TFB Non mi piace stare all'inferno
#31

Korinna Suder

Betazoid

Non sia così dura con loro... conosco diverse specie che non si farebbero problemi a minare le proprie navette se questo consentisse loro di raggiungere un fine superiore rispose Korinna, stiracchiando un mezzo sorriso. Lei stessa sarebbe disposta a correre rischi inutili pur di evitare che si venga a sapere dei simbionti non poté fare a meno di ricordarle comunque... per quel che la mia parola può valere in queste circostanze, non ho minato io la navetta. Né ho idea di chi potrebbe averlo fatto disse pensierosa e mi permetta di dirglielo: questo è davvero insolito. Per me i klingon non sono particolarmente difficili da leggere... ma in questo caso non ho percepito nulla. Xennik sicuramente non ne sapeva nulla e lo stesso vale per l'ufficiale che mi ha scortata fino all'hangar. Chiunque sia stato deve essersi impegnato molto per evitarmi. valutò, riflettendo su quei pensieri che Seeth non aveva condiviso.

E' possibile recuperare la navetta? Se riuscissimo ad analizzarla forse riusciremmo a scoprire di che ordigno si tratta. suggerì, mentre un secondo pensiero le attraversava la mente ... e se fosse me che tentavano di uccidere? Le mie abilità possono dare fastidio... pensi a come è andata: se l'attentato fosse riuscito si sarebbero liberati di me... e se le prove saranno sufficientemente convincenti, si libereranno di me comunque. fece notare, anche se non avrebbe saputo dire in quel momento se la teoria stava davvero in piedi o se erano le sue condizioni a parlare, rendendola più paranoica del necessario.

Comunque sia... in questo momento le mie abilità sono inutili. Non riesco a percepire nulla e non conosco Idaris abbastanza da poter fare supposizioni. In effetti, prima che lei arrivasse su Betazed, non avevo nemmeno idea della sua esistenza aggiunse, accodandosi a Seeth quando la donna fece richiesta per un medico. Il klingon che era stato lasciato loro di guardia era evidentemente infastidito da quel suo incarico e lo sguardo che rivolse loro all'idea di doverle perfino scorrazzare in giro lasciava poco spazio alla fantasia. Invece che rispondere, l'uomo si limitò ad indicare un armadio presente nella stanza, all'interno del quale si trovava un kit medico che era rimasto inutilizzato molto probabilmente più a lungo di quanto le norme di una nave federale avrebbero ritenuto accettabile.
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#32

Victory is not achieved if an Empire is destroyed in order to win a war, and it is not failure if a battle is backed away from in order to preserve an Empire.

Seeth Rahnaz Mezza Klingon

Era vero, c'erano specie che non si sarebbero fatte scrupoli ad abbattere le proprie navette. Come diplomatica, lo sapeva bene. Come mezza klingon, faceva fatica a guardare alla cosa col distacco necessario. Simbionte o meno, Seeth era stata cresciuta in un ambiente che disprezzava quel tipo di pratiche. Ha ragione ma, nella mia specie, questo non è visto come un comportamento onorevole. I klingon sfidano a volto scoperto il loro nemico: non lo attaccano dall'ombra. Se qualcuno sulla Kal'Ruq è arrivato a tanto, deve avere avuto una motivazione dannatamente seria. Proteggere un familiare, magari? La lealtà alla propria famiglia viene prima di quella all'Impero.

Che fosse quello il motivo? Difficile a dirsi. Con le informazioni che avevano al momento, potevano soltanto fare teorie. Non saprei. Aggiunse quindi. Potrebbe essere stato un tentativo di eliminare una di noi, o di fermare la nostra indagine. Potrebbe anche trattarsi di vendetta. Idaris ha avuto un ruolo marginale nel traffico della San: è possibile che ci sia chi preferirebbe che morisse su questo pianeta. Sì, erano solo teorie. L'unica certezza in loro possesso era che qualcuno aveva agito in maniera disonorevole, stando attento a muoversi al di fuori dei "sensori" della betazoide.

