti al sicuro.
#28

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James T. Kirk | Human

Jim si limitò ad accogliere le parole del medico con un sorriso divertito: era perfettamente d'accordo sul fatto che doveva esserci qualcosa di più complesso dietro quell'attacco improvviso del fatto che agli assalitori non piacesse il colore delle loro uniformi, ma era un mistero che probabilmente avrebbe richiesto del tempo e dell'aiuto per poter essere dipanato, non qualcosa che poteva risolvere con un medico, un'antropologa e un ufficiale ferito mentre erano sotto attacchi serrati da parte degli avversari. Non preoccuparti, ho tutto sotto controllo. garantì, sobbalzando leggermente quando uno dei colpi avversari tranciò di netto un ramo facendolo cadere accanto a lui.

Non fece nemmeno in tempo a rispondere ad Haruka che la giovane parve riconoscere uno dei loro assalitori e la cosa doveva essere reciproca dato che l'altro esitò, arrivando perfino a deviare il colpo indirizzato da uno dei suoi colleghi. Un primo e unico istante di esitazione in una strategia altrimenti perfetta, ma che approfittando del momentaneo disorientamento degli avversari, consentì a Jim di balzare fuori dal proprio riparo, recuperare il phaser che Tulving aveva perso nella caduta e restituirlo al legittimo proprietario, riparandosi assieme a lui in un avvallamento del terreno e perdendosi completamente l'ultima domanda del dottore. Riesce a camminare? chiese di nuovo, questa volta al diretto interessato mentre i romulani riprendevano a sparare.

Non riesco ad appoggiare il peso sulla gamba, ma posso coprirvi la ritirata. suggerì il guardiamarina. Jim ignorò la proposta quanti ne ha contati? si informò invece. Cinque, compreso il comandante. Altamente addestrati, conoscono bene il terreno e sospetto che gli edifici che abbiamo individuato siano la loro base operativa: potrebbero arrivarne molti altri nel giro di pochi minuti. rispose il guardiamarina, confermando la stessa impressione che Jim aveva avuto a sua volta. Questo poteva significare che, anche se fossero riusciti a metterli fuori combattimento, difficilmente avrebbero ottenuto una vittoria. Se volevano uscirne vivi non potevano contare esclusivamente sulla propria forza.

Jim si voltò un istante per lanciare un'occhiata agli alberi dietro cui avevano preso riparo McCoy e la Abe, realizzando all'istante che non sarebbero resistiti ancora a lungo e per quanto gli avversari sembrassero volere viva la giovane, lo stesso non poteva dirsi per il medico. Bones! Rimanete vicini! suggerì all'amico, certo che avendo l'ordine di prendere viva la donna i romulani avrebbero alla peggio cercato di stordirli e nella migliore delle ipotesi esitato abbastanza da consentire loro di colpirli.

Li tenga impegnati e si tenga pronto: proverò a farli uscire allo scoperto. disse Jim in direzione di Tulving, per poi infilarsi tra la boscaglia: aveva notato un grosso albero nei pressi della sporgenza dove si erano riparati gli avversari, era certo che, con un colpo sufficientemente potente e ravvicinato, sarebbe riuscito a tranciarlo di netto con il suo phaser, facendo uscire gli avversari dal loro nascondiglio il tempo necessario a generare sufficiente confusione da consentirgli poi di raggiungere il loro comandante e convincerlo in un modo o nell'altro a porre fine a quello scontro.

Ner, come si diceva ieri lascio a te decidere che fine fa il tuo PG Laugh
#29

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Haruka Abe Umana

Il movimento del capitano era stato troppo rapido perché la donna, ancora scioccata da quanto appena accaduto, potesse reagire in tempo. Distratta dalla presenza di Vaurek e dalla domanda del dottore, Haruka aprì il fuoco con un attimo di ritardo, quando Kirk aveva praticamente già raggiunto Tulving. Se non ci furono spiacevoli incidenti fu solo grazie all'esperienza del capitano, che era stato in grado di cogliere il momento giusto per agire. Haruka non sapeva se provare ammirazione per il suo rapido intervento o rabbrividire per la sua sventatezza.

