TSE Star Trek: The Geriatric Generation
#11

La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro. Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare.

Maria Michelakos Umana

No, si figuri. Maria si affrettò a rispondere alle parole del collega. Anzi, il suo intervento è stato di aiuto, tenente Chekov. Le sue non erano semplici parole di cortesia, Maria lo credeva davvero. Era stata troppo decisa quando aveva fermato il klingon. Da una parte era stato un bene, in quanto non era una buona idea tentennare in situazioni simili, dall'altra si era trattata di un'azione quasi insensibile. Maria capiva bene cosa stesse provando il klingon e, se solo avesse potuto, si sarebbe prodigata per aiutarlo. Purtroppo, non aveva né l'autorità né gli agganci necessari per farlo.

Se devo essere sincera, capisco il signor Limur. A quell'età non dev'essere semplice vedere un proprio caro partire per una missione potenzialmente pericolosa. No, non solo a quell'età: non lo era mai. Da quando era stata assegnata ad un'astronave diversa dal fratello, Maria temeva per l'incolumità di Silas. Il suo incubo peggiore si era parzialmente avverato quando aveva ricevuto la comunicazione che si erano persi i contatti con la Voyager. Avendo un parente stretto tra i dispersi, era stata tra i primi ad essere informata. Ne era grata, ma non la faceva sicuramente sentire meglio. Era doloroso sapere Silas, il suo caro fratello, chissà dove nello spazio. Per fortuna la sua richiesta di unirsi alla missione era stata approvata, altrimenti sarebbe impazzita a rimanere con le mani in mano.

Se non fosse per il rischio fuga di informazioni, Limur sarebbe un'ottima risorsa per la squadra. Completò, tornando con la mente al presente. La loro era una missione di ricerca, non di attacco, ma anche lei si sarebbe sentita più tranquilla se avessero avuto con loro un numero maggiore di addetti alla sicurezza.


Seeth Sef

Trill/Klingon

Suo marito era di cattivo umore, quello era evidente. Eppure Seeth non poteva immaginarsi che in quel momento stesse maledendo l'intera specie betazoide per il semplice fatto che Korinna non avesse letto i suoi pensieri nell'unico momento in cui lui, un ex-spia, avrebbe accolto quella violazione di privacy con piacere.

Che siate sognatori è indubbio ma, nonostante le scarse probabilità di riuscita, vi auguro sinceramente di ritrovare la giovane Lorelei. Rispose Kanjis, con la franchezza tipica dei klingon, mentre le seguiva per la passeggiata. Seeth non poté dargli torto: anche lei sapeva bene che c'erano poche probabilità di riuscire a localizzare la Voyager. Se fosse stata una persona religiosa, con ogni probabilità a questo punto si sarebbe rivolta alle divinità trill (perché i klingon avevano ucciso le proprie) per chiedere la loro benedizione. Non posso però fare a meno di considerare la vostra missione azzardata.

Kanjis non diede delucidazioni sulla sua ultima affermazione fino a quando non furono seduti al tavolino del bar. Seeth lo osservò controllare con disinvoltura il luogo, notando i suoi occhi illuminarsi di approvazione: evidentemente, il posto scelto dalla sua amica era stato approvato dall'ex-agente dell'Intelligence Imperiale.

Non posso garantirlo. La risposta del marito alla domanda di Korinna la colse impreparata. Non tanto perché era stata pronunciata con una scandalosa (agli occhi klingon) voce bassa, ma per quello che significava. Kanjis! Lo sgridò, quasi scandalizzata. Sia klingon che betazoidi apprezzavano la sincerità, ma quella era quasi considerabile un'ammissione di colpevolezza. Non temere Seeth, io non sono un'agente dell'Intelligence. Non più, almeno. Perché quell'affermazione non la consolava affatto? Ma abbiamo una famiglia nell'Impero. Se l'Inteligence non si aspetta di ricevere informazioni da mia moglie, non posso dire che sia altrettanto per me. Quindi, per quanto le mie preoccupazioni per la sicurezza di mia moglie siano sincere, non è mai stata mia intenzione unirmi alla missione. A meno che non siate pronti ad una fuga di informazioni.

