TFB ambasciatore più, ambasciatore meno...
#1

Where I come from, if someone
saves your life, you don't stab them in the back.

James T. Kirk | Human

Jim scese dalla pedana del teletrasporto con l'intenzione di raggiungere il proprio alloggio: la conferenza di quella mattina era stata particolarmente intensa e tutto quello di cui aveva voglia in quel momento era un po' di silenzio. Le grida dei focosi contendenti gli risuonavano ancora nelle orecchie e non vedeva l'ora di poter scaricare quella patata bollente nelle mani di un vero ambasciatore. Uno che, per qualche insana ragione, doveva divertirsi con quelle cose abbastanza da farne una professione. Non fece in tempo a fare più di un passo, tuttavia, che la voce di Spock lo raggiunse attraverso l'interfono Capitano, abbiamo rilevato un probabile vascello in avvicinamento. Rotta 247.3 lo informò il vulcaniano.

A Jim bastò una frazione di secondo per realizzare cosa potesse significare ... dal territorio federale! Può essere il nostro nuovo ambasciatore? si informò speranzoso. Non sono ancora in grado di ottenere una lettura adeguatamente precisa, tuttavia considerando l'attuale rotta e velocità entrerà pienamente nel campo dei nostri sensori tra tre minuti e trentadue secondi. rispose l'altro, preferendo evitare supposizioni non strettamente necessarie. D'accordo. Probabile vascello suona comunque bene. Arrivo. rispose il capitano chiudendo la comunicazione per avviarsi senza fretta verso la plancia.

... siamo riusciti ad identificare quela nave in avvicinamento? si informò Jim, raggiungendo la plancia qualche minuto dopo con una tazza di caffé caldo tra le mani. Numero di registro NCC-1887, è la USS Saratoga. rispose Spock, riuscendo a strappare un sorriso di sollievo al capitano. Finalmente...! Uhura, apra un canale. ordinò Jim con rinnovata energia mentre prendeva posto sulla sua poltrona Saratoga, qui è James T. Kirk, USS Enterprise... benvenuti nel settore Denkar. li accolse cordiale, accennando un brindisi con la sua tazza di caffè.


@Neris @T'Dal
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#2

Logic is the beginning of wisdom, not the end of it

T'Dal Zayrus Vulcaniana

Era ormai diventata una consuetudine, una prassi quasi attesa, quella di accompagnare mio fratello maggiore, Elieth, attraverso l'universo per portarlo ai suoi vari impegni. Non potevo fare a meno di chiedermi se, in qualche remoto angolo della sua mente vulcaniana, non ci avesse preso un certo gusto. Nonostante il nostro addestramento e la nostra cultura ci insegnassero a tenere a bada le emozioni, una parte di me - forse quella più umana, ereditata da nostra madre - era felice di passare più tempo con lui. Il ruolo di capitano della USS Saratoga mi offriva questa possibilità, unendo il dovere al piacere fraterno.

Mentre Elieth si preparava per un altro dei suoi incarichi diplomatici, riflettevo sulle peculiarità di questa nostra dinamica. «Ti sei mai chiesto, Elieth, se questo continuo girare per l'universo alla fine ti abbia reso, in un certo senso, dipendente dall'adrenalina delle negoziazioni?» gli chiesi, mentre osservavamo insieme le stelle dal ponte di comando.

Elieth, con quella sua tipica espressione seria, mi guardò. «T'Dal, come ben sai, un Vulcaniano sceglie la via della logica. Tuttavia, non posso negare che ci sia un certo... apprezzamento nel confrontarsi con nuove culture e nel tessere la pace tra civiltà diverse. È un compito che trovo, a mio modo, gratificante.» ammise continuando a guardare le stelle.

«Gratificante» ripetei, come assaporando la parola e ci guardammo negli occhi un istante dopo. Era un gioco che facevamo da bambini e mio fratello alzò un sopracciglio, era bello continuare in qualche modo a stuzzicare mio fratello maggiore. Ora che ero più felice grazie alla mia relazione con Dakona, anche il mio rapporto con i miei fratelli maggiori e mia madre era decisamente migliorato. Era interessante osservare come, nonostante la nostra dedizione alla logica, trovassimo entrambi una certa soddisfazione nelle nostre rispettive carriere - lui nell'ambito diplomatico e io in quello esplorativo e di comando.