Seeth si avvicinò all'armadietto indicatole dall'uomo di guardia, rilasciando un sospiro esasperato quando ne vide il contenuto. Immaginava che G'Vera, se fosse stata con loro, avrebbe avuto molto da ridire su quello specifico kit medico. Al suo interno, tra materiale scaduto o arretrato, la klingon riuscì a trovare un antidolorifico ancora buono (al pelo, la sua data di scadenza era molto vicina). Meglio di niente. A questo punto, il braccio me lo dovrò far sistemare da G'Vera. Pensò mentre se lo iniettava, consolandosi nella consapevolezza che la collega non l'avrebbe sgridata per come stava maltrattando il suo braccio come invece avrebbe fatto un medico trill. Per quanto riguardava invece il loro mezzo congelamento, per il momento si sarebbero dovute accontentare del riscaldamento passivo. Quantomeno, l'ufficio in cui si trovavano era riscaldato.

Mi innervosisce stare qui in attesa, senza sapere come Idaris potrebbe reagire a questa situazione. Ammise, lanciando un'occhiata verso l'uomo di guardia. Cosa dovevano fare? Lasciar fare ai responsabili del luogo e attendere che si calmassero le acque sarebbe stato l'ideale, ma era difficile stabilire se, a quel punto, il contrabbandiere trill sarebbe stato ancora vivo.
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#33

Korinna Suder

Betazoid

Che mi dice di chi ha inviato Kaas sotto la falsa identità di Erulen? Non potrebbe essere possibile che qualcuno appartenente alla stessa fazione sia riuscito a salire a bordo della Kal'Ruq? propose Korinna ... se sono riusciti ad infiltrare un agente in territorio federale non dovrebbero incontrare troppe difficoltà nel far assegnare qualcuno su una nave dell'Impero. valutò. Gli intrichi del senso dell'onore klingon ancora le sfuggivano e in quella situazione c'erano, per lei, tanti di quegli elementi mai incontrati prima che non era certa di potersi fidare fino in fondo delle proprie intuizioni... eppure, quella, non sembrava così azzardata.

Aspetti, la aiuto si propose, nel vedere la collega che armeggiava con il kit medico: non aveva alcun dubbio che Seeth sarebbe riuscita a cavarsela da sola, ma non vedeva la necessità di lasciare che si contorcesse con un braccio malmesso quando era perfettamente in grado di occuparsi di quella questione per lei. Crede che la Kal'Ruq riuscirebbe a individuare Idaris con i sensori dall'orbita? In fondo non credo ci siano molti Trill qui. suggerì. Almeno avremmo un'idea di dove si trova. disse, lanciando un'occhiata di sottecchi all'uomo che era stato lasciato lì ad occuparsi di loro. Forse, in due, sarebbero riuscite a metterlo fuori combattimento... ma a che sarebbe servito? Difficilmente un attacco a tradimento avrebbe fatto una buona impressione ai carcerieri, rendendoli più collaborativi e disposti ad ascoltare le loro richieste una volta che fossero ritornati con i prigionieri.
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#34

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Seeth Rahnaz Mezza Klingon

È possibile, anzi: probabile. Ammise. Se si trattava di una fazione klingon, non sarebbe stato per loro difficile infiltrarsi sulla Kal'Ruq. ..ma la perdita di un agente dormiente, per di più compromesso dal nemico, sarebbe difficilmente motivo per un assassinio. Kaas era compromesso ben prima Suder e lei lo identificassero come coinvolto nella produzione e nella distribuzione della droga San. Compromesso in parte a causa di un attivazione andata male della sua personalità klingon, in parte dall'influenza di chiunque ci fosse dietro la San. A meno che anche la fazione stessa sia stata compromessa. Considerò, preoccupata da quell'eventualità. Suder aveva nominato una certa Sezione 31. Quanto era coinvolta nella vicenda?