Se la sua era stata tutta una sceneggiata per far credere all'Impero che stava tentando di fare il suo dovere, il comportamento del marito era decisamente più comprensibile.

Capisco la necessità della sceneggiata, ma perché non mi hai avvertita?
Troppo problematico.
Problematico? Kanjis, tu....!
Tralasciando le questioni di famiglia...
E quali sarebbero queste questioni di famiglia?
...il mio obiettivo principale era informare il capitano T'Dal dei rischi che correte sulla specifica nave che vi è stata assegnata. Congratulazioni, la paranoia della Flotta Stellare è giustificata: l'Impero vuole la Liberty.
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#12

Korinna Suder

Betazoid

Sinceramente non lo so rispose Tomi indicando le mappe sullo schermo da quello che ci hanno spiegato gli ufficiali della Flotta Stellare, la nave stava mappando i condotti per garantire che fossero sufficientemente sicuri per il transito di altre navi. Era previsto che inviassero un rapporto ogni 24 ore contenente gli aggiornamenti sulla situazione e stando alle ultime informazioni ricevute era stato mappato questo condotto... spiegò, indicando uno dei tratti sulla mappa. Però gli ultimi rapporti parlavano di un sovraccarico ai sistemi. Io non me ne intendo, ma mamma diceva che una cosa del genere deve averli rallentati. Secondo lei erano più o meno in questa zona quando abbiamo smesso di ricevere comunicazioni, e l'ammiraglio con cui abbiamo parlato era d'accordo... ma non chiedermi informazioni più dettagliate: sono un pilota, non un astrofisico. rispose il betazoide, sentendosi sinceramente un pesce fuor d'acqua in mezzo a tutte quelle informazioni.

Quanto ai rischi nell'attraversarlo... mi sa che saranno una sorpresa: non abbiamo alcuna idea della ragione per cui sono spariti. Qualunque cosa sia successa potrebbe capitare anche a noi, proprio per questo volevamo... tastare un po' le acque... si dice così, vero? chiese, utilizzando un'espressione aliena che aveva sentito da qualche parte e gli era rimasta curiosamente impressa. Non andremo direttamente verso il punto in cui sono scomparsi, ma partiremo dall'ultimo condotto stabile. Abbiamo nella banca dati tutti i parametri di controllo di cui disponeva la Voyager e eseguiremo dei test prima di avvicinarci all'area. Ho studiato la procedura... questo dovrebbe ridurre quanto possibile il rischio, ma non lo eliminerà del tutto. Questa nave è molto più potente e maneggevole della Voyager. Siamo dotati di strumentazioni d'avanguardia... però non sappiamo esattamente cosa sia successo, quindi è difficile stimare le nostre probabilità di uscirne interi. riassunse, studiando l'espressione della Vulcaniana con l'intenzione di decifrare cosa stesse pensando in quel momento.

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Korinna afferrò la mano di Seeth con l'intenzione di far comprendere all'amica che anche se capiva che in quel momento fosse arrabbiata con il marito, aveva bisogno che gli lasciasse il tempo di spiegarsi. Fu tuttavia sorpresa almeno quanto la klingon quando Kanjis rivelò di non poter garantire la riservatezza che la Flotta desiderava in merito al prototipo che avevano preso in prestito, non senza qualche difficoltà, dal Comando. C'era una questione che, più di altre, sollevava la curiosità di Korinna: quella non era una missione ufficiale. Nessuno avrebbe dovuto sapere del fatto che la navetta con la quale si sarebbero recati nel Quadrante Delta era un prototipo ed era la ragione stessa per cui quell'equipaggio non era composto esclusivamente da agenti dell'intelligence altamente qualificati, ma da un gruppo di civili in pensione con il supporto di un paio di ufficiali in licenza. Non aveva mai dubitato dei servizi di intelligence imperiali, ma il fatto che sapessero sia lo scopo che i dettagli della loro missione poteva, effettivamente, costituire qualche problema.