La conversazione fu interrotta dall'arrivo di un messaggio dal ponte di comando. «Capitano, siamo in posizione per stabilire un canale di comunicazione con l'Enterprise. Ci stanno chiamando.»  annunciò l'addetto.

«Apra il canale di comunicazione, tenente.» ordinai, preparandomi mentalmente per la comunicazione imminente.

Non appena il canale fu stabilito, mi presentai con la calma e la dignità che mi contraddistingueva. «Capitano Kirk, grazie per il benvenuto. Io sono T'Dal, capitano della USS Saratoga. Sono accompagnata dall'ambasciatore Elieth, che è stato incaricato di prendere il posto dell'ambasciatore M'Saar, attualmente indisposto. Siamo stati informati che le condizioni del precedente ambasciatore sono gravi. A nome mio e dell'equipaggio della Saratoga, vorrei offrire qualsiasi assistenza di cui potreste avere bisogno in questo momento difficile» dissi facendo un cenno verso mio fratello maggiore che era in piedi al mio fianco.

Era fondamentale per me esprimere non solo la nostra disponibilità ad assistere, ma anche il profondo senso di comunità e supporto che lega i membri della Federazione, specialmente in momenti di crisi. Elieth era in piedi al mio fianco, pronto ad assumere le responsabilità del suo incarico con la serenità e la saggezza che lo caratterizzavano.

Così, in attesa di una risposta dal capitano della Enterprise, riflettevo su quanto fosse prezioso il tempo trascorso con Elieth, su quanto le nostre missioni congiunte rafforzassero non solo il legame fraterno ma anche il nostro impegno verso la pace e l'armonia nell'universo. Era un onore e un dovere che portavamo avanti con dedizione, consapevoli del ruolo che ognuno di noi aveva nel tessuto della Federazione.
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#3

Where I come from, if someone
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James T. Kirk | Human

Il capitano della Saratoga colse Jim vagamente di sorpresa: non aveva idea che, nella Flotta, ci fossero altri vulcaniani oltre a Spock e ancor meno immaginava ne avrebbe trovato uno al comando di una nave. Anzi... una. Si sarebbe aspettato che il suo Primo Ufficiale avrebbe menzionato la curiosa circostanza da qualche parte all'interno della discussione quando avevano scoperto il nome della nave incaricata di accompagnare il nuovo ambasciatore... ma nello stesso istante in cui quel pensiero si formava nella sua mente, Jim si ricordò anche che, in fondo, era di Spock che si stava parlando. Non aveva esplicitamente richiesto informazioni al riguardo e aveva il forte sospetto che il vulcaniano avesse ritenuto superfluo fornirgliele. Il capitano si trattenne dall'alzare gli occhi al cielo, limitandosi a rivolgere un cenno di assenso in direzione della donna qualunque aiuto è bene accetto, capitano T'Dal rispose cordiale ... le condizioni dell'ambasciatore M'Saar sono stabili, ma rimangono critiche... non appena sarete a portata di teletrasporto vorrei che il vostro ufficiale medico capo ci raggiungesse, per discutere con il dottor McCoy dell'opportunità o meno di fargli affrontare il viaggio verso il territorio federale nelle sue attuali condizioni. spiegò ... ed estendo l'invito anche all'ambasciatore Elieth. Avremo molto di cui discutere: ci sono diverse cose di cui sono venuto a conoscenza negli ultimi giorni che devono essere sfuggite al Comando quando sono stati compilati i documenti ufficiali riguardo alla missione. aggiunse senza preoccuparsi di nascondere un leggero fastidio per quell'intera situazione e il modo in cui ci era finito in mezzo.

Capitano... si intromise un giovane tenente, attirando l'attenzione di Jim ... rilevo due navette elkariane che stanno lasciando l'orbita. Sembrano puntare verso la Saratoga. lo informò il ragazzo. Allarme giallo. Uhura, ricordi loro che secondo l'accordo preliminare 4 bis, qualunque tentativo di lasciare il sistema costituisce un atto ostile e agiremo di conseguenza. Capitano T'Dal, ci aggiorniamo appena sarete a portata. tagliò corto, facendo segno a Uhura di chiudere la comunicazione con la Saratoga.