Accettò con gratitudine l'offerta di aiuto della betazoide, lasciando che fosse lei ad iniettarle l'antidolorifico. Mm... Si prese il tempo di riflettere. fintanto che ci troviamo nel campo magnetico, non credo sia possibile. Né la Kal'Ruq, né le squadre di soccorso sono riuscite a localizzarci mentre eravamo là fuori. Se era vero che su Rura Penthe c'erano ben pochi trill, si poteva dire altrettanto per i betazoidi. Sarebbe bastato settare i sensori sulla biologia betazoide per individuare lei e Suder. O sulla biologia trill, considerando che il suo status di mezzosangue rendeva Seeth in un certo qual modo unica. Posso provare a chiedere, però. Magari le interferenze non sono tali da impedirci di ottenere una sua posizione generale. Quanto ci sarà utile all'interno di questa struttura sotterranea è tutto da vedere.

Non ne era convintissima ma valeva la pena tentare. Tornata al terminale del computer, ricontattò la Kal'Ruq. Alla sua richiesta, i colleghi non sembrarono molto ottimisti. Avevano tentato localizzarle coi sensori dopo lo schianto, con scarsi risultati. Il campo magnetico distorceva le letture, rendendo difficile comprendere a chi appartenessero i segnali vitali individuati. Nelle ore che erano servite loro a raggiungere la miniera, i tecnici erano riusciti parzialmente a pulire i risultati dei sensori ma senza ottenere risultati sufficientemente chiari. Come ha sentito, ci sono poche speranze di ottenere la posizione di Idaris in tempi brevi... ma ci stanno provando. Disse a Suder, una volta chiusa la chiamata. Però, magari potremmo...

Un'occhiata verso la guardia e Seeth tornò all'opera sul terminale. Avendo lasciato l'ufficio di tutta fretta, l'ufficiale klingon non aveva disattivato i suoi permessi d'accesso al computer della struttura. Così non le fu difficile trovare una mappa della miniera e la lista delle assegnazioni dei prigionieri. Guardi. Oggi Idaris è stato assegnato a questo settore. Disse, indicandoglielo. Non sarà più lì ma potremmo usarlo come punto di partenza per la ricerca.
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#35

Korinna Suder

Betazoid

La risposta degli ufficiali della Kal'Ruq non fu certamente incoraggiante: non solo non avevano alcuna idea di quali fossero le reali ragioni dietro all'attacco, nemmeno le loro ipotesi sembravano avere un filo conduttore in grado di spiegare quell'intera situazione. In altre circostanze Korinna si sarebbe affidata alle proprie abilità, ma, anche volendo tentare, la sofferenza che percepiva non appena si sforzava di abbassare le proprie difese mentali era tale da confondere qualunque altra sensazione che avrebbe potuto aiutarle a svelare quel mistero. Gli sforzi che richiedeva combattere quel meccanismo di difesa ormai automatizzato, le rendevano inoltre difficile concentrarsi come avrebbe dovuto per riuscire a recuperare una qualunque informazione. Finché si trovavano su Rura Penthe avrebbero dovuto trovare un modo alternativo per indagare.

La betazoide si strinse nel suo cappotto: nonostante la temperatura nel sottosuolo fosse più accettabile, la lunga camminata sulla superficie era riuscita a farle entrare quel freddo fin nelle ossa e la donna rabbrividì mentre cercava di seguire il discorso della collega. Sì, ma come la mettiamo con...? chiese, indicando con un leggero cenno della testa la guardia che era rimasta con loro: dubitava che il klingon avesse intenzione di accompagnarle alla ricerca di Idaris... o che fosse anche solo vagamente intenzionato a collaborare con quell'indagine. Ci sarebbe anche un'altra cosa... ammise Korinna, abbassando la voce e rivolgendosi alla collega in federale standard, nel tentativo di rendere quanto più possibile per il klingon seguire il loro discorso mentre ci avvicinavamo al pianeta ho percepito qualcosa... ammise era una sensazione molto intensa, un senso di preoccupazione, di attesa... come se diverse persone si stessero preparando per qualcosa. cercò di spiegare, rievocando come meglio poteva ciò che aveva sentito non ho modo di dimostrarlo... ma credo che qualcuno sul pianeta sapesse che sarebbe successo qualcosa. Penso che i prigionieri non solo aspettassero il nostro arrivo, ma che questa fuga non sia una coincidenza. Se ho ragione, l'esplosione sulla navetta potrebbe essere stata solo una distrazione per qualcosa di molto più grosso...