Seeth, cerchiamo di non dare spettacolo... la richiamò Korinna, notando che l'improvvisa animosità dell'amica aveva attirato le occhiate perplesse di alcuni dei presenti. La nostra rotta non è stata inserita negli archivi, anche essendo al corrente della missione l'Impero non ha modo di rintracciarci. Una volta nei condotti saremo fuori portata. L'unico modo in cui potrebbero appropriarsi della nave è farlo ora... realizzò Korinna, interrompendo un istante il proprio discorso per studiare i presenti... e gli assenti. Percepì Tomi impegnato a riferire i dettagli del loro viaggio e T'Dal intenta a memorizzare le informazioni sulla missione, ma niente che potesse far pensare ad un imminente attacco. Non percepisco nulla di sospetto... riferì a Kanjis con sguardo interrogativo, quasi volesse chiedergli se le era sfuggito qualcosa. In quel momento uno dei camerieri si avvicinò al tavolo per prendere le ordinazioni. Succo di jacarine ordinò l'anziana con un sorriso cordiale.

SP, ti salto perché non cambia niente che risponda prima o dopo di te Tongue
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#13

In the end they'll judge me anyway so, whatever.

Haru Sunak Chekov Umano/Vulcaniano

Provò sollievo nel sapere che la collega aveva visto il suo intervento come un aiuto piuttosto che come intralcio, era stato il suo intento fin dal principio ed era un bene che al di fuori era stato percepito nel modo giusto.
In parte capisco anche io. Anche se tendo a razionalizzare la situazione, capisco anche che non è facile lasciare una persona cara e non potere fare niente per proteggerla. Nel mio caso ho riflettuto a lungo sulla possibilità o meno di accettare la missione, temendo di poterla compromettere a causa del fatto che c’è anche la mia bisnonna e potrei reagire in modo inadatto in caso di pericolo. Ho deciso di aderire solo dopo aver capito che non avrebbe influito sulla riuscita della missione ma rimane il fatto che purtroppo le emozioni giocano cattivi scherzi a volte.
Haru era anche preoccupato del fatto che i suoi bisnonni fossero separati ma sapeva che i suoi genitori sicuramente avrebbero pensato al bisnonno Pavel, era un pensiero illogico pensare che l’uomo fosse solo quando in realtà era circondato da persone care. Non esternò questo suo sentimento, piuttosto si limitò a fare un cenno con la testa alle parole della collega riguardo la possibile utilità di Limur alla missione.
Concordo, poteva essere un’ottima aggiunta alla missione, purtroppo però il suo passato non permette alla Flotta Stellare di vederlo come persona degna di fiducia e non lo conosco abbastanza da poter smentire, anzi quello che so mi porta a essere d’accordo. La missione è già piuttosto precaria, ci sono membri eccellenti ma sappiamo così poco di ciò che ci aspetta là fuori, aggiungere una persona del genere potrebbe essere più un problema che una risorsa.
Non era né ottimista né pessimista, semplicemente non aveva abbastanza dati per poter poter calcolare la probabilità di riuscita. Aveva letto le schede di tutti i componenti della missione e doveva ammettere che un gruppo così variegato era stata un’ottima scelta per essere pronti a tutto ma questo non era detto che potesse bastare. 

No problem, per ora l'ordine non influisce sulle risposte
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#14

Logic is the beginning of wisdom, not the end of it

T'Dal Zayrus Vulcaniana

Mentre Tomi delineava il piano di azione basandosi sulle ultime informazioni ricevute dalla Flotta Stellare, rimasi in silenzio, ascoltando attentamente. La sua descrizione del compito che avevamo davanti era dettagliata e rifletteva una comprensione profonda dei rischi coinvolti. Nonostante la sua modestia nel dichiararsi un "pesce fuor d'acqua" in questioni di astrofisica, la sua dedizione era evidente.

«Interessante» risposi, mantenendo il tono neutrale ma con un leggero accenno di approvazione. «La tua prudenza e la decisione di "tastare le acque" sono sagge. E sì, Tomi, si dice proprio così.» dissi pacatamente.