Il loro... comandante è un antropologo con cui ho collaborato durante una ricerca sul campo in territorio romulano. Rispose finalmente a McCoy, mentre cercava di supportare Tulving senza finire colpita da qualche colpo di disgregatore. Il suo phaser era regolato in stordimento, ma di tanto in tanto la donna alzava il suo settaggio prima di sparare a qualche ramo nel tentativo di usare la sua caduta per impacciare il movimento dei nemici. Addestramento o meno, Haruka rimaneva un'antropologa. Una studiosa. Non era sicura di essere in grado di ammazzare qualcuno, soprattutto se si trattava di una persona che conosceva. O che aveva creduto di conoscere. Inutile dire che al momento era piuttosto confusa, erano solo i continui colpi di disgregatore a mantenerla concentrata sul presente. Non so se essergli grata per il tentativo di salvarmi la vita o cominciare a disperarmi. Conoscendo la cultura romulana, forse disperare è l'opzione giusta.

Non poteva negare che si era infatuata di Vaurek nel periodo passato su Omicron Gruis, né che provava ancora qualcosa per lui. Questo però non significava che avesse intenzione di diventare una sua proprietà. Era tipico della cultura romulana esprimere la propria dominanza sulle donne delle altre specie: le più fortunate erano trattate come concubine, le meno fortunate erano tenute in vita solo quel che bastava per dare alla luce un bambino. Se c'era qualcosa di vero in quello che conosceva di Vaurek, Haruka dubitava di essere a rischio di rientrare tra le meno fortunate ma non era sicura di poter escludere l'altra opzione. No, non pensarci: concentrati. Pensò, cercando di scacciare la disperazione che stava minacciando di avvolgerla.

Si era distratta, un'altra volta. Nessun colpo di disgregatore l'aveva quasi centrata questa volta, miracolo di cui doveva ringraziare sia i poveri alberi dietro cui si erano riparati che l'ordine di Vaurek di prenderla viva. Il rumore dei colpi nemici, quantomeno nelle sue vicinanze, era cambiato leggermente: non era molto esperta in quel campo, ma poteva teorizzare che il loro settaggio fosse stato spostato su stordimento o su un livello meno letale del precedente.

Concentrata sul punto da cui provenivano gli spari, Haruka non si rese conto che qualcuno si stava avvicinando di soppiatto a lei e McCoy, sfruttando la vegetazione per passare inosservato.
#30

I don't need a doctor, damn it! I am a doctor!

Leonard McCoy Umano

Guardai il capitano con un'espressione scettica sul viso, era sempre stato così, pensava sempre di avere tutto sotto controllo, anche quando le cose andavano a rotoli. «Hai tutto sotto controllo? Ma tu sei stato colpito alla testa o cosa? Non vedo come una situazione del genere possa essere sotto controllo!» risposi con un tono sarcastico. Avrei voluto cantargliene quattro a quel pazzo che avevamo come capitano, ma non era il momento migliore.

Mentre Haruka riconosceva uno dei nostri aggressori e Jim si lanciava fuori dal riparo, cercando di recuperare il phaser di Tulving, io continuavo ad avere dubbi sulla bontà del nostro piano. «Ma che diavolo stiamo facendo?» mormorai tra me e me, mentre mi preparavo ad affrontare la situazione.

Vedevo Haruka, che cercava di supportare Tulving mentre tentava di usare il suo phaser per impacciare il movimento dei nemici. Era coraggiosa, ma allo stesso tempo sembrava in preda alla confusione e alla disperazione.

Alle sue parole che forse poteva cominciare a disperarsi la guardai. «Haruka, non è il momento di autocommiserarti o pensare a certe cose: concentrati.»dissi con tono serio, sebbene pacato e gentile. Cercavo di essere il più calmo e razionale possibile, nonostante il pericolo che ci circondava. Sapevo che dovevamo restare concentrati per avere una possibilità di uscire vivi da quella situazione.
Poi, all'improvviso, mi accorsi che qualcuno si stava avvicinando di soppiatto a noi, sfruttando la vegetazione per passare inosservato. Non potevo permettere che ci cogliesse di sorpresa, così presi il mio phaser e lo puntai nella sua direzione, sparando su stordimento. Non avevo mai voluto fare del male a nessuno, ma in quel momento la mia priorità era la nostra sopravvivenza.

«Attenzione, ci stanno attaccando da dietro!» gridai a Haruka. 

Tuttavia, la mia mente era già proiettata al futuro: cosa ci aspettava ancora in quella missione? Quanto saremmo riusciti a sopravvivere? Quando saremo tornati all'Enterprise? Spock avrebbe mandato qualcuno a salvarci le chiappe e riportarci sulla nave? Una buona volta che quel dannato goblin dal sangue verde poteva esserci utile con la sua dannatissima e fastidiosissima logica lui non c'era.
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