io farei che qualcuno sta cercando di far evadere uno dei prigionieri e ha approfittato del nostro arrivo, hanno preso Idaris per cercare di far passare la fuga come un'intromissione della Federazione disogliendo così l'attenzione dalla vera ragione e Idaris si è aggregato perché com'è, come non è, non vedeva molte altre speranze di andarsene da lì. L'idea iniziale di farlo evadere direi che non ha più senso se evadono già da soli xP
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#36

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Seeth Rahnaz Mezza Klingon

Al bisbiglio di Suder, un lampo di preoccupazione attraversò gli occhi di Seeth. La guardia, appostata appena al di fuori dell'ufficio, non sembrava star seguendo la loro conversazione (e, se lo stava facendo, aveva il buon senso di non farlo notare) ma Seeth comprendeva la scelta della collega di passare al Federale Standard. Un po' meno quella di iniziare a bisbigliare. Se avessero iniziato una conversazione a bassa voce, per di più in un'altra lingua, il klingon avrebbe avuto più di un motivo per diventare sospettoso.

Così, quando Seeth rispose, lo fece con un tono normale: non troppo alto, né troppo basso. Passò però anche lei al Federale Standard, approfittando del fatto che non sarebbe sembrato strano rispondere ad una collega non klingon nella sua lingua natia. Se ha ragione, questo incidente è più grave di quanto sembri. Non son sicura che le guardie della miniera riusciranno ad affrontare un piano così ben organizzato. Quella gente era pericolosa. Dopotutto, era arrivata a fare esplodere una navetta della flotta imperiale per distogliere l'attenzione da qualunque cosa stessero facendo sul... ...la Kal'Ruq!

A quella strana esclamazione, che poteva significare sia niente che tutto, Seeth riaprì una comunicazione verso la nave dando alcune indicazioni in klingon. Se non ci fosse una nave occultata in orbita, tenete d'occhio la sala teletrasporto. Se c'è un traditore a bordo, potrebbe tentare di fare salire clandestinamente uno o più prigionieri. Concluse, prima di chiudere la comunicazione. Era poco probabile ma, se il numero era limitato, non sarebbe stato impossibile nascondere qualche clandestino sulla grossa nave. Dopotutto, chi avrebbe osato perquisirla? Avrebbe anche spiegato perché volessero liberarsi di Suder a tal punto da minare una navetta.

Meglio muoversi. Affermò, mentre copiava mappa e dati sul suo PADD. Dopo di che, si diresse a passo deciso verso l'uscita dell'ufficio.

Ci uniamo alle ricerche. Disse alla guardia, con un tono che non ammetteva repliche. Ci segua, se vuole, ma non tenti di fermarci. Come lei, abbiamo il nostro lavoro da svolgere.

Oh, povero Idaris... ma approvo pienamente. Laugh
Non sappiamo ancora come vogliano fuggire, quindi ho cercato di coprire le varie possibilità... tranne la Saratoga. Thinking  Laugh
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#37

Korinna Suder

Betazoid

Il klingon parlato da Seeth era un po' troppo fitto perché Korinna riuscisse a seguire l'intera discussione, ma dal poco che riuscì a cogliere sembrava esserci non solo il rischio di un agente infiltrato a bordo, che per qualche ragione intendeva incolparla dell'incidente alla navetta... ma anche una nave occultata, da qualche parte in orbita attorno al pianeta. Occultamento? Ho capito bene? si informò Korinna preoccupata se c'è una nave occultata dobbiamo informare anche la Saratoga disse decisa: sebbene la Federazione la considerasse una traditrice e non avrebbe esitato a metterla sotto processo l'istante stesso in cui avesse deciso di lasciare il territorio klingon, T'Dal era un'amica e non intendeva lasciarla all'oscuro di una potenziale minaccia, né tantomeno permettere che quei negoziati fallissero, specialmente con tutti i rischi che aveva corso fino a quel momento per far funzionare le cose.