La conversazione mi spinse a riflettere sull'imprevedibilità dell'esplorazione spaziale. Anche armati della migliore tecnologia e conoscenza, restavano sempre variabili sconosciute, rischi che superavano le nostre previsioni. Questo era l'essenza dell'esplorazione, la forza trainante dietro la nostra volontà di avventurarci oltre i confini noti.

«La tua analisi indica che saremo preparati per ciò che ci aspetta» proseguì la mia riflessione, esaminando le mappe. «La nostra nave, con le sue avanzate tecnologie, ci fornisce un vantaggio significativo. Tuttavia, come ben sai, l'elemento sconosciuto rimane sempre.»

In quel momento, mi trovai a riflettere sul mio ruolo in questa missione. Ero qui per offrire esperienza, logica, e, forse, una guida.

«Non sottovalutare il tuo contributo, Tomi. La tua esperienza come pilota e la tua capacità di adattamento saranno inestimabili. Insieme, affronteremo le sfide che ci attendono.» aggiunsi, chiudendo la conversazione su una nota positiva.

In quel momento, decisi di verificare se i miei accessi erano stati reinseriti. Il pensiero che potessi accedere direttamente ai dati e contribuire più attivamente alla pianificazione della missione era allettante. Mi avvicinai alla console  più vicina, inserendo con cura le mie credenziali. Per un momento, il mio cuore batteva in attesa, poi, con un lieve trillo di conferma, la console mi accolse, rivelando che i miei accessi erano stati ripristinati.

Un sorriso quasi impercettibile sfiorò le mie labbra. «Sembra che i miei accessi siano stati reinseriti» dissi a Tomi, il mio tono leggermente più caldo di quanto fosse abituale per una vulcaniana, ma decisa a non approfittare delle mie credenziali, se non per lo stretto necessario. « Ora posso contribuire più direttamente alla nostra missione.»

Mentre mi addentravo nei dati, mi ritrovai a riflettere: nonostante il mio status di ex capitano in pensione, mi sentivo nuovamente parte di una missione che richiedeva tutto il mio impegno e conoscenza. E, in un modo stranamente umano, ero grata per questa opportunità di tornare tra le stelle.
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#15

La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro. Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare.

Maria Michelakos Umana

Maria si sentì lievemente a disagio alle parole del collega, consapevole di essere ben più coinvolta del suo interlocutore in quella faccenda. Non poteva dire che non le fosse passato per la mente il timore di poter compromettere la missione ma, dopo essere giunta alla conclusione che le probabilità erano estremamente basse, non ci aveva pensato più. Caratterialmente, Silas e lei erano due opposti: dove il fratello si sarebbe perso a rimuginare, Maria faceva vincere il suo naturale ottimismo. Così, il suo disagio ebbe vita breve, soppresso dalla convinzione di poter mantenere il sangue freddo nonostante la situazione.

Il solo fatto che si sia fatto quelle domande dimostra che è la persona adatta per questa missione. Il suo era solo un parere personale, ma Maria era convinta della veridicità di quelle parole. Qualunque rischio comporterà la nostra missione, proteggerò il gruppo: sua bisnonna compresa. Quello era il suo ruolo e, per quanto avrebbe preferito avere qualcuno in più di supporto, Maria sapeva che l'avrebbe svolto correttamente. Se qualcuno avesse voluto uccidere uno di loro (Silas compreso) sarebbe dovuto passare sul suo cadavere.

Su questo sono d'accordo. Disse poi, in risposta al discorso sull'affidabilità del klingon. Per quanto riguarda le capacità in combattimento, Limur sarebbe un'ottima aggiunta al nostro staff... ma la sua affidabilità è tutta da valutare. Voglio credere che non metterebbe a rischio la moglie, ma non sono esperta di psicologia klingon.

Per fortuna, non era lei a dover prendere una decisione in proposito. La Flotta si era già espressa, e l'anziana diplomatica betazoide aveva intercettato con successo l'insoddisfatto klingon. Quella piccola crisi poteva dirsi risolta al suo esordio. Saliamo? Domandò quindi. Grazie al sistema di sorveglianza, avrebbe potuto tenere d'occhio la situazione esterna anche dall'interno della piccola nave.