Non invito T'Dal a bordo dell'Ent primo perché non ha senso che lasci la Sara mentre sono in territorio potenzialmente ostile, secondo perché avrai già le scatole piene a muovere Elieth e Bones... ma se vuoi farti un giro dalle nostre parti tu avvisa che una scusa la si trova.
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#4

Logic is the beginning of wisdom, not the end of it

T'Dal Zayrus Vulcaniana

Il messaggio del capitano Kirk mi giunse chiaro e diretto, evidenziando non solo la serietà della situazione riguardante l'ambasciatore M'Saar, ma anche le complessità diplomatiche e logistiche in gioco. L'invito a far giungere il nostro ufficiale medico capo a bordo dell'Enterprise per consultarsi con il dottor McCoy era un segno della fiducia e della cooperazione che si estendeva tra le nostre navi, e accoglievo con rispetto e serietà l'opportunità di collaborare per il bene dell'ambasciatore.

«Tenente, informi subito il dottor Raal che si prepari per un trasferimento immediato all'Enterprise non appena saremo a portata di teletrasporto» ordinai, rivolgendomi all'ufficiale di comunicazione. La salute di M'Saar era di primaria importanza, e la competenza di Dakona sarebbe stata cruciale in questa delicata fase.

Quando Kirk estese l'invito anche a Elieth, notai un lampo di interesse attraversare lo sguardo di mio fratello. Le complicazioni e i dettagli sfuggiti al Comando erano precisamente il genere di sfide che Elieth trovava stimolanti. «Sarò onorato di unirmi a voi per discutere di questi sviluppi. Sarà un'opportunità per chiarire qualsiasi malinteso e assicurare che la missione proceda come previsto. Sono pronto a partire appena saremo in posizione» disse mio fratello con pacatezza.

La situazione prese una piega inaspettata con l'annuncio del tenente dell'Enterprise riguardo alle navette elkariane. La tensione si fece palpabile sul ponte di comando. «Allarme giallo. Prepariamoci a qualsiasi scenario, monitoriamo da vicino le navette e manteniamo aperti i canali di comunicazione con l'Enterprise. Assicuriamoci di essere pronti a qualsiasi eventualità»  dissi, mantenendo la voce calma ma decisa. La priorità era proteggere la Saratoga e l'Enterprise da potenziali minacce, rispettando al contempo gli accordi stabiliti.

«Capitano Kirk, la Saratoga è pronta ad affrontare qualsiasi eventualità. Ringraziamo per l'avvertimento e rimaniamo in attesa di ulteriori istruzioni» risposi, con un tono che speravo trasmettesse la mia fiducia nella nostra capacità di collaborare efficacemente.

Chiusa la comunicazione, contattai Dakona attraverso l'interfono, dissi: «Dottore, ti chiederò di prepararti per un trasferimento immediato sull'Enterprise non appena saremo in posizione. La tua collaborazione con il dottor McCoy potrebbe essere determinante per il benessere dell'ambasciatore M'Saar. Spero non ti dispiaccia, ma credo che l'Enterprise abbia bisogno di una mano» dissi

Elieth, al mio fianco, osservava la scena con quell'aria di calma impenetrabile tipica dei Vulcaniani. «Sembra che ci attendano sfide interessanti, cara sorella» commentò, la voce priva di qualsiasi traccia di preoccupazione.

«Sì, ma insieme, e con l'aiuto dell'equipaggio dell'Enterprise, siamo più che capaci di affrontarle» risposi, permettendomi un raro momento di fiducia emotiva nella nostra unità e nelle nostre abilità congiunte. La presenza di mio fratello e il supporto della USS Enterprise mi fornivano un conforto silenzioso ma profondo, rafforzando la mia determinazione a navigare attraverso le incertezze che ci attendevano.


Effettivamente ora T'Dal non serve e va benissimo così, ma se dovesse servire vediamo di combinare qualcosa Thinking
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#5

You brought me here because I speak Klingon. Then let me speak Klingon.