La parole seguenti della collega, comunque, le piacquero ancora meno: avevano camminato per ore al freddo e al gelo e doveva ancora riuscire a riscaldarsi... e ora la klingon sembrava del tutto intenzionata ad uscire nuovamente là fuori per catturare dei prigionieri evasi in un territorio ostile e sconosciuto: Aspetti! Crede davvero che potremo essere di una qualche utilità? si informò la betazoide non rischiamo di peggiorare la situazione uscendo là fuori e girando alla cieca? Forse dovremmo davvero lasciare fare alle guardie. Non c'è un modo per avvertirle del potenziale pericolo e tenerle sotto controllo da qui? chiese, cercando di evitare lo sguardo della guardia klingon che la studiava in cagnesco da quando aveva aperto bocca. Non aveva la minima idea se l'altro riuscisse o meno a capire il federale standard, ma dal suo sguardo era evidente che non gli piaceva.
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#38

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Seeth Rahnaz Mezza Klingon

Come giustamente ha detto, diplomatica Rahnaz, anch'io ho un lavoro da svolgere... ed è tenervi qui. Rispose la guardia, in lingua klingon, senza muoversi di un centimetro dalla sua posizione. Se non si considerava lo sguardo ostile che aveva lanciato a Suder e il sarcasmo che aveva condito il termine "diplomatica", l'uomo avrebbe potuto passare per il perfetto gentiluomo. Non aveva intenzione di farle passare, questo era ovvio, ma non aveva mostrato atteggiamenti ostili. Per il momento, almeno. Non so cosa lei abbia intenzione di fare ma le assicuro che sarebbe solo d'intralcio. Rimanga qui e lasci i miei colleghi fare il loro lavoro. Conclusa l'emergenza, potrà fare il suo.

A Seeth tutto ciò non piaceva, per niente. Odiava l'idea di stare con le mani in mano, senza sapere cosa stava succedendo e senza certezze che Idaris sarebbe stato vivo una volta terminata l'emergenza. Eppure, c'era del vero nelle parole della guardia e di Suder. Girando alla cieca, avrebbero soltanto rischiato di peggiorare le cose.

Avete ragione, entrambi. Ammise quindi, con un velo di frustrazione nella voce. Può farmi solo un favore? Proseguì rivolta alla guardia. Avvisi il suo superiore che quella in corso potrebbe non essere una semplice rivolta ma un tentativo di evasione ben pianificato. Ho già chiesto alla Kal'Ruq di stare in allerta per eventuali navi occultate o tentativi di teletrasporto a bordo non autorizzati, e ho intenzione di fare lo stesso con la nave federale Saratoga.

Questo è fattibile.
..e, per quanto sia possibile, gli chieda di risparmiare la vita del prigioniero Idaris, se si rivelasse coinvolto nel tentativo di evasione. Ci serve per una delicata trattativa diplomatica.
Questo potrebbe essere più difficile.
Lo so, lo so.

Quando l'uomo prese a parlare al comunicatore, Seeth tornò verso Suder e il terminale. Non è detto che ci sia una nave occultata in orbita, Le spiegò, tornando al federale standard. ma è una possibilità se consideriamo il tentativo di evasione in corso. Sospirò. Ok, facciamo quello che possiamo da qui dentro. Lo staff della miniera a questo punto è avvertito, manca la Saratoga. Proseguì, mentre avviava una chiamata verso la nave in questione. Ci pensa lei a spiegare al capitano T'Dal la situazione?