Seeth Sef

Trill/Klingon

Al richiamo dell'amica, Seeth si costrinse a riprendere la sua compostezza. C'era tanto di cui lei e il marito avrebbero dovuto parlare, ma non di fronte al resto degli avventori del bar. Ne riparleremo alla conclusione della missione. Disse quindi, rivolta a Kanjis. Non le piaceva di rimandare ma non c'era altra scelta. Un raktajino, grazie. Si rivolse poi al cameriere, subito seguita dal marito: Anche per me.

Una volta che il cameriere si fu allontanato, Seeth posò il suo sguardo sul marito per spronarlo a rispondere alla domanda di poco prima. A quel proposito, le mie informazioni sono limitate. Ammise. Tra le informazioni che mi ha passato il mio contatto c'erano informazioni base su missione e partecipanti. Niente rotta. Confermò. Potrebbe essere che l'Impero vi stia solo tenendo d'occhio, ma il grado del mio contatto non è sufficientemente elevato per poter escludere che non ci sia un'operazione in corso di cui non è a conoscenza.

Attaccare mentre siamo attraccati alla stazione mi sembra arrischiato.
Già. Se fossi io a capo di questa presunta operazione, approfitterei della permanenza della Liberty su DS9 per ottenere un modo per tracciarla: un radiofaro, una piccola nave occultata che la segua o un passeggero clandestino.
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#16

Korinna Suder

Betazoid

Korinna sorrise cordiale in direzione del cameriere, in attesa che si allontanasse in modo da poter riprendere la conversazione. Ciò che Kanjis sapeva riguardo alla possibile interferenza dei klingon non sembrava essere molto e la betazoide sperava che questo sarebbe stato sufficiente a placare le ire della sua burrascosa amica pensi che avrai problemi per il fatto che Seeth è a bordo? si premurò rivolgendosi all'ex agente ed immaginando che, considerandolo la sua relazione con Seeth, l'Intelligence Imperiale avrebbe potuto tentare di ottenere da lui informazioni più dettagliate riguardo alla nave a alla missione. Comunque ricordiamoci che negli ultimi anni le cose sono molto cambiate: quando eravamo giovani sarebbe stata un'informazione preoccupante, ma dopo gli accordi di Khitomer e l'alleanza con la Federazione abbiamo basi giuridiche sufficienti per circoscrivere rapidamente il problema nel caso in cui l'Intelligence decida di tentare qualche mossa azzardata nei nostri confronti. Per quanto qualche fazione possa non essere ancora del tutto convinta di queste collaborazioni, noi più di chiunque altro sappiamo che la maggioranza, da entrambe le parti, preferisce preservare la pace di cui possiamo godere ora. Nonostante la vostra natura fiera e combattiva pochi sarebbero disposti a tollerare una guerra per motivi futili. rispose la betazoide, interrompendosi un istante quando il cameriere tornò con le loro ordinazioni. Grazie. disse in direzione del giovane boliano quando depose il suo bicchiere sul tavolo.

... in ogni caso... escluderei l'idea di un passeggero clandestino. Finché siamo ormeggiati alla stazione potrebbe anche sfuggirmi, ma ti assicuro che sia io che mio figlio noteremmo all'istante se ci fosse a bordo qualcuno in più del previsto. Sono davvero poche le specie in grado di sfuggire alle nostre percezioni. Lo stesso varrebbe per un'intera nave con equipaggio al completo: potrei non riuscire ad individuarne la posizione esatta, ma saprei con certezza che c'è qualcosa lì fuori che ci osserva. lo rassicurò, osservando distrattamente il contenuto del proprio bicchiere prima di prenderne un sorso. ... ovviamente terremo gli occhi aperti, ma abbiamo diversi punti a nostro favore: per catturarci gli agenti dovrebbero introdursi in territorio federale, senza essere rilevati, prendere possesso della nave e allontanarsi prima di essere intercettati. Per quanto coraggiosi o disperati, la nostra missione è stata organizzata nel giro di pochi giorni, dubito abbiano avuto tempo di concepire un piano in grado di costituire un serio pericolo per noi. concluse, aprendo la propria mente il tanto necessario a percepire se le sue parole erano state sufficientemente ragionevoli per avere l'effetto sperato di tranquillizzare i due klingon.