Nyota Uhura Umana

Sissignore. Nyota rispose immediatamente, alla richiesta del capitano. Attivato l'allarme giallo, la plancia si tinse di un colore quasi ambrato, dovuto sia alle luci intermittenti dell'allarme che ai segnali visivi comparsi sullo schermo visore principale. L'allarme giallo era ad un solo stadio più basso dell'allarme rosso ma, considerando le vicende delle ultime ore, Nyota non lo considerava ingiustificato. L'azione non autorizzata delle navette elkariane era un rischio: non solo per il trattato ma, dopo l'attacco all'ambasciatore M'Saar, anche per la stessa Saratoga. Non potevano permettersi che un altro ambasciatore venisse attaccato.

Attese un brevissimo istante, in modo da permettere al capitano T'Dal di lasciare dei rapidi ma sentiti ringraziamenti, poi Nyota chiuse la comunicazione con la Saratoga per aprirne una in direzione delle navette. Navette elkariane, qui è la USS Enterprise. Si identificò. Qualsiasi tentativo di lasciare il sistema è una violazione dell'accordo preliminare 4 bis. Siete pregati di tornare indietro o saremo costretti a considerarlo un atto ostile.

Causing people to suffer because you hate them... is terrible. But causing people to suffer because you have forgotten how to care... that's really hard to understand.

Dakona Raal Rigeliano

L'infermeria era in preallarme, pronta ad accogliere l'ambasciatore M'Saar se fosse stato necessario. La situazione dell'uomo non gli era ancora totalmente chiara, ma Dakona voleva essere pronto se alla Saratoga fosse stato richiesto di ricoverarlo o trasferirlo nell'ospedale specializzato più vicino. Durante il viaggio, aveva letto con attenzione il rapporto dell'ufficiale medico dell'Enterprise e aveva fatto qualche ricerca sulla fiosiologia caitiana in modo da rinfrescarsi la memoria. Cait, il pianeta madre dei caitiani, era entrato nella Federazione Unita dei pianeti nel lontano 2181, a solo vent'anni dalla sua fondazione. I caitiani non erano quindi una specie rara ma Dakona doveva ammettere di aver avuto poco a che fare con loro, a causa della loro scarsa presenza nella Flotta Stellare. In effetti, ancora oggi - a quasi cent'anni dalla fondazione della Federazione - la maggior parte dell'equipaggio delle astronavi era umana. Erano pochi i vulcanoidi come lui e T'Dal (o il comandante Spock), e di caitiani ce n'erano ancor meno.

Nessun problema, capitano. Anzi, sarà un piacere collaborare col dottor McCoy. Rispose Dakona, utilizzando un certo distacco professionale. Era stato difficile all'inizio far combaciare vita personale e vita professionale, ma ormai T'Dal e lui erano giunti ad un buon equilibrio. Mi preparo subito.

Recuperato il PADD coi suoi appunti, Dakona si limitò a prendere il minimo indispensabile da portare con sé. Era sicuro che l'infermeria della USS Enterprise avesse tutto il necessario e, se così non fosse stato, sarebbe stato possibile chiedere un teletrasporto dalla Saratoga. Assicuratosi che l'ultima patch disponibile sulla fisiologia caitiana si fosse installata con successo sul suo tricorder medico, Dakona si diresse verso la sala teletrasporto.
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#6

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James T. Kirk | Human

Ci fu un lungo istante di silenzio, abbastanza lungo perché Jim intuisse che non avrebbero ricevuto alcuna risposta da quelle navette. Allarme rosso. sospirò il capitano Sulu, rotta di intercettazione, massimo impulso. Chekov, appena saremo a portata spari un colpo di avvertimento. ordinò, con la netta impressione che gli stesse sfuggendo qualcosa: la tecnologia elkariana non era tale da costituire una minaccia per l'Enterprise e gli elkariani lo sapevano. Perché rischiare uno scontro a fuoco? Cosa speravano di ottenere? Non potevano seriamente pensare che avrebbero permesso loro di allontanarsi dal sistema. Allo stesso tempo non aveva senso nemmeno che si trattasse di una diversione o un tentativo di allontanarli dalla loro attuale posizione: l'Enterprise era in grado di monitorare comunque l'intera area ed era stazionata in orbita per pura comodità, non perché costituisse un qualche vantaggio tattico che avrebbero perso spostandosi di qualche migliaio di chilometri. Non fece tuttavia in tempo a chiedere a Spock se avesse per caso intuito cosa intendessero fare, che il giovane tenente che aveva inizialmente rilevato le navette si intromise di nuovo Capitano, non rilevo più le navi elkariane annunciò perplesso che cosa!? si informò Jim, altrettanto confuso.