@T'Dal
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#39

Korinna Suder

Betazoid

Korinna non sapeva bene se tirare un sospiro di sollievo: le sue parole, o forse quelle del collega klingon, sembravano aver convinto Seeth che andarsene in giro sulla superficie ghiacciata non era al momento l'idea più brillante che potessero avere, ma non risolveva il problema, specialmente per Idaris. La notizia che non era certo ci fosse una nave occultata in orbita fu accolta dalla betazoide con un misto di preoccupazione e curiosità: per quanto conoscesse bene la tecnologia federale, quella klingon, specialmente per quanto riguardava i sistemi di occultamento, le era del tutto sconosciuta. Si era sempre chiesta se avessero modo di individuare le loro stesse navi una volta occultate, ma le parole della collega sembravano lasciar intendere che la risposta fosse no.

I pensieri di Korinna, tuttavia, passarono rapidamente ad altro non appena Seeth le chiese di contattare la Saratoga: certamente rispose, studiando il terminale di fronte a lei per capire come fare. Quando finalmente la comunicazione fu stabilita, cercò di accennare un sorriso nonostante la stanchezza: i suoi capelli erano scompigliati e probabilmente il suo naso ancora arrossato dal freddo, ma cercò comunque di darsi un contegno nel rivolgersi all'amica. Capitano T'Dal, ci sono delle novità annunciò, cercando di mantenersi sufficientemente formale, data la situazione qualcuno ha piazzato un ordigno esplosivo sulla nostra navetta. Putroppo non ce ne siamo resi conto in tempo. Sospettiamo che la situazione sia in qualche modo connessa con un tentativo di evasione da parte di alcuni prigionieri e che possa esserci un vascello occultato in orbita. Vi chiedo di mantenere la posizione ed attendere ulteriori sviluppi spiegò all'amica. Fate attenzione. aggiunse con una nota più personale.
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#40

Logic is the beginning of wisdom, not the end of it

T'Dal Zayrus Vulcaniana

Ascoltai con attenzione, celando appena l'onda di preoccupazione che avevo sentito nel momento in cui avevamo perso il contatto con la navetta, ma quando il tenente delle comunicazioni avvertiva della chiamata in ingresso dal pianeta, sperai che tutti stessero bene. La mia amica era arruffata, ma ero felice che stesse bene.

«Sono sollevata di sentire la tua voce. La vostra sicurezza è di primaria importanza. Prendiamo nota delle vostre informazioni riguardo l'ordigno e la possibile presenza di una nave nascosta.» dissi, permettendo per una rara volta che un'ombra di emozione trasparisse nella mia voce; poi, con un tono che ammetteva implicitamente la mia preoccupazione senza abbandonare la mia innata compostezza vulcaniana, aggiunsi, «La vostra situazione ci preoccupa profondamente. Procederemo con le misure necessarie per assicurarci che non ci siano altre minacce nelle vicinanze. Guardiamarina» mi voltai verso il giovane ufficiale alla console scientifica, il cui entusiasmo e precisione nel suo lavoro avevano già guadagnato il mio rispetto nonostante la sua breve permanenza a bordo, «iniziate le scansioni per rilevare qualsiasi anomalia nello spazio circostante. Ogni dettaglio potrebbe essere cruciale»
Il guardiamarina annuì con un misto di determinazione e nervosismo, conscio della gravità del compito assegnatogli. La sua postazione brulicava di dati e grafici mentre i suoi diti danzavano agilmente sui comandi, avviando una serie di scansioni tattiche profonde alla ricerca di firme energetiche o distorsioni spaziali che potessero indicare la presenza di una nave occultata.Tornando alla comunicazione con Korinna, continuai, «Cercate di restare al sicuro e la Saratoga rimarrà in orbita pronta a intervenire. Avremo cura di informarvi non appena avremo novità significative.Devo comunicare qualcosa alla Kal'Ruq?»
Prima di concludere la comunicazione, aggiunsi un ulteriore messaggio di supporto. «Fate attenzione anche voi. Saratoga, chiudo.» chiesi e mi soffermai per un momento, contemplando per un momento il planisfero di Rura Penthe sullo schermo di fronte a me. La tensione in sala comandi era palpabile, ma con un profondo respiro guardai Elieth; la situazione stava diventando sempre più complessa.
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