... e a proposito di organizzazione. Mio figlio dice che ha terminato le procedure di controllo necessarie per la partenza e chiede quando saremo pronti a lasciare la stazione. aggiunse, questa volta rivolgendosi a Seeth: Vogliamo andare?

Se non c'è altro direi che possiamo ricongiungerci agli altri e iniziare questa benedetta missione... ^^'
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#17

In the end they'll judge me anyway so, whatever.

Haru Sunak Chekov Umano/Vulcaniano

Si augurava che la sua collega avesse ragione, quella missione era decisamente importante e sperava che il suo contributo fosse un aiuto e non un intralcio. Fallire certamente era normale ma questo era uno di quei casi in cui non poteva perdonarsi un errore, soprattutto se significava mettere in pericolo qualcuno. 
La ringrazio, farò del mio meglio per dimostrare che lo sono.
Fece un cenno con la testa e sorrise alle parole di Maria, apprezzava davvero quelle parole e in quel momento non sentiva il bisogno di nascondere i propri sentimenti per questo aveva deciso di mostrare la sua parte più umana. 

Sono certo che lo farà.
Vedere la collega così determinata lo rincuorava, era certo che tutti i membri avrebbero fatto di tutto per quella missione perché avevano tutti un motivo per farlo.

Un klingon a livello di combattimento è sempre la scelta migliore ma potrebbe passare informazioni all’Impero, il mezzo in cui viaggeremo potrebbe essere oggetto di interesse e mentre potrebbero avere un’occhio di riguardo per Limur e la moglie, dubito che lo avrebbero nei nostri confronti. Neanche io sono un esperto ma fortunatamente abbiamo una betazoide tra l’equipaggio e se ci dovrebbero essere problemi, penso che lo percepirebbe. 
La missione era fin troppo rischiosa di per sé, un attacco klingon era l’ultima cosa che serviva, anche perché la possibilità di uscirne indenni erano quasi nulle mentre erano minime quelle di scappare con danni consistenti ma in quel caso sarebbe comunque andato tutto in fumo.
Sì, penso sia ora, anche perché temporeggiare non è una buona opzione per questa missione.
Con un braccio invitò la collega a predecerlo, diede un ultimo sguardo intorno prima di entrare; aveva letto le caratteristiche della nave ma voleva vedere con i suoi occhi la postazione scientifica. 

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#18

La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro. Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare.

Maria Michelakos Umana

Che ci fossero rischi con uno o due klingon a bordo era innegabile. Maria cercava sempre di vedere la parte migliore delle persone, di offrir loro fiducia, ma non era inconsapevole del rischio comportato dall'avere a bordo ex-membri delle forze armate di un'altra potenza. Quantomeno l'Impero Klingon non è a noi ostile. Non al momento, almeno. Pensò.

Vero, avere telepati a bordo ha i suoi pregi. Ammise, mentre salivano sulla Liberty. Non sarebbe però corretto lasciar loro tutto il lavoro, quindi terrò gli occhi aperti. Promise. Dubitava che la signora Limur, o Sef se la si voleva chiamare col nome del suo simbionte, fosse un rischio ma non per questo avrebbe abbassato la guardia. Era il suo lavoro.

Una volta entrati nella piccola plancia, Maria si presentò, facendo il saluto militare. Guardiamarina Michelakos a rapporto! Considerato le piccole dimensioni della squadra, probabilmente si trattava di formalità non necessarie ma lei aveva intenzione di seguirle fino a quando le fosse stato detto altrimenti.

Seeth Sef

Trill/Klingon

Nulla che io non possa risolvere. Rispose Kanjis, alla domanda di Korinna. A quelle parole, l'espressione di Seeth tradì un po' di preoccupazione. Ne sei sicuro? Domandò al marito. Ne sono sicuro. Concentrati sulla missione, salva Lorelei. Io penserò al lato klingon.