Non c'è traccia delle navette sui nostri sensori. Sembrano essere svanite nel nulla. rispose il giovane, in mancanza di una spiegazione migliore. Un sistema di occultamento? chiese Jim sorpreso: sapeva infatti che, almeno sulla carta, la tecnologia elkariana non comprendeva simili tecnologie. Lo sguardo del capitano si fece improvvisamente serio. Sulla carta forse era proprio il punto della questione. Non sarebbe stata certo la prima volta che qualcosa in quella missione si rivelava essere ben diversa da quanto risultasse dai rapporti ufficiali.

Spock, recuperi tutti i dati che abbiamo su quelle navette: modello, configurazione, informazioni dei sensori... qualunque cosa! Dobbiamo scoprire dove sono finite. disse con una nota di urgenza nella voce. L'unica cosa che sapevano era che secondo l'ultima direzione nota, puntavano verso l'altra nave federale ed il loro comportamento elusivo non prometteva nulla di buono. Uhura, informi la Saratoga che abbiamo perso le navette e che si preparino ad un possibile combattimento! decise Jim, balzando in piedi con ancora il suo caffé tra le mani per raggiungere Spock e dare un'occhiata di persona alle informazioni dei sensori.

Sorry, era troppo tranquilla questa role. Laugh Ok, la mia idea è che i Romulani stanno fornendo armamenti a una terza fazione elkariana, per fare in modo di rovinare i negoziati di pace così che la Federazione debba preoccuparsi di difendere quel confine e ritiri le risorse dislocate lungo il confine con loro, ma questo lo scopriremo nella prossima puntata. In questa farei che gli elkariani attaccano la Sara, ma visto che per farlo devono disoccultarsi riusciamo nel giro di due o tre post a individuarli e trovare un modo per metterli fuori combattimento, magari senza distruggerli (così riusciamo a fargli un paio di domande), poi possiamo riprendere da dove avevamo interrotto prima che comparissero. Se avete altre idee, libere: sapete che mi piacciono le sorprese.
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#7

Logic is the beginning of wisdom, not the end of it

T'Dal Zayrus Vulcaniana

Il tenente, con una calma forgiata nelle innumerevoli esercitazioni e situazioni critiche, riportò il messaggio ricevuto da Uhura, inducendo immediatamente un senso di allerta sul ponte di comando della Saratoga.

«Attivare l'allarme rosso» ordinai senza esitazione. La luce rossa sostituì in un istante l’allarme giallo e diede le consuete ombre che se fossi stata umana avrei trovato quasi inquietanti. Gli scudi vennero innalzati al massimo, in un tentativo di prepararci al meglio contro un nemico invisibile. La risposta al nostro stato di prontezza non tardò ad arrivare: un colpo violento scosse la nave, un attacco inaspettato, dato che nessun nemico era visibile sui nostri sensori.

I membri dell’equipaggio si aggrapparono ai loro posti per mantenere la stabilità, mentre i monitor lampeggiavano con avvisi critici. Eppure, la causa di questa aggressione rimaneva invisibile; i nostri sensori non rivelavano alcuna presenza nemica nelle vicinanze.

« Rapporto danni! » esclamai, mantenendo la calma nonostante l'urgenza evidente. L'equipaggio rispose con efficienza, riportando danni agli scudi e minime avarie a sistemi secondari, fortunatamente senza vittime. La situazione era gestibile, ma l'origine dell'attacco rimaneva un mistero. In quel momento di tensione, la mia mente correva. Dovevo ammettere che mi mancava l’esperienza di Jor in momenti come questo, ma non era il momento per rimpianti; dovevamo fare affidamento sulla nostra formazione e dovevo fare affidamento sulle mie competenze e capacità.
Era essenziale comunicare con l'Enterprise per informarla dell'attacco. « Tenente, invii un messaggio immediato all'Enterprise. Informi il capitano Kirk che siamo stati attaccati da una fonte invisibile. Gli scudi hanno retto, ma rimaniamo in stato di allerta massima. » dissi, poi preoccupata per il benessere di tutto l'equipaggio, chiamai Dakona.
« Dottore, rapporto sulla situazione in infermeria. State tutti bene? » chiesi, non utilizzando di proposito il legame, ma riservandomi di farlo se la situazione fosse peggiorata.
Guardandomi intorno sul ponte di comando, i miei occhi si posarono su mio fratello, Elieth. La sua tranquillità in tale situazione era quasi disarmante. Non mostrava segno alcuno di preoccupazione, la sua postura rilassata in netto contrasto con la tensione generale. La sua serenità vulcaniana portata dal Kolinahr era una roccia in mezzo alla tempesta, un punto fermo che rassicurava me e, ma non avrei osato dire, l'intero equipaggio.. per un istante mi trovai ad invidiare mio fratello.
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#8