La sicurezza mostrata dal marito era certamente una rassicurazione. C'era ancora un punto che la turbava, ed era collegato al semi-litigio che avevano avuto poco prima, ma si trattava di un argomento troppo privato per parlarne in quella sede. Avrebbe tirato le orecchie a suo marito una volta tornata dal Quadrante Delta e si sarebbe fatta dire tutti i segreti che lui ancora le celava. Soprattutto se uno di quelli riguardava chi pensava lei.

Andiamo. Confermò all'amica, alzandosi dal tavolo dopo aver bevuto l'ultimo sorso di raktajino. Per quanto si trattasse del miglior raktajino da lei bevuto nello spazio federale, le preoccupazioni le avevano impedito di gustarselo come si deve. Era un peccato ma era sicura che ci sarebbero state altre occasioni. Dopotutto, Korinna aveva ragione: l'Impero non avrebbe iniziato una guerra per futili motivi. Se anche i klingon avessero interferito, difficilmente sarebbero stati un serio pericolo. ..ma non mi farò cogliere impreparata.

Si alzò, seguendo Korinna verso l'uscita del bar. Kanjis rimase seduto al tavolo ma, prima che lasciassero il locale, si alzò in piedi ed esclamò: Mi lamenterò col Comando, vedrete! Tutta questa diffidenza nei miei confronti è inaccettabile!
A quella specie di commiato, un sorriso spuntò sulle labbra di Seeth.
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#19

Korinna Suder

Betazoid

Korinna annuì in direzione del klingon, conscia del fatto che gli stavano procurando qualche grattacapo in più di quelli che sembrava intenzionato ad ammettere ma, allo stesso tempo, che non si trattava nulla che non fosse in grado di risolvere grazie. Ti devo un favore. rispose in direzione di Kanjis, prima di alzarsi per dirigersi assieme a Seeth verso la Liberty. Tutto il loro sparuto quanto raffazzonato equipaggio si trovava ormai a bordo: Tomi sembrava particolarmente concentrato sulle proprie console, guardando da una parte all'altra ed inserendo in rapida sequenza una serie di comandi. Sfiorando la sua mente, Korinna si rese conto che era totalmente assorto in quel suo riorganizzare e decise di non disturbarlo. Il giovane Haru pareva invece incuriosito dalle opzioni della console scientifica, mentre in T'Dal si erano riaccesi ricordi di diversi anni prima, quando missioni come quella che stavano per affrontare erano per lei una routine.

Ci siamo anche noi annunciò l'anziana mentre, seguita a ruota da Seeth, saliva nuovamente a bordo del piccolo vascello, per poi muovere un cenno di saluto in direzione di Maria. Korinna era forse l'unica a conoscere tutti i presenti, visto che era stata proprio lei ad organizzare quella missione non appena aveva ricevuto notizia della sparizione della Voyager, ma era stato merito anche di T'Dal, se il Comando aveva preso seriamente in considerazione l'idea di affidare loro quel prototipo. Certo, non conosceva tutti allo stesso modo: alcuni erano amici di lunga data, Haru non lo aveva visto più di un paio di volte nella sua vita, probabilmente quando lui era perfino troppo piccolo per ricordarlo. Maria l'aveva conosciuta solamente quando l'idea di quella missione aveva cominciato a concretizzarsi... ma non aveva grande importanza. Erano tutti lì per la stessa ragione: riportare a casa quei compagni che si erano avventurati oltre l'ultima frontiera o, almeno, notizie su quanto fosse loro accaduto.

Tomi, tesoro... appena hai finito puoi informare la stazione che siamo pronti a partire disse al figlio, per poi rivolgersi a tutti i presenti: Vorrei ringraziare ognuno di voi per aver reso possibile tutto questo. La missione che ci attende ci porterà in un angolo dello spazio poco esplorato, del quale non sappiamo quasi nulla. Alcuni di voi sono o sono stati ufficiali della Flotta Stellare, altri hanno prestato servizio altrove e sono abituati a diversi codici di comportamento. Vi chiedo, per il corso di questo viaggio, di considerare la Liberty non come una nave della Flotta, ma come un vascello della Federazione di cui tutti noi facciamo parte. Mettiamo da parte encomi, gradi e anni di servizio. Se qualcuno ritiene che stiamo correndo rischi inutili o che la nostra ricerca non procede come dovrebbe... lo dica. Non voglio che questa ricerca proceda ciecamente e ossessivamente se troveremo evidenze difficili da accettare spiegò, riferendosi all'eventualità che la Voyager potesse essere, semplicemente, andata distrutta in uno dei condotti. Allo stesso tempo, vi chiedo di ricordare che essere qui è un privilegio: questa nave è uno dei prototipi più avanzati a disposizione della Flotta Stellare e ci è stata prestata solamente perché come noi, il Comando spera che si possa fare qualcosa per poter riportare a casa i nostri fratelli, i nostri nipoti, i nostri amici. Molti, tra coloro che hanno qualcuno sulla Voyager, non possono essere qui e hanno riposto in noi tutte le loro speranze. Quando ci troveremo in difficoltà, ricordiamoci di loro. concluse la betazoide.

Abbiamo l'autorizzazione a partire. annunciò Tomi e Korinna si avvicinò a T'Dal, posando una mano sulla spalla della vulcaniana direi che spetta a te dare l'ordine. disse ammiccando in direzione dell'amica.
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#20

Logic is the beginning of wisdom, not the end of it

T'Dal Zayrus Vulcaniana

Entrando nella piccola plancia della Liberty, fui accolta dal saluto militare di Maria. "Guardiamarina Michelakos a rapporto!" disse con formalità, riflettendo la disciplina della Flotta Stellare nonostante le dimensioni ridotte della nostra squadra. Pur apprezzando il suo rigore, sentii il bisogno di allentare un po' le formalità, considerando la natura unica di questa missione.

«Guardiamarina, non è necessario il saluto militare, almeno non con me. Sebbene apprezzi la tua dedizione, qui su questa nave, ci consideriamo prima di tutto compagni di squadra, oltre i ruoli formali.» risposi con un tono calmo ma chiaro.

Dopo aver chiarito il contesto con Maria, il mio sguardo si posò su Haru, il mio bisnipote. «E un saluto speciale a te, Haru, sono felice di averti qui.» dissi, permettendo a un raro scintillio di affetto di attraversare il mio sguardo vulcaniano.

Dopo aver scambiato queste parole con Haru, mi distolsi per un momento, riflettendo sulla diversità del nostro equipaggio. Ciascuno di noi, dalla provenienza e dall'esperienza così varie, portava qualcosa di unico a questa missione. Era proprio questa diversità a renderci forti, a darci una prospettiva più ampia sui problemi che avremmo potuto incontrare.

Poco dopo, Korinna fece il suo annuncio, sottolineando l'importanza della missione e invitandoci a lavorare insieme come membri di un'unica Federazione. Quando l'annuncio dell'autorizzazione a partire giunse da Tomi, Korinna mi avvicinò, affidandomi il compito di dare l'ordine di partenza. Con un gesto che mi riportava ai giorni del mio comando, mi sedetti sulla poltrona del capitano, sentendo un fremito attraversare la mia parte umana. Dopo uno sguardo lungo e significativo a Haru, riaffermando il passaggio di testimone alle nuove generazioni, mi rivolsi all'equipaggio.

«All'equipaggio della Liberty, questa è T'Dal. Abbiamo ricevuto l'autorizzazione a partire. Oggi ci avventuriamo oltre i confini conosciuti, uniti dalla speranza e dalla ferma volontà di assolvere al compito che ci è stato affidato. Impostiamo il corso per l'ultimo condotto stabile mappato prima della sparizione della Voyager. Tomi, procedi con l'iniziazione della sequenza di partenza. Detto questo.. Camminiamo.»  furono le parole che pronunciai, le stesse che avevo sempre usato quando era il momento di partire. Con quel comando, la Liberty iniziò il suo viaggio verso l'ignoto, portando con sé le speranze di molti, pronti a sfidare insieme le sfide che ci attendevano.
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