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Dakona Raal Rigeliano

Dakona non aveva nemmeno raggiunto il turboascensore quando uno scossone scosse la nave. Un'espressione d'allarme attraversò il suo volto, e il rigeliano fece immediatamente retromarcia: lavorava da sufficiente tempo nella flotta da riconoscere i segni di un attacco in corso. Se la Saratoga era sotto attacco, come ufficiale medico capo lui doveva tornare in infermeria per gestire le eventuali emergenze mediche. Il trasferimento sull'Enterprise avrebbe atteso.

Situazione? Domandò, una volta rientrato in infermeria.
Per il momento, solo piccoli incidenti dovuti alla scossa. Il massimo della gravità è stata una distorsione alla caviglia in ingegneria. Un infermiere è già all'opera.
Ottimo, tenete monitorata la situazione: se siamo sotto attacco, dubito che si limiteranno ad un solo colpo. Pronti ad intervenire al minimo preavviso.
Sissignore.

La chiamata di T'Dal giunse proprio in quel momento. Ignorando temporaneamente la frenetica attività dell'infermeria, Dakona rispose: Tutti bene, T'Dal. Abbiamo avuto rapporto di qualche piccolo incidente in giro per la nave, ma nulla di grave. Ho comunque messo in pre-allerta l'infermeria. Siamo sotto attacco? Era quasi certo che lo fossero, ma lo scossone avrebbe potuto anche essere dovuto a qualcosa di diverso da un colpo di disgregatore contro gli scudi.

You brought me here because I speak Klingon. Then let me speak Klingon.

Nyota Uhura Umana

Il suo avviso era giunto appena in tempo. Gli scudi della Saratoga si erano alzati da pochi istanti quando le giunse la notizia dell'attacco. La Saratoga è stata attaccata, capitano. Avvertì immediatamente. I loro scudi hanno retto ma non sono riusciti a localizzare la fonte. Rimangono in stato di allerta massima.

Se quella già non era una buona notizia, le seguenti lo furono ancor meno. Sto ricevendo comunicazioni dal pianeta. Entrambe le fazioni elkariane si dichiarano estranee ai fatti e accusano l'altra parte. Fece rapporto. Sto intercettando anche uno scambio di minacce: entrambe le fazioni stanno intimando all'altra di interrompere immediatamente le ostilità verso di noi o lo interpreteranno come una dichiarazione di guerra.

*fischietta innocentemente* Angel
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#9

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James T. Kirk | Human

Sullo schermo principale si trovava un'immagine della Saratoga, circondata dalle luci lampeggianti dell'allarme rosso: gli scudi della nave federale divennero visibili per un istante mentre, per una frazione di secondo, le due navette elkariane sfarfallarono a breve distanza. Troppo rapidamente perché si riuscisse a puntarle e il raggio dei phaser dell'Enterprise si disperse nello spazio vuoto di fronte alla nave. Per poco... brontolò Jim, che per un attimo era stato convinto che sarebbero riusciti a colpirle. Gli scudi della Saratoga comunque ressero senza grossi problemi l'impatto. I sensori dell'Enterprise captarono solo minime avarie a sistemi secondari, nulla che li mettesse in pericolo immediato: quelle navette avrebbero dovuto tirare ancora un buon numero di colpi prima di riuscire a far abbassare le difese della nave federale e questo significafa tempo. Tempo che avevano a disposizione per riuscire a trovare una soluzione a quell'attacco improvviso da un avversario invisibile. Da un certo punto di vista le comunicazioni intercettate sul pianeta erano più preoccupanti, dall'altro... Jim non poté fare a meno di notare che gli elkariani erano passati dal voler dichiarare guerra a qualunque cosa si muovesse a intimarsi reciprocamente di interrompere le ostilità verso una nave federale. A quel pensiero non riuscì a trattenere un mezzo sorriso: era un passo avanti. Il suo negoziato, in fondo, non doveva essere andato così male come temeva...

Uhura, mi apra un canale protetto con la Saratoga e lo metta sullo schermo principale decise, prendendo un sorso dalla sua tazza di caffé mentre si allontanava dalla postazione scientifica per ritornare alla sua poltrona Capitano T'Dal, ho bisogno della sua collaborazione annunciò con la tranquillità che l'impressione di avere sotto controllo la situazione gli garantiva. Confondiamogli un po' le idee propose con un sorriso malizioso ... per qualche ragione sembrano avercela solo con voi: vediamo se indovino perché. Sospetto che il loro obiettivo sia l'ambasciatore Elieth. Se vi posizionate sotto di noi possiamo estendere i deflettori in modo da inglobare entrambe le navi e consentire il teletrasporto. Fingiamo di teletrasportare l'ambasciatore a bordo dell'Enterprise e vediamo se riusciamo ad attirare i loro attacchi su di noi. Con un po' di fortuna dovreste riuscire a portare l'ambasciatore su Elkar IV prima che si accorgano dello scherzetto. suggerì Se non funzionasse, basterà allontanarci a massima curvatura appena gli scudi iniziano a cedere: gli elkariani non hanno ancora trovato il modo di superare curvatura 3. spiegò, voltandosi un istante verso Uhura mentre attendeva la risposta della vulcaniana.

Uhura, comunichi a entrambe le fazioni elkariane che il loro interessamento è gradito, ma non necessario: ce la vediamo da soli con queste navette. disse, con la netta impressione che tutto quell'interessamento nei loro confronti fosse più dettato dal timore di una seconda nave federale in orbita, e da ciò che era in grado di fare, che genuina preoccupazione per le loro condizioni. Qualunque fosse la ragione, il fatto che per il momento sembrassero volersi limitare a minacce reciproche non era certo la cosa peggiore cui avesse assistito negli ultimi giorni.
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#10

Logic is the beginning of wisdom, not the end of it

T'Dal Zayrus Vulcaniana

Sentire la voce di Dakona mi rincuorò; ma alla sua domanda dissi «Illogico fare supposizioni allo stato attuale, ma le navi sono occultate. Mantenete l'infermeria in pre-allerta » risposi, la mia mente già analizzando le prossime mosse.

Poco dopo, il mio tenente alle comunicazioni ripeteva l'avviso già ricevuto dall'Enterprise: entrambe le fazioni elkariane si dichiaravano estranee ai fatti, accusando l'altra parte e scambiandosi minacce di guerra. Prima che potessi suggerire al mio ufficiale alle comunicazioni una risposta, arrivò la chiamata del capitano Kirk, che apparve sullo schermo principale. La sua proposta era audace ma rifletteva la sua fama di stratega, in quanto suggeriva di utilizzare i deflettori dell'Enterprise per proteggere entrambe le navi, fingendo un teletrasporto dell'ambasciatore Elieth a bordo della loro nave per attirare su di loro gli attacchi. «La sua proposta, capitano Kirk, è interessante" » ammisi, ponderando le implicazioni. «E accetto con gratitudine il suo suggerimento» risposi, apprezzando la strategia e la cooperazione proposta.

Elieth, presente al mio fianco, annuì leggermente con approvazione. La sua fiducia nella nostra capacità di gestire la situazione era una fonte di conforto.

«Prepariamoci per il teletrasporto sotto la copertura dei deflettori dell'Enterprise. Assicuriamoci che i nostri movimenti siano coordinati per massimizzare l'efficacia di questo inganno » dissi, concentrata sul compito. Dovevamo ingannare il nemico, proteggendo allo stesso tempo l'ambasciatore e la nostra nave. La tensione era palpabile, ma pensai che la Saratoga fosse pronta a tutto.

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